IL SAPORE DEL SANGUE

 

 

CAPITOLO QUARANTAQUATTRESIMO

 

Nami si slanciò in avanti, quasi volesse divenire scudo umano di uno Zoro già crollato a terra. E, in effetti, fu proprio questo che rischiò. Drakul, comprendendo in un lampo la situazione, infuocato di una rabbia che solo un vampiro sarebbe capace di provare, si diresse a grandi passi verso il pallido Cacciatore, protendendosi con ferocia sulla donna abbattutasi su di lui e allungando una mano più simile ad un infernale artiglio, che ad un arto umano. Lei urlò, chiudendo gli occhi e stringendosi disperatamente all'uomo, incredibilmente intenzionata a farsi strappare la testa, pur di non abbandonarlo.

   "Spostati, Nami!" la riprese ferocemente lui, non riuscendo purtroppo a trovare una forza sufficiente per scrollarsela di dosso. Digrignò i denti, oppresso da un tremendo senso di impotenza: non solo non riusciva ad attaccare quel bastardo, ora che finalmente lo aveva davanti; non era nemmeno in grado di impedire a Nami di morire al posto suo.

   Non poteva sopportarlo. Non poteva sopportarlo di vedere morire, di vedere un'altra amica (innamorata?) uccisa da quello schifoso verme delle tenebre.

   "Spostati!"

   "No!"

   E poi, Drakul fu su di loro.

 

"Siete solo feccia, solo..." Shanks, il volto marmoreo deformato dai numerosi e potenti colpi ricevuti, si scostò i rossi capelli che gli spiovevano sul viso. Simile ad un animale braccato, sfidò con fiero sguardo i due temibili avversarsi, ruggendo insulti a non finire.

   "Io sono feccia" confermò Franky, il quale, a differenza di Chopper, non aveva perduto il sorriso sornione. "Ma tu sei morto, pipistrello." detto questo, colpì un'ultima volta.

   Colpì con una poderosa mano messa di piatto, affondandola nel collo di Shanks; la piccola renna distolse lo sguardo, coprendosi i teneri occhietti con zoccoli tremanti mentre, con un suono impalpabile, la testa del secolare vampiro ricadeva a testa, gli occhi spalancati in un'eterna espressione di sbalordimento. Il suo corpo, sozzo di sangue potente e maledetto, ebbe qualche breve spasmo, prima di fermarsi, simile alla coda di una lucertola.

   "Sono come vermi" spiegò Franky. "Se non li tagli nel punto giusto, non muoiono."

 

"Sono viva?"

   "Così pare..."

   Nami si lasciò sfuggire quello speciale sorriso isterico che spunta solo dopo averla scampata bella. Rimase stretta al Cacciatore, osservando basita la scena che si stava svolgendo innanzi a loro.
   Rufy, in uno tuffo disperato, si era slanciato verso di loro, fermando per un soffio l'avanzata di Drakul.

   Ora, tenendosi le mani come due specialisti della lotta greco romana, il cucciolo ed il Primo della stirpe si affrontavano, lui forte dei secoli che gli pesavano sulle spalle, l'altro rinvigorito dal selvaggio istinto di sopravvivenza.

   "Spostati, cucciolo" sibilò il Signore Oscuro, spiandolo con rabbia.

   "Lascia in pace i miei amici." replicò Rufy. Sapeva di non avere scampo, contro la potenza infinita del suo avversario. Ma non avrebbe mai abbandonato le uniche persone che erano riuscite a cercare un po' di umanità nella bestia che aveva preso possesso del suo corpo.

   Aveva una sola possibilità.

   Una sola.

   E lo disgustava.

   Nonostante ciò, affondò i denti nel collo del vampiro, disobbedendo a tutte le leggi che regolavano la loro maledetta stirpe tenebrosa. Avvertì il sapore del sangue di Drakul, ed il suo istinto fece il resto.

   Parvero due amanti rapiti dalle emozioni, il Sire che, balbettando non riuscì a reagire all'estasi portata dal sangue estratto dal suo corpo, ed il giovane vampiri, il quale, vincendo ogni disgusto, continuava a bere... a bere... a bere...

   Nel giro di pochi minuti, Drakul era ridotto ad un sacco esangue. Simile ad un fantoccio di carne essiccata, alzò le mani, levando disperato gli occhi al cielo. "Come... osi...?" balbettò.

 

 

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