IL SAPORE DEL SANGUE

 

 

CAPITOLO TERZO

 

Non aveva fatto proprio una bella fine, il tizio che aveva osato chiedere a Miss Nami prestazioni sessuali in cambio di danaro, proprio no. E forse fu questo l’episodio che diede voce ad una nuova leggenda metropolitana: oltre a vampiri e lupi mannari, se si esclude il famoso Franky di cui abbiamo già parlato, un’altra orribile creatura avrebbe terrorizzato la gente dei bassifondi londinesi: un mostro che, sebbene si presentasse sotto le aggraziate spoglie di una giovane fanciulla dai capelli rossi, sapeva forse essere ben più pericolosa dei Succhiatori di Sangue e dei loro colleghi.

   Tornando alla sera in cui la nostra protagonista aveva finalmente incontrato qualcuno che sapesse qualcosa sui vampiri, o per meglio dire, qualcuno che fosse quantomeno disposto a parlarne, bisogna dire che fu la volta buona. Sì, perché quel qualcuno aveva lasciato intendere che avrebbe presto fatto piazza pulita delle creature maledette, e che quindi le avrebbe rubato il lavoro e di conseguenza lei non avrebbe visto mai la ricompensa – una lautissima ricompensa, bisogna ammetterlo – che il professor Hillk le aveva promesso qualora fosse riuscita a catturare un esemplare di vampiro. Ebbene, innervosita da questo pensiero, e anche dalla proposta non proprio felice che quell’incauto stolto ‘cercadonnine’ le aveva appena fatto, Nami era riuscita a convincere (meglio non dir come) quest’ultimo a raccontarle tutto quanto sapeva riguardo i Succhiatori di Sangue.

   Soddisfatta, e appagata anche da un senso di rivalsa verso quell’uomo puzzolente d’aglio e alcol, si diresse a passi veloci verso la carrozza dalle tendine calate che l’aspettava all’angolo della strada. Aprì la portiera così di colpo che il suo socio saltò sul sedile come una rana, imitando per altro il verso delle poiane in calore per lo spavento preso, mentre lei dava disposizioni al cocchiere.

   “Insomma, Nami!” gracchiò Usop, ancora provato per quell’improvvisa apparizione. “Ti pare modo di fare?! Poteva essere pericoloso!”

   “Cosa, di grazia, poteva esser pericoloso?” domandò lei con noncuranza, prestando molta più attenzione a non rovinare i guanti scuri che si stava sfilando tra i sobbalzi della carrozza che aveva ripreso a percorrere la strada che conduceva alla residenza del professore.

   L’altro schioccò le labbra, asciugandosi il sudore dalla fronte col fazzoletto. “Beh, tanto per cominciare… è bene che avvisi della tua presenza. Se io, per esempio, ti avessi scambiato per un vampiro e ti avessi trafitto con la mia Super Balestra Spara Paletti? Oooh, tu lo sai quanto può esser pericolosa, quell’arma!”

   “Lo sarebbe se funzionasse, certo” assentì Nami, prendendo anche lei il fazzoletto di batista dalla borsetta e cominciando a strofinare via dallo stivaletto le stille di sangue che ne avevano macchiato la punta.

   “Oltretutto,” continuava stoicamente Usop, facendo finta di non udirla per non doversi sentire sminuito per l’ennesima volta. “viste le tendine calate, questa poteva benissimo non esser la carrozza del professore, e magari dentro poteva esserci qualche malintenzionato…”

   “E allora non le calare ogni volta” tagliò corto la fanciulla, prima ancora che lui potesse finir di parlare, di modo che le loro voci si sovrapposero senza che l’una potesse ascoltare quel che andava farneticando l’altro. “E comunque resta un’ipotesi impossibile, se il cocchiere è sempre lo stesso” gli fece notare quando l’esagitato parve essersi calmato, o per lo meno zittito.

   “Impossbile?! Ah! Nami!” riprese invece quello. “E i vampiri?! Metti che ci avevano aggrediti e si erano impossessati della mente del cocchiere?!”

   “Oh, a proposito” sorrise lei, facendolo sbiancare per quelle parole: ‘a proposito’ si usa quando si vuol fare un collegamento fra un discorso e l’altro. Dunque, Nami aveva avuto notizie riguardo i vampiri. E se ne aveva incontrato uno?! E se quello l’aveva morsa?! E se quelle macchie di sangue che si era asciugata sullo stivaletto appartenevano alla prima vittima della sua nuova vita da Non Morta?! “Ho scoperto una cosa importante” si limitò a comunicargli lei, invece.

   “C-cioè?”

   “Circolano voci riguardo ad una coppia”

   “Una coppia?” le fece eco Usop, in qualche modo rincuorato dal fatto che il colletto dell’abito della sua socia in affari era ancora bello che abbottonato e non pareva esser stato affatto manomesso.

   “Sì, un uomo ed un donna. Pare che non molto tempo fa abbiano fatto loro un ragazzo che viveva da queste parti” ed ignorando la pelle d’oca e la nuova doccia di sudore del giovane che le stava di fronte, Nami continuò con fare pensieroso. “Stando a quanto sono venuta a sapere, i due sono ancora nel fiore degli anni; sono alti e bellissimi. Lui biondo come un angelo, lei nera come la notte. Elettrizzante, questo contrasto, vero? Ti dirò, mio caro… questa storia comincia a piacermi…”

   “COME PUOI DIRE UNA COSA DEL GENERE DOPO CHE UN RAGAZZO E’ SCOMPARSO, DIVENTANDO CON TUTTA PROBABILITA’ UNO DI LORO?!” non si capacitava Usop, sempre più accucciato in un angolino del sedile di fronte a quello su cui sedeva la fanciulla che, invece, aveva ben altre preoccupazioni: qualcuno voleva portarle via il lavoro, e questo bastava ed avanzava per farle mettere maggiore impegno nel compito affidatale dal professor Hillk. Anzi, perché no? Se avesse messo il vecchio al corrente di questo piccolo disguido, magari lui le avrebbe allungato altri soldi… o comunque aumentato la ricompensa…

   “Taci e ascoltami bene” ordinò quindi, sempre più motivata. “A partire da domani dovremo effettuare delle ricerche più dettagliate, e non più soltanto di notte. Agiremo anche di giorno”

   Oh, beh… di giorno i vampiri se ne stanno rintanati nelle loro bare, quindi…, si rincuorò l’altro, riacquistando di colpo tutto il suo sangue freddo. “Cosa dovremmo fare?”

   “Raccogliere più informazioni possibili su una villa appartenuta tempo addietro ad un certo conte Shanks The Red”

 

 

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