Genere:
fantasy, yaoi 
Raiting:
NC-17
Pairing:
KraalXSoren
 Disclaimers: i personaggi di questa storia li ho creati io, quindi mi appartengono.

Magia e sentimenti

di Bombay

XIII.

Il silenzio avvolgeva quella stanza rischiarata dal camino acceso e da una candela, Soren era così debole che non riusciva nemmeno a tenere un cucchiaio in mano.

Kraal si sedette sul bordo del letto e lo imboccò con pazienza.

“Alla fine sei diventato un mago?” gli chiese all’improvviso.

“Sì, tre anni dopo che tu te ne sei andato” mormorò flebilmente non voleva rivangare il passato era troppo doloroso.

“Ho esercitato le mie arti qui al castello e al paese, fino a quando non è scoppiata la guerra, un anno fa, ma per quanto mi sono adoperato non ho potuto fare molto: è morta tanta gente, tra cui mia madre, non ho potuto fare nulla per lei se non tenerle la mano mentre esalava l’ultimo respiro” sussurrò tristemente.

“Mi dispiace” mormorò Kraal sapendo che non poteva certo bastare.

Soren strinse i pugni lottando per non mettersi a piangere.

“Quindi nel castello siete rimasti solo tu, tua sorella e l’altro tuo fratello”

“No, mio fratello Iker è morto nel tentativo di raggiungere nostro padre ai campi di battaglia, ci siamo solo Nelia ed io, anche le guardie sono ridotte al minimo”

“Sì, l’ho notato” mormorò Kraal pensieroso.

“Sono stanco” sussurrò Soren chiudendo gli occhi.

Dopo poco dormiva profondamente, Kraal riattizzò il fuoco e poi si accomodò sulla poltrona accanto al letto.

Nelia entrò nella stanza del fratello, Kraal si era assopito sulla poltrona e quando gli si avvicinò si svegliò di soprassalto.

“Scusa, non volevo svegliarti. Come sta Soren?”

“Meglio” mormorò Kraal stropicciandosi gli occhi e sbadigliando.

La donna si sedette su bordo del letto ed accarezzò il viso del fratello.

“Non è giusto tutto quello che ha dovuto passare” mormorò sollevando i suoi occhi chiari su Kraal.

“Sono felice che tu sia tornato, forse Soren tornerà ad essere felice, era così disperato ti ha sempre amato”

Kraal spalancò gli occhi incredulo “Voi sapete”

Nelia annuì “Sì, ho sempre saputo, dapprima lo avevo solo intuito, ma poi Soren si è confidato con me, non mi ha mai nascosto nulla” spiegò.

Il mago si alzò sospirando e si affacciò alla finestra.

“Ti prego Kraal, non farlo soffrire ancora, non credo che lo sopporterebbe ed io non voglio perdere un altro fratello”

Kraal rimase fermo immobile a fissare il tramonto poi si volse e si accostò nuovamente a Soren.

“E’ cambiato” sussurrò.

“Sì, sono successe cose che lo hanno segnato profondamente” disse tristemente scuotendo la testa.

“La morte di vostra madre e vostro fratello”

Nelia annuì “Sì, ma non solo: il tuo distacco improvviso da lui, poi la morte di nostra madre e di Iker e poi mi ha protetta, ma…”

“Ma?” volle sapere Kraal.

La donna scosse la testa “Non è giusto che te ne parli io”

Kraal annuì.

 

Il mattino seguente Soren si svegliò si sentiva decisamente meglio.

Si sollevò a sedere e vide Kraal profondamente addormentato, con la testa appoggiata al materasso, sorrise allungando una mano accarezzò la guancia di Kraal che si mosse e si svegliò.

“Ben svegliato” mormorò sbadigliando “Come ti senti?”

“Decisamente meglio” disse Soren con un grande sorriso che gli illuminava il viso pallido.

Kraal sorrise lievemente, non voleva turbare il buon umore di Soren porgendogli domande che lo avrebbero fatto soffrire avrebbe atteso.

Dovette obbligare Soren a stare a letto assicurandogli che si sarebbe occupato delle faccende al suo posto insieme a Nelia, così seppur controvoglia Soren fu costretto a starsene a letto.

