IL CATTOLICESIMO AL VAGLIO DELLA STORIA
Dal Vaticano II al 1999
a cura di Paul Robison

LEZIONE 11

Le tendenze e le direzioni

Dopo aver fatto una panoramica sugli eventi nella CCR dal Vaticano II in poi, questa lezione prenderà in esame alcune tendenze che sono emerse al suo interno. Queste tendenze ci aiuteranno a capire in che direzione sta andando la CCR. Altre considerazioni concluderanno la lezione.

Ecco le tendenze che sono state notate da alcuni insigni studiosi. Ad una conferenza sul cattolicesimo contemporaneo, Gentiloni ha rilevato tre interessanti tendenze:

1) meno enfasi sulla dottrina e sulla missione e più enfasi sui servizi sociali e sui mass media,

2) meno prediche sulla verità e più prediche sulla felicità (o sul significato della vita),

3) enfasi sull' « unità» della leadership (il papa e la Curia) da un lato ed enfasi sulla grande «diversità» fra i membri dall'altro (con i vescovi intrappolati in mezzo) (1) .

Le parole « volontariato» e « movimento» sostituiranno le parole « apostolato» e « missione», mentre ci sarà più enfasi sull'aiuto ai poveri che sulla proclamazione del Vangelo (2) Per quanto riguarda i media, egli ha osservato come la CEI abbia fatto un accordo con la RAI (la rete televisiva nazionale) per la telecronaca degli eventi del Giubileo, chiedendo che vengano censurate tutte quelle voci che dissentono dal Vaticano (3) «La verità » è stata sostituita con « il significato», mentre il nuovo nemico della CCR è oggi la Nuova Era o New Age (i primi nemici del secolo furono la scienza e il comunismo) (4) Egli ha anche osservato l'importanza che hanno assunto i movimenti: « Nel passato ha dominato la struttura piramidale della CCR, mentre quelli che dominano oggi sono i movimenti: Caritas, CNCA, Sant'Egidio (molto dentro al Vaticano), Focolarini  (molto diffusi) e Opus Dei  (nessun vescovo vi si oppone; si tratta di una chiesa nella Chiesa con una struttura molto forte)» (5) (Il movimento dei Focolarini contava nel 1988 1.410.000 membri  ... di cui il 65% erano donne ... ed erano presenti in 200 delle 226 diocesi) (6) Sull'importanza dei movimenti, Giolo e Salvarani hanno osservato: « ... probabilmente non c'è cattolico nell'Italia del '90, approdato ad una fede adulta, che non sia passato attraverso qualche movimento o che non abbia attinto, magari rielaborandone il contenuto in modo personale, a più gruppi, movimenti, riviste, libri, leader » (7) Zizola ha sottolineato «la continua enfasi del papa sulla dottrina socio-politica della CCR ». «La trilogia ratzingheriana comprende la pubblicazione di un Catechismo della Chiesa nel 1992, dell'enciclica Veritatis splendor  nel 1993 e della Evangelium vitae  nel 1995 ... che forniscono un paradigma sistematico del disegno wojtyliano di costituire la verità della Chiesa come principio e fondamento della salvezza antropologica per l'intera umanità e in modo universale » (8) Lunati ha citato Accatoli riguardo alla confessione: « Un teologo radicale come von Balthasar suggerisce la via della 'piena confessione', un papa coraggioso come Wojtyla lo segue quasi alla lettera e l'opinione pubblica cattolica approva, quasi ringrazia ammirata. ... Un tempo nessuno nella Chiesa chiedeva perdono» (9) Menozzi ha notato che c'e' stata maggiore articolazione (che alcuni hanno interpretato come un «collasso del cattolicesimo romano» ) « nell'unica chiesa cattolica che nella pluralità delle chiese »(10) .

Queste sono le tendenze che si sono manifestate nella storia dal Vaticano II in poi. La CCR ha goduto un certo prestigio politico per mezzo della DC, ma ora deve cercare di influenzare la società tramite altri canali (Paolo VI ha usato la CEI, mentre Giovanni Paolo II si è rivolto a movimenti come l'OD e la CL che esercitano professionalmente una influenza internazionale). La CCR ha adottato una strategia di mercato: il papa viaggia dappertutto per darsi un'immagine (e anche il suo successore dovrà fare altrettanto). La CCR continua ad essere composta principalmente da donne. La CCR continua a corteggiare i politici, ma si rende conto che la sua influenza sugli affari politici non è più come quella di una volta e quindi deve modificare il suo tono autorevole. La CCR ha manifestato alcuni segni che danno maggiore enfasi al soggettivismo. Viene così confermata l'affermazione di De Chirico, riportata nella prima lezione : «Il cattolicesimo uscito dal Vaticano II ... ha investito massicciamente nell'incremento della sua cattolicità» (11) .

