CAPITOLO II

LA MORTE, PREZZO DEL PECCATO
CORPO E ANIMA - CARNE E SPIRITO

A. MORTE E PECCATO

a. La fede nella resurrezione presuppone un legame fra morte e peccato.

b. La morte non è qualcosa di naturale, voluta da Dio, ma è piuttosto contraria alla natura, opposta all’intenzione divina.

1. Il racconto della Genesi insegna che essa è entrata nel mondo a causa del peccato dell’uomo: « . . . mangerai il pane col sudore del tuo volto, finché tu ritorni alla terra perché da essa fosti tratto; poiché tu sei polvere, e in polvere ritornerai » (Gn 3, 19).

2. La morte è una maledizione nella quale la creazione intera è stata trascinata: «La creazione è stata sottoposta alla vanità . . . nella speranza che venga liberata dalla servitù della corruzione . . . Tutto il mondo creato geme insieme ed è in travaglio » (Rm 8, 20-22).

c. Il peccato dell’uomo ha reso necessario tutto un susseguirsi di avvenimenti che formano la storia della salvezza.

d. La morte può essere vinta solo con l’espiazione del peccato.

1. Il racconto della Genesi.

2. Paolo: « il salario ( o)yw/nia ) del peccato è la morte » (Rm 6, 23) ( o)yw/nia = paga, il soldo del soldato, quanto occorre per l'acquisto del companatico, denaro per vitto e alloggio). Il mantenimento della vita, che il peccato paga e offre, è la morte.

3. Peccato e morte sono contrari a Dio.

e. Tutto ciò che è contrario alla vita, è contrario a Dio e deriva dal peccato, secondo la concezione biblica.
1. Ogni guarigione operata da Gesù è anche una sconfitta della morte,

2. irruzione della vita nel dominio del peccato.

3. Ecco perché Gesù dice: «I tuoi peccati ti sono perdonati».

4. Malattia e morte sono conseguenza del peccato, stato in cui si trova tutta l’umanità.

5. Ogni guarigione è una resurrezione parziale, una vittoria parziale sulla morte.

f. Il corpo non è un male, ma, insieme con l’anima, è un dono del Creatore.
1. Per questo, secondo Paolo, abbiamo dei doveri verso il corpo: « il corpo è il tempio dello Spirito Santo » (1 Cor 6, 19), quindi è buono.

2. Il dualismo greco fra corpo e anima è estraneo alla Bibbia e al pensiero giudaico e cristiano.

g. Il peccato ha afferrato l’uomo intero, corpo e anima, perciò la morte, sua conseguenza, si estende all’uomo intero, corpo e anima.

h. Opposta alla concezione pessimistica della morte, vi è la concezione ottimistica della creazione.

1. Nel pensiero greco platonico il mondo visibile non è riconosciuto come creazione divina.

2. Per i platonici il corpo è bello solo nella misura in cui lascia trasparire qualcosa dell’anima eterna.

3. Per il cristiano il corpo attuale e solo l’ombra di un corpo migliore (sempre corpo).

4. La differenza è dunque fra creazione attuale e nuova creazione e non tra fisico e immateriale.


B.  ANTROPOLOGIA DEL N.T.

a. L’antropologia del N.T. non rispecchia il pensiero greco, bensì quello giudaico.
1. Corpo, anima, carne, spirito sono nel N.T. parole greche ( sw=ma, yuxh/, sa/rc, pmeu=ma ) usate con significato diverso da quello dei filosofi greci.

2. C’è distinzione fra corpo e anima, fra uomo esteriore e uomo interiore, ma non opposizione:

¨ sono complementari l’uno dell’altro;

¨ entrambi sono stati creati buoni da Dio;

¨ l’uomo interiore non ha una vera esistenza indipendente senza l’uomo esteriore.

3. Secondo l’A.T. i morti possono condurre, al massimo, una esistenza d’ombra nello sheöl (soggiorno dei morti = a(/dhj ), ma non è vera vita.

4. Nel pensiero greco l’anima raggiunge la sua pienezza soltanto senza il corpo.

b. Carne (sarx) e spirito (pmeuma)
1. Attenzione a distinguere e non lasciarsi sviare dall’uso profano di queste parole che ne fa il N.T. e Paolo in particolare.

