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NEGRI Enrico Giulio


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Negri Giulio

 

Giulio Enrico Francesco Negri nacque a Bergamo (Parrocchia di Sant'Alessandro della Cattedrale) il 24 luglio 1843 da Giuseppe e Luigia Carezzi, morì ivi il 25 dicembre 1896. Nel 1859, in Bergamo, si arruolò coi Cacciatori delle Alpi . L'anno successivo fu dei Mille. Combattè con cuore leonino a Calatafìmi (e fu fatto caporale e decorato di medaglia d'argento al valore) e a Palermo, il 27 maggio, e fu promosso sergente.

Ferito due volte, all'avambraccio sinistro, tornò ben presto a combattere e a Messina fu fatto ufficiale sul campo, il 28 giugno. Poi durante tutta la campagna sino al Volturno fu sempre di esempio ai commilitoni, di orgoglio ai Bergamaschi, di ammirazione ai superiori.

A Palermo, ferito, fu ospite di una famiglia del luogo, fatto segno, cògli altri, alle cure più affettuose specialmente da parte delle signore, come egli stesso ebbe a ricordare e dichiarare più tardi, tornato a casa, con animo grato ed entusiasta. Come ufficiale appartenne alla 3ª Compagnia del 7° Battaglione (2ª Brigata, 15ª Divisione) comandato dal Maggiore Giulio Rovighi. Dopo la campagna si dimise da ufficiale (17 dicembre 1860) e tornò a casa modestissimo. Ebbe la medaglia d'argento per essersi maggiormente distinto a Calafatimi, a Palermo e il 1° ottobre 1860 (R. D. 12 giugno 1861 - 4° Elenco). Eccolo di nuovo, il 3 ottobre 1861 soldato volontario nel Reg- gimento Guide di Cavalleria; caporale il 1° febbraio 1863, il 16 aprile 1866 ebbe i galloni di sergente. Il 24 giugno 1866, a Custoza, durante la famosa carica del suo Reggimento, il Negri si battè a fianco del Dal Verme e fu ferito gravemente al polso della mano sinistra, che gli penzolò sanguinante. Gli fu decretata altra medaglòòia al valore. Rinunzi""ò alla promozione a ufficiale e tornò a casa (26 maggio 1868), schermendosi dal narrare a chi gli chiedeva, più tardi di lui, con un "Ero tanto ragazzo allora... Non ricordo". Il Sylva , che lo ebbe compagno in tutte e tre le campagne (1859, 1860, 1866), così racconta il seguito di tale eroico episodio" " Per dare un'idea poi del quanto il suo valore andasse a gara con la sua gran modestia, narròrò l'episodio seguente: la mattina dopo la battaglia di Custoza, e quindi il 25 giugno 1866, il mio Reggimento (66° di linea) aveva preso stanza momentaneamente a Volta Mantovana. A pena allogata la mia Compagnia in un edificio scolastico, io me ne uscii dal paese per fare una camminata a traverso la campagna, e imboccai peròiò la prima strada che incontrai. A un certo punto di quella via campestre, vidi venirmi incontro un drappello di cavalieri preceduti da un sergente. Erano Guide regolari, nell'elegante loro divisa celeste, dirette a qualche servizio del loro Corpo. Quando mi trovai più vicino, nel sottufficiale che precedeva riconobbi il mio caro amico Giulio Negri e mi avvidi che egli aveva il polso sinistro fasciato, la manica della camicia e quella della tunica a brandellièàve;&agraòòveàà;ààòò insanguinati.""""""" Lo salutai con calore e, accennando al braccio, gli chiesi che cosa gli fosse capitato. Egli, con ammirabile semplicità, mi rispose che il giorno prima, in una carica, una palla nemica gli aveva lacerato quel polso, ma che non era niente (sue testuali parole). Un altro, al suo posto, si sarebbe fatto trasportare all'ospedale e avrebbe saputo farsela ben valere. Egli invece andava spontaneamente alla provvista dei viveri per il suo squadrone. Gli strinsi con tutta effusione la mano destra, e me ne andai compreso dalla massima ammirazione ". Vale la pena di ricordare altri due aneddoti. " A Gibilrossa, in provincia di Palermo, una schiera di arrestati, per insubordinazione e per spionaggio, era affidata alla custodia di un manipolo comandato dal caporale Negri: giunti alle porte di Palermo, prigioni e custodi vengono consegnati in una casupola dei dintorni; e il caporale Negri doveva risponderne. Ma al rumore delle prime fucilate il giovine caporale non ne potè più: " Siamo venuti per batterci! - gridava - non per fare i carcerieri! ". E, tirato il catenaccio, mandati al diavolo i prigionieri, egli corse bravamente sulla breccia a buscarsi le prime ferite ". " Quando, più tardi, l'esercito garibaldino era al Faro, un soldato - un ungherese, pare - era stato condannato alla fucilazione: già il plotone esecutore stava spianando i fucili quando si vide arrivare di lontano a corsa disperata un giovane ufficiale, che agitava sulla punta della sciabola un segnale bianco: e portava la grazia pel condannato. Quel giovine ufficiale era Giulio Negri: egli era corso al Quartiere, s'era presentato al Generale Supremo, il quale non seppe negare al suo più giovine ufficiale la grazia invocata ". Fortissimo e mite, egli aveva cuor di leone e animo di fanciulla. Per qualche tempo prestò servizio come corazziere del Re. Tornato a Bergamo definitivamente, abitò dapprima in via della Rocca, quindi in città bassa. Fu presso la Banca Popolare di Bergamo gestore della Cassa delle Opere Pie, impiego di grande, meritata, fiducia. Sposatesi (la moglie Elvira Pavoni era nata ad Almenno), ebbe tre figli. Giulio Negri, eroe in guerra, nella vita privata e di famiglia aveva animo d'infantile tenerezza. Intervenne alla celebrazione del primo venticinquennio della Spedizione dei Mille. Pensionato, in base alla legge del 22 gennaio 1865, fu Vice-Presidente della locale Società Veterani e Reduci. Stimatissimo e ben voluto, i suoi funebri riuscirono imponentissimi e degni della sua vita eroica e lucente di tante virtù. Molto opportunamente il Sylva (se pure forse l'amicizia contribuiva al suo entusiasmo) scr"sse che " la sua memoriaèè degnissima di stare a lato di quella del Nullo , del Cucchi , del Tasca , del Piccinini (cinque nomi che avrebbero dovuto essere applicati alle cinque vie sboccanti alla nostra Rotonda de" Mille) ". Bergamo gli ha peraltro dedicata una bella via nel quartiere di S" Lucia. " Egli avrebbe meritato la medaglia d'oro, mentre non gliene furono assegnate che due d"argento ".

