Genere: fantasy, yaoi |
Raiting: NC-17, angst |
Pairing:
AtrasXSenha, NerekXIstel, AtrasXNerek |
Disclaimers: i personaggi di questa storia li ho creati io, quindi mi appartengono. |
White heart
di Bombay
XII.
Nerek
Non credevo
che la gelosia avesse un sapore tanto amaro.
Non riesco a
stare fermo, vorrei essere ovunque tranne qui.
Atras e
Senha sono tranquilli parlano e ridono. Di tanto in tanto lui si volta verso di
me e sorride.
Svuoto
l’ennesima coppa di vino che prontamente viene riempita da un servitore alle mie
spalle.
Lui ama me
non lei, anche se in questo momento sembrano così felici.
Farò
l’amore con lei solo per generare un figlio e quando questo avverrà tutto
tornerà come prima.
Queste sono
le parole che mi ha sussurrato dopo aver fatto l’amore con me.
Il banchetto
prosegue, una pietanza prelibata dopo l’altra, il padre di Atras non ha badato a
spese, è al settimo cielo ed anche la regina è radiosa.
Le tre
principesse hanno avuto il permesso di restare per buona parte del banchetto
nuziale.
Dalla sala
si leva un ovazione: i due giovani sposi si stanno baciando. Distolgo lo sguardo
non voglio vedere.
La serata
prosegue, dei giullari si esibiscono, sono bravi, non c’è che dire, ma non sono
dell’umore adatto per apprezzare il loro talento.
Atras si
avvicina a me, mentre sorseggio del vino.
“Ogni volta
che alzo lo sguardo su di te stai bevendo” il suo lieve tono di rimprovero mi
infastidisce enormemente.
“Non stai
esagerando, Nerek?”
Solevo la
coppa nella sua direzione “Sto brindando agli sposi!” ribatto con voce non
troppo ferma.
“Sei
ubriaco” mormora posandomi una mano sulla spalla.
La scosto
bruscamente “Come la metà dei commensali, puoi biasimarmi per questo?”
Trangugio il
vino rimasto pulendomi la bocca con la mano “Guarda la tua sposa ti chiama. E’
giunta l’ora di consumare questo matrimonio. Dimostra a tuo padre ed al tuo
popolo che sei un uomo” sibilo cattivo alzandomi e per fortuna le mie gambe non
mi tradiscono.
Atras mi
fissa ferito, ma non ribatte si allontana e raggiunge Senha.
Esco da quel
luogo e gli schiamazzi mi seguono per un lungo tratto.
L’aria
tiepida della primavera mi accarezza come un amante.
Cammino per
le strade in festa. Ovunque mi volti, tutto mi rammenta quello che sta accadendo
al castello.
Entro in una
taverna, l’aria è pervasa dal fumo, dall’odore di cibo e di corpi sudati. Birra
e vino scorrono a fiumi, formose e discinte prostitute offrono i loro favori per
una notte.
Mi siedo su
uno sgangherato sgabello al bancone, l’oste mi conosce.
“Dammi ciò
che hai di più forte”
Mi fissa per
un momento poi mi riempie il bicchiere.
In un sorso
trangugio il liquore che mi brucia la gola.
“Ancora”
mormoro rauco.
“Un uomo che
beve da solo durante una festa come questa deve essere sicuramente afflitto da
una pena d’amore”
Sollevo la
testa, una formosa ed affascinante bruna mi sta davanti. Qualcosa scatta in me.
- Perché no? - penso tra me ed un immagine attraversa
la mia mente: Atras che giace con sua moglie.
“E voi avete
la cura per questo male?” domando con un sorriso obliquo.
“Oh sì!”
posa la sua morbida mano, sulla mia guancia accaldata dal troppo vino. So già
che domani mi pentirò di quello che sto per fare. Scaccio questo fastidioso
pensiero posando la mia mano sulla sua, portandomela alle labbra.
“Andiamo di
sopra” mi invita lei ed io, senza esitare, la seguo.
Atras
Sono molto
preoccupato per Nerek, non riesco a togliermi dalla testa la sua espressione
ferita.
Chiudo gli
occhi, Senha mi bacia dolcemente, ho un dovere da assolvere e non posso
sottrarmi.
