Genere: fantasy, yaoi |
Raiting: NC-17 |
Pairing: KraalXSoren |
Disclaimers: i personaggi di questa storia li ho creati io, quindi mi appartengono. |
Magia e sentimenti
di Bombay
XIV.
Il principe si lasciò cadere sul letto, era stanchissimo, forse era ancora un
po’ debole per la febbre che aveva passato.
Sospirò rannicchiandosi su un fianco chiuse gli occhi ripensando alla giornata
che aveva trascorso, era così felice, da tanto tempo non si sentiva così.
Aprì gli occhi quando sentì la porta aprirsi e chiudersi, il materasso si piegò
sotto il peso di qualcuno che si sedeva.
“Ti sei addormentato?”
“No, stavo solo pensando”
Kraal si sdraiò dietro Soren, lo strinse a sé “Pensieri tristi?” domandò.
“No…” sussurrò girandosi, posò le labbra su quelle di Kraal, da una lieve
carezza diventò un bacio appassionato.
Lo stomaco di Soren brontolò, Kraal ruppe il bacio ridendo.
“Hai fame!” esclamò.
Soren annuì arrossendo mettendosi a sedere.
“Anch’io sto morendo di fame, dai andiamo così Nelia non sarà costretta a
venirci a chiamare”
Soren fissava la sorella preoccupato: Nelia mescolava distrattamente la zuppa
che aveva davanti.
“Va tutto bene?” domandò dopo un po’.
La giovane donna scosse la testa, sollevò lo sguardo sul fratello sorridendo
tristemente.
“Vi invidio da morire, almeno voi due siete di nuovo insieme”
Soren fissò Kraal senza capire.
“Mi manca Galder, non ho più avuto sue notizie da mesi ormai e se… se…”
Soren impallidì era così concentrato su sé stesso che non aveva minimamente
pensato a lei.
“Sono sicuro che sta bene, Galder è un abile guerriero ed è molto forte, tornerà
presto da te” esclamò alzandosi in piedi, abbracciò Nelia.
“Ho tanta paura, Soren” mormorò stringendosi al fratello, il quale le baciò i
capelli.
Il fuoco scoppiettava nel camino, Soren si raggomitolò nel letto avvicinandosi
maggiormente a Kraal, per godere del tepore del corpo nudo dell’altro.
“Sono stato egoista, non mi sono nemmeno accorto dell’infelicità di mia sorella,
annegato com’ero nella mia personale felicità” mormorò amaramente.
Kraal gli accarezzò i capelli “Non devi fartene una colpa, Nelia non ti ha
accusato di niente, la conosci bene è una ragazza orgogliosa e tenace, ha avuto
solo un momento di debolezza”
“Ma c’era sempre quando avevo bisogno di lei ed io??? Io dov’ero? Ero troppo
occupato a pensare a me stesso. Non me ne sono accorto è questo che mi da
fastidio”
Kraal sospirò “Sei troppo severo con te stesso” mormorò girandosi su un fianco
scorrendo con la punta delle dita sulla pelle calda di Soren, che rabbrividì e
sospirò in risposta.
“Dalle notizie che ho raccolto i nostri eserciti e quelli alleati stanno
vincendo, la guerra dovrebbe finire con la fine dell’inverno”
Soren scattò a sedere “Davvero e quando aspettavi a dirmelo?”
Kraal alzò gli occhi al cielo “Lo sanno tutti Soren, anche i neonati…”
Soren arrossì si stese nascondendosi sotto le coperte borbottando.
Kraal gli scostò le coperte dalla testa e gli baciò una guancia.
Soren chiuse gli occhi “Allora presto saranno tutti a casa, mio padre… Galder…”
mormorò voltandosi cercando le labbra di Kraal con le sue.
***
Giorno dopo giorno anche l’inverno passò, man mano che la primavera si
avvicinava Soren si sentiva sempre più inquieto ed il suo cuore si appesantiva
d’incertezza.
Anche quel giorno era arrivata la notte e Soren si diresse verso la propria
stanza: quella stanza che per i lunghi mesi invernali aveva condiviso con Kraal.
Eppure mentre si avvicinava alla porta temeva sempre di trovarla vuota, o di
trovare Kraal intento a radunare le proprie cose per andarsene e lasciarlo
nuovamente solo.
Aprì la porta e sospirò di sollievo, Kraal sedeva sulla cassapanca di legno
guardando fuori dalla finestra.