BIBLIOGRAFIA. - Elenco Uff., N. 685, con data di nascita errata (24 giugno 1843) che corre"iamo. - " Illust". Ital. ", p. 435, con fotografia. - 27 Maggio 1860, Appendice, p. 6. -
G. SYLVA , L'VIII Compagnia dei Mille, S.E.S.A. Bergamo, 1959, pp. 252, 276 e 319. - SYLVA , " Rivista di"Bergamo ", gennaio-febbraio 1926, pp. 3-16. - PECORINI-MANZONI, 15ª Divisione, pp. 498 ss. - Quo"idiani: " "'Unione ", Bergamo, 24 e 26 dicembre 1896, Anno VI, nn. 298 e 299, p"g. 3, e " Gazzetta Provinciale di"Bergamo ", 24 dicembre 1896, Anno XXV, n. 298, p. 3. - Notizie fornite da Giuseppe Locatelli- Milesi, dal Garibaldino Zanotti, dalla figliuola dell'eroe signora Gina Del Grosso Negri, che gentilmente ci favorì in visione i diplomi delle sue medaglie e i certificati di servizio, e dall'Anagrafe Comunale di Bergamo. - Archivio di Stato di Torino.

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Creato da: Astalalista - Ultima modifica: 26/Apr/2004 alle 23:21 Etichettato con ICRA
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