Santi e Beati agostiniani del XV-XVI secolo

 

 

S. ALFONSO DE OROZCO

(1500- 1591)

Nato a Oropesa (Toledo, Spagna), fece i primi studi a Talavera e poi servì come seise (ragazzo della cappella musicale) nella cattedrale di Toledo. Lì studiò l’arte della musica che poi amò con passione. Inviato all'Università di Salamanca, si sentì attratto dall'ambiente di santità del convento di s. Agostino e entrò nell'Ordine, emettendo nel 1523 la sua professione nelle mani di s. Tommaso da Villanova.

Ricoprì diverse cariche, e nonostante la grande austerità della sua vita, il suo modo di governare si dimostrò pieno di comprensione. Nel 1547 tentò di andare in Messico come missionario, ma un grave attacco di artrite lo costrinse a desistere. Nel 1554, mentre era superiore del convento di Valladolid, fu nominato predicatore reale dall'imperatore Carlo V - in seguito lo sarà anche del re Filippo II – e, quando nel 1560 la reggia fu trasferita a Madrid, si stabilì nel convento agostiniano di quella città.

Ebbe grande popolarità negli ambienti sociali più disparati, perché seppe accostarsi a tutti senza distinzione. Alti personaggi della società e della cultura lasciarono testimonianze nel suo processo di canonizzazione, come gli scrittori Quevedo e Lope de Vega. Il frequentare le classi elevate però non lo sviò dal suo stile di vita. Il popolo lo amò soprattutto per la sua vicinanza a tutti e per la sua sensibilità nell'aiutare i poveri, gli infermi e i carcerati nei loro molteplici bisogni.

Scrisse numerose opere sia in latino che in lingua castigliana. Degne di ricordo: Vergel de oración y monte de contemplación (1544), Desposorio espiritual (1551), Bonum certamen (1562), Arte de amar a Dios y al próximo (1568), De la corona de Nuestra Senora (1588).

I suoi scritti, come la sua azione, nascono dal suo animo contemplativo e dalla lettura delle Sacre Scritture. Devoto di Maria, era convinto di scrivere per suo mandato.

Coltivò un particolare amore per l’Ordine agostiniano e si interessò alla sua storia e spiritualità con l’intento di suscitare nei lettori l’imitazione dei suoi migliori uomini. Potendo egli, quale predicatore regio, sottrarsi alla giurisdizione dei superiori, rinunciò ai suoi privilegi, comportandosi da semplice frate e partecipando assiduamente agli atti comunitari.

"El santo de S. Felipe", morì. nel 1591. I suoi resti mortali si conservano presso il monastero madrileno delle claustrali agostiniane da lui fondato.

Fu beatificato da Leone XIII nel 1882 e canonizzato da Giovanni Paolo II il 19 maggio 2002.

La sua memoria liturgica ricorre il 19 settembre.

 

   
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