Genere:
fantasy, yaoi 
Raiting:
NC-17
Pairing:
KraalXSoren
 Disclaimers: i personaggi di questa storia li ho creati io, quindi mi appartengono.

Magia e sentimenti

di Bombay

VI.

“Soren svegliati…”

Kraal scosse lentamente il ragazzo assopito tra le sue braccia. Si era addormentato a propria volta ed entrambi avevano dormito parecchio. La pioggia aveva smesso di cadere e a quel che vedeva il sole era tramontato.

Soren sbadigliò e si stropicciò gli occhi “Cosa c’è?” brontolò irritato da quel brusco risveglio.

“Ci siamo addormentati. Guarda, il sole è tramontato. Siamo nei guai” gli disse aiutandolo a mettersi in piedi.

I due corsero verso la scuola e varcarono con prudenza il portone.

“Forse riusciamo ad arrivare alle nostre stanze passando inosservati” mormorò Soren speranzoso.

“Non credo proprio” ribatté Kraal vedendo avanzare in quel momento Nicodemus.

L’Arcimago li fissò per un lungo istante, Soren abbassò lo sguardo mentre Kraal le tenne fisso negli occhi chiari dell’uomo “Seguitemi” ordinò precedendoli lungo i corridoi.

In silenzio i due giovani si lasciarono guidare dal Maestro fino al suo studio.

“Vi rammento che in questa scuola ci sono delle regole da rispettare” disse sedendosi dietro un’immensa scrivania di legno scuro.

“Non mi stupisco di te Kraal, non è la prima volta che entri ed esci dalla scuola a tuo piacimento, ma tu Soren mi hai molto deluso” dichiarò.

Soren sollevò la testa “E’ stata una mia idea, avevo bisogno di esercitarmi all’aperto con alcuni incantesimi e Kraal mi ha aiutato. Ci ha colto il temporale nel bel mezzo delle nostre esercitazioni, così ci siamo riparati in una grotta ed aspettando che spiovesse… ci siamo addormentati” spiegò Soren tutto d’un fiato con disarmante sincerità.

Nicodemus guardò alternativamente i due “E’ vero quanto ha detto?” domandò a Kraal, questi si limitò ad annuire, l’Arcimago sospiro profondamente rivolgendosi al più grande “Puoi andare Kraal”

Il ragazzo esitò un istante poi si volse ed uscì dalla stanza.

“Tra i ragazzi della tua età sei il migliore, Soren. Non capisco perché cerchi la compagnia di uno come Kraal” disse Nicodemus incrociando le braccia sul petto, scuotendo appena la testa.

Soren socchiuse gli occhi “Non capisco cosa intendiate”

L’uomo sospirò e si sporse in avanti “Non ne ricaverai nulla di buono a stare con lui”

Soren spalancò gli occhi “Voi non lo conoscete, non sapete niente di lui, non è così come appare…” si fermò di colpo, abbassando lo sguardo rendendosi conto di essere stato troppo impulsivo “Lui è l’unico amico che ho qui, è l’unico che non mi fa pesare il fatto di essere un nobile, è l’unico disposto ad aiutarmi quando ne ho bisogno, come una settimana fa. Non potete giudicarlo, voi non lo conoscete come lo conosco io”

Nicodemus sorrise ed il suo viso si addolcì “Forse hai ragione tu, non lo conosco come lo conosci tu, ma questo anche perché Kraal non ha mai permesso a nessuno di avvicinarsi al suo cuore, in tutti gli anni che ha strascorso qui, tranne a te. Credo che per lui sia un bene avere un amico come te, ma fa comunque attenzione, Soren. Puoi andare ora. Ah se passate dalle cucine forse troverete ancora qualcosa da mangiare”

Soren annuì ed uscì a testa bassa. Kraal lo stava aspettando e lo guardò accigliato.

Il ragazzo si avvicinò e gli si appoggiò contro “Stringimi” bisbigliò.

Kraal lo tenne stretto a sé, senza chiedergli nulla.

“Dormi come me, Kraal, per favore…” lo prego con voce stanca.

“Sì, tutto quello che vuoi Soren”

 

Sdraiati l’uno affianco all’altro, alla pallida luce di una candela, i due ragazzi stavano in silenzio.

Kraal accarezzava lentamente i capelli ramati di Soren, che stretto a lui, non dormiva ancora e di tanto in tanto sospirava.

D’un tratto Soren sollevò il viso “Kraal… tu… sei molto importante per me… io… io credo di amarti” mormorò a pochi centimetri dalle sue labbra.

Kraal sorrise e lo avvicinò a sé per baciarlo dolcemente, un bacio lunghissimo.

Soren sorrise quando le sue labbra furono libere, ma le parole dell’Arcimago ancora gli ronzavano nella testa.

“Ora vuoi dirmi cosa ti angustia tanto?”

Soren abbassò il capo, cosa poteva dirgli?

“Niente, sono solo un po’ stanco…”

Kraal non insistette lasciò che Soren si accomodasse meglio per poi spegnere la candela e aspettare che il sonno giungesse e li portasse via con sé.

 

I giorni seguenti sia per Kraal che per Soren, furono molto impegnativi. I Maestri li tenevano sempre occupati e a Soren parve che li tenessero volutamente divisi; alla sera erano entrambi troppo stanchi per parlare e molte volte Soren si addormentava prima che Kraal andasse ad augurargli la buonanotte.

Per tre giorni Kraal lasciò l’edificio insieme ad altri allievi per delle esercitazioni di incantesimi pericolosi che venivano effettuati lontani dalla scuola di magia.

Soren si sentiva solo e trascurato, ma sapeva benissimo che non era colpa di Kraal, ma che sicuramente c’era lo zampino di Nicodemus.

