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 aggiornamento


In Città c'è, fino al 30 aprile, la mostra Il Futurismo attraverso la Toscana allestita, data la vastità del progetto espositivo, in diversi edifici del complesso architettonico di Villa Mimbelli, sede del Museo Civico "Giovanni Fattori".

 

 E qui, fra tanti bei nomi, INCONTRO, di nuovo, Primo Conti………Veniva, già carico di fama, allo studio del mio primo impiego e si apriva fra di noi una schermaglia per fare il ritratto di una "Mugellana" in onore del Mugello, che ogni giorno vedeva dalle sue finestre.
Ora quella casa è un Museo.
La Fondazione Primo Conti ha sede a Fiesole a Villa Le Coste, una residenza quattrocentesca situata vicino al Teatro Romano, sul versante della collina che guarda il Mugello, in mezzo a vigne ed ulivi.


Segnaliamo:
in contemporanea a Londra fino al 21 maggio 2000
PRIMO CONTI - A FUTURIST PRODIGY
   

   Primo Conti: l'opera ritrovata


questo il titolo della mostra, inaugurata il 28 settembre 2001, presso la Fondazione Primo Conti -Villa Le Coste a Fiesole- che resterà aperta sino al 27 novembre.
Alla Fondazione sono esposte una ventina di opere del Maestro, provenienti da collezioni private, quasi tutte olii e qualche collage a tecniche miste, oltre a disegni che accompagnano, cronologicamente, l'impianto della rassegna.


Cenni biografici su Primo Conti

Primo Conti nasce a Firenze il 16 ottobre del 1900.
Inizia a otto anni lo studio del violino, ma poiché ama anche disegnare viene iscritto ad una scuola privata di disegno diretta da Eugenio Chiostri. A undici anni dipinge il suo primo quadro, un autoritratto su cartoncino, fatto mescolando i colori con l'olio di oliva. Tredicenne compone e pubblica l'opera musicale "Romanza per Violino e Pianoforte". Il padre affitta per lui uno studio in Piazza Savonarola. In questo stesso periodo, in occasione della mostra futurista organizzata da "Lacerba", ha i primi contatti con Soffici, Marinetti, Papini, Palazzeschi. Papini regala allora a Conti una cartolina con dedica :" Al più giovane e più intelligente visitatore dell'Esposizione futurista".
Nel 1914 collabora con U.Tommei e F. Gonnelli alla organizzazione di una mostra di scultura di Boccioni. Costituisce poi (1917) con Baldessari, Ginna, Lega, Venna, Neri Nannetti, Vieri Nannetti, Spina e Rosai il gruppo futurista fiorentino.
Tra il '17 e il '21 pubblica una raccolta di prose poetiche, "Imbottigliature" ed entra in contatto con i maggiori esponenti delle avanguardie storiche, fra cui Picasso. Fonda con Corrado Pavolini, la rivista il "Centont" (1919) alla quale collaborano anche Ottone Rosai e Achille Lega; dà vita all' "Enciclopedia", una rivista satirica tascabile considerata un esempio del "dada" italiano; partecipa alle principali rassegne futuriste ed esegue alcuni dei suoi più importanti dipinti.
Nel 1926 espone alla XV Biennale di Venezia, qui le sue opere sono fonte di controversie, mentre aumenta la sua considerazione e notorietà in Svizzera e Germania.


Nel 1928 partecipa, invitato da Margherita Sarfatti, alla II Esposizione del Novecento con il solo Ritratto di Pirandello .
Nel 1930 sposa Munda Cripps¸ negli anni seguenti la vita familiare, la nascita delle figlie Maria Novella e Maria Gloria danno luogo ad una serie di opere ricche di contenuti personali e poetici, (Bambina e farfalla, Bambina con Coniglio di gomma, Ritratto di Munda, Frutta dall'alto , Nudino).
Dal 1935 al 1939 collabora a scenografie ed esegue bozzetti, scene e costumi per alcune opere del Maggio Musicale Fiorentino.
Nel 1941 è titolare della cattedra di pittura all'Accademia di Belle Arti di Firenze. Espone con De Chirico (1941,1943) alla Galleria Firenze e con lo stesso partecipa (1949) alla "Rassegna di Cinquant'anni di Pittura Italiana" alla Galleria Barbaroux di Venezia. Nel marzo del 1955, alla Galleria Le Ruote, espone una serie di nuove opere.
Nel 1962 viene organizzata dall'Accademia di Belle Arti e dagli Enti Turistici Fiorentini una mostra a Palazzo Strozzi per celebrare il cinquantenario della sua pittura.
Per i suoi ottanta anni gli viene dedicata una rassegna nella Sala Bianca di Palazzo Pitti con più di cento dipinti.
Nel 1980 pubblica "Vecchia bicicletta nuova" e nel 1983, sotto forma di intervista a Gabriel Cacho Millet, la sua autobiografia dal titolo "La gola del merlo".
Muore a Fiesole il 12 novembre 1988.

