Genere:
fantasy, yaoi 
Raiting:
Pg-13
 Disclaimers: i personaggi di questa storia li ho creati io, quindi mi appartengono.

Magia e sentimenti

di Bombay

X.

Il giorni passavano pigri per tutti gli abitanti del castello, Soren e Kraal avevano deciso di riprendere a studiare ed esercitarsi con gli incantesimi, così passavano la maggior parte del loro tempo fuori dal castello.

Una sera Nelia si precipitò nella stanza del fratello, trovò Soren e Kraal seduti sul letto, ma sembravano stranamente imbarazzati, dopo un istante di esitazione, Kraal lasciò la stanza.

“Potevi anche bussare” brontolò Soren mentre la sorella si sedeva sul letto.

“Sì, sì la prossima volta” mormorò strizzando l’occhio al fratello minore.

Soren sospirò e scosse la testa, aspettò che Nelia parlasse: “Domani verrà qui il mio sposo” disse la ragazza… “Bene così potremo conoscerlo entrambi ed avrete modo di stare un po’ insieme prima delle nozze.” disse Soren, sua sorella annuì.

“Hai sistemato le cose con Ween?”

“Sì, anche se non è stato facile, non l’ha presa molto bene”

“Cosa ti aspettavi che ti facesse le felicitazioni? Deve essere stato un duro colpo per lui, non sono tante le ragazze come te, e non lo dico perché sono tuo fratello”

Nelia sorrise scompigliando affettuosamente i capelli del fratello.

“Però ho un problema… e forse tu puoi aiutarmi a risolverlo”

“Sai che farei tutto quello che è in mio potere per te”

Nelia sospirò torturandosi una ciocca di capelli.

“Allora?” domandò Soren.

La ragazza arrossì “Guarda che sei l’unica persona a cui lo dico, non azzardarti a spifferarlo in giro o a ridere di me”

“Non oserei mai, lo sai benissimo”

“Non sono più vergine”

Soren sbatté gli occhi un paio di volte “Oh e cosa potrei fare io?”

“Non lo so sei tu il mago”

“Sì, ma certe cose non si possono cambiare”

“Allora sono nei guai”

Soren socchiuse gli occhi e pensò “Un’illusione” esclamò dopo un po’.

La ragazza lo fissò dubbiosa “Non ti seguo”

“Beh l’importante non è durante, ma dopo no?” mormorò Soren arrossendo.

“E’ vero! Da quando sei esperto di queste cose?” lo punzecchiò Nelia facendolo arrossire ancora di più.

“Non sono più un bambino!” si affrettò a rispondere.

Nelia sorrise e lo abbracciò “Grazie, sapevo di poter contare su di te” disse baciandogli la guancia.

Soren sorrise osservandola andar via si stese sul letto allargando braccia e gambe, sua sorella non sembrava turbata come le settimane precedenti e per questo lui si sentiva molto sollevato.

 

Il giorno seguente Soren era accanto a sua sorella, mentre aspettava il suo futuro sposo.

Kraal si era defilato nel bosco adducendo come scusa che quella era una cosa familiare e che lui non c’entrava; Soren c’era rimasto male, ma non voleva che Kraal si sentisse a disagio.

Un uomo avanzò nel cortile scortato da due guardie, scese dal suo destriero con abilità e si diresse verso Nelia.

Soren rimase a bocca aperta, sua sorella era davvero fortunata ed il ritratto che aveva visto non rendeva giustizia all’uomo che aveva dinanzi: alto e magro, di circa venticinque anni dal viso affilato e perfetto incorniciato da capelli castani chiari che gli arrivavano fino alle spalle, gli occhi nocciola, che fissavano Nelia, erano caldi e dolci.

Nelia strinse la mano di Soren che si riprese dalla contemplazione, mentre l’uomo si avvicinava, prendeva la mano di Nelia e la sfiorava con le labbra.

“Siete ancora più bella di quello che raccontano” disse con voce profonda.

“Anche voi” sussurrò Nelia con un filo di voce.

“Il mio nome è Galder”

“Lo so” rispose lei incantata.

L’uomo fece un cenno ad un ragazzo che teneva le redini di uno splendido cavallo bianco.

“Per voi”

Nelia guardava alternativamente il cavallo ed il futuro marito.

Il ragazzo fece un passo avanti “Vado a prendervi la sella se…”

“Non importa lo monto così…” mormorò Nelia facendosi aiutare dal fratello.

Galder si affiancò a Soren “Una splendida creatura” disse il primo.

“Già”

“Mi riferivo a vostra sorella”

“Anch’io” rispose Soren sorridendo senza distogliere lo sguardo da Nelia che galoppava in circolo, montando il cavallo come un uomo. Sua sorella era uno spirito libero, nessuno avrebbe mai potuto intrappolarla, in regole che lei non voleva seguire.

 

Soren si allontanò lasciando che i promessi sposi parlassero e si conoscessero meglio, aveva come l’impressione che per i due fosse stato amore a prima vista, meglio così.

