1.18. PERIODO BORBONICO (1734-1860)

I due secoli di dominio spagnolo, caratterizzati da una fortissima rifeudalizzazione e da un esoso fiscalismo, avevano ovunque profondamente danneggiato l'economia, ed avevano dato inizio ad una fase di grave decadenza di tutto il territorio salernitano.
L'avvento della monarchia borbonica, che fece riconquistare al Regno di Napoli la propria autonomia, fu ottimisticamente salutato, nel 1734, come l'inizio di una nuova prosperità accompagnata dall'eliminazione degli aspetti più tristemente conservatori. Ma le speranze furono deluse.
Non appena Don Carlos, duca di Pavia e figlio di Filippo V di Spagna, salì sul trono del Regno di Napoli e di Sicila col nome di Carlo III, come prima operazione di governo allestì una milizia permanente con lo scopo di difendere la nuova dinastia, ma anche per dare un segnale forte a quanti avrebbero potuto tentare qualche azione contraria al suo assolutismo.
Carlo III di Borbone, che non concesse nulla a Salerno e ai suoi territori, proseguì l'opera di bonifica della piana del Volturno. Fece inoltre costruire il palazzo Reale di Caserta, che rivitalizzò la vasta area della Terra di Lavoro, ove attorno alla reggia si sviluppò la nuova Caserta, che tolse a Capua l'antico primato in questa provincia. Salerno dovette accontentarsi di appagare la forte passione venatoria del re, offrendo come luogo per la caccia la tenuta di Persano, dove sua Maestà soleva recarsi col suo numeroso seguito, e dove fece costruire per alloggio, la Casina Reale.

Figura 1. 28. Napoleone Buonaparte

Nel 1799 la città di Salerno, sotto la direzione del Marchese Ruggi d'Aragona, che costituì un governo municipale provvisorio, aderì alla Repubblica Partenopea, il cui movimento rivoluzionario, fondato sull'unione delle classi colte, rappresentò il primo passo verso l'insorgere di quei movimenti rivoluzionari che sarebbero poi sfociati nelle guerre d'indipendenza del 1848 e del 1859.
Il grande eroismo mostrato dai giovani repubblicani salernitani, non valse però a salvare la città che, dopo feroci combattimenti, ritornò nelle mani dei Borboni. Il 7 dicembre Ferdinando e Antonio Ruggi e l'abate Francesco Conforti, ideologo della Repubblica Partenopea, pagarono con la vita insieme ad altri repubblicani il loro sogno di libertà e d'uguaglianza.
Il decennio Napoleonico (1806-1815), nonostante la drammatica situazione generata dallo stato di guerra e dalle scorrerie e dai saccheggi dei briganti, fu molto importante per il Mezzogiorno. Anche la città di Salerno e la provincia si avvantaggiarono del più rapido ritmo impresso alla vita del Regno. Si pose fine al regime feudale, si rinnovarono le strutture amministrative dello Stato, si incamerarono i beni ecclesiastici destinando ad edifici pubblici gli antichi conventi e monasteri, si procedette alla formazione di un nuovo catasto, si riformò il sistema fiscale, si gettarono le basi della pubblica istruzione, si stimolò il progresso agrario e manifatturiero. L'8 agosto del 1806 Salerno diventa capoluogo di provincia.

Figura 1. 29. Garibaldi accolto festante

Dopo il periodo Napoleonico, terminato nel 1815, Ferdinando IV, che nel frattempo si era rifugiato in Sicilia, ritornò a Napoli col titolo di Ferdinando I re delle Due Sicilie e governò fino al 1825. Gli succedettero Franceso I e poi Ferdinando II detto il re "bomba" per il bombardamento che ordinò su Messina a causa dei moti rivoluzionari del 1848. Nello stesso anno alcune agitazioni scoppiarono anche nel territorio salernitano, ove Salerno fu sede del Comitato Rivoluzionario promotore dei famosi moti del Cilento.
Il 6 settembre del 1860, durante il regno dell'ultimo re di casa Borbone, Francesco II, la città di Salerno accoglieva con entusiasmo Giuseppe Garibaldi, passando poi a far parte del Regno d'Italia sotto casa Savoia.