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Capitolo I: La Chiesa d'Occidente durante le invasioni barbariche
Capitolo II: Il monachesimo occidentale
Il monachesimo irlandeseCapitolo III: La Chiesa d'Oriente dal VI al VII secolo
Il monachesimo benedettino
L'imperatore GiustinianoCapitolo IV: La politica papale nei secoli VII/VIII
La controversi monofisita
La controversi monotelita
Gli Arabi in Egitto e Siria
Gregorio Magno (590-604)Capitolo V: La Chiesa d'Oriente nei secoli VIII e IX
Avanzata degli Arabi in Africa e Spagna
Vicende della Chiesa d'OrienteCapitolo VI: La rinascita Carolingia
Controversia iconoclasta
I rapporti tra il papato e Pipino il BreveCapitolo VII: La Chiesa Cattolica durante il Feudalesimo
Il cesaropapismo di Carlo Magno
La vita intellettuale
L'attività teologica di Carlo Magno
Slancio e indebolimento del papatoCapitolo VIII: Lo scisma d'Oriente
Estensione del Cattolicesimo
L'Abbazia di Cluny
La Teologia
Cause dello scismaCapitolo IX: Inizi della Chiesa Russa
la contesa del secolo nono
Lo scisma definitivo (1054)
Tentativi di ricomposizione dello scisma
La Chiesa del Medioevo
(secoli
V - XI)
La Chiesa d'Occidente durante le invasioni barbariche
1. L'imperatore Teodosio aveva diviso l'impero tra i suoi due figli, dei quali uno ebbe l'Oriente, cioè l'Impero Bizantino, che durerà fino al 1453, e l'altro l'Occidente, in cui l'imperatore Romolo Augustolo sarà destituito da Odoacre, re degli Unni nel 476, per effetto delle invasioni dei barbari.
Durante questo tempo il vescovo di Roma diventerà il primo personaggio dell'antica capitale imperiale e il suo prestigio si accrescerà al punto che si riserverà il titolo di «Papa », da «PAter PAuperum », cioè «padre dei poveri ».
2. In Occidente sorgono questi regni barbarici:
-- il
regno degli Ostrogoti in Italia,
-- il regno
dei Vandali nell'Africa del Nord,
-- il regno
dei Visigoti in Spagna e Aquitania,
-- il regno
dei Burgundi nella Gallia sud-occidentale,
-- il regno
dei Franchi nella Gallia del nord,
-- il regno
degli Anglo-Sassoni nell'Europa nord-occidentale.
Tutti questi popoli erano «ariani » (dal sanscrito «Arji = buoni, nobili»), razza che proveniva dall'Asia.
3. Per fronteggiare il loro espansionismo il papa chiese aiuto all'imperatore d'Oriente GIUSTINIANO , il famoso autore delle «Pandette » (raccolta delle sentenze dei grandi giureconsulti romani dei secoli II-III), che fu a capo dell'impero negli anni 527-565. Giustiniano sconfisse i Vandali (534), annientò gli Ostrogoti, togliendo ai primi l'Africa e ai secondi l'Italia, e riportò delle vittorie sui Visigoti, occupando una fascia del loro territorio a sud della Spagna.
Un altro appoggio il papa lo trovò nei FRANCHI ; il loro re CLODOVEO (convertitosi al Cattolicesimo nel 496), conquistò il regno dei Burgundi e quello dei Visigoti, a nord dei Pirenei.
I re Franchi, divenuti figli prediletti della Chiesa di Roma, si comportarono da despoti assoluti, promuovendo un governo cesaro-papista: emanarono leggi ecclesiastiche (dette «capitolari ») ed editti, nominarono vescovi ed abati, assegnarono loro le terre occupate, convocarono perfino Concili. Alcuni signorotti Franchi fondarono Chiese sotto la loro giurisdizione, dando così via ad una CHIESA NAZIONALE , che aveva una dipendenza molto deboli dal papa.