Camminava lungo il sentiero che conduceva al villaggio quando qualcosa lo colpì alla testa. Una ghianda constatò vedendola rotolare ai suoi piedi, sollevò lo sguardo vedendo Kraal comodamente seduto su un ramo con la schiena appoggiata al tronco.

“Sei qui allora”

“Non male lo sposo di tua sorella” disse saltando a terra.

“L’hai visto? Com’è possibile?”

“Beh, non è stato difficile ero abbastanza vicino da vedervi, ma abbastanza lontano per non esser visto”

“E come mai io non ti ho visto?”

“Forse perché eri troppo assorto ad osservare Galder…” lo punzecchiò cingendogli la vita con un braccio attirandolo a sé.

“Sei geloso?” constatò Soren con una punta di soddisfazione tirando la testa indietro.

“Da morire” assicurò baciandolo sulle labbra, sospingendolo contro il tronco, gli imprigionò le mani sopra la testa e scese a baciagli il collo.

“Kraal siamo sul sentiero che porta al paese…”

“Non credo che passerà qualcuno”

“Ma, ahhh” gemette Soren mentre Kraal gli slacciava la camicia “Va bene, mi arrendo” sussurrò appoggiando la testa alla spalla di Kraal, ma un rumore mise in allerta i due giovani, stava arrivando un carro.

Kraal fissò il principe “Non una parola”

“Te l’avevo detto” disse il ragazzo scoppiando a ridere e fuggendo nella boscaglia.

“Prendimi!” gridò.

Si inseguirono a lungo nel sottobosco, finché Kraal non riuscì ad afferrarlo per un lembo della camicia facendolo cadere e finendo a terra a sua volta.

Soren rideva e cercava di riprendere fiato, ma con scarso successo. Si raggomitolò su sé stesso facendo dei respiri profondi.

Kraal attese che si calmasse e riprendesse fiato approfittando per riaversi lui stesso.

Soren rotolò fino a raggiungerlo e gli si stese sopra, catturò le labbra di Kraal con le proprie in un bacio appassionato che tolse il respiro ad entrambi.

“Ti amo” disse posando la fronte su quella di Kraal, che sorrise e lo baciò nuovamente.

 

I due giovani tornarono al castello per partecipare al banchetto indetto in onore del loro ospite.

Soren continuava a lasciare occhiate ansiose a al compagno, era stufo di quella festa avrebbe preferito di gran lunga ritirarsi nella sua stanza e dividere l’intimità del letto con Kraal, ma non voleva dispiacere a Nelia, sapeva quanto teneva alla sua presenza.

Dopo la grande festa tornò la quiete in attesa del gran giorno delle nozze di Nelia e Galder.

 

Kraal aprì gli occhi, la luna era alta in quella notte di mezza estate ed illuminava Soren addormentato profondamente nel grande letto.

Quella notte lui non riusciva a dormire: arrivato a quel punto doveva scegliere, anche se era una scelta dolorosa e difficile.

Non avrebbe dovuto legarsi a qualcuno, ma il sentimento che provava per Soren lo aveva travolto. Ricordava ancora la prima volta che Soren aveva posato i suoi occhi verdi su di lui, un brivido gli aveva percorso la schiena: perduto, si era sentito perduto.

Era stato Soren a parlargli per primo andando contro tutti i pettegolezzi che giravano su di lui.

Da allora avevano costruito, passo dopo passo, la loro relazione.

Prima semplici compagni e vicini di stanza, poi amici ed infine amanti.

Kraal aveva compreso i sentimenti per Soren, ma aveva aspettato che anche il principe ne fosse conscio senza fargli fretta, per non forzarlo o spaventarlo.

 

Soren si mosse al suo fianco, la notte stava scivolando via così Kraal si mise a sedere scostando una ciocca ramata dal viso del principe. L’amore puro, limpido ed incondizionato di Soren lui non lo meritava.

Si alzò e si vestì, non era ancora l’alba, tutti erano ancora riposare.

Il giovane apprendista rimase fermo ad osservarlo appoggiandosi alla colonna del letto, voleva imprimersi nella memoria tutti i particolari di quell’amato volto. Le lenzuola era accartocciate e la stanza sapeva di loro. Avevano fatto l’amore per buona parte della notte.

Indossò il mantello sollevandosi il cappuccio sopra la testa, prese le sue poche cose e guardò il principe per l’ultima volta.

Sospirò piano decidendo di muoversi, senza voltarsi lasciò la stanza, camminò lungo i corridoi bui del castello ed uscì in quella notte ancora calda.

Camminò a passò spedito lungo il sentiero, lasciandosi alle spalle il castello e tutti i suoi abitanti addormentati.

Iniziò a correre inoltrandosi nel bosco fermandosi solo quando non riuscì più a proseguire. Si appoggiò contro un albero respirando forte, chiuse gli occhi e trasse un paio di profondi respiri.

“Accidenti” sussurrò.

Non mancava molto all’ultima prova che gli avrebbe permesso di diventare un mago a tutti gli effetti.

A Soren, per quanto fosse dotato, mancava ancora qualche anno. Avrebbe voluto aspettarlo, ma non poteva era così vicino alla sua meta.

