CAPITOLO III

IL PRIMOGENITO DEI MORTI
FRA LA RESURREZIONE DI CRISTO E LA DISTRUZIONE DELLA MORTE

A. SIGNIFICATO DELL’ANNUNZIO DI PASQUA

1. Per i primi cristiani l’annunzio della resurrezione era la cosa più importante della loro vita.

2. Per coglierne tutto il valore dobbiamo tenere presente che cosa rappresentava la morte per loro:

a. poiché non avevano la concezione dell’immortalità dell’anima, la morte rappresentava veramente la fine della vita;

b. pensando all’immortalità dell’anima non si coglie tutta la portata della resurrezione di Gesù.

3. La resurrezione di Cristo significa: siamo già entrati nella nuova era in cui la morte è vinta e non c’è più corruttibilità.

4. Infatti c’è già un corpo spirituale che si sostituisce al corpo fisico; la potenza della morte è già infranta.

5. I primi cristiani pensavano addirittura che i credenti in Cristo non avrebbero dovuto più morire:

a. ma anche il fatto che si continua a morire non ha più importanza;

b. la morte dei credenti non è più un segno del dominio assoluto della morte, ma solo della sua ultima battaglia;

c. non può annullare il fatto che vi è un corpo risuscitato.

B. GESÙ CRISTO "PRIMOGENITO DEI MORTI"
1. « Egli è il principio, il primogenito dai morti » (Cl 1, 18) prwto/tokoj il principio = il primo risorto dai morti:
a. il suo corpo, il primo corpo risorto, è il primo corpo spirituale;

b. tutto il pensiero e la vita di chi aveva questa convinzione veniva completamente trasformato;

c. solo in questa luce si spiega cosa è avvenuto nella comunità primitiva;

d. il N.T. resterebbe incomprensibile senza la resurrezione di Cristo e attraverso le sue pagine abbiamo la concreta percezione della fede di chi lo ha scritto: l’era della resurrezione è stata inaugurata.

2. Resurrezione inaugurata
a. Solamente inaugurata: la morte continua ad operare, i cristiani continuano a morire;

b. ma lo Spirito Santo, potenza creatrice, è già efficace nel mondo. In modo visibile si manifestano i suoi carismi nella comunità;

c. c’è una tensione fra il già compiuto e l’ancora da compiere che caratterizza l’insegnamento di Gesù sul Regno di Dio:

· il Regno è annunciato come futuro;

· ma proclama che esso è già in atto perché Egli stesso, come lo Spirito Santo, già respinge la morte guarendo i malati e risuscitando i morti: «. . . i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono mondati e i sordi odono, i morti risuscitano e l’evangelo è annunziato ai poveri » (Mt 11, 5).

d. Questo è il punto di partenza di tutto il pensiero cristiano: la battaglia decisiva, quella che decide l’esito finale della guerra, è già avvenuta con la morte e la resurrezione di Gesù, ma la guerra non è ancora terminata
3. Il centro della fede cristiana nel N.T.
a. L’evento di Pasqua è il punto di partenza della chiesa cristiana primitiva, della sua nascita, della sua vita, del suo pensiero;

b. Il fatto che vi sia un corpo risorto (Cristo) determina la concezione del tempo dei primi cristiani:

· Se Cristo è il primogenito dai morti, significa che c’è una distanza fra il primo e quelli che vengono dopo, quelli che ancora non sono nati dai morti.

· Noi viviamo in tempo intermedio fra la resurrezione di Gesù, che è già avvenuta, e la nostra, che avverrà alla fine.

· Ciò significa che lo Spirito Santo, la potenza della resurrezione, già opera fra noi che «. . . abbiamo le primizie (a)parxh/ ) dello Spirito» (Rm 8, 23) « perché come tutti muoiono in Adamo, così tutti saranno vivificati in Cristo, ma ciascuno nel proprio ordine: Cristo la primizia ( a)parxh/ ), poi coloro che sono di Cristo, alla sua venuta » (1 Cor 15, 22-23)

c. Fin d’ora vi è anticipazione della resurrezione:
1) il nostro uomo interiore è già rinnovato, di giorno in giorno, dallo Spirito Santo (2 Cor 4, 16);

2) ma anche il corpo è già stato afferrato dallo Spirito, sebbene la carne risieda ancora saldamente in esso.

3) Per i primi cristiani l’anticipazione della fine appare già visibile nella frazione del pane nella Cena del Signore:

· la comunità entra in rapporto diretto col Risorto, non solo con l’anima, ma con il corpo invisibile della resurrezione, infatti: « il pane che spezziamo è la comunione con il Corpo di Cristo» (1 Cor 10, 16);

· se la Cena venisse mangiata da tutti in modo perfettamente degno, l’unione con il corpo risorto di Cristo agirebbe sin d’ora con i nostri corpi umani al punto che non ci sarebbero più né malattia né morte (1 Cor 11, 29-30).

4. Il corpo della resurrezione
a. Quando la creazione sarà creata di nuovo, il corpo fisico sarà trasformato in corpo spirituale, il corpo terrestre diventerà corpo celeste.

b. La materia corruttibile sarà sostituita dalla materia incorruttibile. Ci sarà un nuovo cielo ed una nuova terra.

c. Paolo parla di resurrezione del corpo, non della carne:

· il cosiddetto "credo" o "simbolo apostolico" non è conforme al pensiero di Paolo e del N.T.
· Come se lo figuravano i primi cristiani? « La nostra cittadinanza è nei cieli da dove aspettiamo il Salvatore, il Signore Gesù Cristo, il quale trasformerà il nostro umile corpo, affinché sia reso conforme al suo corpo glorioso » (Fl 3, 20-21) doxa. «E noi tutti siamo trasformati nella sua immagine di gloria in gloria per lo Spirito del Signore» (2 Cor 3, 18).