TV, LA MORTE DI DE COUBERTIN,
E DELLA SPORTIVITA'

il peggio venuto dal tubo catodico






________________________di Malaman________________________

Che dire delle trasmissioni sportive dei vari parolai Biscardi, Mosca, Galeazzi, Mattioli e Mazzochi, con le analisi puntuali di grandi maestri del calcio come la Marini (l'amante di un altro genio del calcio che a Firenze userebbero come palla in un match di calcio fiorentino sotto Palazzo Vecchio), la Parietti e la Casalegno che in ogni trasmissione sfoggia la sua barzelletta sui coreani che fa ridere solo lei.
L'amore è cieco... ma ha una buona pensione di invalidità Posto che il sottoscritto non ha mai avuto lo stomaco per assistere a queste trasmissioni per più di mezz'ora al giorno sono riuscito a sentire le assurdità più inimmaginabili. Se dovessi interpolare le vaccate che ho sentito in quei pochi minuti per tutti i minuti trasmessi mi viene il voltastomaco.
La tristezza viene anche solo nel vedere il mediocre tentativo di Biscardi di esordire ogni volta in trasmissione con l'inno di Mameli che viene cantato in studio con una mano sul cuore e l’altra con il testo su un foglietto sgualcito che mostra tutta la loro ignoranza e ipocrisia.
"Ah, vergogna, questi calciatori che non cantano l'inno". Vergogna perché? Anche Ciampi alla vigilia della partenza aveva detto degli azzurri: "cantate l'inno solo se ve lo sentite nel cuore". Per una volta la coerenza ha preso il sopravvento: non credo che Totti abbia nel cuore l'Elmo di Scipio. "Che è, se magna?".
Il culmine naturalmente è stato il giorno dopo la Caporetto di Daejon. Secondo Biscardi &C la federazione italiana avrebbe dovuto privare Collina del giorno più importante della sua vita, la finale del mondiale, oppure, come sostiene anche Costanzo, il Trap avrebbe dovuto ritirare la squadra decretando la parola fine del nome Italia nel mondo dello sport.
Ahi, ahi... l'Italia l'ha preso nell'Ahn E si esulta portando in trionfo Gaucci, presidente del Perugia Calcio, che non ha riscattato il suo giocatore coreano Ahn, reo, udite udite, di aver segnato a un'italietta dalla difesa di burro.
"Non posso avere in squadra" disse Gaucci al Pro-Cesso di Biscardi "questo giocatore, che reputo non più di una riserva di una squadra di bassa classifica, che dopo essere venuto nel nostro Paese con in mano pane e salame, una volta riempito di miliardi da noi, si permette di umiliarci in questo modo con quelle dichiarazioni". Per dichiarazioni allude a quelle "gravissime" dello stesso Ahn, alla vigilia della partita, mentre mezzo stampa spronava i suoi sostenendo che quest'anno aveva avuto l'occasione di conoscere i calciatori italiani e che batterli non era impossibile. Cosa che poi, tra l'altro, è stata sostenuta dagli stessi saputelli del Pro-Ciesso negli stessi giorni, dicendo che sia in Champion's League che nelle altre competizioni internazionali l'Italia ha ottenuto mediocri risultati. Ma se lo dice Ahn è un traditore...
Successivamente, sempre al Pro-Cesso, Gaucci si accorge delle vaccate che dice e aggiunge: "Ahn oggi in campo ha fatto il suo dovere, non ha colpe. Ma un segnale va dato a favore del calcio italiano. Preferisco far giocare Gatti, Ahn resti in Corea".
"Bravo, bravo! E' vero, ha ragione! Un Eroe!" si leva al cielo negli studi di La7. E si accondisce anche alle dichiarazioni di Di Livio su Moreno: "se lo vedo gli tiro un pugno in faccia senza esitazione". Ma sì, diffondiamo questo verbo, chissà che i bambini imparino da quelli che vedono come eroi, degli esempi di vita.
Ahi, ahi... l'Italia l'ha preso nell'Ahn E le testate più importanti della carta stampata non sono da meno; si sfogano paventando complotti, mafie (senti da chi vien la predica) e minacce. «Ladri», titola TuttoSport; «Scandalo Corea» è il titolo del Corriere dello Sport, che assicura "un complotto arbitrale contro di noi e a favore di Corea e Giappone" senza mettere sul piatto uno straccio di prova. Prove che gli stessi giornali mettevano in bocca a Carraro, presidente FIGC, che invece s'è congedato con un semplice e infantile "ha perso il calcio".
Cosa dovrebbero dire allora i belgi (che al gol annullato dell'1-0 col Brasile hanno risposto con un "fa parte del calcio") o gli spagnoli, che hanno sfogato la loro eliminazione, molto più ingiusta di quella italiana, con titoloni sui giornali ma solo il giorno dopo. Chissà invece quanto durerà l'iracondia italiana.
"Italia, primo passo verso il mondiale", "E uno!" si titola trionfanti dopo la partita col modesto Ecuador. Ma non hanno insegnato loro a non vendere la pelle dell'orso prima di averlo preso? Infatti la strafottenza subito crolla: "Basta vincere", si titola dopo la Croazia. "Ladri", dopo la Corea.
Mentre da Biscardi si urla, su RAI 1 va in scena una specie di "Buona Domenica" del calcio dal nome presuntuoso: «Notti Mondiali». Si canta, si balla, si chiacchiera del più o del meno, si raccontano barzellette, si duetta a battute tra Crapa Pelata Mazzocchi e Bisteccone Galeazzi più sudato che mai. Vengono invitati e intervistati i fratelli, le mamme, i cugini e i parrucchieri dei calciatori "impegnati" nel mondiale Nippo-Coreano.
E avanti con Bruno Vespa a indignarsi, con una Luisa Corna penosamente vestita da "Italia", per il mancato coro ipocrita dei giocatori al suon della marcetta di "Fratelli d'Italia". Poi l'invidia verso gli altri che lo cantano sciama quando viene proposto l'inno spagnolo al quale i giocatori iberici rimangono muti. Grandi applausi. Grazie tante, ma non vi siete accorti che l'inno spagnolo le parole non le ha?
Ogni tanto nel bel (parola grossa) mezzo della trasmissione, col ruolo di opinionista, spuntava, a mo' di musetto della bavosa di Laurenti, la sagoma di Cesari, uno degli arbitri più contestati della storia del calcio per le sue "sviste" e "leggerezze" che costarono, fino a pochi giorni prima, ore e ore di dibattiti sul pro o contro la moviola, sulle sospensioni per gli arbitri che sbagliano e chiacchiere del genere.
Cesari è abituato alle chiacchiere dei Bistecconi e dei Pro-Ciessi e spezzerà una lancia per i suoi colleghi. Macché! Il buon Cesari parla di "gravi errori che non dovrebbero mai accadere, di scandali e di decisioni imperdonabili". Ah ah ah. Dio solo sa quali mirabolanti cantonate prenderà il prossimo campionato.
Collina, il professionista non di chiacchiere Con un fornello sotto al sedere per l'invidia, a denti stretti sparge petali di rosa sulla figura del collega Collina che diventa giorno dopo giorno sempre più un eroe. E sia lo studio sia la platea belante si aggrega al coro di elogi e penso a Moggi che davanti alla televisione si rantolerà in preda alle convulsioni. Collina infatti diventa un superuomo infallibile e nessuno rammenta ad esempio i due rigori di Udinese-Roma.
Servizi su servizi, interviste su interviste... vuoi vedere che il famoso Elmo di Scipio in realtà è la pelata di Collina?