“Kraal…”
Il giovane si volse al suono della sua voce “E’ tardi, andiamo a dormire” disse
avvicinandosi, ma Kraal sembrava lontano.
“Cosa c’è?” mormorò Soren fissando l’oscurità fuori dalla finestra.
Kraal scosse la testa “Niente, sono solo un po’ stanco. Vieni” sussurrò
attirandolo a sé, cullandolo, accarezzandogli i capelli morbidi.
“Ti amo” sussurrò Soren, ma Kraal non gli rispose, continuò a guardare fuori
dalla finestra, mentre Soren si perdeva in quell’incantesimo di sensazioni.
“Soren… Soren… Soren…”
La voce di sua sorella attraversò la cortina di sonno che avvolgeva ancora la
sua mente.
Aprì gli occhi, era nel suo letto, ma come ci era arrivato. L’ultima cosa che
ricordava era di essere accoccolato contro Kraal che lo coccolava.
Volse il viso dalla parte opposta e vide che il mago si stava svegliando.
Si mise a sedere sfregandosi gli occhi e si accorse di essere nudo, arrossì
“Potevi bussare”
“L’ho fatto, ma nessuno dei due mi ha risposto così sono entrata” disse le con
le mani sui fianchi “Non mi sconvolgo certo nel vedere due uomini nudi nello
stesso letto” ribatté con un sorriso.
“Cosa c’è di tanto importante?”
“E’ arrivato un messaggero: la guerra è finita! Stanno tornando. Oh Soren,
nostro padre sta tornando e con lui Galder!” esclamò al settimo cielo.
Soren la fissava, non poteva crederci forse stava sognando.
“Ti aspetto nella sala del trono, sbrigati!” lo incitò scomparendo oltre la
porta.
Soren si lasciò cadere tra i cuscini stordito, un braccio gli circondò la vita e
due labbra calde si posano sulle sue.
“Ancora non ci credo. Hai sentito, Kraal? Stanno tornando” mormorò sorridendo al
mago che sorrise a sua volta.
Soren scese dal letto “Bisogna sistemare questo posto, andare a caccia e…”
Kraal scosse la testa scendendo a propria volta dal letto osservando Soren
vestirsi in fretta.
“E’ meraviglioso!” sussurrò accostandosi a Kraal e schioccandogli un bacio sulle
labbra.
Il mago restò immobile a fissare la porta da dove Soren era uscito, guardò fuori
dalla finestra.
“Non posso più restare…” mormorò tra sé “Qui non c’è più posto per me”
Tutti al castello erano indaffarati, Soren e Nelia compresi, solo verso il
tramonto una delle sentinelle lanciò un grido annunciando l’arrivo di un
drappello di uomini.
Nelia corse verso il portone seguita da fratello.
Il re avanzò fino a metà cortile e poi scese da cavallo Soren gli volò tra le
braccia.
“Padre…” sussurrò.
“Soren… Nelia…” disse l’uomo abbracciando i due figli “Mi siete mancati…”
“Nelia…”
La giovane donna si volse e corse tra le braccia del marito.
“Oh, Galder, finalmente… sei di nuovo qui…”
Soren sorrise avvicinandosi insieme al padre “Ci sono tante cose che dobbiamo
raccontarvi” mormorò Soren volgendo lo sguardo verso Kraal, rimasto in disparte
in un angolo del cortile, il re seguì lo sguardo del figlio “Ma quello è Kraal…”
disse incredulo.
“Venite, abbiamo preparato carne e vino in abbondanza, sarete affamati” disse
Nelia, trascinando il marito all’intero del castello, seguito a ruota dagli
altri.
“Sbaglio o tuo padre non è felice di vedermi” chiese Kraal accostandosi a Soren
prima di entrare nella sala.
Anche al principe era parso, ma sperava che fosse solo sorpreso.
“Non lo so, non ho notato nulla” mentì.
A tavola Galder raccontò a grandi linee quello che avevano passato, poi fu la
volta di Soren di fare il resoconto anche se aveva omesso i particolari che lo
riguardavano.
“So quanto deve essere stato difficile per voi, avrei voluto essere con voi
quando è morta vostra madre, ma…”
“Non dovete sentirvi in colpa, è una cosa che nessuno di noi poteva
controllare…” disse Nelia volgendo lo sguardo su Soren che fece un pallido
sorriso.
“Ora siamo di nuovo a casa, è questo che conta…” mormorò Galder posando la mano
su quella della moglie.