Solo a pomeriggio inoltrato decise di alzarsi, ma dovette desistere perché le gambe non lo reggevano così optò per spostarsi sulla poltrona. Si accoccolò avvolgendosi in una calda coperta di lana.

Finalmente Kraal lo raggiunse, gli baciò la fronte e sorrise “La febbre sta scendendo”

Soren sorrise stancamente, mentre Kraal prendeva un pettine e gli districava i capelli arruffati.

“Cosa hai fatto in tutti questi anni, Kraal?”

“Ho viaggiato” rispose restando molto vago.

“Nelia mi ha detto che ti sei addossato molte responsabilità e che l’hai anche protetta anche se non ha voluto dirmi da chi o da cosa”

Soren si irrigidì e Kraal se ne accorse.

“Non sono cose che ti riguardano” tagliò corto freddamente.

Kraal si accigliò, Soren non gli aveva mai parlato così duramente.

Il principe si strinse addosso la coperta, raccogliendo le gambe al petto facendosi piccolo piccolo sulla poltrona.

Kraal gli si mise davanti “Cosa mi nascondi, Soren?”

“COSA TI NASCONDO? COSA TI NASCONDO? COSA MI NASCONDI TU!” gridò in preda alla collera.

“Non so nulla di te. Te ne sei andato e non ti ho più visto per quattro anni. Ti rendi conto? Quattro lunghissimi anni, se ti faccio una domanda la tua risposta è evasiva e tu pretendi che ti dica tutto quello che mi è successo?”

Kraal reclinò la testa in avanti, Soren aveva perfettamente ragione, ma voleva sapere.

“Come hai protetto tua sorella?” insistette.

“Ho usato… la magia…” balbettò.

“Stai mentendo”

“Anche fosse a te cosa importa? Tu non c’eri!” lo accusò duramente.

Kraal chiuse gli occhi un istante colpito, come uno schiaffo, dall’amarezza di quelle parole.

“Dimmelo” incalzò ancora.

“Perché mi stai processando? Perché? Io non l’ho mai fatto” mormorò Soren fra i singhiozzi. “Perché vuoi sapere una cosa che è successa tanti giorni fa? Sto cercando di dimenticare” singhiozzò tremando come una foglia.

A Kraal si strinse il cuore e si pentì di essere stato tanto indelicato, mentre Soren fissava un punto del pavimento con occhi vuoti e privi di espressione.

“Abbiamo dato asilo a molte persone, come stiamo facendo tuttora, quella sera tre uomini sbarrarono la strada a me e a Nelia, dicendo che quello che avevano ricevuto non bastava e che volevano di più. Ho capito subito a cosa alludevano, non potevo permettere che toccassero Nelia, così sono andato io al suo posto, per quei tre, donne o uomini non facevano differenza. Così per tutta la notte ho permesso loro di usare il mio corpo ed ho fatto tutto quello che mi chiedevano” raccontò tremando al terribile ed umiliante ricordo.

Kraal lo fissò inorridito, non poteva credere a quello che aveva appena sentito lo afferrò per le spalle e lo scosse con impeto.

“Perché non hai usato la magia, avresti potuto incenerirli con un gesto”

Soren scosse la testa “All’inizio ho attaccato e mi sono difeso, ma loro mi hanno immobilizzato, minacciandomi, dicendo che se avessi fatto scherzi avrebbero violentato anche mia sorella”

“Potevi ucciderli con una parola prima che traessero un altro respiro” dichiarò incredulo.

“No” sussurrò Soren spalancando gli occhi inorridito da una tale proposta.

“Perché? Dannazione perché?” gridò scuotendolo, fissò quegli occhi verdi colmi di lacrime, ma sapeva la risposta: Soren non avrebbe fatto mai del male a nessuno a costo di soffrire e non avrebbe mai usato la magia per uccidere, solo per difendersi forse.

“Stupido” sussurrò Kraal stringendolo a sé “Sei solo uno stupido” mormorò accarezzandogli la nuca sentiva le lacrime di Soren bagnargli il collo.

“Sono solo un vigliacco” mormorò tra i singhiozzi.

“No, non sei un vigliacco, non so quanti avrebbero fatto la stessa cosa per la propria sorella” mormorò “Perdonami se non ero qui a proteggerti, perdonami se ti ho fatto ricordare cose così spiacevoli. Perdonami” mormorò.

