Capitolo I

L'ULTIMA GUERRA DEGLI EROI

 

1 - SITUAZIONE PRIMA DELLA GUERRA

Fu proprio qui, nel cuore di un'Europa travagliata dall'incombenza di guerre intestine di unificazione ma nello stesso tempo di indipendenza, dove ancora sovrasta l'incubo dell'invasione napoleonica, che scoppia la miccia che porterà altri paesi all'interventismo. Più specificatamente fu un fatto, l'assassinio a Sarajevo del arciduca Francesco Ferdinando, un caso apparentemente isolato ma che cela dietro di sé una storia umana in bilico tra sa stessa e la ragion di stato: la figura discussa dell'Imperatore Francesco Giuseppe I. Benché richiami irredentisti e immagini liberatrici quali le fasi delle guerre d'indipendenza italiane e ceche possano far pensare a un sovrano tiranno e spietato, in realtà questo impenetrabile Kaier asburgico rimane nella mente e nel cuore di molte popolazioni dell'ex Impero come il miglior sovrano che l'Europa abbia conosciuto, tanto che tutt'oggi in un paese del Friuli viene ancora festeggiato il suo compleanno in segno di ammirazione e di ringraziamento. Per Francesco Giuseppe, l'Imperatore doveva essere la persona che, indicata da Dio, rappresentasse lo Stato, istituzione composta, oltre che da territori, soprattutto da popoli con le proprie esigenze e le proprie identità. Era dunque impensabile per lui essere uomo, spinto dai vizi e dalle licenziosità che hanno caratterizzato i sovrani francesi poi ghigliottinati. L'Imperatore era colui che doveva dare l'idea della protezione, l'esempio che avrebbe guidato i popoli al benessere e, al limite, alla redenzione dato che ciò che rappresentava era subordinato direttamente da Dio. Per questo le autonomie e gli emendamenti costituzionali che le varie regioni chiedevano erano, al limite del possibile, sentitamente o forzatamente, concesse. In quel "mondo retrivo" (come viene spesso appellato erroneamente il periodo della dominazione asburgica ante-bellica), infatti, oltre ad essere stato completamente debellato l'analfabetismo dall'anno 1900, (e la cultura dell'Europa attuale ha le sue radici nella Mitteleuropa), i popoli dell'Impero parlavano la propria lingua e le Leggi venivano pubblicate in tutte le lingue. Nel Veneto, prima che venisse annesso all'Italia, c'erano addirittura governatori e generali che, pur essendo spesso moravi piuttosto che carinziani, si esprimevano in perfetto dialetto veneto. Perfino la potentissima flotta di San Marco aveva in cima all'albero maestro l'appariscente stendardo del leone con la spada, oltre che il vessillo imperiale giallo-nero. La Costituzione austro-ungarica era una delle più liberali dell'Europa di quei tempi. L'Ungheria aveva un proprio parlamento e un proprio regno, il cui sovrano era comunque Francesco Giuseppe; altre regioni avevano il loro Landstag, attraverso il quale emanavano leggi locali specifiche di quella regione; il Tirolo aveva addirittura un proprio esercito autonomo, gli Schützen. Dopo il "Compromesso" del 1867 e la divisione dell'Impero in Cisletania e Transletania vennero create due costituzioni, due governi e due presidenti del Consiglio (il Reichstag), appartenenti sempre all'impero asburgico "Ganz, Einig, Groß" (Intero, Unito, Grande). Tuttavia tali concessioni non risparmiarono l'imminente sgretolarsi dell'impero-mosaico al termine del conflitto mondiale, fortunatamente poco dopo la morte del "padre" del regno mitteleuropeo.


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Val Primiero - Primör