Santi e Beati agostiniani del XIII-XIV secolo

 

 

S. NICOLA DA TOLENTINO

(1245-1305)

Con una stella sul petto è raffigurato S. Nicola, nato a S. Angelo in Pontano e vissuto per 30 anni a Tolentino, il primo grande frutto di santità dell’Ordine agostiniano. Nel 1256, anno della "Grande Unione", Nicola aveva 11 anni; poco più tardi abbracciava la vita religiosa. L’austerità di vita, la preghiera incessante, la penitenza volontaria, la perfetta vita comune, unite ad una squisita carità e delicatezza verso tutti, ad una sincera e profonda sensibilità per le miserie materiali e spirituali degli uomini, sono i tratti caratteristici della sua santità.

È invocato come taumaturgo per la sua efficace intercessione presso Dio, protettore delle anime del purgatorio, patrono contro, la peste e gli incendi. Dalla sua tenera devozione alla Madre di Dio hanno avuto origine i "panini di S. Nicola". L’iconografia del santo esprime in forme molto varie queste caratteristiche.

La sua figura slanciata ed esile, il volto sorridente e compassionevole, lo sguardo sereno e dolce, così come ce lo presentano le pitture giottesche, di poco posteriori alla sua morte, ci rivelano la sua personalità e ce lo fanno sentire come un fratello che stimola, incoraggia ed aiuta a seguirlo nella via da lui percorsa.

La famiglia agostiniana ha visto in S. Nicola un modello pienamente riuscito della sua spiritualità. S. Nicola ha realizzato infatti l’intento che si era proposto la Santa Sede nella decisione di riunire i vari gruppi eremitici in un unico Ordine: quello di offrire una sintesi fra contemplazione e apostolato, fra ricerca di Dio e partecipazione ai problemi umani; quello di far sì che la vita religiosa diventasse fermento di vita cristiana per il popolo di Dio. "Per i mesti era gioia, consolazione per gli afflitti, pace per quelli che erano divisi, riposo per gli stanchi, aiuto per i poveri, rimedio singolare per i prigionieri e i malati. Provava tanta compassione per i peccatori, che pregava, digiunava, celebrava le messe e piangeva davanti a Dio per i molti che si confessavano da lui, perché venissero liberati dalle tenebre dei peccati" (Giordano di Sassonia).

La sua morte fu un’apoteosi. Venti anni dopo, nel 1325, ebbe inizio il processo di canonizzazione. Gli atti, con la deposizione di 371 testi, furono presentati al papa Giovanni XXII ad Avignone nel 1326. Fu solennemente canonizzato da Papa Eugenio IV nel 1446 al termine dello scisma della Chiesa d’Occidente.Tale ricorrenza viene ricordata nella colletta del Santo come intercessore per l’unità della Chiesa.

Le sue spoglie sono custodite nel santuario di Tolentino.

La sua memoria liturgica ricorre il 10 settembre.

È il protettore delle anime del Purgatorio e dei balbuzienti e patrono contro la peste.

 

   
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