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                                              Incontro  di Preghiera

 

         BEATI VOI.....

Beatitudini per il nostro tempo
Beati quelli che sanno ridere di se stessi:
non finiranno mai di divertirsi.
Beati quelli che sanno distinguere un ciottolo

da una montagna: eviteranno tanti fastidi.
Beati quelli che sanno ascoltare e tacere:
impareranno molte cose nuove.
Beati quelli che sono attenti alle richieste degli altri:
saranno dispensatori di gioia.
Beati sarete voi se saprete guardare con attenzione

le piccole cose e serenamente quelle importanti: andrete lontano nella vita.

Beati voi se saprete apprezzare un sorriso e dimenticare uno sgarbo:

il vostro cammino sarà sempre pieno di sole.
Beati voi se saprete interpretare con benevolenza gli atteggiamenti degli altri anche contro le apparenze:
sarete giudicati ingenui ma questo è il prezzo dell'amore.
Beati quelli che pensano prima di agire e pregano prima di pensare: eviteranno tante stupidaggini.

Beati soprattutto voi che sapete riconoscere il Signore in tutti coloro che incontrate:

avete trovato la vera luce e la vera pace.

 

Canto

 

Proclamazione della Parola - DAL VANGELO DI MATTEO (5,1-12)

     Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi. PAROLA DEL SIGNORE – LODE A TE, O CRISTO!

 

Briciole - Accontentatevi di non essere santi, anche se vi rendete conto che la sola cosa per cui vale la pena di vivere è la santità. Allora sarete soddisfatti di lasciare che Dio vi conduca alla santità per vie che non potete comprendere. (Thomas Merton)

 

LA POVERTÀ DI SPIRITO

     Beati i poveri di spirito, perché di essi è il regno dei cieli (Mt 5,3). Ci sono molti che applicandosi insistentemente a preghiere ed uffici, fanno molte astinenze e molte mortificazioni nei loro corpi;  ma per una sola parola che sembra ingiuria della loro persona, o per qualsiasi altra cosa che è loro tolta, scandalizzati, tosto si irritano.  Questi non sono poveri di spirito, poiché chi è veramente povero di spirito odia sé (Cfr Lc 14,26) e ama quelli che lo percuotono nella guancia (Cfr Mt 5,39).

 (Scritti di S.Francesco - sez. I -  Ammonizioni – Fonti Francescane)

 

Sottofondo musicale

 

Riflessione sulle Beatitudini

Dal libro sul Discorso del Signore sulla Montagna di Sant’Agostino

Sette sono le beatitudini che ci perfezionano, l’ottava poi glorifica e mette in risalto ciò che è perfetto -  prima parte)

     La beatitudine inizia dall'umiltà: Beati i poveri di spirito, cioè non gonfiati, quando l'anima si sottomette alla divina autorità, perché teme di andare alle pene dopo questa vita, sebbene le sembri eventualmente di essere beata in questa vita. Di conseguenza giunge alla conoscenza della Sacra Scrittura, però bisogna che in essa si mostri mite mediante la pietà, affinché non osi condannare ciò che ai profani sembra assurdo e si renda indocile con ostinate discussioni. Da ciò inizia a capire da quali limiti della vita presente essa è impedita mediante l'abitudine sensuale e i peccati. Quindi nel terzo grado, in cui v'è la scienza, si piange la perdita del sommo bene, perché ci si avvince ai beni infimi. Nel quarto grado v'è l'affanno perché in esso ci si applica con energia affinché la coscienza si svincoli da quegli oggetti, dai quali è avvinta con attrattiva esiziale. Quindi in esso si ha fame e sete dell'onestà ed è molto necessaria la fortezza, giacché non si lascia senza dolore ciò che si possiede con diletto.

