Genere: fantasy, yaoi |
Raiting: PG- 13 |
Disclaimers: i personaggi di questa storia li ho creati io, quindi mi appartengono. |
Magia e sentimenti
di Bombay
XI.
A Soren pareva che i giorni non passassero mai, suo padre gli aveva impedito
tassativamente di tornare subito alla scuola di magia. Come poteva dargli torto?
Lui non conosceva tutti i fatti tutta e poi c’era l’imminente matrimonio di
Nelia.
Soren non era riuscito a comprendere le motivazioni che avevano spinto Kraal a
comportarsi così, ma soprattutto non capiva perché Kraal non gli avesse parlato
della sua decisione, forse non aveva fiducia in lui.
Il principe sapeva che avrebbero dovuto separarsi a causa del loro dislivello
negli studi, ma non credeva così presto e soprattutto così repentinamente.
Nelia entrò nelle stanza di Soren, erano due giorni che il fratello stava chiuso
lì dentro senza vedere nessuno e mangiando pochissimo.
“Soren…” sussurrò la ragazza sedendosi sul letto, allungò una mano a scostargli
i capelli.
“Devi mangiare o ti ammalerai…”
“Non ho fame”
Nelia sospirò scuotendo piano la testa “Non puoi andare avanti così, ti stai
facendo solo del male”
“Tu non puoi capire…” mormorò Soren, mentre lacrime silenziose rigavano le sue
guance pallide.
“Allora aiutami a comprendere, ti ascolto”
Soren si asciugò gli occhi ormai rossi e gonfi per le lacrime versate.
“Kraal ed io, non eravamo solo amici” sussurrò reclinando il viso da un lato
“Noi ci amiamo… o forse ero solo io ad amarlo, lui non me lo ha mai detto…”
bisbigliò depresso.
Nelia gli circondò le spalle con le braccia.
“Credo invece che ti amasse tantissimo, che
ti ami tantissimo, lo si capiva dai
suoi gesti, dai suoi sguardi e lo stesso valeva per te, ma non temere me ne sono
accorta solo io…” lo rassicurò vedendo negli occhi del fratello l’incredulità.
“Allora perché se ne è andato?” volle sapere.
“Non lo so…”
“Io gli ho dato tutto, il mio cuore, il mio corpo, la mia anima. Perché mi ha
lasciato?”
Soren si aggrappò alla sorella singhiozzando disperatamente, Nelia lo strinse
forte a sé cercando di consolarlo, non sopportava di vedere il suo adorato
fratello in quelle condizioni, non lui che era così buono e gentile con tutti.
Qualche giorno più tardi Nelia si sposò, suo padre aveva organizzato tutto nei
minimi particolari voleva che quella festa rimanesse nel cuore di tutti ed in
parte c’era riuscito, difatti oltre ai nobili c’era anche molta gente del paese;
era un giorno di festa per tutti!
Soren lasciò il banchetto subito dopo gli sposi, aveva nascosto tutta la sua
tristezza dietro ad un sorriso che aveva incantato molte fanciulle.
Arrivò alla propria stanza accese una candela si spogliò e si stese sul letto,
gli girava la testa, aveva bevuto troppo vino, ma non gli dispiaceva quella
sonnolenza che il vino gli aveva dato gli evitava di pensare.
Un lieve bussare, lo ridestò dal suo stato di torpore volse la testa di lato e
vide sua sorella entrare: “Sapevo che ti saresti ritirato subito dopo di noi, ti
ho disturbato?”
Soren si mise a sedere e scosse la testa “Credo di essere ubriaco” disse
passandosi le mani sul viso. Nelia lo guardò intensamente preoccupata per un
momento, ma lui le sorrise dolcemente.
“Sai non c’è più bisogno che tu crei quell’illusione per me”
Il ragazzo la fissò un istante e poi si ricordò “Come mai?”
“Beh, Galder ed io abbiamo parlato qualche giorno fa, ho pensato che fosse
giusto che lo sapesse, non volevo mentirgli su una cosa così importante che
avrebbe potuto compromettere il nostro rapporto. Se devo essere sincera, non mi
aspettavo tanta comprensione, ma abbiamo vissuto storie molto simili”
“Lo ami?”
“Non ancora, ma mi sto innamorando di lui poco alla volta, man mano che lo
conosco”
Soren fece un pallido sorriso.
“Va da lui allora” la spronò con un cenno.
La ragazza annuì baciandolo sulla fronte.
“Ti voglio bene” gli sussurrò aprendo la porta “Anch’io”
Soren spronò il cavallo al galoppo finalmente poteva tornare alla scuola di
magia, la speranza di trovare Kraal ad aspettarlo non era scomparsa, non poteva
aver completato l’apprendistato in poco meno di un mese.
Lasciò il cavallo al villaggio e proseguì a piedi, varcò il portone, insieme ad
altri studenti che come lui riprendevano i loro studi, ma in quel momento a
Soren non interessava la magia. Voleva solo rivedere Kraal, trovarlo li ad
aspettarlo, poterlo riabbracciare e chiedergli perche se ne era andato.
Vide l’Arcimago e gli andò incontro. Nicodemus pareva attenderlo, non gli disse
nulla gli fece solo cenno di seguirlo.
