CAPITOLO IV

QUELLI CHE DORMONO
SPIRITO SANTO E STATO INTERMEDIO DEI MORTI

A. STATO INTERMEDIO

1. Il N.T. insegna che la resurrezione dei morti e la trasformazione del corpo avviene alla fine dei tempi.

2. Questa affermazione va intesa solo in senso temporale.

3. Ne consegue che i morti dovranno passare per uno stadio intermedio:

a. infatti la morte è già stata vinta da Cristo, « che ha distrutto la morte e fatto risplendere la vita e l’immortalità per mezzo dell’evangelo» (2 Tim 1, 10).

b. la sua distruzione, tuttavia, avviene proprio alla fine, sarà l’ultima azione: « l’ultimo nemico che sarà distrutto è la morte » (1 Cor 15, 26);

c. in tutti e due questi passi il termine è katarge/w = annientare, abrogare, abolire, esautorare, privare del potere.

d. Anche l’Apocalisse parla della vittoria finale: «poi la morte e l’Ades furono gettati nello stagno di fuoco . . . » (Ap 20, 14)

4. I morti. Pertanto, sono ancora nel tempo. La trasformazione del corpo avverrà al ritorno di Cristo.
a. « . . . non vogliamo che siate nell’ignoranza riguardo a quelli che dormono  . .  noi viventi, che saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo coloro che si sono addormentati . . . quelli che sono morti in Cristo risusciteranno per primi; poi noi viventi, che saremo rimasti, saremo rapiti insieme a loro per incontrare il Signore » (1 Tes 4, 13ss)

b. Anche nell’Apocalisse si dice che i morti "attendono": «fino a quando?» (Ap 6, 10)

c. Nella parabola del ricco e Lazzaro, quest’ultimo si trova nel seno di Abramo (Lc 16, 22), ma non si parla di resurrezione.

d. Anche quando Paolo dice di avere «il desiderio di partire da questa tenda e di essere in Cristo» (Fl 1, 23), non intende riferirsi ad una resurrezione fisica che avvenga subito dopo la morte, ma si riferisce sempre allo stato intermedio.

5. Tutte queste immagini servono ad illustrare la particolare vicinanza a Dio in cui si trovano. mentre attendono la fine, quelli che sono morti nella fede.
a. Nel seno di Abramo (Lazzaro)

b. Sotto l’altare (Apocalisse)

c. Con Cristo

6. L’immagine più nota di Paolo è che dormono:
a. non solo attendono, ma la resurrezione di Cristo è stata per loro un evento decisivo, una grande svolta;

b. permette di non aver più paura della morte perché è stata vinta, ha perso il suo pungiglione;

c. la resurrezione di Cristo non produce i suoi effetti solo sui vivi (che nella comunità cristiana godono già della potenza di resurrezione dello Spirito Santo), ma anche nello stato intermedio per i morti (in Cristo) che così sono accanto a Cristo.

7. 2 Cor 5, 1-10 ci insegna che, anche se ancora senza corpo e dormienti, sono già vicini a Cristo.
a. Si parla dell’angoscia naturale di fronte alla morte: « noi che siamo in questa tenda gemiamo essendo aggravati, e perciò non desideriamo già di essere spogliati, ma rivestiti, affinché ciò che è mortale sia assorbito dalla vita » (v. 4)

b. la morte, quindi, pur avendo subito la sconfitta decisiva, non è ancora scomparsa.

c. Paolo teme lo stato di nudità, lo stato dell’anima priva del corpo.

d. Vorrebbe essere ancora vivo al momento del ritorno di Cristo.

e. Tuttavia, mentre è così angosciato, ha pure il conforto di sapere per certo che sarà accanto a Cristo anche e soprattutto nello stato intermedio.

f. questa certezza è fondata sulla convinzione che il nostro mondo interiore ha già preso possesso dello Spirito Santo, che è la potenza della resurrezione.

g. La morte è impotente nei suoi confronti. Perciò i morti che davvero muoiono in Cristo, quindi in possesso dello Spirito Santo, non soffrono il distacco da Dio operato dalla morte.

h. Secondo il v. 8 è quindi preferibile «partire dal corpo ed abitare con il Signore»  «. . . ho il desiderio di partire da questa tenda e di essere con Cristo . . .» (Fl 1, 23).

8. L’uomo senza il corpo fisico, se possiede lo Spirito Santo, è più vicino a Cristo di prima:
a. la carne, infatti, legata al corpo terreno, ostacola l’espressione dello Spirito Santo;

b. il morto è liberato da questo ostacolo, anche se il suo stato è imperfetto, perché non ha ancora il nuovo corpo della resurrezione;

c. questo stato ci avvicina alla resurrezione finale.

d. Angoscia per lo stato di nudità da un lato, ma dall’altro lato la certezza che lo stato intermedio, temporaneo, non può separarci da Cristo: « . . . né morte, né vita, né angeli, né potestà, né potenze . . . potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore » (Rm 8, 38-39).

9. Lo Spirito è un dono che non si perde morendo.
a. «Beati i morti che da ora in avanti ( a)p  )a/)rti )muoiono nel Signore; si, dice lo Spirito, affinché si riposino dalle loro fatiche . . .» (Ap 14, 13)

b. « Nessuno di noi vive per se stesso, e neppure muore per se stesso, perché se pure viviamo, viviamo per il Signore; e se moriamo, moriamo per il Signore; dunque sia che viviamo, sia che moriamo, SIAMO DEL SIGNORE » (Rm 14-7-8).

c. « . . . sia che vegliamo, sia che dormiamo, viviamo insieme con  Lui » (1 Tes 5, 10).

d. « Per questo Cristo è morto, è risuscitato ed è tornato in vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi » (Rm 14, 9).

10. Sembra un riavvicinamento alla dottrina greca dell’immortalità dell’anima (?)
a. L’uomo interiore, trasformato, rinnovato, vivificato dallo Spirito Santo, continua a vivere accanto a Cristo nello stato di sonno:
1 -  «chi crede nel Figlio ha vita eterna» (Gv 3, 34)

2 -  «chi beve dell’acqua che io gli dono non avrà mai più sete » (Gv 4, 14)

3 -  «chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno» (Gv 6, 54)

4 -  «Io sono la resurrezione e la vita; chiunque crede in me anche se dovesse morire, vivrà. E chiunque vive e crede in me, non morrà mai in eterno » (Gv 11, 25-26)

b. Sebbene questi passi possano far intravedere una analogia con la credenza greca, esiste una differenza radicale:
1 -  lo stato dei morti è uno stato imperfetto (nudità), di sonno, di attesa della resurrezione del corpo;

2 -  la morte, seppure vinta, non è ancora distrutta;

3 -  i morti rimangono in rapporto con Cristo non per via della natura dell’anima, ma per un intervento divino che agisce dall’ esterno (resurrezione di Cristo e presenza dello Spirito Santo che ha già risuscitato l’uomo interiore);

4 -  lo Spirito Santo non conosce limiti e non può essere arrestato: «Se lo Spirito abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti richiamerà alla vita anche i vostri corpi mortali grazie allo Spirito che abita in voi » (Rm 8, 11) «. . . aspettiamo il Salvatore, il Signore Gesù Cristo, il quale trasformerà il nostro umile corpo affinché sia reso conforme al Suo corpo glorioso » (Fl 3, 21).

CONCLUSIONE
a. Il N.T. non insegna l’immortalità dell’anima secondo la concezione filosofica greca
b. Il N.T. insegna la resurrezione dei morti (At 24, 15 - Rm 6, 4-5)
c. La speranza della resurrezione presuppone la fede in Dio e nella resurrezione di Gesù.