E’ da molto
che non sto con una donna, spero di essere all’altezza.
La sospingo
piano sotto di me, le accarezzo i seni tondi e sodi. Le sue mani mi percorrono
la schiena ed un brivido di eccitazione mi attraversa.
Esploro il
suo corpo con le mani e con le labbra, la tocco intimamente e lei geme
mordendosi le labbra. Sussurra il mio nome mentre mi guida in sé.
Chiudo gli
occhi ed oscillo i fianchi procurando onde di piacere ad entrambi.
Mi
immobilizzo per un momento riversando il mio seme in lei, mi stendo al suo
fianco, si accoccola contro di me e posa la sua testa castana sul mio petto, le
passo le dita tra i capelli biondi, sospira piano.
“Atras…”
sussurra sollevandosi un poco per guardarmi in viso.
I suoi occhi
castani mi scrutano non dice nulla, si limita a baciarmi le labbra.
Nerek
Mi lascio
condurre su per le scale. Ho la testa leggera non sono mai stato con una donna
prima d’ora.
“Qual è il
tuo nome?” domando curioso.
“Istel”
sussurra prima di coprire la mia bocca con la sua. Si spoglia, affondo il viso
tra i suoi seni grandi e morbidi.
“Sembra
quasi che non siate mai stato con una donna”
“E’ così”
sussurro.
Sorride
sorpresa, mi umetto le labbra.
“Ho avuto un
altro genere di rapporti” spiego accarezzandole la pelle, lei sembra capire a
cosa mi riferisco, distolgo lo sguardo dal suo, nella mia mente ancora le
immagini di Atras e Senha.
“Per questa
notte, fammi dimenticare lui. Voglio perdermi in te. Insegnami” bisbiglio.
Mi spoglia e
le sue abili dita ridestano il mio corpo.
Si mette a
cavalcioni su di me, mi accoglie in sé, le afferro i fianchi, mi impone un ritmo
scandito e lento.
E’ strano.
E’ diverso. E’ bello.
La mia mente
annega nel piacere. Giaccio tra le lenzuola senza fiato.
Ritorno al
castello che è l’alba. Raggiungo per miracolo la mia stanza e crollo sul letto.
La luce del
sole mi ferisce gli occhi, la testa mi pulsa in maniera indecente, sto
malissimo, ho lo stomaco a pezzi.
“Hai un
aspetto orribile!”
La voce di
Atras penetra la mia testa dolorante e l’angoscia mi attanaglia lo stomaco
accentuando il senso di nausea.
“Dove sei
stato? Una delle guardie mi ha detto che sei rientrato all’alba.
“Non sono
fatti tuoi” grugnisco lasciandomi cadere sul materasso con un lamento.
Si accosta
al letto e mi sfiora i capelli.
“Non
toccarmi” sbotto brusco allontanando la sua mano, la tunica scivola dalla mia
spalla.
“Questo
cos’è?” domanda afferrandomi per l’indumento tirandomi a sedere.
Mi divincolo
con malagrazia restando seduto a gambe incrociate.
“Sono stato
in città nella taverna del Lupo bianco,
li ho conosciuto Istel...”
I suoi occhi
si allargano per lo stupore.
“Abbiamo
passato la notte insieme, non scendo nei particolari, non sarebbe dignitoso”
sibilo cattivo.
“Devo dire
che è proprio brava nel suo mestiere, ne ho parecchi di questi, in zone anche
più intime”
Voglio
ferirlo, come mi sono sentito ferito io.
“Ti confesso
che mi è piaciuto molto”
Il pugno
arriva violento ed improvviso, amplificando il dolore alla mia testa.
“Idiota”
sibila lasciando la stanza.
Inizio a
ridere, me lo sono proprio meritato. Continuo a ridere sempre più forte fino a
quando la mia folle risata si trasforma in un singhiozzo.
Atras
Sbatto la
porta ed inizio a camminare avanti ed indietro. Sono infuriato, ma soprattutto
deluso.
Non mi
aspettavo che Nerek si abbassasse a tanto, non dopo tutto quello che lui ed io
abbiamo passato.
Sono così
immerso nei miei pensieri che non mi accorgo di Senha fino a quando non mi posa
una mano sulla spalla.
