Genere: fantasy, yaoi |
Raiting: NC-17 |
Pairing: KraalXSoren |
Disclaimers: i personaggi di questa storia li ho creati io, quindi mi appartengono. |
Magia e sentimenti
di Bombay
VIII.
Soren si diresse verso il giardino all’interno del castello dove sua sorella lo
stava aspettando. La trovò seduta sul bordo della fontana, le si avvicinò e le
si sedette accanto.
“Di cosa dovevi parlarmi?” domandò.
La ragazza tacque a lungo rigirando tra le mani la cintura ricamata, sospirò
profondamente e parlò: “Alla fine dell’estate mi sposo”
Soren la fissò per un lungo istante, poi sorrise “Ma è meraviglioso!” esclamò
alzandosi in piedi, ma il sorriso scomparve dalle sue labbra vedendo
l’espressione triste della sorella, e gli venne alla mente la scena che aveva
visto nel bosco.
“Con…” chiese titubante, sperando in una risposta affermativa.
“No, con uno sconosciuto, di cui ho visto il volto solo in un ritratto…”
Soren fissò la sorella, era inutile discutere era già stato deciso dal loro
padre. Nelia aveva aspettato anche troppo.
“Sei fortunato, sai? Almeno tu puoi amare chi vuoi” commenta la ragazza con un
triste sorriso arruffandogli i capelli.
Soren arrossì “C-cosa? Io non sono innamorato di nessuno” mentì spudoratamente.
Nelia sorrise comprensiva “Sì, sì, di pure quello che vuoi” mormorò.
“Tu non sei innamorata di quell’uomo” affermò Soren tornando sull’argomento
principale.
“Con il tempo l’amerò”
“Come puoi dire così, Nelia…” sussurrò piano abbracciando la sorella sentendosi
triste e impotente.
Kraal lasciò il castello ed andò a perlustrare la cittadina sottostante.
Guardandosi intorno capì cosa Soren intendesse con il dire che i suoi genitori
erano dei regnanti semplici e buoni, non aveva mai visto un posto come quello,
la gente era indaffarata, i bambini giocavano e si rincorrevano, ma non c’era
segno di miseria, le case erano semplici, ma solide ed abbastanza pulite, la
gente non sembrava denutrita anzi stavano bene. Sospirò, come era diverso quel
paese dal suo dove morte e miseria ti attendevano ad ogni angolo, con tasse
disumane su povera gente che faticava a finire la giornata.
Entrò nella locanda e si sedette al bancone, ignorando le occhiate che gli
lanciavano gli altri avventori; l’ostessa gli si parò davanti. “Cosa desideri,
straniero?”
“Una birra”
La donna sparì e tornò poco dopo con un boccale di birra scura ricolmo fino
all’orlo, tanto che quando lo posò il liquido uscì dal recipiente.
Kraal bevve qualche sorso gustandosi il sapore amaro della bevanda, un uomo gli
si avvicinò e gli sedette accanto.
“Non ti ho mai visto, da dove vieni?” domandò scrutandolo attentamente.
“Dalla scuola di magia” rispose brevemente, non aveva voglia di discutere con
qualcuno, ma a quanto pareva l’uomo non demordeva.
“Sei un mago?”
“No, non ancora, sono un apprendista”
“Cosa ci sei venuto a fare nella nostra cittadina?”
Kraal si voltò fissando l’uomo negli occhi tanto intensamente che questi dovette
abbassare lo sguardo, si rese anche conto che nella stanza era sceso il
silenzio, tutti stavano ascoltando curiosi.
“Sono ospite al castello, il principe Soren ed io frequentiamo la stessa scuola”
disse con una punta di soddisfazione nella voce.
L’uomo sgranò gli occhi ed un mormorio si diffuse nella locanda.
“Perdonami, non immaginavo…”
“Non ha importanza” disse tornando a sorseggiare la sua birra, per il resto
della permanenza nella locanda, non fu più infastidito e quando fece per pagare,
l’ostessa rifiutò il denaro dicendogli che offriva la casa!
Kraal si riavviò per tornare al castello ripensando a quello che era appena
avvenuto, gli era bastato dire il nome di Soren che la diffidenza nei suoi
confronti era sparita. Scosse la testa e sospirò attraversando il ponte
levatoio.
La luna era ormai alta nel cielo e le stelle brillavano intensamente, una
leggera brezza rinfrescava la notte.
Kraal osservava tutto questo seduto sul letto a gambe incrociate ed aspettava.
Volse la testa quando la porta si aprì e sulla soglia apparve Soren, con una
candela in mano, la fiammella dava sfumature dorate ai suoi capelli ed al suo
viso. Si avvicinò e posò il lume accanto al letto.
Kraal non si perse un movimento di quel corpo avvolto in una lunga camicia da
notte di lino bianco.
“Scusa se sono arrivato così tardi…”
“Non hai importanza, ti avrei aspettato anche tutta la notte” disse cingendogli
la vita e attirandolo a sé, gli baciò piano le labbra, spingendolo dolcemente a
sdraiarsi.
Soren gli passò le mani tra i capelli e schiuse le labbra rispondendo avidamente
al bacio.