Il monachesimo occidentale
Abbiamo
già accennato precedentemente agli inizi del Monachesimo.
In Occidente,
era stato fondato (nel 430) il Monastero di Lerino, su un'isola di fronte
a Nizza. Tale Monastero continuò ad essere un centro di vita intellettuale
e teologica.
Ma nei secoli
V/VI sorgono due nuovi movimenti di monaci:
Fondatore
di un gran numero di conventi in Irlanda fu
PATRIZIO nel V secolo. Questi conventi furono
centri di evangelizzazione dei paesi pagani.
Monaci furono
COLOMBA
(VI sec.), COLOMBANO
(VII sec.), fondatore in Italia del convento di Bobbio, e
GALLO, fondatore del convento di S. Gallo
in Svizzera, dal quale il Vangelo si diffuse in Allemagna.
I monasteri
irlandesi furono centri di cultura, civiltà e attività missionaria.
I Monaci
fondarono in Irlanda una Chiesa molto indipendente dal papato e con l'autorità
dei vescovi assai indebolita. Le Chiese non avevano immagini sacre; la predicazione
era fatta nella lingua locale parlata; unica autorità di fede era
la Sacra Scrittura senza alcuna tradizione umana; la Pasqua era celebrata
il 14 di Nisan; e la disciplina era molto severa (digiuni, preghiere, flagellazione,
reclusione in un monastero).
Fondatore
del Monachesimo Occidentale fu BENEDETTO DA
NORCIA (480-543), che fondò il Monastero
di Montecassino (agli inizi del VI sec.) a cui diede il programma: «
Ora et labora»: preghiera e lavoro.
Benedetto
redasse per i monaci una severa regola. Essi dovevano fare un noviziato
molto lungo prima di emettere i tre voti perpetui di povertà, castità
ed ubbidienza.
Il monaco
doveva al suo abate (superiore del monastero) ubbidienza assoluta.
I monaci
benedettini sono stati molto benemeriti, perché hanno dissodato
regioni inospitali e selvagge, e hanno fatto dei loro monasteri dei centri
e asili di vita di pietà e intellettuale.
LA CHIESA D'ORIENTE DAL VI AL VII SECOLO
1. L'imperatore
Giustiniano
(527-565) fu il tipo dell'imperatore cesaro-papista. Infatti, nominò
e destituì vescovi, influenzò Concili.
Destituì
lo stesso papa Liberio e fece nominare al suo posto alcune sue creature
(Vigilio prima e poi Pelagio I).
Combatté
il Paganesimo; chiuse l'Accademia (529) fondata dal filosofo Platone otto
secoli prima. Tolse ai pagani i loro diritti ereditari e fece un decreto
di condanna a morte per chi, battezzato, rinnegava la fede (531).
Costruì
magnifici edifici, tra cui la Basilica di S. Sofia a Costantinopoli, capolavoro
dello stile bizantino.
Il Concilio
di Calcedonia (451) aveva definito che in Cristo ci sono due nature: la
divina e l'umana. Tuttavia, alcuni, come EUTICHE
, continuarono a professare una sola natura in Cristo, la divina, e perciò
furono detti Monofisiti
.
L'imperatore
Zenone, per cercare di stabilire l'unità di fede nella Chiesa d'Oriente,
pubblicò nel 482 l' «HENOTICON
», cioè la formula di unione, che approvava i tre primi
Concili (Nicea 325, Costantinopoli 381, Efeso 431), ma aboliva virtualmente
la dottrina del Concilio di Calcedonia (451).
Il patriarca
di Costantinopoli, Acacio, sottoscrisse la formula, ma non il vescovo di
Roma, Felice II (484). Ne seguì il primo scisma tra la Chiesa d'Oriente
e quella d'Occidente, che durò oltre un quarto di secolo (489-519).
