Traiettorie

 

Frank Owen Gehry nasce nel 1929 a Toronto da famiglia della piccola borghesia ebrea, sviluppa fin da piccolo la passione per i negozi di ferramenta e lavora spesso in quello del nonno, è così che impara ad avere confidenza con i materiali. Emigra a Los Angeles , si dedica all’urbanistica e lavora a Parigi per 1 anno. Apre uno studio in L.A. nel 1962 e per 15 anni lavora in modo serio e impegnato senza però essere soddisfatto né riuscire ad affermarsi.Tra il 1977-78 ha una forte crisi che lo porta in analisi e lo conduce ad una “rifondazione” delle sue scelte di vita e professionali: chiude lo studio,costruisce una casa per se’ e la sua nuova famiglia.
Pe capire l'architettura di Gehry bisogna capire il significato che lui attribuisce a questa e non l'apparenza analizzando cinque punti chiave:

ASSEMBLARE

Casa Gehry, Santa Monica 1978
Gehry acquista una casa in stile olandese e successivamente la modifica. Avvolge l'edificio con una struttura ad elle comprendente cucina e soggiorno.Un lato rimane intatto (è occupato sui due piani da camere da letto sui fronti opposti con bagno al centro) ma sugli altri tre scatta la novità. Nasce un sentire informale, disadorno, povero, planare. Lo chiamerà cheapscape. Si instaura una dialettica tra vecchio e nuovo in cui il meccanismo progettuale è governato dalla sintassi e dalla tecnica di ASSEMBLARE. In quel periodo, la casa fu vista come una bizzarra eccezione nella generale tendenza postmodernista e riscopritrice delle tradizioni..

Gli interni sono continui, drammatici, teatrali; i materiali, grezzi e industriali, si insinuano dai fronti agli spazi interni: addirittura l'asfalto stradale diventa il pavimento della cucina.

SPAZIARE

Grazie alla conoscenza di Charles Moore che concepisce l'architettura come spazio intercluso, in Gehry inizia a nascere una nuova idea formativa in cui la vera cosa impostante è lo spazio intercluso tra gli elementi architettonici. Tutto ciò si oppone all'atteggiamento modernista che privilegia le forme pure. La forma può essere narrativa ed evocativa. In questo modo, proveniente dalla tradizione del campidoglio di Michelangelo, si crea lo spazio tra le cose, si spazia e si invade il territorio. Questa tecnica era stata abbandonata perché legata al termine di teatralità e scenografia ma Gehry. la reinterpreta e pone un valore nello spazio tra i volumi. C'è vitalità in questa operazione. La prima cosa è legare questi spazi alla chiave moderna.
Lo spazio assume la sua centralità e il volume deve esser riconoscibile raccontabile e deve avere una sua fisionomia.
Deve vincere la logica del paesaggio e perciò deve esser riconoscibile.

La opere rappresentative di questa fase sono: CASA PER UN FILM MAKER A LOS ANGELES 1981

Pezzi isolati e riconoscibili (la torretta della camera, il padiglione-ospiti con appeso lo schermo, la serra del soggiorno) danno forma, come in un villaggio, agli spazi all'aperto.

Padiglione ospiti, Residenza Winton, Wayzata (Minnesota) 1983-1987

Opera emblematica della metà degli anni Ottanta. Vi si condensa un uso "narrativo" della composizione per volumi, una ricerca tattile sui contrasti dei materiali, uno svolgersi dinamico della pianta e delle forme che affonda nel sentire a-prospettico del Romanico. Il programma è minimo: due camere da letto complete, una zona soggiorno, dei locali tecnici che possono anche funzionare da piccola cucina, da deposito o da garage. L'architettura invita a scoprire visuali sempre nuove e tentare di interpretare la natura geometrica dei singoli volumi (che all'interno dettano inedite spazialità). Nell'insieme una risposta difensiva, ma validissima, allo storicismo allora imperante.

 

SEPARARE

Nel 1983 scopre le forme generate da un taglio con il " bisturi ", per far nascere non solo nuove forme spaziali ma anche plastiche.

Il progetto tipico di questa fase è un edificio misto comprendente residenze, uffici e negozi caratterizzato da volumi che ruotano uno rispetto all'altro. Nei volumi sono anche presenti delle fessure che assolvono a determinate funzioni. Ci sono, inoltre, forme evocative.