Kraal gli sollevò la camicia da notte, accarezzandogli le gambe lo sentì
rabbrividire.
Si portò sopra di lui.
“Devo ancora dimostrarti la mia gratitudine” mormorò baciandogli il collo.
“Ma…” protestò Soren, mentre la mano del compagno saliva a sfiorargli il petto.
“Niente ma… mi permetterete di dimostrarvi la mia gratitudine, mio principe?”
ripeté sfiorandogli le appena le labbra.
“Sì…” sospirò Soren, sollevando le braccia permettendo a Kraal di sfilargli la
camicia da notte.
Kraal rimase un istante a fissare il corpo nudo del giovane, languidamente
sdraiato sul letto, eccitato ed in attesa.
Kraal si sfilò i pantaloni, unico indumento che indossava e si stese sopra Soren
che gemette al contatto della sua pelle. Accarezzò e baciò lentamente tutto il
corpo morbido e flessuoso del suo giovane amante sentendolo gemere e
rabbrividire.
“Ti piace?”
“S-sì, non… non smettere… ti prego…” gemette accarezzando la schiena muscolosa
di Kraal. Saltò quasi sul letto quando Kraal prese ad accarezzare la sua
virilità eccitata, mentre le sue labbra scendevano inesorabilmente verso il
basso.
“Kraal…” solo un sussurrò quando, lo avvolse tra le labbra e prese a succhiare.
Soren si perse in un labirinto di sensazioni gemendo e mugolando senza ritegno.
Kraal continuò sempre più forte, mentre il ragazzo più giovane assecondava con
il bacino i suoi movimenti.
Soren
strinse forte le lenzuola, serrò le labbra per non gridare quando raggiunse
l’orgasmo che lo lasciò completamente spossato ed ansante, Kraal risalì
lentamente fino alle labbra del suo compagno baciandolo piano, permettendogli di
riprendere fiato, se lo strinse addosso accarezzandogli i riccioli morbidi e
setosi lo sentì abbandonarsi completamente tra le sue braccia e cedere, poco
dopo, al sonno.
Restò ad osservalo un po’ ascoltando il respiro regolare dell’altro, con un
gesto fece spegnere la candela, sfiorò con un dito il profilo addormentato di
Soren, gli baciò la fronte.
“Ti amo” gli sussurrò sulle labbra.
L’alba illuminava la camera dove i due giovani amanti dormivano profondamente,
teneramente abbracciati.
Lentamente Soren, si svegliò, socchiuse gli occhi, Kraal era al suo fianco, gli
cingeva la vita con un braccio, si crogiolò nel calore di quell’abbraccio e
tornò con la mente a quello che era accaduto nella notte appena trascorsa.
Spalancò gli occhi: aveva fatto tutto Kraal lui non aveva fatto nulla, lo guardò
dormire sollevandosi a sedere: era bellissimo.
Si chinò a baciargli le labbra, scese piano a succhiargli il collo, facendo a
Kraal quello che aveva sperimentato su di sé.
Gli lambì un capezzolo con le labbra e lo succhiò sentendolo indurirsi.
Kraal sospirò svegliandosi lentamente, prendendo cognizione di quelle labbra che
si muovevano sul suo corpo, sorrise accostando una mano al viso di Soren per
poterlo baciare.
“Ben svegliato” sussurrò Soren tornando ad occuparsi del petto di Kraal.
“Soren…” gemette, mentre il ragazzo gli accarezzava il membro a riposo,
risvegliandolo.
Kraal socchiuse gli occhi e vide l’imbarazzo di Soren.
“Non sei obbligato a fare nulla che tu non voglia” sussurrò, ma Soren gli regalò
un sorriso malizioso e si chinò a baciare la punta del sesso di Kraal.
Una scossa attraversò la schiena del giovane che socchiuse le labbra e mormorò
il nome di Soren, il quale lo prese in bocca completamente.
Onde di piacere scuotevano i corpo di Kraal, ma Soren si sollevò lasciandolo
inappagato.
Un lamento uscì dalle labbra del più grande, mentre Soren si sdraiava al suo
fianco e si accarezzava lentamente, Kraal comprese al volo, si stese sopra di
lui, che sorrise e divaricò le gambe, Kraal era così eccitato che penetrò Soren
con un'unica fluida spinta.
Soren gemette mordendogli una spalla, chiuse gli occhi mentre usciva dal suo
corpo e rientrava procurandogli piacere misto a dolore… le spinte di Kraal erano
lente e profonde.
Soren gettò indietro la testa avvinghiandosi con le gambe a lui, voleva fondersi
e smarrirsi in quel piacere.
Kraal intrufolò un mano tra i loro corpi ed afferrò il membro di Soren, lo
massaggiò con vigore portandolo al limite e facendolo venire con lui.
Rimasero immobili ancora uniti, per lunghi secondi, storditi dal piacere, Soren
si abbandonò sul letto sfatto, permettendo a Kraal di abbandonare il suo corpo.
“Rimarrei volentieri a letto tutta la giornata” mormorò Soren con gli occhi
chiusi.
Kraal gli accarezzava i capelli “Sì, anch’io. Chi ce lo impedisce?” domandò
baciando il collo bianco di Soren.
“Nessuno”
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