Quei FUTURISTI con la tuta tutta toscana
   

 
seconda di copertina di
STORIA DI CRISTO
con la firma autografa
dell'Autore (1926)
Iniziò in modo del tutto singolare, e assolutamente "futurista", l'avventura del Futurismo in Toscana: da una rissa da bar. Nel giugno del 1911, su la Voce, Soffici aveva stroncato la mostra di Boccioni e compagni vista al Padiglioni Ricordi di Milano. Una settimana dopo Boccioni, Russolo, Marinetti e Carrà scendevano a Firenze in assetto di guerra e al caffè delle Giubbe Rosse ingaggiavano con i vociani la famosa "scazzottata", presto seguita da una riconciliazione tanto intensa e sentita che Lacerba, la rivista fondata nel gennaio del 1913 da Papini e Soffici, già nei suoi primi numeri divenne di fatto una sorta di organo ufficiale del Futurismo, e prestò le sue colonne a un dibattito di alto livello, di respiro nazionale e internazionale.
Firenze diventava così, con Milano e poi con Roma, uno dei poli maggiori del Futurismo, che di qui si sarebbe irradiato all'intera Toscana e, negli anni 30 a Livorno soprattutto.

La mostra che la città di Livorno, con la Fondazione Primo Conti di Fiesole, dedica al Futurismo nei suoi sviluppi toscani, ripercorre dunque sentieri "storici", battuti dai protagonisti di quell'avanguardia. E lo fa esplorando per la prima volta tutti i versanti in cui dilagò il Futurismo, nella sua volontà di radicale "ricostruzione dell'universo". Così, nelle sale opulente di Villa Mimbelli (allestite in modo eccellente, visto che ori, stucchi e damaschi tardo ottocenteschi sono del tutto neutralizzati, pur restando visibili sullo sfondo) sono di scena i dipinti e le sculture, mentre negli altri edifici di quel complesso, che è sede del Museo Fattori si dipanano i percorsi attraverso l'architettura, la letteratura e la pubblicistica, il cinema, il teatro e la musica. Quasi 700 pezzi, raccolti dai curatori delle singole sezioni (Mauro Pratesi, Ezio Godoli, Giorgio Luti, Mario Verdone e Daniele Lombardo) sotto la regia di Enrico Crispolti e distribuiti lungo un trentennio, a partire dalla "Esposizione di pittura futurista di Lacerba" dell'inverno 1913 e dalla mostra fiorentina di sculture di Boccioni della primavera successiva (documentata da bellissime fotografie d'epoca), passando attraverso il lavoro di Soffici, con grandi pannelli murali che dipinse per casa Papini a Bulciano, presso Arezzo; alle opere di Rosai, Primo Conti, Russolo, Sironi, Balla, Baldessari, Depero, Evola, tutti presenti nella grande mostra futurista che si tenne a Firenze nel 1919, giù, attraverso gli anni 20 e 30, fino all'epilogo del 1944, quando morì Marinetti e con lui si sciolse la militanza dell'ultima generazione futurista.
Ecco allora Thayaht, (il fiorentino Ernesto Michaelles), autore di sculture dall'aspetto futuribile e inventore della "tuta", indumento rivoluzionario che battezzò così, levando una lettera alla parola tutta ; il fratello Ram (Ruggero Alfred Michaelles), eterodosso anch'egli, con le sue immagini futuriste "contaminate" di novecentismo, e un personaggio singolare come il livornese Virgilio Marchi. Architetto e scenografo, ideatore di architetture sghembe e visionarie, fondate sui principi del "dinamismo plastico":
Da non perdere, poi, la sezione della letteratura, ricca di documenti preziosi: autografi, lettere e fotografie, tavole parolibere e numeri della Voce e di Lacerba, dai quali Papini, Prezzolini, Palazzeschi, Soffici, Folgore e compagni scagliavano i loro strali contro il conformismo borghese.

- Catalogo Silvana Editoriale-

Da Il Sole 24ORE - Domenica 27 febbraio 2000 - di Ada Masoero


 

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