Giustiniano,
imperatore, cercò di fare opera di riconciliazione coi Monofisiti,
che erano appoggiati, segretamente, dalla di lui moglie Teodora: donna
intrigante ed ex-danzatrice, che ebbe una parte attiva e funesta nella
sua politica. Essa, per favorire i Monofisiti, ritenne che il mezzo migliore
fosse quello di infamare la memoria di Teodoro di Mopsuestia (il più
grande teologo della Scuola Antiochena), di Teodoreto, vescovo di Ciro
presso Antiochia, profondo teologo ed eminente storico, e di Ibas di Edessa,
e riuscì a far sì che l'imperatore promulgasse un editto
contro i tre e i loro difensori detto «
i tre Capitoli » (nel 544) e convocasse
un Concilio a Costantinopoli (nel 535) per condannarli.
Il vescovo
di Roma Vigilio, che era presente al Concilio, dopo aver opposto resistenza
alla condanna dei tre, alla fine per poter ritornare a Roma si sottomise,
aderendo alle decisioni del Concilio, affermando che la sua resistenza
gli era stata suggerita dal diavolo.
Questo gesto
del papa venne disapprovato in Occidente e ne seguì uno scisma che
durò parecchi anni.
Nel secolo
VII l'imperatore d'Oriente, Eraclio, volle trattare di nuovo la questione:
se Cristo aveva un'unica volontà oppure due, la divina e l'umana.
A tal fine pubblicò un'opera dal titolo «
L'Echtésis», in cui sosteneva
che in Cristo vi erano due nature, ma una sola volontà.
Il papa
Onorio I (625-638) lo sostenne, prendendo posizione per il suo scritto (638),
mentre in oriente esso incontrò una forte resistenza.
Questa fu
la CONTROVERSIA MONOTELITA
.
Il Concilio
Ecumenico di Costantinopoli del 680 condannò il Monotelismo e la
memoria di papa Onorio I come eretica. Condanna che fu confermata dai papi
Agatone (678-681) e Leone II (681-683).
Frattanto
gli Arabi avevano invaso l'Egitto e la Siria, sottraendoli al potere e
all'influenza di Costantinopoli.
In conseguenza
di ciò, sorsero quattro Chiese Monofisite: La Chiesa Gregoriana
(da Gregorio) d'Armenia, la Chiesa Giacobita (da Giacomo) di Siria. La
Chiesa Copta d'Egitto (cioè composta da cristiani di vecchia stirpe
egiziana) e la Chiesa d'Etiopia, dipendente dal patriarca d'Alessandria.
I Copti
d'Egitto, che erano perseguitati dagli Ortodossi (quasi tutti Greci). chiamarono
in loro aiuto gli Arabi (durante il secolo VII) i quali avevano conquistato
Damasco e Gerusalemme.
Durante
questo dominio arabo (o musulmano) i Copti d'Egitto godettero della libertà
religiosa, ma non poterono fare alcuna propaganda e furono sottoposti a
vessazioni. Così la religione Copta regredì in queste zone;
solo in Libano rimase un gruppo di fedeli.
LA POLITICA PAPALE NEI SECOLI VII/VIII
Il monaco
Gregorio, detto poi Magno (= grande), divenuto papa, trovò che i
Longobardi avevano invaso l'Italia (568) e che gli imperatori d'Oriente
nulla facevano per difendere il loro Esarcato di Ravenna.
Allora Gregorio
cercò di mostrarsi amico dei Longobardi e si preoccupò di
convertirli alla religione cattolica, ottenendo a questo scopo l'appoggio
della regina Teodolinda.
Inoltre,
cercò di proteggere Roma con un'amministrazione oculata e con l'accettare
in dono vasti territori, che poi costituirono, assieme ad altri, i «
Patrimonia Petri» (il patrimonio di
S. Pietro), col quale si gettarono le basi per quello che sarà il
futuro Stato Pontificio e per la successiva politica dei papi nei secoli
successivi.
Gregorio
Magno fu l'iniziatore della conversione al
Cattolicesimo degli Anglosassoni, inviando nel loro territorio come missionario
Agostino, che battezzò il re di Kent.
