Genere:
fantasy, yaoi 
Raiting:
R
 Disclaimers: i personaggi di questa storia li ho creati io, quindi mi appartengono.

Magia e sentimenti

di Bombay

IV.

Soren raggiunse la scuola a pomeriggio inoltrato, percorse l’ultimo tratto che lo divideva dalla scuola di corsa, nonostante fosse in salita. Una strana eccitazione gli si agitava dentro e non vedeva l’ora di vedere Kraal e raccontargli dei giorni trascorsi a casa.

Varcò la soglia e ad attenderlo trovò il rettore della scuola: l’Arcimago Nicodemus.

Quell’uomo, la cui età era indefinita, metteva sempre in soggezione il giovane. Si diceva che fosse un mago molto potente e che avesse scacciato più volte il Male da quelle terre. Era molto severo e non ammetteva debolezze e chi trasgrediva alle regole veniva severamente punito.

Soren ascoltò quello che aveva da dirgli e poi andò verso il proprio alloggio, depositò le sue cose nel baule ed andò nella stanza di Kraal. Sospirò deluso trovandola vuota.

Così si incamminò verso la biblioteca, c’era ancora tempo prima dell’ora di cena ed avrebbe potuto studiare un po’.

La sua strada fu sbarrata da tre ragazzi più grandi di lui, che spesso e volentieri gli davano fastidio.

“Ma guarda, il principino è tornato!” esclamò uno dei tre.

Soren sospirò “Lasciatemi passare per favore”

“Perché altrimenti cosa fai?” aggiunse l’altro.

Il ragazzo scrollò le spalle “Niente, non ho voglia di attaccar briga con voi”

“Cos’è non siamo degni delle tue attenzioni, principino” lo schernì il terzo spintonandolo.

“Cosa succede qui?”

I tre si volsero contemporaneamente verso il Maestro che aveva parlato.

“Niente, conversavamo amabilmente con il principe Soren”

L’uomo li squadrò severamente, poi guardò Soren “Andate a fare qualcosa di meglio che importunare gli studenti più giovani”

I tre girarono sui tacchi e se ne andarono.

“Grazie” sussurrò Soren sorridendo lievemente.

Il Maestro gli si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla sorridendogli a sua volta, era un uomo sulla trentina ed era il maestro erborista, a Soren piacevano le sue lezioni e poi gli stava particolarmente simpatico era sempre disponibile con tutti però sapeva farsi rispettare quando era necessario.

“Fa attenzione, non sono certo ragazzi molto raccomandabili quelli” lo ammonì.

Soren annuì e si congedò con un ampio sorriso.

Arrivò in biblioteca, che stranamente era deserta, si sedette, dopo aver preso un libro, e si immerse nella lettura; ma era inutile le parole scritte sul quel libro non avevano significato. Fissava le pagine mentre la sua mente era altrove: sperava di trovare Kraal ad attenderlo ed invece non c’era, forse lui per Kraal non contava così tanto, come aveva sperato.

“Bentornato…” un sussurro lieve come la brezza marina che in Soren provocò un emozione fortissima, si alzò facendo quasi cadere la pesante sedia su cui era seduto, Kraal lo fissava con un lieve sorriso che gli piegava le labbra.

Senza riflettere lo abbracciò di slancio rischiando di far cadere entrambi sul pavimento di pietra.

“Mi sei mancato” disse affondando il viso nella sua veste scura.

“Anche tu mi sei mancato”

Bastarono quelle poche parole perché il cuore di Soren cominciasse a battere più forte, sentiva il calore del corpo di Kraal attraverso gli abiti, era una sensazione che aveva desiderato riprovare ed adesso era li con Kraal, ed era tutto reale.

Le braccia del ragazzo più grande lo avvolsero in un rassicurante abbraccio mentre gli posava un bacio leggero sui capelli.

Soren arrossì e si strinse forte a lui, avrebbe voluto che quel momento si dilatasse nel tempo e durasse il più a lungo possibile. Doveva dirgli quello che provava, ma il cigolio della porta che si stava aprendo li riportò al presente e i due si sciolsero bruscamente dall’abbraccio. Uno dei Maestri entrò, si guardò intorno ed uscì senza degnarli minimamente di uno sguardo.

Kraal sorrise “Ed io che ho sempre odiato il cigolio di quella porta…” disse lasciando a metà la frase.

Soren era immobile appoggiato al tavolo il viso rosso e nascosto in parte dai capelli.

Kraal gli portò dietro l’orecchio una ciocca ribelle, lo senti rabbrividire “Ti sei divertito?” chiese.

“S-si, molto… è stato bello tornare a casa per un po’…”

Gli occhi di Kraal si incupirono per un breve istante, ma a Soren bastò per accorgersene.

“Vuoi che ti aiuti? Mi sembravi in difficoltà” disse indicando il libro abbandonato sul ripiano.

“Oh si, grazie!”

Quella sera dopo cena i due ragazzi si trovarono nella stanza di Soren e parlarono fino a notte fonda fino a quando il giovane non si addormentò sfinito dalla chiacchierata e dal viaggio.

Kraal rimase un po’ con lui, lo guardò dormire, infine si alzò e lasciò la stanza in silenzio.