 
Briciole

«Beati i miti, perché erediteranno la terra» (Mt 5,5). I miti devono dunque essere sereni nell’animo, sinceri di cuore, se il Signore ha mostrato con evi­denza che il loro merito non è piccolo, quando ha detto: «perché eredite­ranno la terra». Indubbiamente si tratta di quella terra di cui è scritto: «Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi»            

   (Dai discorsi di San Cromazio, vescovo)

 

Dal libro sul Discorso del Signore sulla Montagna di Sant’Agostino

Sette sono le beatitudini che ci perfezionano, l’ottava poi glorifica e mette in risalto ciò che è perfetto (Seconda parte)

     Al quinto si dà il consiglio di evadere a coloro che persistono nell'affanno perché se non si è aiutati da un essere superiore, non si è assolutamente capaci di districarsi dai tanti viluppi delle sofferenze. Ed è un giusto consiglio che chi vuol essere aiutato da un essere superiore, aiuti uno più debole nell'occorrenza in cui egli è più forte. Quindi: Beati i misericordiosi, perché di loro si avrà misericordia. Al sesto grado si ha la purezza del cuore che dalla consapevolezza delle buone opere anela a contemplare il sommo bene che si può intuire soltanto con la mente pura e serena. Infine la settima è la stessa sapienza, cioè la contemplazione della verità che pacifica tutto l'uomo a ricevere l'immagine di Dio; ed essa si enuncia così: Beati gli operatori di pace, perché saranno considerati figli di Dio. L'ottavo aforisma ritorna, per così dire, al primo perché mostra e giudica che è stato eseguito e compiuto. Difatti nel primo e nell'ottavo è stato nominato il regno dei cieli: Beati i poveri di spirito, perché di essi è il regno dei cieli; e: Beati coloro che soffrono persecuzioni per la virtù, perché di essi è il regno dei cieli. Difatti si ha nella Scrittura: Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la penuria, il pericolo, la spada? Sono sette dunque le beatitudini che portano a compimento, poiché l'ottava, quasi tornando ancora al principio, chiarisce e indica ciò che è stato compiuto, affinché attraverso questi gradi siano compiuti anche gli altri.

 
Briciole

«Beati gli afflitti, perché saranno consolati» (Mt 5,4). Non quelli che piango­no la perdita dei loro cari, ma che piangono i propri peccati, che lavano con le lacrime le loro colpe; e in particolare quelli che piangono per le iniquità di questo mondo o per i peccati altrui.         

          (Dai discorsi di San Cromazio, vescovo)

Canto

Semplicemente Santi - di Don Tonino Bello

     Siate soprattutto uomini. Fino in fondo. Anzi, fino in cima. Perché essere uomini fino in cima  significa essere santi. Non fermatevi, perciò, a mezza costa: la santità non sopporta misure discrete.
E, oltre che iscritti all'Azione Cattolica, siate esperti di cattolicità attiva: capaci, cioè, di accoglienze ecumeniche, provocatori di solidarietà planetarie, missionari "fino agli estremi confini" profeti di giustizia e di pace. E, più che tesserati, siate distributori di tessere di riconoscimento, per tutto ciò che è diverso da voi, disposti a pagare con la pelle il prezzo di quella comunione per la quale Gesù Cristo, vostro incredibile amore,  ha dato la vita.

 
Briciole

Uomini e donne di fede profonda e perseverante, siate araldi della speranza. 

Siate messaggeri di gioia.

Siate autentici operatori della giustizia (Giovanni Paolo II).

 