Beda, detto
il Venerabile (+735), illustrò la Chiesa Anglosassone coi suoi scritti
di storia, esegesi biblica e scienza.
Dall'Inghilterra
partirono Winfrido, soprannominato Bonifacio, e Willibrordo per evangelizzare
la Germania.
Dal punto
di vista dottrinale il papa Gregorio fissò
la dottrina del Purgatorio, curò la Liturgia, incoraggiò
l'uso delle immagini sacre, riformò il canto sacro introducendo
nel culto il Canto Piano o Gregoriano a una voce.
Quando il
Patriarca di Costantinopoli Giovanni il Digiunatore, assunse il titolo
di «patriarca ecumenico
» (cioè di tutto il mondo), Gregorio gli scrisse, rimproverandolo
severamente, perché (affermò) nessuno può assumere
nella Chiesa un titolo che dica supremazia su di essa; e si chiamò,
a sua volta, «servus servorum Jesu Christi
» (= servo dei servi di Gesù Cristo). Si era allora nel
602, ma il suo successore Bonifacio III, pochi anni dopo (nel 607), accettò
il titolo di «patriarca universale
» dall'imperatore Foca, che volle ricompensarlo dell'appoggio datogli
nella scalata alla suprema carica dell'impero d'Oriente, nonostante avesse
ucciso l'imperatore Maurizio e i suoi figli. Così quel titolo che
Gregorio Magno aveva definito «sacrilego
e diabolico », qualificando come «
precursore dell'Anticristo» chi se
ne fosse fregiato, venne accettato da Bonifacio, perché gli concedeva
il primato sul patriarca di Costantinopoli.
I Musulmani,
verso la fine del VII secolo, conquistarono facilmente l'Africa del Nord,
distruggendo ogni residuo di Cristianesimo.
Poi attraversarono
lo stretto di Gibilterra e conquistarono la Spagna, ad eccezione delle Asturie
(Golfo di Guascogna), dove la popolazione venne lasciata libera di professare
la fede cristiana.
Tentarono
in seguito di passare nella Gallia, ma subirono una grave e decisiva sconfitta,
ad opera di Carlo Martello, a Poitiers nel 732.
LA CHIESA D'ORIENTE NEI SECOLI VIII E IX
1. Vicende della Chiesa d'Oriente
La Chiesa
d'oriente in questo periodo, lottando contro l'Islam, riesce a continuare
a vivere In Asia Minore e a svolgere opera missionaria tra le popolazioni
d'Oriente.
Infatti,
con Cirillo (+869) e Metodio (+885) evangelizza la Bulgaria, la Serbia,
la Moravia e la Cecoslovacchia.
I due tradussero
in Slavo la Bibbia, ponendo così le basi di questo alfabeto e lingua,
i cui caratteri sono chiamati «cirillici
».
Gli Slavi
del Sud restarono uniti alla Chiesa d'Oriente, mentre quelli del Nord passarono
in seguito alla Chiesa Latina.
Nella
Chiesa d'Oriente si era molto sviluppato il culto delle immagini sacre,
dette «icòne
» e questo urtava non poco i Monofisiti e i Musulmani.
L'imperatore
Leone III, detto l'Isaurico (717-741), raccogliendo i desideri di molti
cristiani contrari a tale culto, si mise a capo del loro movimento (726)
ed emanò un primo editto con cui fece togliere le immagini dalle
Chiese e dalle case dei fedeli (730). In seguito, con un altro editto proibì
che le immagini venissero fabbricate e ordinò che tutte quelle esistenti
fossero sotterrate e nascoste. Venne perciò chiamato «
iconoclasta» (cioè, rompitore
di immagini).
Ma il successore
dell'imperatore Leone III, Costantino V, condannò nel Concilio di
Costantinopoli (753) come politeismo il culto delle immagini.