Quando finalmente si ritirarono nella loro stanza era ormai molto tardi, Soren
era così elettrizzato che non riusciva a stare fermo; Kraal lo osservava
divertito.
“Non ho sonno” mormorò sedendosi sul letto.
Kraal scosse le spalle “Allora come vuoi trascorrere il reso della notte?”
domandò Kraal appoggiandosi al muro.
“Un’idea ce l’avrei” mormorò arrossendo si avvicinò a Kraal e gli baciò le
labbra.
Kraal sorrise, mentre lo baciava gli aprì la tunica e la fece scivolare giù
dalle spalle del suo amante, Soren rabbrividì trafficando con i lacci della
camicia di Kraal, con un sorriso soddisfatto riuscì a districare il nodo che si
era formato.
Il mago si sfilò la camicia e la lasciò cadere, sollevò Soren, lo depositò sul
letto dolcemente e finì di spogliarlo.
“Hai freddo?” domandò vedendolo tremare.
Soren annuì allungando le braccia attirò a sé Kraal “Ora va meglio” bisbigliò
all’orecchio dell’altro.
“Aspetta” si sollevò da lui si spogliò del tutto, si stese nuovamente su Soren
facendo aderire i loro corpi nudi, sollevò la coperta per coprire entrambi.
Un gemito misto ad un sospirò uscì dalle labbra di Soren, le mani e le labbra di
Kraal percorrevano il suo corpo, si tese quando gli sfiorò il membro con le
labbra.
“K-Kraal…” gemette posando le mani su morbidi capelli neri del compagno mentre
continuava a sfiorarlo quasi per sbaglio.
“Mi farai… impazzire…” sussurrò chiudendo gli occhi.
“E’ quello che voglio” rispose Kraal impossessandosi delle sue labbra in un
lungo bacio appassionato.
“Voltati” gli disse.
Soren si mise a pancia in giù, oscillando i fianchi sul materasso; Kraal gli
prese le mani e gliele portò sopra la testa, mentre gli baciava la schiena,
tracciando umidi sentieri con la lingua sulla pelle calda del principe.
Gli lasciò i polsi e scese lungo la schiena del suo amante in un lento massaggio
fino a giungere alle sue natiche rotonde e sode le mordicchiò quindi insinuò la
lingua tra esse cercando la piccola fessura nascosta.
Soren emise un lungo gemito in risposta, sollevò il bacino ondeggiando avanti e
indietro cercando di dare un po’ di sollievo alla propria erezione che pulsava
quasi dolorosamente.
“Ti prego…” gemette, ma Kraal continuò a bagnarlo e lubrificarlo.
Soren chiuse gli occhi quando Kraal gli sollevò i fianchi e gli separò le
natiche con una mano, il ragazzo divaricò maggiormente le gambe, senti la punta
del sesso del suo amante premere ed penetrare dentro di lui, aprirlo e farsi
strada nelle sue viscere, gemette per un po’ di dolore, Kraal continuò ad
affondare finché non fu completamente dentro.
Rimasero fermi per qualche istante infine Kraal prese a muoversi facendo muovere
anche Soren insieme a lui.
Gemendo entrambi di quel piacere che li univa, Kraal afferrò il membro di Soren
e lo manipolò con forza, quando entrambi stavano per giungere alla fine, Kraal
rallentò le spinte ed il massaggio.
Soren emise un grugnito contrariato, ad ogni spinta si sentiva al limite, ma non
veniva appagato, Kraal lo stava facendo impazzire, non ce la faceva più.
Kraal uscì quasi completamente da Soren e con un spinta repentina affondò nella
carne tenera del principe che gridò di sorpresa e per il violento orgasmo che lo
travolse, sentendo il calore bagnato di Kraal invaderlo.
Crollò esausto ed ansante sul materasso, Kraal scivolò fuori dal suo corpo e si
stese con un tonfo al suo fianco.
Il principe volse la testa verso Kraal “E’ stato travolgente” mormorò con un
sorriso.
Kraal si girò su un fianco accarezzando la schiena sudata di Soren, gli sorrise.
“Dove ha la camera tuo padre?” domandò un po’ preoccupato, avevano fatto
parecchio rumore.
“Nell’altra ala del castello a sud, non ti preoccupare non può sentirci e poi
starà già dormendo” rispose Soren allungando una mano fino a sfiorare il viso di
Kraal, che coprì meglio entrambi.
“Hai ancora freddo” gli chiese.
