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PERLA Luigi


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Perla Luigi

 

nato a Bergamo il 20 settembre 1839 da Francesco e Gaetana Parenti, morì da eroe a Dijon (Francia) il 21 gennaio 1871. Monito eterno lanciato ai popoli italo e franco: " Deh, non tradiscano quest'alto retaggio di gloria i venturi scordando i Caduti! " La strofa alcaica dettata per l'Ossario di Solferino ben sì attaglia anche al sacrificio del maggiore Luigi Perla, caduto combattendo per la Francia a Digione come gli Zuavi francesi per rialia a Solferino.

A dodici anni nel 1851-'52 Luigi Perla era studente del primo corso di grammatica nel nostro Ginnasio-Liceo. Nel 1860 diede entusiasticamente il suo nome per la Spedizione dei Mille, nella quale seguì le sorti gloriose dell'8ª " Compagnia di ferro " dei Bergamaschi, conseguendo per merito di guerra, prima il grado di sergente e poi quello di sottotenente, per Decreto Dittatoriale del 23 ottobre 1860. Oltre alle medaglie commemorative, per essersi eroicamente " distinto nella campagna " si guadagnò la medaglia d'argento (R. D. 30 settembre 1862) al valor militare.

Confermato sottotenente nel Corpo Volontari Italiani il 12 dicembre 1861 passò con quel grado al 61° Reggimento Fanteria (27 marzo 1862). Il 23 luglio 1866 era sottotenente dal 3° Reggimento Volontari Italiani.

Fu poi licenziato dal servizio a far tempo dal 25 settembre, in data 9 ottobre 1866.

Ebbe la pensione dei Mille decretata con la legge 22 gennaio 1865 e sposò Giuseppina Pizzagalli, ritirandosi a via modestissima. Appena Garibaldi alzò nuovamente la bandiera per muovere su Roma, Luigi Perla ripartì e nella brevissima e pur gloriosa campagna dimostrò il suo valore. A Montana, anzi, con alcuni altri rinnovò miracoli di eroismo, bruciando le ultime cartucce a cinquanta metri dalle masse compatte dei francesi, che avanzavano minacciosi. Generosissimo, come il Duce, dimenticò ben presto l'accanimento francese. Caduto Napoleone III dopo Sedan (2 settembre 1870) all'appello della Francia repubblicana che dichiarò " la Patria in pericolo " accorse con molti altri seguendo l'esempio nobilissimo di Garibaldi . Costituitasi con la legione spagnola e con altri Corpi, tolti alla prima, la quinta Brigata, affidata al generale Stefano Canzio, Luigi Perla col grado di maggiore vi fu posto al comando di un Battaglione. Giovane di trentun anni con un suo visetto arguto, dimentico di sè, diede splendidi esempi di valore e arditamente guidò i suoi in battaglia. Il 21 gennaio 1871, la più terribile delle tre giornate tremende di Digione (21, 22 e 23 gennaio), egli coi suoi si trovava tra Talant e Fontaine, di fronte a Daix " forlemente occupata dai Prussiani, i quali, per quanto vomitassero ferro e piombo a torrenti su la posizione tenuta dai nostri, non riuscirono a sloggiameli ". I garibaldini, e specialmene i Cacciatori di Marsala e i Carabinieri genovesi, si coprirono di gloria, poiché vinsero, malgrado fossero rimasti " senza uffiziali ". Nell'ultima carica alla baionetta, la y Divisione (Canzio) conquistò la posizione, sulla quale si stabilì e pernottò. Ma in quella carica - narra Jessie White Mario - cadde il Perla ferito alla nuca. Ricoverato in una casa, vicina assai agli avamposti, gli subentrò la paralisi agli arti inferiori, cui seguì dopo poco la morte, malgrado le diligenze materne di " una brava vivandiera polacca, pur essa ferita ". " La Francia riconoscente lo fregiò, morto, della Legion d'Onore; ma già egli era compensato - scrive l' Abba - nell'aver potuto morire per quel nome di Repubblica, che alla sua mente semplice pareva realtà di tutte le belle cose sognale ". La gloriosa decorazione restò " unico tenue conforto per la famiglia numerosa che " egli - scrive il Castellini - " abbandonava morendo per altra terra ". Così Bergamo, Città dei Mille, con le preziose esistenze di Nullo e Marchetti , date in olocausto per la Polonia insorta, e di Luigi Perla, sacrificata per la Francia invasa, pagava largamente il tributo della riconoscenza che gli Italiani ebbero ed hanno per gli stranieri accorsi a combattere per la nostra redenzione.

BIBLIOGRAFIA. - Elenco Uff., N. 758. - "Illustr. Ital.", p. 4,36, con fotografia. - " Archivio Liceo ", anno 1852. - " Rivista di Bergamo ", 1922, mastio, p. 228. - ABBA , Storia, pp. 64 e 210. - CASTELLINI, pp. 188 e 401. - PovriLio SCHIAHINI, I Mille nell'esercito, in " Memorie storielle militari ", V, dicembre 1911, p. 592. - JESSIE WHITE MARIO, Vita di Giuseppe Garibaldi , Milano, Treves, 1882, vol II, cap. XLIII, pp. 223 e 237. - G. SYLVA , L'VIII Compagnia dei Mille, S.E.S.A. Bergamo, 1959, p. 34 nota (1). - Notizie dall'Anagrafe Comunale di Bergamo dove come data di morte è offerto il 2 febbraio, che sarà forse la data della comunicazione ufficiale, essendo tutte le altre fonti concordi nel dirlo caduto in combattimento e specificando il Sylva che egli cadde nella prima, 21 gennaio, delle tre giornate di Uifiione. - Archivio di Stato di Torino.

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Creato da: Astalalista - Ultima modifica: 26/Apr/2004 alle 23:39 Etichettato con ICRA
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