10.3.4. IL CARNEVALE E LE CENERI |
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Nel mondo laico il periodo compreso tra l’Epifania e la Quaresima si celebra il Carnevale, una festa di origine contadina risalente ai riti tradizionali della stagione invernale, sia per simboleggiare la rinascita della natura, sia per esprimere il desiderio, insito nell’uomo, di lasciare il Vecchio nella speranza di un Nuovo migliore. |
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I festeggiamenti del Carnevale hanno origini remote e si
ricollegano ad antichi riti pagani. Con il Cristianesimo
l’espressione carnem levare, da cui Carnevale, si riferisce al
giorno da cui sarebbe cominciato il periodo di Quaresima, durante
la quale non si sarebbe mangiata carne per 40 giorni perché
dedicato a penitenza, digiuno e privazione di ogni divertimento;
prima che tale periodo incominciasse bisognava approfittarne per
fare baldoria. |
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Figura 10. 21. Maschere | |
L’intensificarsi delle feste culmina l’ultimo giorno, il
cosiddetto martedì grasso, nel quale la nostra tradizione
culinaria vuole un generoso banchetto con lasagne imbottite,
polpette, salsicce, braciole di carne, chiacchiere croccanti,
sanguinaccio e liquori fatti in casa. |
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Figura 10. 22. La maschera di Pulcinella | |
Il Carnevale nei paesi del Cilento è una festa arcaica non
paragonabile alle sfilate di maschere e carri cittadini; è un
Carnevale povero, in cui ci si maschera, in assoluta segretezza,
con vestiti raccogliticci, inventando tipi e maschere che non
hanno riscontro nella tradizione italiana. Durante la sfilata
nella piazza del paese, le maschere si abbandonano a giochi e
scherzi improvvisati, che coinvolgevano anche gli spettatori e che
erano consentiti unicamente dalla loro non riconoscibilità. |
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