 

Quando Soren si svegliò il sole era già alto, si sfregò gli occhi, mentre uno strano senso di inquietudine si impadroniva di lui, aveva un bruttissimo presentimento.

Kraal si era alzato prima di lui e questo non lo stupiva succedeva spesso, però…

Scese dal letto, indosso una veste da camera ed uscì dalla propria stanza per entrare in quella di Kraal. Era vuota, si guardò intorno, non c’era nulla degli effetti personali di Kraal, nemmeno i libri sul piccolo tavolino, Soren si avvicinò alla cassapanca e l’aprì: vuota.

“No…” sussurrò.

Uscì dalla stanza scontrandosi con la sorella “Soren!” esclamò lei.

“Se ne è andato…” bisbiglio rendendosi conto della realtà.

La ragazza lo fissò senza capire.

“Mi ha lasciato. Kraal, se ne andato” mormorò accasciandosi a terra troppo sconvolto per restare in piedi.

Nelia si inginocchiò sostenendo il fratello smarrito nel dolore.

“Come fai ad esserne sicuro, sarà da qualche parte nei paraggi” cercò di rassicurarlo, ma dentro di sé sapeva che era una menzogna.

Soren scosse la testa “No, se ne andato…”

“Sarà andato alla scuola di magia era ansioso di completare i suoi studi” suggerì “Sono sicura che sarà là ad aspettarti quando tornerai”

Soren si strinse alla ragazza.

“Forse hai ragione” mormorò tra i singhiozzi aggrappandosi a quella speranza.

Nelia si strinse addosso il fratello – spero che sia davvero così – pensò tra sé e sé preoccupata.

 

Kraal giunse alla scuola di magia sfinito, non si era mai fermato, solo qualche ora per dormire, era stato più volte tentato di tornare indietro.

Attraversò il cortile e si diresse al laboratorio di Nicodemus.

“Bentornato Kraal” lo salutò incrociando le mani davanti al viso.

Il giovane apprendista non rispose.

“Immagino che tu voglia affrontare la prova finale prima dell’inizio del nuovo anno, dico bene?”

Kraal annuì.

“Ora va a riposare ne hai bisogno” disse il mago guardandolo uscire.

 

I giorni passavano, giorni intensi, gli studenti presenti erano davvero pochi, ma solo Kraal era impegnato a studiare per la prova. Sollevò il viso dal libro e guardò fuori dalla finestra, la luna bianca e piena.

- Domani la prova finale – pensò chiudendo il libro.

Uscì dalla scuola percorrendo il sentiero che portava al laghetto. Si sedette sull’erba umida mentre i ricordi lo assalivano dolci e crudeli.

Dopo poco sentì un fruscio, non si voltò, sapeva perfettamente chi era.

“Sei sicuro di aver compiuto la scelta giusta?”

“E’ tutta la vita che aspetto questo momento”

“E poi cosa farai?”

L’apprendista scosse la testa.

“Possiedi un grande potere Kraal, usalo bene” mormorò l’Arcimago. La sua voce era calda e paterna.

Rimasero in silenzio per lunghi minuti.

“Starà soffrendo”

Kraal strinse forte i pugni sentendo gli occhi pizzicare. “Sto soffrendo anch’io” la voce gli tremava deglutì con forza “Ma è meglio per entrambi. Dobbiamo trovare la nostra strada e dobbiamo farlo da soli”

Il mago sospirò “Ne sei sicuro?”

Era la prima volta che vedeva Kraal esternare così le proprie emozioni.

“Sì” mormorò chinando il capo mestamente.

Nicodemus gli si sedette accanto “Kraal…”

L’apprendista si volse e fissò l’uomo.

“Qualunque cosa ti riserverà il futuro so che vi incontrerete ancora”

Il ragazzo strinse gli occhi e fissò il volto sereno dell’Arcimago. Per un breve periodo di tempo, appena entrato nella scuola, lo aveva temuto, poi aveva capito che da lui avrebbe potuto imparare molto e così era stato.

“Grazie di tutto Maestro” mormorò con gratitudine sincera.

 

Era sfinito, stava male, degli apprendisti presenti nessuno lo aiutò, anzi al suo passaggio si ritraevano timorosi.

A stento raggiunse il suo alloggiò, crollò sul pagliericcio, si coprì gli occhi con un braccio e scoppiò a piangere.

Aveva raggiunto il suo scopo, eppure non era felice… perché era solo.

Credeva che superata la prova e, diventando mago a tutti gli effetti, sarebbero cambiate molte cose, invece non era cambiato nulla.

Si lasciò alle spalle la scuola di magia e si diresse a Sud. Per un momento fu tentato di tornare da Soren, condividere con lui la conclusione dei suoi studi e poi? Avrebbe dovuto separarsi ancora da lui. Infliggergli altro dolore.

Così aveva preferito lasciargli una lettera e proseguire il suo viaggio da solo. Aveva bisogno di apprendere molto ancora per diventare più potente. Per non permettere che ciò che era accaduto in passato si ripetesse. Non a lui.

 

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