Centro commerciale, uffici e uuseo Edgemar, Santa Monica 1984-1988

L'idea che risolve uno stimolante programma (negozi, uffici, un ristorante, un piccolo museo) è lo scavo del blocco edilizio, come fa una forra in una massa tufacea. Dalla strada si dipartono due rigagnoli che si congiungono in una piazzetta interna dove arriva la rampa dal parcheggio e si aprono altri invasi, piazzette e vicoli formati dalla riabilitazione di alcuni fabbricati esistenti.

All'incunearsi del percorso verso l'interno, Gehry associa una scoppiettante eruzione di eventi. I materiali (intonaco, pannelli galvanizzati in metallo o in rame), i volumi (lucernari o terrazze e scale racchiuse dalle reti) e forme libere che incorniciano il cielo fungono da richiami e creano una avvolgente creazione tridimensionale modellata dal movimento dei fruitori.

Museo California Aerospace, Los Angeles 1982-1984

Due intuizioni alla base del progetto: da una parte dividere lo stretto edificio (che si addossa al fabbricato esistente che ospita il resto dell'esposizione) in tre parti. All'interno la distribuzione crea passerelle che si protendono nei due grandi invasi a tripla all'altezza, all'esterno un edificio in stadi, come un missile sdraiato suddiviso nelle sue diverse camere di combustibile. Seconda intuizione è il ruolo della scultura quale segnale, simbolo, evento. Memore del cavaliere di Scarpa, Gehry incastra un aereo all'esterno del museo.


 

FONDERE

Come nelle operazioni Booleane, riesce a fondere i volume e gli spazi dando vita a nuovi paesaggi.

Nel museo Guggenheim di Bilbao 1991-97 il sito è stato scelto dallo stesso Gehry, è un’intersezione caotica urbana, lungo il fiume, con numerosi edifici industriali dismessi, scelta giustificata dalla consapevolezza che esistono paesaggi secondari che hanno la capacità di accogliere un’architettura che possa risolvere un problema urbano (urbanscape), basandosi sull’apertura allo spazio e al movimento che irradia su scala urbana. Parole chiave per la sua lettura: traiettoria (la fusione genera direzioni nuove), simbolo o Cattedrale ( meta di pellegrinaggio segnalata da un campanile simbolico), iperfunzionalismo ( libertà delle forme in rapporto con un altissimo livello di funzionalità).


Nel progettare, Gehry, assume un atteggiamento scultoreo.

Un atrio di 50 metri di altezza consente grandi installazioni e disimpegna tre livelli di gallerie, un ampio ascensore e i vari corpi espositivi. Gli uffici, i depositi e le altre funzioni si inseguono per terminare con un corpo allungato e arcuato, alto 30 metri e lungo più di 100, che si incunea sotto il ponte de la Salve. Gehry concepisce in rapidi schizzi e, in successivi bozzetti, plasma la materia, verifica gli spazi, gli effetti tridimensionali, il gioco dei cavi e dei pieni. Realizzato un modello soddisfacente si può digitalizzarlo e realizzare un nuovo modello, questa volta elettronico, che sarà la base di migliaia di altre verifiche e modifiche. La più potente macchina inventata dall'uomo comincia a mantenere, anche per l'architettura, le sue promesse.

LIQUEFARE

Scioglimento della forma.

Salvador Dalì

Casa Lewis, Clevaland, Ohio 1989-1995

Gehry e il novantenne Philip Johnson progettano la casa senza reti, per rigenerarsi. Il programma di 2200 mq prevede un misto di aree pubbliche e di aree private per la ricca famiglia e diversi per gruppi di ospiti. L'ultima di una serie numerosissima di versioni, ha quattro igloo (pranzo, soggiorno, camera da letto, studio) che si rifrangono su uno specchio d'acqua. Questi volumi fuoriescono da un meandrico drappeggio che termina su un lato con il garage (con sopra la casa del personale) e sul lato opposto con la vasca per il nuoto. Sull'altro lato un pezzo meccanico (una specie di casa eremo) si incastra nella hall-galleria, mentre isolata è la casa degli ospiti. Come un guanto continuamente girato su stesso interno e esterno si mescolano e un sentire sottomarino, fluido, marsupliale emerge. Si è inaugurata una nuova fase o è solo un espe-rimento? Questa casa in continua evoluzione riporterà, per una nuova via, al non finito che aveva segnato il vero esordio di Gehry a Second Street?

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