9 gennaio 2003 - a distanza di quasi un anno la RAI ospita in una sua trasmissione Byron Moreno, intervistato da José Altafini con domande comprensibilmente piccanti. Per rispondere alle odiose domande fatte con i conti in tasca dell'arbitro equadoreño, Moreno è costretto ad esibire scontrini e documenti. E' così che funziona in Italia: occorre esibire le prove per difendersi dalle calunnie mentre sono superflue per incolpare qualcuno.
Il tutto s'è detto per cercare di sdrammatizzare ulteriormente le cose anche se non sono certo gradevoli certi slogan definiti "satira", del tipo "Byron, Byron Moreno, ti pigliasse sotto un treno...".
Ma l'essersi prestato all'ennesima presa per il :beep: non basta a far tacere gli accidiosi giornalisti italiani. Durante la successiva trasmissione di Chiambretti, è ospite Fabrizio Maffei, conduttore della trasmissione preferita dai calciofili italioni, "90° minuto".
Il giornalista nei panni di tifoso o il tifoso nei panni di giornalista (non si riesce bene a capire) è riuscito ad uscire con affermazioni assurde, tipiche di chi, come questi giornalai romanofili sono soliti dire, "glie rode".
"Erano passati ormai sette mesi e pensavamo di aver digerito l'eliminazione. Invece dopo aver rivisto Moreno lo odio ancora di più". E' abominevole che un giornalista usi termini come "odio" verso uno sportivo.
Ma ciò non basta, nemmeno dopo le spiegazioni precise ad ogni domanda secondo il punto di vista di Moreno. Come un bambino urlante con le dita nelle orecchie, Maffei infierisce: "non credo alla valigetta di documenti che ha portato", "non credo alla macchina che definisce utilitaria usata" (come altro definire allora secondo questo esimio saputello una Opel Corsa di seconda mano?), "meritava un gavettone più sostanzioso che fatto d'acqua". Ma complimenti. Ci vediamo alla prossima puntata di 90° minuto con l'ipocrita richiamo al fair play, pagliaccio!

Per concludere una frase dello stesso Moreno:
"Ci sono tre categorie di persone che non sbagliano: quelli che non sono nati, quelli che sono morti e quelli che non fanno niente".



in sottofondo: il trionfale inno della Corea del Sud
Cam-sa-ha-mi-daa Korea !