Soren si sollevò, si asciugò le lacrime con un lembo della coperta, Kraal gli baciò le labbra teneramente, quindi trasse un profondo sospiro ed iniziò a parlare accoccolato di fronte a Soren.

“Non sono più quello di una volta, Soren. E’ passato tanto tempo e sono successe tante cose e di conseguenza io sono cambiato; ho viaggiato a lungo, ho combattuto, ho ucciso: con la spada e con la magia, ho continuato a studiare ed apprendere, la mia ambizione è cresciuta. Sono stato apprendista di un mago, una notte ha cercato di uccidermi, non so nemmeno il perché, ma non ha più importanza, l’ho ucciso. Oramai la mia magia non è più bianca è nera…” disse abbassando lo sguardo.

Soren scosse la testa e aprì la bocca per parlare, ma Kraal gli posò un dito sulle labbra, non voleva essere interrotto.

“Poi è scoppiata la guerra, avevo bisogno di soldi così ho lavorato come mercenario al soldo di chi mi pagava meglio, non mi importava in quale fazione, l’importante era che la mia borsa fosse piena”

Soren lo fissava a bocca aperta incredulo e scosso da quelle rivelazioni.

“Non ti ho detto nulla per paura che mi disprezzassi per quello che sono diventato, sicuramente ti ho deluso”

Il principe scosse la testa “Non mi importa la natura della tua magia, l’importante e che tu sia qui con me, ora…” sussurrò chinandosi per baciare Kraal sulle labbra.

Si appoggiò alla spalla del mago, la testa gli faceva male e gli girava, ma non voleva far preoccupare ulteriormente Kraal.

Il giovane mago lo scostò da sé con gentilezza e lo guardò preoccupato, gli posò la mano sulla fronte “Ti è risalita la febbre” mormorò, Soren annuì troppo stanco per obbiettare, si lasciò condurre al letto docilmente.

Quando fu comodamente sistemato tra i cuscini domandò: “Dimmi, Kraal, sei stato con qualcun’altro?” era una domanda che lo tormentava da qualche giorno.   

L’altro mago abbassò la testa senza rispondere.

“Kraal…” sussurrò Soren con il cuore in gola, temeva la risposta, ma odiava quel silenzio.

“Sì…”

Il giovane non poteva crederci, ma in fondo cosa si era aspettato?

“Per denaro” aggiunse in un sussurro, Soren lo scrutò non sicuro di aver capito bene.

“Cosa?”

“Hai capito benissimo” rispose gelido.

“Ti sei venduto? Per denaro?”

“Squallido e patetico, non è vero? Tu non sai cosa significa avere fame” affermò con amarezza.

“Lo so invece” ribatté Soren piccato, l’aveva sperimentato in quei mesi di guerra.

Kraal scosse la testa con un sorriso triste “No, credo proprio di no”

Il mago si diresse alla finestra, scrutando il buio, tanto valeva dire la verità.

“Non è stata la prima volta” disse stringendo il davanzale di marmo.

Soren sgranò gli occhi sconvolto e sorpreso da quella rivelazione.

“Perché non me lo hai mai detto?”

“Non è una cosa di cui vado fiero” disse stringendo gli occhi.

“Quando è morto l’anziano mago del villaggio…” iniziò con un filo di voce.

“Sei entrato alla scuola di magia” lo interruppe ricordando il racconto di Kraal quel lontano giorno.

L’altro scosse la testa, i suoi capelli ondeggiarono e la luce della candela li rendeva lucenti come l’ala di un corvo.

“No, non subito, lavorai per due anni in una locanda: servivo ai tavoli, lavavo i piatti ed i pavimenti, compiacevo i clienti” Kraal tacque per un momento “Ricordo ancora la prima volta” scosse la testa e la sua voce, solitamente salda e sicura, tremò leggermente.

“Quell’uomo era grande e grosso. Piansi per tutta la durata dell’amplesso, quando se ne andò, lasciandomi in lacrime e dolorante, mi gettò una moneta d’oro. Non mi sembrava vero” tacque ancora e si volse verso Soren, sebbene la sua voce fosse un poco incrinata il suo viso non tradiva nessuna emozione.