Altri studiosi hanno espresso alcune opinioni sulle direzioni che sta prendendo la CCR. Giolo e Salvarani hanno detto: «Se c'è una cosa che la società italiana chiede alla Chiesa è che essa dimostri come possano convivere la diversità nell'unità e l'unità nella diversità, con la comunione della complessità, quasi fosse un 'governo sistema' del pluralismo ecclesiale. Bisognerebbe affidarsi molto meno ai meccanismi dell'autorità e dell'organizzazione e molto più a quelli dell'ascolto, dell'interpretazione, dell' 'accompagnamento' » (12) Kung ha notato che potrebbe avvenire un rinnovamento soltanto se la CCR, al suo interno, ed i suoi membri continuassero a rinnovarsi e se la CCR fosse disposta ad affrontare con maggiore serietà i problemi piu' scomodi (13) Diotallevi ha ritenuto che la CCR debba avere « un'eccezionale mobilitazione culturale, con il dispiegamento di strategie organizzative e di produzione del sapere, di acquisizione ed uso delle tecnologie, di autoriforma organizzativa e culturale fino a modificare e sviluppare un nuovo principio associativo e nuovi criteri di selezione e di formazione del personale ecclesiastico, ...» (14) Riccardi ha affermato: «Questa è la Chiesa di Roma che sente di avere un futuro. ... E può allora guardare al presente con simpatia e credere con intransigenza al suo domani » (15) .

Se i precedenti storici si ripeteranno anche nel presente, queste sono le direzioni della CCR che verranno confermate. La CCR, ritenendosi « un'esperta in umanità», continuerà a vedere se stessa come forza socio-politica che si offre quale panacea dei mali del mondo (16) La CCR continuerà a realizzare riforme sulle linee strutturali, comunitarie ed ecumeniche invece che sulle linee dottrinali, teologiche e politiche. La CCR continuerà a predicare « la dignità dell'uomo, la libertà, l'universalismo e la civiltà dell'amore ». La CCR continuerà a praticare una leadship gerarchica dando enfasi alla sottomissione.

A questo punto si possono esaminare alcune speculazioni di altri studiosi. Giolo e Salvarani hanno osservato: «Ad esempio sara' difficile che essi [i giovani] siano attratti da un nuovo cristianesimo della conquista, ossessionato dai nemici della Chiesa, perchè i giovani, più degli altri, si sono lasciati alle spalle i vecchi muri di Berlino e non sembrano più molto sensibili ai 'richiami della foresta' dei cattolici integrali. ... Con loro forse si avrà un cristianesimo della contemplazione, che non si mobilita 'contro' ma 'per' qualcosa, in una testimonianza di vita in positivo, che si misura con i problemi dell'essere dell'uomo, disposto anche alla radicalità e al sacrificio più grande, non per sconfiggere nemici, ma rimettendo la spada nel fodero» (17) Zizola ha osservato: Il papa deve fare progetti verso l'emisfero meridionale dato che nel 1970 lì c'era il 51% dei cattolici, il 61% nel 1990 e il 70% nel duemila (18) «Più di due terzi dei 987 milioni di cattolici appartengono già ora alle Chiese del Sud del mondo » (19) Gentiloni ha fatto questo paragone interessante: « La situazione religiosa di oggi è simile a quella della fine del quinto secolo perché anche in quel tempo essere un cristiano non significava molto per la vita di una persona  In quei giorni la situazione religiosa spinse coloro che volevano essere 'fedeli' a ritirarsi in un monastero. Forse ci sarà anche oggi un nuovo monachesimo » (20) Lunati ha citato lo studio di Zahrnt (cf. la Lezione 6) che non solo dimostra come la devozione dell'uomo moderno al pluralismo causerà un cambiamento da una 'grande chiesa'  al 'piccolo gregge', secondo la visione del Nuovo Testamento, ma anche rivela come il papa abbia neutralizzato i risultati del Vaticano II (Zahrnt ha affermato: « La barriera che separa in modo decisivo cattolici e protestanti è costituita, anche oggi, dalle loro differenti concezioni della Chiesa e del ministero. Con il governo reazionario-autoritario del papa polacco, questa barriera si è ulteriormente consolidata » (21) Lunati ha poi risposto con questa interessante riflessione: « Se la sfida, di riunire tutte le fedi sotto la CCR, non dovesse essere vinta, allora avrebbero ragione i teorici della religione dei piccoli gruppi, e del superamento definitivo dei primati delle Chiese e del primato di una di esse su tutte le altre» (22) (Questa paura ha stimolato gli sforzi ecumenici recenti dalla CCR?).

Il futuro della secolarizzazione è stato interpretato in diversi modi. Menozzi ha scritto che la CCR continuerà a combatterla perché secondo la mentalità cattolica «solo il cristianesimo è depositario di quei valori attorno ai quali si può organizzare un'autentica città terrena per l'uomo contemporaneo » (23) Riccardi ha pensato che l'influenza della secolarizzazione diminiuirà: «La secolarizzazione non è una linea retta che continua indefinitamente» (24) Berzano ha fatto rilevare che il processo della secolarizzazione può essere già ora considerato come un fatto della storia: « Il ritorno o la persistenza del religioso, e non soltanto del sacro, è dunque uno degli indicatori più significativi della crisi di confidenza nella modernità ... L'homo religiosus post-moderno è colui che, avendo vissuto e interpretato la modernità, ne riconosce i limiti e la dimensione negativa. ... l'ipotesi che possiamo formulare è che esistano oggi delle forme religiose che sono ormai un esito della secolarizzazione e che insieme configurano una fase storica che possiamo definire post-secolare » (25) .