Tuttavia
la devozione femminile venne alla riscossa. Sotto la reggenza dell'imperatrice
Irene venne convocato il Concilio di Nicea II (787), in cui venne dichiarato
eretico il precedente Concilio di Costantinopoli e venne deciso che:
a) il
culto di latrìa (cioè di adorazione) fosse riservato a Dio
solo;
b) il culto
di dulìa (cioè venerazione) fosse reso ai santi;
ce la prosternazione
rispettosa fosse rivolta alle immagini.
Le leggi contro l'uso delle immagini sacre vennero in seguito rimesse in vigore dall'imperatore Leone V l'Armeno (813-820), ma l'imperatrice Teodora (nell' 842) ristabilì il culto delle immagini e il conflitto, che era durato più di un secolo, finì con il trionfo delle immagini sacre, tanto che venne istituita, a ricordo, la « Festa dell'Ortodossia », che viene celebrata nella Chiesa Greca ancora oggi.
Un avversario tenace degli iconoclasti fu Giovanni Damasceno (VIII sec.), il quale sosteneva la legittimità del culto delle immagini col fatto che il Figlio di Dio «è l'immagine dell'Iddio invisibile » (Cl 1, 15; 2 Co 4, 4).
Egli Enunciò pure la dottrina della « perikrèse » (o circumincessione) nella sua opera « La Trinità ». Con questa dottrina si afferma che ciascuna delle tre Persone Divine è presente nelle altre due.
La rinascita Carolingia
1. I rapporti tra il papato e Pipino il Breve
Pipino era maestro di Palazzo presso i Re Franchi, ma desiderava diventare re. Il papa, sebbene cercasse un appoggio nei Longobardi, sostenne Pipino nel suo desiderio ambizioso e approvò la sua nomina a re dei Franchi (752).
Poiché nel contempo i Longobardi avevano occupato l'Esarcato di Ravenna, Pipino li combatté e, tolto loro quel territorio, ne fece, in parte, dono al papa, ingrandendo e costituendo definitivamente il « Patrimonio di S. Pietro» (sotto il papa Stefano II; 752-757). Esso veniva, in tal modo, a comprendere, oltre ai territorio intorno a Roma, anche questa parte dell'Esarcato, dando inizio a quel Potere Temporale dei Papi, che fece di loro dei sovrani terreni.
In seguito, il Papa ebbe la conferma di questi territori, anzi, con più ampi confini, dal figlio di Pipino e suo successore, Carlo Magno.
Ma questo non bastò alla Curia Romana. perché si inventò un falso documento, la cosiddetta famosa « Donazione di Costantino», secondo la quale questo imperatore avrebbe donato al vescovo di Roma, Silvestro, il dominio temporale su Roma e i suoi dintorni.
Fu Lorenzo Valla (attorno al 1440) che dimostrò la falsità di tale documento.
2. Il cesaropapismo di Carlo MagnoCarlo, detto poi Magno, divenuto re, pose fine al regno Longobardo, vinse i Musulmani oltre l'Ebro, poi attaccò i Sassoni che convertì al Cattolicesimo con la violenza.
Carlo Magno ritenne di avere la missione di reggere la Chiesa, essendo il padrone di tutto l'Occidente. Perciò si interessò a questioni dottrinali e dell'amministrazione ecclesiastica; nominò vescovi e convocò Concili; sorvegliò la moralità dei preti, raccomandò la predicazione in lingua volgare e fece introdurre il Credo Apostolico e l'Orazione Domenicale, o Padre Nostro.
Ebbe l'ambizione di ristabilire il Sacro Romano Impero d'Occidente e, a tal fine, si fece incoronare imperatore dal papa Leone III, nel giorno di Natale 800.
3. La vita intellettualeCarlo magno favorì l'istruzione, creò molte scuole elementari, ricorrendo, per l'insegnamento ai monaci tra i quali fu famoso l'abate Alcuino (+804). Collaborarono inoltre Paolo Diacono, monaco lombardo (+795) e il franco Reginaldo (+840).
