Maggio con Maria

 

Secondo mistero della gloria

Canto

Animatore:

 Gesù ascende al cielo nella gloria del Padre.

 

                                   Preghiera

Io parto con il vento, ma non vado verso il nulla; e se questo giorno non è stato compimento per le vostre attese e per il mio amore, che sia almeno la promessa per un altro giorno. I bisogni dell’uomo mutano, ma non l’amore, e neppure il desiderio che il suo amore soddisfi i suoi bisogni. Sappiate che io tornerò da quel grande silenzio. La nebbia che all’alba s’innalza, lasciando sui campi solo la rugiada, si ammasserà in nube e ricadrà in basso come pioggia.      

   (l’addio di Gibran tratto dal libro “il Profeta”)

 

Dagli Atti degli Apostoli (1,9-11)

Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché essi stavano  fissando il cielo mentre egli se ne andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono  a loro  e dissero:  «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».          

Parola del Signore – Lode a Te, o Cristo

 
Scintilla

Madre benedetta, aiutaci a credere che la fede cresce con i silenzi pieni di adorazione e di obbedienza  

 (Card. Anastasio Ballestrero)

 

1 Padre Nostro – 10 Ave Maria – 1 Gloria al Padre

 

LITANIE 1 PARTE

Signore, pietà                                      Signore, pietà

Cristo, pietà                                        Cristo, pietà

Signore, pietà                                      Signore, pietà

Santa Maria della speranza                  prega per noi

Santa Maria del cammino                    prega per noi

Santa Maria della luce                          prega per noi

Pienezza di Israele                               prega per noi

Profezia dei tempi messianici                prega per noi

Aurora del mondo nuovo                     prega per noi

Madre di Dio                                      prega per noi

 

Canto

 

Prima meditazione di Don Tonino Bello

Santa Maria, il vangelo di Luca ti presenta sempre come la Vergine delle salite. Ti mettesti in viaggio verso la montagna per trovare Elisabetta. Salisti in Giudea, alla città di Davide chiamata Betlemme, per farti registrare nel censimento. Salisti a Gerusalemme con Gesù dodicenne e con Giuseppe per la festa di Pasqua. Salisti sul Calvario per condividere con Gesù il mistero della morte. Salisti al piano superiore con la Chiesa nascente per attendere il dono dello Spirito. E infine sei salita al cielo assunta nell’anima e nel corpo. Tu che hai cantato Dio 

il quale innalza gli umili, riscattaci, ti preghiamo, dalla preghiera senza soprassalti di fantasia; dall’appiattimento della nostra vita interiore a livelli di banalità; dall’affanno delle cose che ci impedisce di elevarci a te (Cirenei della gioia, p. 45).

 
Scintilla

L’anima verginale di Maria vuole ascoltare soltanto Dio, vuol far ritorno nelle mani di Dio proprio come ne era uscita: intatta, inconsunta, non offuscata, non offesa. (Peter Lippert –  Pensieri su Maria – Città Nuova)

 

1 Padre Nostro – 10 Ave Maria – 1 Gloria al Padre

 

LITANIE 2 PARTE

Madre del Messia liberatore                prega per noi

Madre dei redenti                                prega per noi

Madre di tutte le genti                          prega per noi

Vergine del silenzio                              prega per noi

Vergine dell’ascolto                             prega per noi

Vergine del canto                                prega per noi

Serva del Signore                                prega per noi

 

Canto

 

Seconda meditazione 

Il cristiano è chiamato a partecipare a tutto il mi­stero di Cristo e quindi anche alla sua glorificazione. Egli stesso l’aveva detto: « Vado a prepararvi un posto. E quando sarò andato... verrò di nuovo a voi e vi prenderò con me, affinché siate anche voi dove sono io » (Gv 14, 2-3). L’Ascensione costituisce perciò un grande argomento di speranza per l’uomo che nel suo pellegrinaggio terreno si sente esule e soffre lontano da Dio.  