“Quando racimolai denaro a sufficienza me ne andai ed entrai alla scuola di magia di Nicodemus” strinse con forza il pugno davanti a sé.

“Giurai a me stesso di diventare tanto potente che la gente si sarebbe inchinata al mio passaggio, mi avrebbero temuto…” i suoi occhi lampeggiarono e per la prima volta Soren ebbe paura di lui.

“Giurai che non avrei mai più dovuto prostituirmi per mangiare, ma non è stato così” rise, ma era una risata priva di allegria secca e nervosa colma di rancore, poi calò il silenzio.

Il principe si agitò a disagio sotto le coperte, Kraal aveva ragione era cambiato ed in quel momento a Soren parve che quello che aveva davanti fosse uno sconosciuto. Che fine aveva fatto il Kraal che conosceva? Il mago gli si avvicinò e si sedette sul bordo del letto, gli posò la mano sul viso ed istintivamente il principe si ritrasse. Alla fine posò le sue labbra su quelle di Soren in un lungo e dolcissimo bacio.

No, non era cambiato si era solo nascosto, ma lui lo aveva ritrovato.

 

***

 

La neve ricopriva tutto con il suo soffice manto bianco, silenziosa e lenta.

Soren sedeva sul davanzale della finestra avvolto in una coperta, fissava i candidi fiocchi cadere lievi. Era così assorto nei suoi pensieri che non si accorse di Kraal al suo fianco, fino a quando questi non parlò: “Fa freddo, è tardi e tu non dovresti alzarti” lo rimproverò scostandosi da lui solo per riattizzare il fuoco.

“Sono passati quattro giorni, sto bene, davvero”

Kraal scosse la testa rassegnato “Sei testardo”

Soren fece un pallido sorriso avvicinandosi al fuoco per scaldarsi.

“La neve è arrivata prima quest’anno” mormorò mentre Kraal gli circondava la vita con le braccia, Soren reclinò la testa di lato esponendo il collo sottile ai baci del mago facendolo rabbrividire, si voltò e catturò le labbra di Kraal con le sue affondando le dita nei suoi capelli morbidi e neri lasciando cadere a terra la coperta.

Kraal lo sollevò e Soren si avvinghiò con le gambe alla vita del compagno arrivarono al letto e vi crollarono sopra pesantemente.

Soren scoppiò a ridere mettendosi a cavalcioni su Kraal che gli sfiorò il viso con una mano.

“Mi sono mancate le tue risate” mormorò.

Soren smise di ridere, ma continuò a sorridere guardando Kraal come se fosse la prima volta che lo vedeva.

“Mi sono mancati i tuoi capelli, i tuoi occhi, le tue labbra, la tua pelle… tutto” proseguì attirandolo a sé per baciarlo ancora.

Soren si sollevò, trafficò con i lacci della camicia di Kraal e l’aprì. Rimase immobile per un lunghissimo istante con gli occhi sbarrati a fissare la lunga cicatrice che attraversava il petto del giovane.

“Cosa ti è successo?” bisbigliò turbato, sfiorò la cicatrice con un dito e lui rabbrividì.

“E’ stato quel tuo maestro”

“Sì…” sussurrò Kraal impossessandosi nuovamente delle labbra morbide del principe.

Soren gli lambì un capezzolo, lo succhiò piano poi risalì verso il collo.

Kraal gli sollevò la camicia da notte, gliela tolse gli accarezzò la schiena facendolo scivolare al suo fianco.

Con brevi e rapidi gesti si tolse i vestiti facendoli cadere ai lati del letto, attirò il corpo caldo di Soren contro il suo accarezzandolo ovunque facendolo gemere e rabbrividire, voleva che tutto quello durasse il più a lungo possibile.

Il fuoco del camino rischiarava la stanza gettando riflessi rossi, creando ombre e riscaldando l’ambiente.

Le labbra di Kraal scesero piano sul corpo di Soren tracciando caldi ed umidi sentieri, facendolo inarcare per cercare più contatto con il corpo nudo del compagno; quasi urlò quando il giovane mago lo prese tra le labbra e prese a succhialo lentamente.

“No… Kraal… voglio… venire con te…” ansimò ormai al limite.

Kraal raggiunse le sue labbra continuando il lavoro con la mano “Dopo…” sussurrò massaggiandolo con forza.