Meditazione di – Tu Solus  Sanctus -  Prima Parte

      La santità è il predicato di Dio. Dio solo è il Santo, il tre volte Santo. Dinanzi al mistero di Dio tre volte santo il profeta si sente perduto, scopre la sua impurità, av­verte la radicale sproporzione tra la santità di Dio e il suo peccato (Is. 6,3-5). Ma proprio su quest’uomo peccatore, debole, Dio pone il sigillo della sua santità e della sua gloria. «Udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo» (Ap. 7,4). La santità in noi è l’essere segnati da questo sigillo dell’appartenenza a Dio, quest’essere stati separati per Lui: «Voi sarete per me la mia proprietà tra tutti i popoli... poi sarete per me un popolo santo». (Es. 19,8). L’alleanza fa di Israele il “resto santo” di Jahvé. Questa santità è in noi grazia, libero dono di Dio, predestinazione: «Ci ha predestinati ad essere santi». La redenzione attuata in Cristo manifesta questa predestinazione precedente. Santi perché salvati, perché redenti, perché acquistati mediante la morte e la resurrezione di Cristo, santi perché figli. Pur segnati dal mistero del peccato, ci sappiamo predestinati e chiamati a questa santità dei figli di Dio. È il mistero della Chiesa santa, che ha lavato le sue vesti nel sangue dell’Agnello che Cristo ha amato e per la quale ha dato se stesso, la sua sposa senza macchia né ruga, il suo corpo, la dimora di Dio, il tempio dello Spirito. Questa santità è in noi reale, oggettiva, in quanto partecipiamo come figli alla vita della Trinità santa, data per grazia. Santità, allora si traduce. «Diventa ciò che sei!».

 
Briciole: I santi non si fanno a pennello ma a scalpello: sul Tabor si abbozzano e sul Calvario di perfezionano.   (Serva di Dio Teresa Maria della Croce)

 

Meditazione di – Tu Solus  Sanctus -  Seconda Parte

     La santità diventa, dunque, conquista, cammino, sfor­zo paziente di conversione, buon combattimento spi­rituale. È l’Ecclesia militans, la Chiesa che cammina tra le prove e le persecuzioni del momento presente. «Quelli vestiti di bianco, chi sono e donde vengo­no? Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione...» (Ap. 7,13). Una santità acquistata sul campo di combattimento della nostra storia, faticando, soffrendo, lottando, resistendo, amando, sperando. La pagina evangelica delle beatitudini traccia la strada esigente della santità cristiana. E la strada del radicalismo evangelico: «Beati i poveri.., i miti... i misericordiosi... i pacifici... i puri di cuore... gli af­famati di giustizia... 

i perseguitati...». Sono questi con la loro presenza evangelica a fare di questo mondo di cui tutti lamentiamo i guasti un mondo secondo la misura del Regno. La storia si sostiene e cresce, nonostante tutto, proprio per queste energie positive di grazia e di santità di tanti uomini e donne che vivono lo spirito delle beatitudini. Fallire la nostra vocazione alla santità è fallire, in definitiva, come uomini e come cristiani!

Dal manoscritto autobiagrafico C di Santa Teresa di Gesu Bambino

     Lei lo sa, Madre, ho sempre desiderato essere una santa, ma ahimé, ho sempre accertato,  quando mi sono paragonata ai santi, che tra essi e me c'è la stessa differenza che tra una  montagna la cui vetta si perde nei cieli, e granello di sabbia oscura calpestata sotto i piedi dei  passi, i santi. Invece di scoraggiarmi, mi sono detta: il buon Dio non può ispirare desideri  inattuabili, perciò posso, nonostante la mia piccolezza, aspirare alla santità; diventare più grande  mi è impossibile, debbo sopportarmi tale quale sono con tutte le mie imperfezioni, nondimeno  voglio cercare il mezzo di andare in Cielo per una via ben diritta, molto breve, una piccola via tutta  nuova. Siamo in un secolo d'invenzioni, non vale più la pena di salire gli scalini, nelle case dei  ricchi un ascensore li sostituisce vantaggiosamente. Vorrei anch'io trovare un ascensore per  innalzarmi fino a Gesù, perché sono troppo piccola per salire la dura scala della perfezione. Allora  ho cercato nei libri santi l'indicazione dell'ascensore, oggetto del mio desiderio, e ho letto queste  parole pronunciate dalla Saggezza eterna: "Se qualcuno è piccolissimo, venga a me". Allora sono  venuta, pensando di aver trovato quello che cercavo, e per sapere, o mio Dio, quello che voi  fareste al piccolissimo che rispondesse al vostro appello, ho continuato le mie ricerche, ed ecco  ciò che ho trovato: "Come una madre carezza il suo bimbo, così vi consolerò, vi porterò sul mio  cuore, e vi terrò sulle mie ginocchia!". Ah, mai parole più tenere, più armoniose hanno allietato  l'anima mia, l'ascensore che deve innalzarmi fino al Cielo sono le vostre braccia, Gesù! Per questo  non ho bisogno di crescere, al contrario bisogna che resti piccola, che lo divenga sempre più.

