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3  Incontro di Preghiera 

 

"Andiamo a Betlemme!"

 

GUIDA: Entriamo in punta di piedi nella grotta….prostriamoci alla presenza del Dio fatto carne…..e nel silenzio non ci rimane che: Adorare il mistero……. 

 

 

1^ MEDITAZIONE: Dal Vangelo di Luca (2,1-12)

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria, sua sposa, che era incinta. Ora mentre si trovavano in quel luogo si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo. C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore lo avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: “Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolte in fasce, che giace in una mangiatoia”. – 

PAROLA DI DIO - Rendiamo grazie a Dio

 

BREVE ATTIMO DI SILENZIO

 

2 MEDITAZIONE (DAL LIBRO DEL PROFETA MICHEA 5,1-2)

E tu, Betlemme di Efrata così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda, da te mi uscirà colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall’antichità, dai giorni remoti. Perciò Dio li metterà in potere altrui fino a quando colei che deve partorire partorirà. – PAROLA DI DIO -

CANTIAMO INSIEME:  GUARDA MARIA

Guarda Maria la notte è chiara, e noi dobbiamo, dobbiamo andare; sì mio Giuseppe, andiamo pur via, anche se sono, se sono stanca.

Guarda Maria in cielo è la luna, che ci rischiara la lunga strada; anch’io son stanca di camminare, ma noi dobbiamo, dobbiamo andare.

E giunsero ad una grotta, e il viso di Maria si vestì di poesia, sul disco della luna suonò la mezzanotte e nacque Gesù.

E gli angeli del cielo, cantarono gloria, Signore dell’umanità.

 

UN ATTIMO DI RACCOGLIMENTO

 

GUIDA: Quante volte chiudendo gli occhi vado con l’immaginazione a quella grotta dove il mistero diventa per me stupore……….

e invidio tutto ciò che è stato testimone della nascita di Gesù……

 

3^MEDITAZIONE: Ascoltiamo la storia raccontata da un missionario:

Era il periodo dell’Avvento e un confessore raccomandò ad una povera donna la meditazione quotidiana.

      Padre, come si fa a meditare? – Ecco qui il Natale – rispose il Padre:

         Considerate la paglia, la culla, gli animali, i pastori, gli angeli, Maria,

Giuseppe e finalmente il Bambino.

La donna ritornò dopo quindici giorni. – Ebbene, avete provato a meditare, le chiese il padre? 

– Sì rispose la donna, ma non so continuare, sono sempre alla paglia…..

 

BREVE RIFLESSIONE PERSONALE

 

GUIDA: ad ogni invocazione rispondiamo: PREGA PER NOI

            Santa Maria, tu che hai detto <<sì>> all’angelo ………….

         Santa Maria che hai accolto Cristo nella fede………………..

      Santa Maria, tu che hai creduto in Dio Salvatore……………

      Santa Maria, tu che hai generato il Figlio di Dio…………….

      Santa Maria, tu che hai accolto i pastori a Betlemme……….

      Santa Maria, tu che hai mostrato Gesù ai Magi………………

      Santa Maria, tu che hai sperato al di là di ogni speranza umana……….

      Santa Maria, tu che hai collaborato all’opera della salvezza……………

 

CANTIAMO: SEI LUCE SPLENDIDA

Una luce risplende per i giusti, una stella proclama il tuo mattino,

ogni uomo richiama sul cammino verso il regno.

Sei luce splendida che il cuore illumina, Signore Gesù.

Sei luce splendida che guida i popoli, Signore Gesù.

Quando il cielo si chiude nel silenzio, quando il buio nasconde l’orizzonte,

tu riaccendi nell’intimo alla gente la speranza. (Rit)                                  

Se la strada si perde nel deserto, se la vita si aggira senza senso,

come un sole riappari, Dio immenso, a orientarci. (Rit)

 

4^ MEDITAZIONE : <<Non andare via, Giuseppe!>>

Guido aveva 12 anni e frequentava la 1^ media. Era già stato bocciato due volte. Era un ragazzo grande e goffo, lento di riflessi, ma benvoluto da tutti. L’avvenimento più importante della scuola, ogni anno, era la recita natalizia. Il professore della scuola gli diede la parte del locandiere, perché comportava poche battute. La sera della rappresentazione c’era un folto pubblico. Venne il momento dell’entrata in scena di Giuseppe, che avanzò piano verso la porta della locanda sorreggendo teneramente Maria. Giuseppe bussò alla porta di legno inserita nello scenario.  Guido il locandiere era là, in attesa. <<Che cosa volete?>> chiese Guido, aprendo bruscamente la porta. <<Cerchiamo un alloggio>>. <<Cercatelo altrove, la locanda è al completo>>. Signore, abbiamo chiesto ovunque invano. Viaggiamo da molto tempo e siamo stanchi morti>>.

<<Non c’è posto per voi in questa locanda>>, replicò Guido con faccia burbera.

La prego, buon locandiere, mia moglie Maria, qui aspetta un bambino e ha bisogno di un luogo per riposare. Sono certo che riuscirete a trovarle un angolino.

Non ne può più. A questo punto per la prima volta, il locandiere parve addolcirsi e guardò verso Maria. Seguì una lunga pausa, lunga abbastanza da far aleggiare un filo d’imbarazzo tra il pubblico. <<No! Andate via!>> sussurrò il suggeritore da dietro le quinte. <<No!>> ripetè Guido. <<Andate via!>>. Invece di richiudere la porta, però, Guido il locandiere rimase sulla soglia con lo sguardo fisso sulla miseranda coppia. Aveva la bocca aperta, e i suoi occhi si stavano riempiendo di lacrime.