“Non più… e credo di avere anche sonno adesso” sussurrò chiuse gli occhi e
sospirò sentendo Kraal che gli si avvicinava e lo abbracciava scivolò nel mondo
dei sogni.
***
Il silenzio pesante che si era creato tra loro era rotto solo dai loro respiri e
dal canto degli uccelli fuori dalla finestra che salutavano la primavera.
Soren sedeva ad un capo della lunga tavola in una delle sale, i gomiti
appoggiati sul freddo legno, le mani intrecciate, la fronte appoggiata ad esse,
gli occhi chiusi, cercando di mantenere la calma e trattenere le lacrime.
“Perché?” riuscì solo a pronunciare.
Kraal stava davanti a lui immobile lo fissava ed aspettava una qualunque
reazione a ciò che gli aveva appena detto.
“Non posso restare qui per sempre” rispose.
Soren sbatté le mani sul tavolo alzandosi tanto repentinamente da far cadere la
pesante sedia su cui era seduto, che cadendo produsse un suono sinistro che
riecheggiò sulle pareti di pietra.
“Sì che puoi, se solo tu volessi” gli sibilò contro Soren arrabbiato, ma
soprattutto deluso.
Kraal gli si avvicinò ed allungò una mano per toccarlo, ma Soren si ritrasse
facendo un passo indietro.
“Dove andrai?” domandò Soren in un sussurrò.
Kraal scosse la testa.
“DIMMELO!” gridò Soren stringendo i pugni tanto forte che le nocche sbiancarono.
“Alla Torre Nera”
Il principe sgranò gli occhi “Non stai dicendo sul serio. La Torre Nera è un
luogo proibito, chi vi si è recato non è più tornato indietro” mormorò Soren
appoggiandosi al tavolo per non cadere.
“Quella è la mia destinazione, laggiù ci sono molti libri di magia…”
“Tu rischi la tua vita per la magia”
sussurrò Soren sollevando lo sguardo su Kraal lo vide annuire, chiuse gli occhi
sopraffatto dallo sconforto, non poteva competere con un simile nemico.
“Hai compiuto la tua scelta, non ho il potere per fermarti” bisbigliò “Sarò di
nuovo solo”
Kraal si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla “Non sei solo, hai tuo padre,
tua sorella…”
Soren rise, un risata amara, forzata “Non prendermi in giro, hai capito
benissimo cosa intendo”
“Un giorno tornerò” sussurrò Kraal attirandolo a sé abbracciandolo forte.
“So già che mi mancherai. Portami con te”
“No, è troppo pericoloso”
“So badare a me stesso… non ti sarò di peso…”
“No, Soren, no”
Kraal gli tirò indietro i capelli e gli baciò la fronte “Ti amo, questo non è un
addio, bensì un arrivederci” sussurrò sulle labbra di Soren prima di
sfiorargliele con le proprie.
Soren tenne gli occhi chiusi fino a quando non sentì la porta chiudersi dietro
le spalle di Kraal; raggiunse la finestra ed attese, vide Kraal passare ed
allontanarsi lo osservò fino a quando scomparve alla sua vista.
Aveva affrontato parecchi giorni di viaggio seguendo una mappa e le indicazioni
che gli erano state date.
Quando giunse alla Torre Nera era ormai il crepuscolo, quel luogo metteva i
brividi anche al più coraggioso dei cavalieri.
Kraal si fermò di fronte ad una immensa porta di legno nero al lato della quale
pendeva una catena, il giovane l’afferrò e la tirò. Il suono di una campana
echeggiò nella torre, pochi istanti dopo la massiccia porta si aprì.
Kraal varcò la soglia ed entrò in una stanza buia, la porta alle sua spalle si
chiuse con un tonfo sordo.
“Ti stavo aspettando, giovane mago”
Kraal si guardò intorno cercando il proprietario di quella voce.
“Sei disposto a tutto per la magia ed il potere?” lo interrogò.
Kraal socchiuse gli occhi non distingueva nulla in quella oscurità.
“Mostrati, voglio guardare negli occhi il mio interlocutore” disse con
impazienza.
“Prima rispondi alla mia domanda: sei disposto a rinunciare a qualunque cosa per
la magia?”
“Sì!” mormorò al nulla che lo avvolgeva, quel luogo sembrava rischiararsi
indietreggiò quando di fronte a lui apparve una massa scura, senza forma, un
ombra nera.
“La scelta è compiuta. Il tuo destino adesso, è mio!”
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