 

Qualche giorno dopo Soren si attardò in una delle aule, quando finalmente decise di andare a letto era ormai notte inoltrata.

Creò una luce fatua, giusto per vedere dove metteva i piedi e poi perché i corridoi della scuola erano sinistri di giorno e di notte ancora peggio. Si incamminò verso i corridoi che conducevano all’ala dove alloggiava, quando all’improvviso la luce si spense, sbuffò seccato e apri la bocca per recitare nuovamente la semplice formula, ma una mano gliela chiuse con forza mentre un braccio gli cingeva la vita e lo tirava indietro, trascinandolo in una stanza e scaraventandolo a terra.

Soren si mise in piedi e si trovò di fronte ai tre ragazzi più grandi e più esperti di lui che sorridevano beffardi.

“Lasciatemi andare” intimò.

Uno dei tre avanzò e gli diede uno schiaffo in pieno viso.

Soren si posò una mano sulla guancia colpita “Lasciatemi in pace, non vi ho fatto nulla” gridò.

“Ora ci divertiremo con te, principe” disse un altro colpendolo con un pugno nello stomaco.

Soren si piegò su sé stesso boccheggiando in cerca d’aria, con uno sforzo immane si alzò e scattò verso la porta, ma il terzo lo bloccò e lo spinse a terra.

Soren cercò di difendersi come meglio poteva, ma tutti i suoi incantesimi venivano neutralizzati dai tre ragazzi.

“Cosa volete da me?” gemette sotto i terribili colpi dei tre ragazzi.

“Spassarcela un po’…” disse uno dei ragazzi strappandogli la tunica.

Soren senti il freddo avvolgergli la pelle.

“No… non voglio… lasciatemi…”

“Dovresti saperlo che qui la tua autorità non ha alcun valore principe” lo schernì uno “Non importa quello che vuoi tu, ma quello che vogliamo noi!”

“No… no… no…” gemeva, non aveva via di scampo, tutti i suoi tentativi erano vani chiuse gli occhi e nella sua mente si formò un nome – Kraal

 

Il giovane apprendista si svegliò di soprassalto “Soren…” bisbigliò mettendosi seduto. Senza riflettere un istante di più afferrò il mantello e corse fuori dalla sua stanza, raggiunse quella di Soren: vuota.

Corse per i lunghi corridoi guidato solo dall’istinto e da una certezza: doveva fare in fretta!

Spalancò una dalle porte che si affacciava sul corridoio, quello che vide gli procurò una fitta di dolore all’altezza del cuore ed una cieca rabbia gli montò dentro.

Non pensò un secondo alle conseguenze delle sue azioni, pronunciò un incantesimo e lo lanciò sui tre ragazzi poi si precipitò verso Soren lo avvolse nel proprio mantello e lo portò via di li.

Solo quando fu al sicuro, nella sua stanza, si accorse del tremore che agitava le membra del suo compagno e dei singhiozzi che soffocava contro il suo petto.

Lo adagiò piano sul giaciglio ed accese delle candele, scostò i lembi del mantello Soren si irrigidì e cercò di ritrarsi.

“No… lasciatemi…” gemette spaventato.

“Sta tranquillo, non voglio farti del male, sono io… Kraal” lo rassicurò accarezzandogli il viso.

“Kraal…” sussurrò riconoscendolo allungando le braccia per farsi abbracciare.

Il giovane lo strinse a sé cullandolo avanti ed indietro cercando di calmarlo e di rassicuralo.

Quando finalmente si quietò, il giovane lo spinse dolcemente a sdraiarsi e gli controllò il corpo, doveva chiamare qualcuno, lui non era in grado di curarlo.

“Torno subito”

“Non… non mi lasciare” lo pregò trattenendolo per la manica.

“Vado a chiamare il maestro erborista, ci metterò pochissimo” lo rassicurò baciandogli la fronte sudata.

Soren si rannicchiò gli faceva male dappertutto, riprese a piangere silenziosamente fino a quando Kraal non tornò con il Maestro.

“Esci di qui Kraal” ordinò il quest’ultimo chiudendo la porta.

Kraal si appoggiò al muro ed attese gli parve che il tempo non scorresse mai.

Finalmente il Maestro uscì e gli sorrise “Fortunatamente non è così grave come sembrava: parecchie botte, ma nulla di più, forse se non fossi arrivato in tempo sarebbe successo qualcosa di molto più grave, ma per fortuna non è andata così, tieni applicaglielo sugli ematomi che si formeranno, nel giro di qualche giorno starà bene”

Kraal annuì prendendo il vasetto che gli porgeva l’uomo e prima che questi se ne andasse si volse “Se ci saranno problemi con Nicodemus, sappi che sarò dalla vostra parte”

Il ragazzo lo guardò stupito “Grazie” sussurrò rientrando nella stanza.

 

Kraal rimase fermo ad osservare Soren per un lungo istante, gli occhi chiusi, il viso reclinato di lato, le labbra socchiuse, il petto che si alzava ed abbassava lentamente. Come potevano fargli del male, pensò sdraiandosi su un fianco accanto al ragazzo più giovane.

“Soren…” bisbigliò, ma l’altro non rispose, si chinò su di lui, esitò un istante poi gli sfiorò le labbra con le proprie.

“Dormi mio piccolo principe, veglierò io su di te”

 

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