Santi e Beati agostiniani del XIII-XIV secolo

 

 

B. SIMONE FIDATI DA CASCIA

(+ 1348)

Appartenente alla famiglia Fidati, vide la luce a Cascia verso il 1280-90. Dopo un breve interesse per la letteratura profana e in seguito per la figura e la dottrina del francescano spirituale fr. Angelo Clareno, vestì l'abito agostiniano.

Per tutta la vita si diede alla predicazione, specialmente in Toscana. Biasimava senza paura i peccatori ma la sua severità si estendeva anche a quelli che cercavano la sua amicizia, i quali, a volte, venivano da lui trattati con autentica ruvidezza. Però il suo dire pieno di ardore e di passione affascinava sempre l'uditorio.

E non fu meno apprezzato come scrittore, occupazione questa che lo impegnava gran parte della notte. Lo apprendiamo da fr. Giovanni da Salerno che visse con lui per circa 17 anni. Nell'opera più popolare, l’Ordine della vita cristiana, alle origini del volgare italiano, si richiama alla sequela e imitazione di Cristo, un ideale che nel suo capolavoro De gestis Domini Salvatoris viene ulteriormente sviluppato. A proposito di quest'opera si racconta come una volta gli sarebbe apparso il Signore sotto le sembianze di un fanciullo che lo invitava a bere dal calice che gli porgeva. Simone beve e "la dolcezza di questa bevanda gli rimase impressa in tutto il tempo che sopravvisse; facendogli parer insipido ogni altro cibo; e dopo cominciò a scrivere la detta vita del Salvatore". Il suo pensiero fu influenzato dal Clareno ma, diversamente da lui, seppe evitare gli estremismi. È possibile che Lutero conoscesse l'opera del Fidati, ma ovviamente riflessioni o brani staccati dal contesto non autorizzano a ritenere Simone precursore del Riformatore. Prezioso pure è l’Epistolario che documenta la sua attività di guida spirituale vicina a persone di ogni tipo e ceto sociale.

Sia come predicatore popolare che come scrittore influenzò la vita pubblica del suo tempo, sebbene vivesse in modo molto schivo, preferendo una vita di solitudine, di preghiera e di studio. Su questa linea si colloca il suo netto rifiuto di qualsiasi incarico di comando, sia all'interno che al di fuori dell'Ordine agostiniano.

Morì, vittima della grande peste, il 2 febbraio 1348.

I suoi resti riposano nel Santuario di S. Rita a Cascia.

Il culto a lui tributato ebbe l’approvazione di Gregorio XVI nel 1833.

La sua memoria liturgica ricorre il 16 febbraio.

 

   
Torna sù