Nella scuola superiore (riservata ai figli della famiglia reale e dell'altra nobiltà), che aveva sede nel palazzo di Carlo Magno ed era detta perciò « Scuola Palatina », si insegnavano il trivio (cioè grammatica, retorica, dialettica) e il quadrivio (aritmetica, geometria, astronomia, musica).
4. L'attività teologica di Carlo MagnoCarlo Magno fece aggiungere al simbolo Niceno-Costantinopolitano la clausola che lo «Spirito Santo procede dal padre e dal Figlio» (detta « Filioque»), definita nel Concilio di Calcedonia (451), che separò sempre più la Chiesa d'Oriente da quella dell'Occidente. Condannò l'Adozionismo, che era la dottrina sostenuta da alcuni vescovi Spagnoli e secondo la quale Gesù, come figlio della vergine, era stato adottato da Dio.
Avversò il culto delle immagini e tenne a Francoforte un Concilio (794), in cui venne condannato quanto era stato definito nel Concilio II di Nicea (787), convocato dall'imperatrice Irene, circa tale culto.
Di questo periodo vanno ricordati duce Vescovi: Agobardo di Lione (+841) che soppresse nella Liturgia quanto non era biblico, e Claudio, vescovo di Torino (+839) il quale, attaccato alla Bibbia, avversò il culto delle immagini e fu di tendenza agostiniana.
La Chiesa Cattolica durante il Feudalesimo
1. Slancio e indebolimento del papato
Alla morte di Carlo Magno, il suo impero si divise prima in tre grandi regni e poi in molti piccoli stati. In Occidente restava solo un potere non contestato, quello del Papa. Per accrescerne il prestigio venne steso un falso documento. Verso l'anno 850 venne aggiunta ai documenti, detti « Decretali» (coi quali i Papi avevano preso posizione su questioni dottrinali e disciplinari) una serie di false decretali, dette «Pseudo Isidoriane », che vennero attribuite ai vescovi di Roma vissuti nei secoli 2°, 3°, 4°, in cui si affermava l'indipendenza della Chiesa dal potere civile e l'autorità assoluta del papa su tutti gli ecclesiastici e su tutta la Chiesa, a cominciare dal tempo di Clemente Romano, coevo dell'apostolo Giovanni.
Questi documenti hanno molto favorito le ambizioni di predominio dei Papi, finché non furono riconosciuti falsi. Papa Nicola I (858-867) negò al re Lotario il permesso di ripudiare la moglie, destituì i vescovi di Colonia e di Treviri che sostenevano il re nel suo proposito, impose la sua legge ai grandi dignitari e cercò di far valere la sua autorità anche a Costantinopoli.
Alla fine del secolo il Papato cadde in balia delle grandi famiglie romane, sovente molto corrotte. Si ebbe così il « Periodo della Pornocrazia» durante il quale, se non si può fondamentalmente sostenere l'esistenza di una papessa di nome Giovanna, tuttavia, nella corte papale si sono avuti dei grandi scandali. Ad esempio Stefano VI (896-897) fece dissotterrare il papa Formoso, suo predecessore (891-896), per farlo assistere al processo intentatogli contro e, a conclusione, gettarne le spoglie nel Tevere; Giovanni XII (956-994), eletto papa giovanissimo, fu accusato di adulterio, incesto e sacrilegio poiché beveva brindando al diavolo ed invocava gli dèi pagani.
Per riformare la Chiesa di Roma e ricostituire a loro vantaggio l'Impero di Carlo Magno, intervennero allora i sovrani di Casa Sassonia in Allemagna: Ottone il Grande (936-973), che si fece incoronare imperatore da Giovanni XII, e che poi ruppe con lui, destituendolo e nominando Papa Leone VIII in un Sinodo (963-964).
Egli donò vasti territori ai vescovi e agli abati, di cui però egli restava il padrone per poterne investire altri ecclesiastici. Gli successero come imperatori Ottone II (973-983) ed Ottone III (983-1002), i quali pure ebbero tendenze cesaro-papiste, mentre i vescovi si interessavano di più delle faccende terrene che di quelle spirituali.