E’ la speranza che S. Paolo invocava per gli Efesini e voleva viva nei loro cuori. « Il Dio del Signor nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria... illumini gli occhi della vostra mente per comprendere a quale speranza egli vi abbia chiamati » (Ef 1, 17-18). E dove fon­dava l’Apostolo questa speranza? Nella grande potenza di Dio 

« dispiegata in Cristo, risuscitandolo dai morti e facendolo sedere alla sua destra nei cieli, al di sopra di ogni Principato e Potestà [ossia degli angeli], e di ogni altro nome »   

Da intimità divina – Ascensione del Signore pag. 535-534)

 

Scintilla

Innalzati sui cieli, o Dio.., tu che rimanesti rinchiuso nel seno di una madre, che fosti formato da colei che tu stesso formasti; tu che il vecchio Simeone conobbe piccolo e celebrò grande, che la vedova Anna vide lattante e riconobbe onnipotente; tu che soffristi la fame e la sete per noi, che ti affaticasti nelle tue peregrinazioni per noi.., tu, arrestato, legato, flagellato, coronato di spine, appeso al legno della croce, trafitto da una lancia; tu, morto e sepolto, innalzati sui cieli, o Dio!                

1 Padre Nostro – 10 Ave Maria – 1 Gloria al Padre

 

LITANIE 3 PARTE

Serva della Parola                               prega per noi

Serva della redenzione                         prega per noi

Serva del Regno                                  prega per noi

Discepola di Cristo                              prega per noi

Testimone del Vangelo                        prega per noi

Sorella degli uomini                              prega per noi

Inizio della Chiesa                                prega per noi

 

Canto

 

Terza Meditazione   - continuo della precedente meditazione

Ma gli angeli che sul monte dell’Ascensione dicono agli Apostoli: «Quel Gesù che fu tolto a voi per il cielo, un giorno verrà, nello stesso modo in cui l’avete veduto andare in cielo » (At 1, 11), ammoniscono i credenti che nell’at­tesa del ritorno finale di Cristo occorre mettersi all’opera.

Con l’Ascensione termina la missione terrena di Cristo e inizia quella dei suoi discepoli. « Andate — aveva detto loro il Signore ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28, 19); essi devono rendere perenne nel mondo la sua opera di salvezza predicando, amministrando i sacramenti, insegnando a vivere secondo il Vangelo. Tuttavia Cristo vuole che ciò sia preceduto e preparato da una pausa di preghiera nell’attesa dello Spirito Santo che dovrà confermare e corroborare i suoi Apostoli. La vita della Chiesa comincia così non con l’azione, ma con la preghiera, assieme «a Maria, la Madre di Gesù»(At1,14).

                                                           (Intimità divina – Ascensione del Signore pag. 535-534)

Scintilla

Sei bella, Maria. Io ti voglio più bene di tutte le creature. Vorrei avere una voce così forte per invitare i peccatori di tutto il mondo ad amarti, o Maria. (S.Padre Pio da Pietralcina)

 

1 Padre Nostro – 10 Ave Maria – 1 Gloria al Padre

 

LITANIE 4 PARTE

Madre della Chiesa                             prega per noi

Modello della Chiesa                           prega per noi

Immagine della Chiesa                         prega per noi

Voce di libertà                                     prega per noi

Voce di comunione                              prega per noi

Voce di pace                                       prega per noi

 

Canto

 

Quarta Meditazione Dai "Discorsi" di sant’Agostino, vescovo (Serm. 265/F, 1-3)

     È diventato dunque per bontà nostro fratello colui che per natura è nostro Signore. Disse: Ascendo al Dio mio e Dio vostro, al Padre mio e Padre vostro (Gv 20, 17). A quali persone Cristo comandò di riferire queste sue parole? Va' - disse - di' ai miei fratelli, e poiché sono loro fratello, ascendo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro. Non disse: «Ascendo al Padre nostro», né: «Ascendo al Dio nostro». Non è priva di significato ben preciso la frase: Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro. Questa distinzione indica qualcosa che non debbo lasciare sotto silenzio. Padre mio perché sono il Figlio unigenito; Padre vostro perché per mio mezzo siete stati adottati. Ma perché Dio mio? Cristo non è stato creato ma è l'Unigenito. Perché allora Dio mio? Lo spiega il salmo. Dio mio perché ha assunto la natura di servo: Dal grembo di mia madre tu sei il mio Dio. (Sal 21, 11).