“Kraal…. ahhhh…” gemette inarcandosi violentemente spargendo il suo seme nella sua mano.

Sospirò profondamente attirando Kraal verso di sé, socchiuse gli occhi e gli sorrise.

“Ho aspettato tanto… voglio sentirti dentro di me… ancora… ancora… ancora…”

La mano di Kraal raggiunse la sua apertura e vi inserì un dito, poi un secondo ed un terzo. Poi si stese sopra Soren ed entrò in lui lentamente, completamente.

Soren gemette accarezzando piano la schiena liscia di Kraal che prese a muoversi avanti e indietro strappando al principe ansiti di piacere che si mescolavano con i suoi.

Si aggrappò a Kraal: un piacere violento lo travolse, assecondando i suoi movimenti lo sentì venire dentro di sé e tanto bastò per raggiungere nuovamente l’orgasmo.

Kraal si stese al fianco di Soren circondandogli la vita con un braccio coprendo entrambi ed aspettando che i loro respiri tornassero normali.

“Dormi, piccolo amore mio” sussurrò dolcemente baciandogli i capelli.

Soren si accoccolò tra le sue braccia godendosi quel calore, socchiuse gli occhi, non gli sembrava ancora vero, Kraal era lì, con lui, avevano appena fatto l’amore, ed era stato bellissimo, dopo tanto, troppo, tempo.

“Non te ne andrai di nuovo, senza dirmelo” sussurrò flebilmente con la voce venata di stanchezza.

“Non me andrò, ti amo”

Soren spalancò i suoi grandi occhi verdi “Non me lo avevi mai detto prima d’ora, anch’io ti amo”

“Lo so, Soren, l’ho sempre saputo”

 

Kraal aprì gli occhi, era ancora buio, si mosse piano per non svegliare Soren, il quale dormiva accoccolato tra le sue braccia prese una ciocca di capelli color rame e l’arricciò sul dito, lasciandola andare per poi riprenderla.

Il principe rabbrividì nel sonno e mugolò una protesta. Kraal scese dal letto senza curarsi di indossare qualcosa tremando, si avvicinò al fuoco ed aggiunse della legna, poi avvicinandosi alla finestra tirò la pesante tenda.

Tornò nel tepore del letto stringendosi ancora addosso Soren, riprese ad osservalo: probabilmente stava sognando, visto che le sue labbra erano curvate in un dolce e sereno sorriso. A Kraal parve di rivedere sé stesso e Soren durante i giorni trascorsi alla scuola di magia.

Il principe si mosse ed uno sospiro più profondo fece capire a mago che si stava svegliando, posò le labbra su quelle calde di Soren e lo baciò piano lasciandogli il tempo di capire.

Le sue labbra si schiusero mentre la sua mano si intrecciava ai capelli scuri di Kraal.

Soren socchiuse gli occhi e sorrise.

“Non è ancora l’alba” mormorò Kraal baciandogli la guancia.

Un mugolio fu la risposta che ottenne mentre Soren si appoggiava a lui con la schiena.

Kraal gli scostò i capelli dal collo e lo baciò succhiando e mordicchiando, la sua mano percorreva lentamente la schiena del suo giovane amante, lo sentiva rabbrividire, sorrise risalendo e ridiscendendo poi sul petto gli sfiorò i capezzoli facendoli indurire poi scese sul ventre piatto fino a sfiorare la morbida peluria del pube.

Soren sospirò profondamente prendendo la mano di Kraal e guidandola fra le proprie gambe, gemette piano voltando la testa un po’ per vederlo in viso, aveva gli occhi chiusi e stava sorridendo.

Il principe si girò sulla schiena, lo baciò sulle labbra prendendogli il viso fra le mani lo fece stendere su di sé divaricando le gambe.

Kraal aprì gli occhi e lesse in quelli di Soren una muta richiesta.

Il giovane inarcò la schiena sentendolo entrare, un lamento uscì dalle sue labbra, ma fu soffocato dalla bocca di Kraal, poi le spinte lente e profonde lo portarono verso l’estasi, facendogli dimenticare tutto: la solitudine, la disperazione, l’umiliazione, l’infelicità di quegli anni e degli ultimi mesi.

Soren si morse le labbra per non gridare o avrebbe svegliato tutto il castello.

