10.3.3. L'EPIFANIA

Nella tradizione cristiana l’Epifania (dal latino “epiphania”, derivato a sua volta dal greco epiphàneia, che vuol dire manifestazione della divinità, nella persona di Gesù) è la festa che rievoca la visita dei Re Magi al Bambino Gesù nella notte tra il 5 e il 6 gennaio.

Si racconta che i Re Magi, sacerdoti che conoscevano le scienze e la teologia, guidati dalla stella cometa per portare i doni al Divino Bambino, si fermarono nei pressi di Betlemme per chiedere informazioni circa la strada da seguire; bussarono ad una porta e apparve loro una vecchietta che non seppe dare loro nessuna informazione; i Magi le chiesero di unirsi a loro nella ricerca, ma lei rifiutò perché aveva molte cose da sbrigare. Dopo che i Magi se ne furono andati, ella capì di aver commesso un grave errore; nonostante cercasse per ore i Magi, non riuscì a trovarli e allora fermò ogni bambino nella speranza che questo fosse Gesù,per dargli un regalo.
E così ogni anno, la sera dell’Epifania lei, la befana, si rimette alla ricerca di Gesù e si ferma in ogni casa dove c’è un bambino per lasciare un dono.
La figura della Befana risale probabilmente a leggende contadine pre-cristiane: corrisponde a una vecchia brutta e curva, vestita di nero, con naso adunco e mento aguzzo, che si sposta volando a cavallo di una scopa. Secondo la tradizione, la Befana, la notte tra il 5 e il 6 gennaio, entra nelle case attraverso la cappa del camino, per lasciare doni nelle calze dei bambini buoni, pezzi di carbone in quelle dei bimbi cattivi.
Molti bambini salernitani e tantissimi bambini nel mondo ancora oggi credono nella Befana. La sera della vigilia appendono alla cappa del camino o ai piedi del letto una o due calze, nelle quali i genitori avranno la premura di far trovare, la mattina successiva caramelle e dolciumi di ogni genere.

Figura 10. 19. Botticelli: Adorazione dei Magi
Figura 10. 20. La Befana

Molte tradizioni popolari contadine si fondono con quella della Befana: in alcuni paesi della nostra provincia la notte del 5 gennaio per propiziare una feconda primavera viene bruciato il fantoccio rappresentante “la vecchia”, personificazione della sterilità dell’inverno