Nel secolo XI il Papato ricadde nell'anarchia. Si ebbero nello stesso tempo perfino tre papi rivali. L'imperatore Enrico III di Allemagna (1039-1056) li destituì tutti e tre e fece nominare Clemente II (1046-1047), il quale decretò che d'allora in poi la nomina del papa doveva avere l'approvazione dell'imperatore.
2. Estensione del CattolicesimoIntanto il Cattolicesimo veniva introdotto nei Paesi Scandinavi (sec. IX), nella Danimarca, Norvegia e Irlanda (sec. X). Gli Ungheresi furono evangelizzati da Adalberto di Praga (994) che battezzò il loro re Stefano, e l'Ungheria divenne vassallo della Santa Sede.
Il duca Venceslao introdusse il Cattolicesimo in Boemia (966) e il duca Miezislao lo introdusse in Polonia (966), nella quale il re Boleslao fondò in seguito l'arcivescovato di Gnesen. Adalberto di Praga, prima di morire in Prussia (997), contribuì molto a fortificare il Cattolicesimo in Boemia e in Polonia.
3. L'Abbazia di ClunyIntanto l'abate Bernone cercò di riformare la vita monastica, che era molto degradata, fondando l'Abbazia di Cluny in Francia (910) e ponendo essa e i vari monasteri (sorti in seguito e ad essa collegati) direttamente sotto l'autorità del papa. Va detto, per amore di verità, che tali monasteri furono centri di erudizione, di pietà, di lavoro e di beneficenza, nel rispetto e nell'osservanza della regola benedettina.
4. La TeologiaPascasio Radberto (sec. IX), monaco di Corbie, scrisse un libro dal titolo « Il corpo e il sangue di Cristo», in cui sostenne che alle parole pronunciate dal sacerdote all'atto della consacrazione della Messa, la sostanza del pane e del vino si tramuta nel corpo e sangue di Cristo. Nonostante la presa di posizione contrastante di Ratrammo, anch'egli monaco di Corbie, la dottrina di Pascasio incontrò sempre più fautori, in quanto rafforzava il potere del papa e dei sacerdoti.
La Chiesa di Roma fece ufficialmente sua questa dottrina nel Concilio Lateranense II del 1215, indetto da Innocenzo III, dandole il nome di « transustanziazione».
Nel secolo IX sorse anche la Controversia sulla Predestinazione, secondo la quale la salvezza degli eletti è dovuta ad una grazia di Dio (teoria agostiniana). Dottrina sostenuta da Gottschalk, monaco di Fulda (868), ma contrastata dagli arcivescovi Rabano Mauro di Magonza e Incmaro di Reims, che fecero condannare Gottschalk da un Concilio (849), e da Scoto di Erigena, mentre Ratrammo e Remigio di Lione si schierarono per la difesa dell'Agostinianismo.
Lo scisma d'Oriente
Varie sono state le cause dello scisma della Chiesa d'Oriente. Tra di esse: la diversità di lingua e di mentalità; la separazione politica tra i due imperi, che facilitava la separazione ecclesiastica; l'ambizione dell'imperatore di oriente di non volere che la Chiesa dei suoi Stati dipendesse da un potere straniero; la diversità di fede circa lo Spirito Santo, che la Chiesa d'Oriente ammetteva che Esso procede solo dal padre, mentre quella d'Occidente dal padre e dal Figlio; la diversità di atteggiamento circa il celibato dei sacerdoti, che la Chiesa d'Oriente non lo prescriveva come non prescrive la tonsura e la rasatura della barba, mentre la Chiesa d'Occidente sosteneva tutte queste cose; la celebrazione dell'eucarestia, che nelle Chiese d'Oriente veniva fatta con pane lievitato, mentre in Occidente con pane azzimo; il modo di battezzare, che in Oriente era per immersione, mentre in occidente per infusione dell'acqua; infine la questione delle icone, che in oriente erano solo pitture e mosaici, mentre in occidente si facevano anche statue. Tutte queste erano le cause di diversificazione tra le due Chiese.