Kraal di immerse in lui con un'altra vigorosa spinta sciogliendosi nel suo corpo caldo ed accogliente ed egli, a sua volta, raggiunse l’apice del piacere spargendo il seme caldo tra i loro corpi uniti.

Kraal scivolò fuori e baciò il corpo di Soren leccando via il seme bianco dal suo corpo, il ragazzo sorrise sospirando abbracciandolo.

“E’ un magnifico modo di iniziare la giornata” sussurrò posando la testa sul petto di Kraal, poteva sentire il battito del suo cuore ed il respiro fra i suoi capelli.

“Sì, hai ragione. Sai, temo che dovrò svernare qui. Con tuo grande dispiacere” disse con enfasi.

“Mi scalderai tutte le notti che vorrò?” domandò Soren sollevando la testa le guance ancora arrossate.

“Tutte le notti che vorrai, anche di giorno, se sarà necessario”

Soren rise e si mise a sedere.

“Sta albeggiando” disse vedendo la luce grigia filtrare dalle tende “Forza, c’è un castello da mandare avanti” aggiunse scendendo dal letto, cominciando a vestirsi sotto gli occhi attenti di Kraal.

“Soren, voglio aiutarti, so fare molte cose manuali, chiedimi qualunque cosa ed io la farò” disse scendendo dal letto.

Soren fissava il suo corpo nudo arrossì “Qualunque cosa?” chiese maliziosamente.

“Hai capito benissimo cosa intendo”

Soren scosse la testa sorridendo “Sarai mio ospite quindi…”

Kraal gli posò un dito sulle labbra “No, in tempi come questi non puoi fare certe distinzioni, devo ripagare la tua ospitalità e lo farò lavorando, come ho visto fare a tutti quelli che hai dato asilo, che siano essi contadini, soldati, nobili o maghi. Sono un uomo come tutti gli altri e voglio rendermi utile, va bene?”

Soren annuì e lo strinse forte “Va bene, come desideri, ma ora vestiti o ti ammalerai” mormorò baciandogli la guancia.

“Le ore di luce sono poche e c’è molto da fare!”

 

Nelia sorrise cardando la lana con rapidità, Soren era tornato il ragazzo di un tempo, sembrava che la presenza di Kraal avesse spazzato via tutti gli anni di solitudine e disperazione, era così felice ora, si volse verso il mago che, in quel momento, stava trasportando delle assi di legno fuori dalla stanza, sperava ardentemente che il giovane non abbandonasse nuovamente suo fratello.

Era stata immensamente felice quando Soren le aveva detto che il mago avrebbe passato l’inverno con loro, ma con la primavera cosa avrebbe fatto?

Scosse la testa, non era il momento di pensarci, sollevò ancora lo sguardo dal lavoro che stava eseguendo, Soren e Kraal erano nell’angolo della stanza e si stavano baciando.

Nelia abbassò gli occhi arrossendo sbirciando intorno: c’erano solo loro tre in quel momento, timidamente sollevò lo sguardo sui due amanti, ma lo calò subito troppo imbarazzata.

Li rialzò solo quando sentì la risata tintinnante del fratello allora si rilassò vedendo Soren avanzare verso di lei.

“Nelia, sei tutta rossa, come mai?”

La donna gli tirò una manciata di lana “E’ colpa tua, anzi vostra” brontolò.

Soren la fissò senza capire.

“Dovreste stare attenti a dove vi scambiate le vostre effusioni” gli disse con un sorriso.

Soren avvampò, si erano completamente dimenticati della presenza di Nelia.

“Scusa” balbettò.

“Non importa, però fate più attenzione, va bene?”

Soren annuì, lasciò la stanza seguito poco dopo da Kraal, la giovane donna sospirò sperava che Galder tornasse presto, gli mancava tantissimo, non aveva ricevuto più sue notizie ed era preoccupata, sia per lui che per suo padre, ma poteva solo aspettare.

Si alzò e si affacciò alla finestra, uno spettacolo magnifico le si presentò agli occhi, tutto era candido e puro, la neve aveva ricoperto gli orrori della guerra.

Nelia si sedette e riprese a lavorare, forse i giorni felici sarebbero presto tornati.

 

Commenta


Precedente Back Home Successivo