“Soren, stai ascoltando quello che ho detto?”

Il ragazzo si riscosse bruscamente dai suoi pensieri, fissò il Maestro e scosse piano la testa colpevole, gli altri ragazzi scoppiarono a ridere, mentre l’insegnate scuoteva la testa esasperato “Sarà la primavera, cerca di seguire o quando ne avrai bisogno non saprai distinguere un veleno da una pozione di guarigione”

Soren annuì “Scusate” mormorò arrossendo.

 

Kraal rientrò alla scuola con gli altri studenti ed il Maestro molto tardi. Il vecchio Maestro gli diede dei libri da portare in biblioteca e, nonostante fosse molto impaziente di andare da Soren, Kraal esegui l’ordine senza obbiettare.

Raggiunse la biblioteca ed entrò, sorrise, quando vide Soren addormentato con la testa appoggiata al tavolo.

Mise a posto i libri sollevò Soren tra le braccia facendo il più piano possibile per non destarlo, ma poco prima di arrivare alle loro stanze, Soren socchiuse gli occhi.

“Kraal, sei tornato”

“Scusa, non volevo svegliarti” mormorò depositandolo sul pagliericcio.

“Non importa”

Kraal si chinò su di lui e gli baciò lentamente le labbra.

Soren le schiuse le ed intrecciò le dita tra i capelli neri di Kraal facendolo sdraiare su di sé.

Il ragazzo più grande scese a baciargli il collo mentre febbrilmente gli snodava i lacci della camicia e gli accarezzava la pelle calda e morbida. Succhiò la pelle tenera del collo, poi scese fino al piccolo capezzolo rosa, lo leccò, lo succhiò, lo mordicchiò.

Il ragazzo sotto di lui si tese e gemette, gli sollevò la camicia e gli accarezzò la schiena muscolosa.

Kraal si dedicò poi all’altro capezzolo tormentandolo a lungo, felice di sentire i gemiti di Soren e le sue agili dita sul corpo.

Si sollevò e, con un gesto, si tolse la camicia quindi la sfilò del tutto a Soren che continuò a guardarlo mentre si toglieva gli stivali ed i pantaloni. Si lasciò denudare docilmente, le mani di del compagno sul suo corpo gli provocavano mille brividi.

Kraal si stese nuovamente su di lui, i loro corpi nudi, si sfioravano e facevano crescere in loro il desiderio e l’eccitazione.

Kraal si impossessò delle labbra di Soren e le succhiò con avidità spingendo il bacino verso Soren rendendo il contatto dei loro copri più profondo.

Kraal scese a sfioragli il membro con esasperante lentezza, mentre Soren gemeva sulla labbra del suo amante e muoveva i fianchi per trovare un po’ di sollievo a quella dolce tortura.

Kraal smise di toccarlo e gli sussurrò all’orecchio “Voltati…”

Con un sospiro Soren obbedì, sentendo le mani e le labbra di Kraal che percorrevano la sua schiena, si irrigidì quando la mano di Kraal si intrufolò tra le sue natiche e gli sfiorò l’orifizio tra esse.

“Se non vuoi, mi fermerò. Basta che tu me lo dica…” mormorò continuando ad accarezzarlo piano ed aspettando una risposta, anche se era desideroso di continuare.

“Ho un po’ paura” confessò “Ma voglio continuare”

Kraal gli sollevò le natiche ed inserì la lingua tra esse, leccandolo piano e introducendo la lingua al suo interno.

Soren emise un grido di sorpresa, che si trasformò subito in un gemito di piacere.

“Rilassati” sussurrò introducendo piano un dito in quella fessura fino a quel momento inviolata.

Il ragazzo sopirò e chiuse gli occhi. Un altro dito si unì al primo poi un altro.

Kraal lo preparò lentamente, non voleva fargli male, non più del dovuto almeno ed in quel momento il corpo di Soren gli parve così fragile.

Estrasse le dita e lo fece voltare di nuovo per poterlo baciare e vederlo in viso.

“Sei davvero sicuro?” domandò ancora.

Soren annuì e divaricò le gambe per permettere a Kraal di posizionarsi tra esse.

Kraal si immerse nel corpo del giovane lentamente, ma Soren gli posò le mani sulle spalle e lo fermò: era enorme, si sentiva spaccare in due, faceva troppo male.

Il ragazzo più grande avanzò ancora un po’, due lacrime scesero dagli occhi di Soren.

Kraal lo fissò restando immobile poi scosse lievemente la testa e si tirò indietro.

“No… ti prego… continua…” mormorò flebilmente, affondando il viso nell’incavo del suo collo.

Kraal mosse i fianchi in avanti affondando completamente in lui, lo senti trattenere il fiato e mordergli la spalla. Rimase fermo per permettergli di abituarsi a quell’intrusione, quindi prese a muoversi avanti ed indietro, sentendo gemere Soren, ma non più di dolore.

Al sofferenza pian piano si sostituì il piacere intenso e mai provato prima. Un piacere dovuto anche al fatto di essere uniti: in un unico corpo, in un'unica anima.

Kraal affondò un’ultima volta liberando il proprio seme in Soren e sentì il liquido caldo del giovane tra i loro corpi sudati; avevano raggiunto l’apice insieme e di questo furono immensamente felici.

Kraal sospirò profondamente scivolò fuori da Soren e si stese al suo fianco coprendo entrambi con il mantello.

“Stai bene?” domandò preoccupato asciugandogli le lacrime miste al sudore.

“Sì, è stato bellissimo…” mormorò con voce assonnata.

“Ti ho fatto male?”

“Solo all’inizio…” lo rassicurò sbadigliando.

Kraal lo guardò addormentarsi, ancora non gli sembrava vero, che una creatura come Soren fosse lì tra le sue braccia.

 

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