Tuttavia la causa essenziale dello scisma fu l'assolutismo papale, che voleva esercitare la supremazia sul Patriarca di Costantinopoli, mentre questi non intendeva sottomettersi.
2. la contesa del secolo nonoUna prima avvisaglia di scisma la si ebbe quando l'imperatore d'Oriente depose il patriarca di Costantinopoli Ignazio (che censurava la sua vita licenziosa) e mise al suo posto Fozio. Il papa di Roma Nicola I (858-867) lanciò l'anatema a Fozio e, nel Concilio Ecumenico di Costantinopoli (869) lo fece condannare. Ma, quando Ignazio riebbe la sede patriarcale, lo scisma ebbe termine.
3. Lo scisma definitivo (1054)Lo scisma definitivo si ebbe quando il patriarca Michele cerulario intervenne nella disputa circa il rito latino sull'uso del pane azzimo nelle Chiese dell'Apulia e della Calabria, che l'imperatore Niceforo II Foca aveva proibito, erigendo ad Otranto un vescovado bizantino e che, invece, il suo successore Costantino IX Monomaco era disposto a concedere, per fortificare la politica bizantina nell'Italia meridionale, con l'appoggio del papa.
Il patriarca Michele Cerulario fece saltare l'accordo tra l'Imperatore e il papa e chiuse le Chiese e i Conventi di rito latino a Costantinopoli. Il 16 luglio 1054 i legati papali deposero sull'altare di S. Sofia la scomunica papale per Michele Cerulario e per i suoi sostenitori. Alcuni giorni dopo un Sinodo, a Costantinopoli, scomunicò il papa Leone IX (1049-1054) e i suoi seguaci.
4. Tentativi di ricomposizione dello scismaDurante le Crociate vennero fatti dei tentativi di conciliazione tra la Chiesa d'Occidente e d'Oriente, specialmente durante i contatti che si ebbero, quando i Crociati occuparono Costantinopoli (1204), fondando l'Impero Latino d'oriente e allontanando gli Arabi, che stavano incalzando l'Impero d'Oriente.
Un tentativo di conciliazione venne fatto durante il Concilio di Lione (1274), ma i delegati delle Chiese d'Oriente, che avevano accettato le decisioni, al loro ritorno (1283), vennero sconfessati e condannati dal popolo.
Un altro tentativo di conciliazione venne promosso nel Concilio di Firenze (1439), ma senza alcun risultato. E da allora la Chiesa d'Oriente rimase divisa da quella d'Occidente, e non ha più cambiato alcunché del suo atteggiamento antipapale, e delle sue differenziazioni dottrinali, cultuali e disciplinari.
Inizi della Chiesa Russa
Questi inizi si ebbero quando la principessa Olga, vedova dello Zar Igor, si recò a Costantinopoli. Nel 988, lo Zar Vladimiro si fece battezzare con la popolazione e da allora il cristianesimo della Chiesa d'Oriente divenne la religione ufficiale della Russia. I metropoliti, consacrati a Bisanzio (Costantinopoli), risiedevano a Kiev.
Nei secoli XI-XII la Chiesa Russa ebbe atteggiamenti cordiali verso la Chiesa d'Occidente, ma la conquista di Costantinopoli (1204) da parte dei crociati, e gli attacchi dei Polacchi, Germanici e Svedesi contro lo Stato Russo, le fecero assumere un atteggiamento ostile verso la Chiesa di Roma.
Mosca, divenuta capitale della Russia nel XIV secolo, fu scelta come sede del metropolita, pur continuando questi ad avere il titolo di Kiev.
La Chiesa Russa divenne indipendente dalla Chiesa Ortodossa di Costantinopoli, quando i Russi, irritati per le concessioni fatte dagli Orientali al Concilio di Firenze, nominarono il metropolita Giona di Mosca, al posto del metropolita Isidoro di Kiev, senza il consenso del patriarca di Costantinopoli.
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