Quando furono nello studio del Maestro questi parlò: “Bentornato Soren, ho una
lettera per te” Il ragazzo sbatté le palpebre confuso prese la busta che il mago
gli porgeva.
“Chi…?” ma la domanda gli morì sulle labbra vedendo il suo nome scritto
nell’elegante calligrafia di Kraal.
“Dov’è Kraal?” domandò sperando fino all’ultimo.
“E’ partito tre giorni fa…”
Soren spalancò gli occhi, solo tre giorni, lo aveva mancato di
tre maledetti giorni.
“Prima di andarsene mi ha dato quella lettera e mi ha detto di prendermi cura di
te”
Gli occhi di Soren si riempirono di lacrime strinse la lettera al petto.
“Non ho capito il suo comportamento, so che eravate amici e sono rimasto molto
sorpreso quando l’ho visto tornare senza di te, mi ha chiesto di voler
affrontare la prova al più presto che si sentiva pronto. Mi dispiace so che
eravate molto amici”
Soren si limitò ad annuire incapace di parlare senza scoppiare a piangere senza
ritegno davanti al mago.
“Va nella tua stanza, ci sono ancora parecchie ore prima della cena”
Soren si recò nel suo alloggio si sedette su pagliericcio, apri la lettera ed
iniziò a leggere.
“Quando leggerai queste righe io me ne sarò già andato.
Perdonami per tutto il dolore che ti sto procurando, ma credimi anche per me non
è stato facile separarmi da te.
Ho raggiunto il mio scopo: sono diventato un mago, ma non mi basta, devo trovare
la mia strada, come tu devi trovare la tua.
Solo allora potremo rincontrarci e stare di nuovo insieme.
Ti amo Soren, ma non ho mai avuto il coraggio di dirtelo, io non sono come te,
spontaneo e solare.
Ti chiedo ancora perdono, amore mio…
Tuo
per sempre Kraal”
Soren chiuse gli occhi singhiozzando sommessamente, non riusciva a smettere, non
poteva continuare così stava troppo male però aveva bisogno di sfogarsi, tutte
le speranze di trovarlo lì erano svanite frantumandosi in mille pezzi, non
sapeva dove poteva essere, non sapeva come rintracciarlo e soprattutto se fosse
tornato prima: tre giorni, solo tre
giorni.
Si rannicchiò sul pagliericcio e pianse, pianse disperatamente, solo per quella
notte promise a se stesso, poi sarebbe diventato forte e avrebbe affrontato la
cosa, ma per il momento si lasciò andare alla disperazione e continuò a piangere
fino a quando non si addormentò sfinito.
***
La porta si aprì davanti a lui e per un istante la luce che entrò lo accecò,
varcò la soglia e si appoggiò alla parete con una mano, faticava a stare in
piedi.
Raggiunse la sua stanza e crollò in ginocchio, le gambe non lo reggevano era
stremato, aveva esaurito tutte le sue forze, chiuse gli occhi e tirò un profondo
sospiro di sollievo ce l’aveva fatta, era stata dura, ma aveva superato la
prova. Era diventato un mago, aveva temuto di non farcela preso dallo sconforto,
ma aveva stretto i denti ed aveva capovolto a suo favore l’esito.
Tre anni, si era preparato per tre lunghi anni, mettendoci anima e corpo.
Si stese coprendosi con il mantello, aveva bisogno di dormire era esausto chiuse
gli occhi e sprofondò in un sonno nero e senza sogni.
Nicodemus osservava il giovane davanti a sé, era cambiato, era cresciuto e,
constatò con rammarico, il suo cuore si era indurito lasciando fuori tutto e
tutti tranne che la magia alla quale si era aggrappato con disperazione.
“Sono felice che tu abbia superato la prova, sapevo che ce l’avresti fatta, non
avevo nessun dubbio a riguardo, racchiudi in te un grande potere”
Il giovane annuì, l’Arcimago sospirò “Non vedo gioia nei tuoi occhi, Soren. Non
è quello che desideravi?”
“Sì, sono felice, ma non posso condividere questa gioia con chi mi è caro”
“Ti riferisci a Kraal?”
Soren strinse i pugni, perché faceva ancora così male, dopo tanto tempo.
“Sì” ammise.
“Ho la certezza che un giorno vi incontrerete ancora. Sappi che se vorrai, qui
sarai sempre il benvenuto, sia per studiare o per avere consiglio”
“Lo terrò a mente. Grazie Maestro” così dicendo volse le spalle al mago e lasciò
lo studio, percorse i corridoio fino al suo alloggio, prese le sue cose e si
accinse a lasciare la scuola.
Camminò lentamente in quei corridoi che aveva percorso un’infinità di volte, si
soffermò sulla porta del refettorio chiuse chi occhi e rivide il momento in cui
aveva conosciuto Kraal, poi la biblioteca dove avevano passato ore a studiare
chini sui libri, le aule, le loro stanze, quel posto trasudava di ricordi
splendidi, ma troppo dolorosi.
Un nodo gli serrava la gola uscì all’aria aperta e si lasciò alle spalle
l’edificio scuro.
Così si chiudeva un capitolo della sua vita e se ne apriva un altro…
sconosciuto.
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