Sospiro
scuotendo la testa, per colpa di mio padre siamo tre persone infelici.
“Cosa è
successo?” domanda sedendosi davanti a me.
Le racconto
il mio scontro con Nerek, quello che ha fatto, di quanto sono geloso e quanto
tutto questo mi ha fatto arrabbiare.
“Se fosse
stato Nerek, al tuo posto, cosa avresti fatto?” domanda posandomi una mano sulla
mia.
“Credo
impazzirei per la gelosia, non lo so, impedirei in qualunque modo che accadesse”
Senha
sorride “Nerek si è mai opposto? Nonostante tutto ha accettato tutto questo. E’
un grande atto d’amore nei tuoi confronti”
Ha ragione,
dolorosamente ragione.
“Sai che è
probabile che dovremo tentare ancora, questo Nerek lo sa. E’ stata una debolezza
da parte sua, non lo giustifico, ma lo comprendo” prosegue con un triste
sorriso.
“Va da lui
ora, ha bisogno di te”
Annuisco
seguendola fuori dalla stanza.
Entro in
quella di Nerek.
Dorme
rannicchiato su un fianco, ha i capelli arruffati li accarezzo piano.
Ha le
guance umide di pianto, si muove un poco e socchiude gli occhi: due specchi
d’argento colmi di tristezza, si irrigidisce scostandosi di lato.
Sorrido
allontanandogli i capelli dal volto pallido.
“Come ti
senti?”
“Male”
bisbiglia.
“Ho chiesto
ad Abigaille di prepararti un infuso”
“Grazie”
mormora rilassandosi un poco.
“Perdonami”
bisbiglia.
“L’ho già
fatto” rispondo baciandogli la fronte.
Abigaille
porta l’infuso e dopo averlo bevuto, Nerek si stende con un sorriso.
Lo copro e
resto con lui finché non si addormenta sfinito.
Passo buona
parte della giornata in biblioteca fuori diluvia da ore.
“Volevo
andare a caccia, ma pare proprio che il tempo non sia dalla nostra parte”
Nerek si
siede al mio fianco, prende un libro sfogliandolo distrattamente.
“Ci andremo
domani” gli assicuro.
Annuisce.
“Ti senti
meglio?”
“Sì,
l’infuso di Abigaille è stato miracoloso”
Sorrido
chiudendo il libro.
“Atras,
resta con me questa notte” sussurra, un brivido di anticipazione mi attraversa
la schiena.
“Sì”
Si avvicina
e mi bacia le labbra con infinita dolcezza.
Gli passo
le dita tra i capelli e so che conterò i minuti che mi separano da questa notte.
Nerek
Ho
disseminato la stanza di candele, che creano un’atmosfera magica e dorata.
Mi libero
degli abiti e mi avvolgo in una frusciante veste da camera blu notte.
Fuori
continua a piovere e l’odore della terra umida è dolce e primitivo.
Mi lascio
cadere sul letto sistemandomi tra i cuscini, in attesa.
Atras entra
e si chiude la porta alle spalle abbassando il chiavistello.
Sale sul
letto carponi, avanzando verso di me, si protende e mi bacia.
Mi perdo
nella sua bocca calda ed umida.
Con in
gesto mi apre la vestaglia, sorride scoprendo che sotto di essa non indosso
nulla. Armeggio con i lacci della sua camicia e la sfilo, vagando sul suo petto,
con le mani e con le labbra.
Gettiamo di
lato gli abiti con urgenza, abbiamo bisogno di questo contatto, di questo
amplesso.
Io ne ho un
disperato ed assoluto bisogno. Mi metto carponi, la sua bocca è sui miei lombi
ed io fremo quando la sua lingua sfiora la mia apertura, mugolo chiedendo di
più.
“Atras, ti
prego”
Il suo
fallo si fa strada in me, completandomi.
Le sue
spinte sono lente e regolari, la sua mano mi accarezza con forza.
Dimentico
tutto ciò che è accaduto, ci siamo solo lui, io ed il piacere che ci stiamo
donando.
Grido
venendo. Atras mi invade con il suo liquido caldo e denso.
Si sdraia
sopra di me, siamo ancora uniti. Il suo respiro affannoso mi solletica il collo.
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