Nella CCR probabilmente il ruolo dell'ecumenismo continuerà ad essere considerato importante. Zizola ha notato che i gesti ecumenici di Giovanni Paolo II verso le religioni del mondo «sembra aver registrato nell'opinione pubblica mondiale impatti più favorevoli verso il cattolicesimo di qualsiasi altro intervento pontificio» (26) Alcuni capi all'interno della CCR stanno iniziando a pensare come applicare nel futuro i risultati dei dialoghi ecumenici. Il prete cattolico Maffeis ha espresso dei dubbi da parte dei cattolici su ciò che potrebbe essere il futuro dell'ecumenismo, dato che i dialoghi stanno causando alcuni ripensamenti: i cattolici devono ridefinire l'identità delle loro istituzioni; i cattolici devono scontrarsi con il concetto di comunione con altri credenti a livello di rapporti; i cattolici devono competere a livello pratico per dimostrare unità di servizio con altri credenti (27) .

Il successore di Giovanni Paolo II, chiunque sarà, avrà un ruolo difficile. Continuerà a sentire, come i suoi predecessori, la stessa tensione fra tradizionalismo e modernismo.  Non potrà essere troppo progressista perché le encicliche di Giovanni Paolo II hanno stabilito il corso della CCR per le prossime decadi (ed hanno lasciato poche carte da giocare sulle faccende dottrinali).  Egli dovrà continuare a promuovere gli elementi emotivi: i santi, la mariolatria, le feste. Dovrà continuare a fare appelli alle donne ed ai giovani. Dovrà continuare a difendere i dogmi amati («gli essenziali » di Giovanni Paolo II nell'enciclica del 1995), a promuovere la dottrina socio-politica con i politici, e ad incoraggiare i movimenti.


NOTE A MARGINE

1 Filippo Gentiloni, "Il Cattolicesimo nel XX Secolo"  (lettura presentata al Convegno annuale di IFED), Padova, 10-11 September 1999. torna al testo
2 Ibid. torna al testo
3 Ibid. torna al testo
4 Ibid. torna al testo
5 Ibid. torna al testo
6 Giolo e Salvarani, I Cattolici Sono Tutti Uguali?, 175.  torna al testo
7 Ibid., 49.  torna al testo
8 Zizola, I Papi del XX Secolo, 88. torna al testo
9 Lunati, La Religione, 166.  torna al testo
10 Menozzi, "Concilio e Post-Concilio: Tra Svolta e Continuità", 241. torna al testo
11 De Chirico, Il Giubileo, 67. torna al testo
12 Giolo e Salvarani, I Cattolici Sono Tutti Uguali?, 46.  torna al testo
13 Kung, Contro Il Tradimento, 323. torna al testo
14 Diotallevi, Chiesa e Società in Italia,  246.  torna al testo
15 Riccardi, Intransigenza e Modernità, 107. torna al testo
16 Lunati, La Religione, 104-105. Questa frase proviene dall'enciclica di Giovanni Paolo II del 1987.  torna al testo
17 Giolo e Salvarani, I Cattolici Sono Tutti Uguali?, 50-51. torna al testo
18 Duroselle, Mayeur, e Zizola, Storia del Cattolicesimo, 93. torna al testo
19 Ibid. torna al testo
20 Gentiloni, "Il Cattolicesimo nel XX Secolo". torna al testo
21 Lunati, La Religione, 161.  torna al testo
22 Ibid., 162.  torna al testo
23 Menozzi, La Chiesa Cattolica, 255. torna al testo
24 Riccardi, Intransigenza e Modernità, 90. torna al testo
25 Berzano, Chiesa e Società in Italia,  125. torna al testo
26 Duroselle, Mayeur, e Zizola, Storia del Cattolicesimo, 92. torna al testo
27 Angelo Maffeis, "Il Cattolicesimo e l'Ecumenismo: Itinerari del Passato e Prospettive del Futuro" (lettura presentata al Convegno annuale di IFED), Padova, 10-11 settembre 1999. torna al testo


DOMANDE PER ULTERIORI RIFLESSIONI

1. In che modo le tendenze notate dagli studiosi avranno effetti su altre chiese?

2. Hai notato altre tendenze nel panorama storico?

3. Sei d'accordo o no con le direzioni che la CCR prenderà secondo l'autore?  Perché?

4. Secondo te quali altre direzioni potrebbero essere prese dalla CCR?

5. Per favore rileggi le speculazioni di altri studiosi. Con quali sei d'accordo e con quali no? Perché? Come queste speculazioni possono interessare le altre chiese acattoliche?

6. Secondo te che ruoli avranno la secolarizzazione e l'ecumenismo nel futuro?

7. Quali difficoltà dovrà affrontare il successore di Giovanni Paolo II?