Tutt’a un tratto, quella recita divenne differente da tutte le altre. <<Non andare via, Giuseppe>> gridò Guido. <<Riporta qui Maria>>. E, con il volto illuminato da un grande sorriso, aggiunse: <<Potete prendere la mia stanza>>.

Secondo alcuni, quel rimbambito di Guido aveva mandato all’aria la rappresentazione.

Ma per gli altri, per la maggior parte, fu la più bella di tutte le rappresentazioni di Natale che avessero mai visto. 

(Bruno Ferrero – Tutte storie  – LDC)

 

GUIDA:  <<….E lo deposero in una mangiatoia perché non c’era posto nell’albergo>>.

(Lc.2,7) Per sua madre, che lo portava in grembo, le porte sono rimaste sbarrate e gli uomini dietro, murati nella fortezza del loro egoismo, decisi a non cedere una spanna di pavimento. Non c’era posto per Lui.

Ci sentiamo in dovere di indignarci nei confronti di quelli che gli hanno sbattuto la porta in faccia. Può essere uno sdegno fasullo. Può essere un comodo alibi.

In realtà, noi facciamo qualcosa di peggio.

Quante volte anche noi abbiamo chiuso non solo la porta, ma anche il cuore alle necessità degli altri…….oppure ci siamo nascosti dietro il Natale fatto di poesia, ricco di cianfrusaglie, di pacchetti dono, dando una lucidata alla nostra religiosità, rispolverato la nostra divisa cristiana, mettendoci a posto con i poveri, grazie magari al pranzo natalizio che serviamo loro, insomma rassicurarci che siamo persone perbene. Ci sentiamo autorizzati a salire sul palcoscenico e recitare, una volta l'anno la parte del buono. Sì, ci prendiamo addirittura il lusso di sentirci buoni, una volta l’anno!………….(Don Alessandro Pronzato – Vangeli scomodi)

 

UN ATTIMO DI SILENZIO

 

CANTIAMO: TEMPO DI RINASCERE

Tempo di rinascere con il nostro Dio, la sua vita accogliere con il cuore buono,

figli del suo cielo l’animo sereno, dentro noi riflettere lo splendore suo.

Tempo di rinascere con il nostro Dio, e con lui risorgere per un giorno pieno,

figli della luce forti nel resistere, e con lui riprendere umili il cammino.

Tempo di rinascere con il nostro Dio, nell’amore crescere con pensieri nuovi,

figli della pace nella gioia vivere, con fiducia attingere forza dal Signore.

 

GUIDA: Ritornando a casa, fermiamoci un po’ davanti al presepe che abbiamo preparato e identificandoci in uno dei personaggi, facciamo compagnia al Bambino Gesù che cerca solo cuori disponibili………..        

 

5^ MEDITAZIONE: (Il Natale vissuto da San Francesco D’Assisi)

Circa due settimane prima della festa della Natività, il beato Francesco, come spesso faceva chiamò a sé Giovanni, uomo di buona fama, e gli disse: <<Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi cui si è trovato per mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello>>.

         Appena l’ebbe ascoltato, il fedele e pio amico se ne andò sollecito ad approntare nel luogo designato tutto l’occorrente, secondo il disegno del Santo. E giunse il giorno della letizia, il tempo dell’esultanza!  Per l’occasione sono qui convocati molti frati da varie parti; uomini e donne arrivano festanti dai casolari della regione, portando ciascuno secondo le possibilità, ceri e fiaccole per illuminare quella notte, nella quale s’accese splendida nel cielo la Stella che illuminò tutti i giorni e i tempi. Arriva alla fine Francesco: vede che tutto è predisposto secondo il suo desiderio, ed è raggiante di letizia.
          Ora si accomoda la greppia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l’asinello.

In quella scena commovente risplende la semplicità evangelica, si loda la povertà, si raccomanda l’umiltà. Greccio è divenuto come una nuova Betlemme.

Questa notte è chiara come pieno giorno e dolce agli uomini e agli animali! Francesco si è rivestito dei paramenti diaconali, perché era diacono, e canta con voce sonora il santo Vangelo: quella voce forte e dolce, limpida e sonora rapisce tutti in desideri di cielo.

         Poi parla al popolo e con parole dolcissime rievoca il neonato Re povero e la piccola città di Betlemme. Spesso, quando voleva nominare Cristo Gesù, infervorato di amore celeste lo chiamava << il Bambino di Betlemme >> e, quel nome << Betlemme >> lo pronunciava riempiendosi la bocca di voce e ancor più di tenero affetto, producendo un suono come belato di pecora. E ogni volta che diceva << Bambino di Betlemme >> o << Gesù >>, passava la lingua sulle labbra, quasi a gustare e trattenere tutta la dolcezza di quelle parole.

         Vi si manifestano con abbondanza i doni dell’Onnipotente, e uno dei presenti, uomo virtuoso, ha una mirabile visione. Gli sembra che il Bambinello giaccia privo di vita nella mangiatoia, e Francesco gli si avvicina e lo desta da quella specie di sonno profondo.

Né la visione prodigiosa discordava dai fatti, perché, per i meriti del Santo, il fanciullo Gesù veniva risuscitato nei cuori di molti, che l’avevano dimenticato, e il ricordo di lui rimaneva impresso profondamente nella loro memoria.

         Terminata quella veglia solenne, ciascuno tornò a casa sua pieno di ineffabile gioia.

(Fonti Francescane – vita prima di Tommaso da Celano – capitolo 30° n. 84-85-86)

 

 

             

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