 

Scintilla

O Vergine Maria,  donna del silenzio e dell’ascolto, docile nelle mani del Padre, da tutte le generazioni  sei invocata come “beata”, perché hai saputo riconoscere  le meraviglie compiute in te dallo Spirito Santo. (Giovanni Paolo II)

 

1 Padre Nostro – 10 Ave Maria – 1 Gloria al Padre

 

LITANIE 5 PARTE

Segno del volto materno di Dio                                   prega per noi

Segno della vicinanza del Padre                                   prega per noi

Segno della misericordia del Figlio                               prega per noi

Segno della fecondità dello Spirito                               prega per noi

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,   perdonaci, o Signore

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,   esaudiscici, o Signore

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,   abbi pietà di noi.

 

RACCONTO MARIANO

La storia di un uomo che voleva dannarsi… ma non aveva fatto i conti con la Madonna.

     C'era anticamente un uomo che si voleva dannare. Non dico che si fosse proprio proposto di andare all'inferno, ma s'era messo per una strada da finirci. Da buon cristiano qual era stato in principio, s'era a poco a poco voltato al male e, di cristiano non aveva ormai più che il battesimo. Niente più messe, né per Pasqua né per Natale, niente più prediche né vangeli, nè confessioni né comunioni, niente di niente e al posto di tutto questo tutti e sette i vizi del catechismo ... Dite se non è questa la strada che porta alla dannazione. certo è che per dannarsi bisogna fare i conti con la Madonna, vale a dire con una mamma. Una mamma! Io mi ricordo di quand'ero piccino e, qualche volta, per capriccio, per rabbia ch'essa m'avesse tirato via da un pericolo, levato di mano un vetro o un coltello, raccattavo un sasso o un bacchetto e facevo l'atto di andarle contro per picchiarla. Nel muovermi inciampavo, cadevo, piangevo, e mamma lesta a rizzarmi, prendermi in braccio o, baciarmi, picchiare e chiamar brutto, cattivo, il sasso o il bacchetto che aveva fatto cascare il suo bambino tanto buono... La Madonna è una mamma. L'unica cosa di cui non si fosse proprio del tutto scordato, quest'uomo che si ricordava di Dio e dei santi soltanto per bestemmiarli, era giust'appunto la Madonna.

A volerle bene e a pregarla in modo speciale glielo aveva insegnato la sua mamma, ripetendogli, con discorsi e con esempi, che non sarebbe finito  male se fosse stato devoto della Madonna. Un pò per il ricordo della sua mamma, un pò perché le cose imparate da piccolo, questo pover'uomo, mentre faceva di tutto per andare all'inferno, pregava ancora la Madonna e teneva la sua immagine a capo del letto. La pregava a quel modo. Non ricordava più il rosario, e aveva a poco a poco dimenticato le litanie, la salveregina; non sapeva più che l'avemmaria, e due o tre avemmarie borbottate fra lo svestirsi e l'addormentarsi, ogni sera, erano tutte le sue devozioni... Arrivò al punto, di scordare anche quella, e della Madonna non gli rimase che il nome, Maria, forse perché era scritto ai piedi della sua immagine, che gli pendeva sopra il letto... Se fosse stato meno duro, avrebbe sentito, da quell'immagine, le lacrime gocciargli sul viso, mentre dormiva. La Madonna intanto vegliava, come una mamma il suo piccino malato, perché la morte non lo venisse a prendere mentr'era così in disgrazia di Dio, pregava, diceva per lui le devozioni, il confiteor, l'atto di contrizione. Ma, se la Madonna piangeva, nemmeno lui, il figliuol prodigo, era contento. Eh, no, alla tavola del diavolo la vera allegrezza non si trova, per quanto possano sul principio sembrare dolci i suoi vini. È la dolcezza del veleno, che si converte in amarezza appena dal palato è disceso in corpo.