 
Canto o Sottofondo Musicale
 
Perfetta Letizia

... Un giorno il beato Francesco, presso Santa Maria degli Angeli, chiamò frate Leone e gli disse: «Frate Leone, scrivi». Questi rispose: «Eccomi, sono pronto» «Scrivi – disse – cosa è la vera letizia». «Viene un messo e dice che tutti i maestri di Parigi sono entrati nell’Ordine; scrivi: non è vera letizia. Così pure che sono entrati nell’Ordine tutti i prelati d’Oltr’Alpe, arcivescovi e vescovi, non solo, ma perfino il Re di Francia e il Re d’Inghilterra; scrivi: non è vera letizia. E se ti giunge ancora notizia che i miei frati sono andati tra gli infedeli e li hanno convertiti tutti alla fede, oppure che io abbia ricevuto da Dio tanta grazia da sanar gli infermi e da far molti miracoli; ebbene io ti dico: neppure qui è vera letizia». «Ma cosa è la vera letizia?». «Ecco, tornando io da Perugia nel mezzo della notte, giungo qui, ed è un inverno fangoso e così rigido che, all’estremità della tonaca, si formano dei ghiacciuoli d’acqua congelata, che mi percuotono continuamente le gambe fino a far uscire il sangue da siffatte ferite. E io tutto nel fango, nel freddo e nel ghiaccio, giungo alla porta e dopo aver a lungo picchiato e chiamato, viene un frate e chiede: " Chi sei ? " Io rispondo: " Frate Francesco ". E quegli dice: " Vattene, non è ora decente questa di arrivare, non entrerai ". E mentre io insisto, l’altro risponde: " Vattene, tu sei un semplice ed un idiota, qui non ci puoi venire ormai; noi siamo tanti e tali che non abbiamo bisogno di te ". E io sempre resto davanti alla porta e dico: " Per amor di Dio, accoglietemi per questa notte ". E quegli risponde: " Non lo farò. Vattene dai Crociferi e chiedi là ". Ebbene, se io avrò avuto pazienza e non mi sarò conturbato, io ti dico che qui è la vera letizia e qui è la vera virtù e la salvezza dell’anima».          

Dagli scritti di S.Francesco – Laudi e Preghiere – Fonti Francescane

 

 

Briciole - Gesù ha voluto creare grandi Santi che possono paragonarsi ai gigli e alle rose, ma ne ha creati anche di più piccoli, e questi devono contentarsi di essere pratoline o violette destinate a rallegrare lo sguardo del buon Dio quando Egli lo abbassa ai suoi piedi.                  

    (Santa Teresa di Gesù Bambino)

 

 

                              PREGHIERA FINALE - La vera vita

Quando mi sarò unito a te con tutto me stesso, non esisterà per me dolore e pena dovunque.

Sarà vera vita la mia vita, tutta piena di te.

Tu sollevi chi riempi; io ora, non essendo pieno di te, sono un peso per me;

le mie gioie, di cui dovrei piangere, contrastano le afflizioni, di cui dovrei gioire,

e non so da quale parte stia la vittoria; le mie afflizioni maligne contrastano le mie gioie oneste,

e non so da quale parte stia la vittoria. Ahimè, Signore, abbi pietà di me! Ahimè!

Vedi che non nascondo le mie piaghe. Tu sei medico, io sono malato: tu sei misericordioso, io sono misero. Non è, forse, la vita umana sulla terra una prova? Chi vorrebbe fastidi e difficoltà?

Il tuo comando è di sopportarne il peso, non di amarli.

Nessuno ama ciò che sopporta, anche se ama di sopportare;

può godere di sopportare, tuttavia preferisce non avere nulla da sopportare.

(Sant’Agostino - Confessioni libro IV)

 

 

             

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