Se avesse dato retta ai rimorsi che sentiva in sé dopo ogni stravizio; se avesse ascoltato il cuore che gli metteva a confronto il suo stato d'ora con quello di prima, si sarebbe forse ravveduto, e la Madonna avrebbe cessato di versare quelle sue lacrime di mamma, di cui il demonio rideva. Invece, per acquietare i rimorsi, egli si buttava da un peccato in un altro, da uno stravizio all’altro - e la morte intanto si avvicinava. Anche il pozzo dei peccati però ha un fondo, dopo il quale non c'è che tornare a galla o sprofondare senza rimedio in casa del diavolo. Che Dio ci guardi dall'arrivare a quel limite; e se per disgrazia ci s'arrivasse, ci guardi almeno dalla disperazione di salvarci, che sarebbe uno dei peccati contro lo Spirito Santo, il peccato che condusse Giuda a impiccarsi quando ancora poteva chieder perdono a Gesù! e non era ancora arrivato a questo, l'uomo si trovava già coi piedi sulla botola dell'inferno. La disperazione era prossima, e si sarebbe buttato ormai allo sbaraglio se non era... Eh, chi poteva essere se non quella santissima Vergine, cui egli non alzava più neppure uno sguardo, ne pronunziava appena il nome, Maria, con quella stessa bocca con cui aveva per tutto il giorno bestemmiato il suo Figliolo e i suoi santi? Fatto sta che una notte, dopo essersi rivoltato nel male più di un rospo in un pantano, rientrò in casa, cotto dal vino, rovinato dal gioco, con un gran disgusto di sé, con la disperazione nel cuore e la tentazione di ammazzarsi. Figuratevi se pensò a dire le devozioni! Nell'atto però di cominciare a svestirsi, alzò, per caso o per abitudine, gli occhi all'immagine sopra il letto e cercò la parola, il nome, le cinque lettere a cui s'era ridotta la sua preghiera, la sua fede, la sua speranza: Maria. Ma gli occhi - disorientati forse dal vino? - videro in altr'ordine le cinque note che suonarono tanto dolci in bocca all'arcangelo Gabriele, e lessero, invece di Maria: Riama. Provvido errore - se fu errore! Al suo spirito, che, incerto fra la morte e la vita, riluttante a quella per il disgusto e a questa per il terrore, si chiedeva gemendo che cosa fare, quella parola, quel nome invertito fu la risposta, la risposta illuminante, consolante, acquietante: Riama.
Riama: ama di nuovo, ama come una volta, come quand'eri bambino, come quando dicevi le devozioni... E le antiche devozioni rifiorirono come per miracolo prima nel cuore e poi sui labbri bruciati dalla bestemmia: Ave, Maria, gratia plena... Piegato a terra da una forza dolce e invisibile, l'uomo abbandonò fra le mani il viso sulla sponda del letto, sotto l'immagine, e pianse, e pianse, e pianse. E la Madonna cessò di piangere; la Madonna sorrise, perché quel suo figliolo era salvo. (Tino Casini)

 

Canto Salve Regina del Gen verde

 

PREGHIAMO

Noi ti salutiamo, Vergine Maria, figlia della nostra storia, tu che fosti il corpo della nostra umanità dove pose le radici nel nostro tempo Gesù, tuo Figlio per sempre. Noi, i viventi di questo tempo di vecchiezza, noi che non conosciamo il lampo della gloria, noi ti chiediamo semplicemente di intercedere presso lo Spirito che ti amò, affinché abiti sponsalmente in noi come in te. Saremo, noi di questa terra,  testimoni dell'eternità: a lode e gloria del Padre, nella diversità unificante dei doni dello Spirito, per essere qui il corpo visibile di Cristo. Amen.

 

             

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