2. Secondo Paolo (nell’uso più significativo) sono due potenze trascendenti attive che possono entrare nell’uomo dall’esterno, ma nessuna delle due è implicita nell’uomo.

3. Nel quadro della storia della salvezza, la carne è la potenza del peccato che, a causa del peccato di Adamo, è penetrata nell’uomo impadronendosi dell’intero essere, corpo e anima.

· entra nel corpo in un rapporto essenziale, più intimo che con l’uomo interiore.
4. Lo Spirito è il suo grande antagonista: anch’esso è una potenza che penetra nell’uomo dall’esterno.
· È il potere creatore di Dio, la potenza della vita.

· È l’elemento della resurrezione, come la carne è la potenza della morte.

5. Nell’antico Patto lo Spirito opera nei profeti temporaneamente.

6. Nel "secolo presente", nella sua fase finale, secondo il N.T., questa potenza di vita è operante in tutti i credenti in Cristo:

· dopo che Cristo, morendo, ha infranto il potere della morte ed è risuscitato.

· «negli ultimi giorni, dice Dio, spanderò del mio Spirito sopra ogni carne (sarka)» (At 2, 17). Profezia di Gioele che si è realizzata a Pentecoste.

7. Anche lo Spirito si impadronisce dell’uomo intero.
· Però la carne, finché dura il presente secolo, è sostanzialmente unita al corpo, tuttavia non domina più l’uomo interiore.

· Lo Spirito prende possesso dell’uomo interiore in modo decisivo, q questo «si rinnova di giorno in giorno » (2 Cor 4, 16).
· Anche il corpo è preso dallo Spirito che ne fa il suo tempio (1 Cor 6, 19) operandovi una certa anticipazione della resurrezione, un momentaneo regresso della morte:

. le guarigioni dei malati fra i primi cristiani erano, appunto, segni di tale opera dello Spirito Santo;
. il regresso tuttavia è solo momentaneo ed è solo un regresso, non ancora la trasformazione definitiva del corpo mortale in corpo di resurrezione

.La trasformazione del corpo terrestre in corpo celeste, del corpo naturale (yuxiko/n ) in corpo spirituale ( pneumatiko/n ) ( corpo = sw=ma ), di cui parla Paolo in 1 Cor 15, 40-44, avverrà soltanto alla fine dei tempi.

C.  DIFFERENZA FRA ANTROPOLOGIA DEL N.T. E QUELLA GRECA
1. Anima e corpo sono buoni entrambi, poiché creati da Dio.

2. Diventano entrambi cattivi (lat. Captivus = schiavo) quando la potenza della morte, la carne, ne prende possesso.

3. Possono però essere liberati dalla potenza di vita dello Spirito Santo, anima e corpo.

4. La trasformazione del corpo fisico in corpo di resurrezione avverrà al momento in cui l’intera creazione sarà creata di nuovo dallo Spirito Santo.

· Allora non ci sarà più la morte.

· Allora la sostanza del corpo non sarà più la carne, ma lo Spirito.

5. « Noi attendiamo un nuovo cielo e una nuova terra » (2 Pt 3, 13) e cioè una nuova creazione.

6. La Speranza Cristiana non riguarda solo la nostra sorte individuale, ma la creazione intera (Rm 8, 19-23).

7. Essendo un nuovo atto creatore che abbraccia l’universo, non può avvenire che alla fine dei tempi e non al momento della morte individuale.

8. Poiché il peccato è l’origine della morte sulla creazione intera. La morte deve essere vista insieme col peccato.

9. Essendo noi tutti peccatori: «tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio » (Rm 3, 23), non potevamo fare nulla con le nostre forze per uscire da questa situazione.

10. Ciò che noi non potevamo fare, lo ha fatto Dio stesso per mezzo di Cristo, il quale è entrato nel regno della morte, cioè morendo ed espiando il peccato.

11. La fede cristiana annunzia che Gesù è risuscitato, corpo e anima, vincendo così la morte e aprendo così la via alla resurrezione per tutti quelli che lo seguiranno.

12. Abbiamo quindi qui una anticipazione della nuova creazione.

· La resurrezione non è solo nel senso di una nuova nascita dell’uomo interiore,

· ma anche resurrezione del corpo, creazione nuova della materia, incorruttibile.

· Tutto ciò avviene solo in Gesù Cristo e in nessuna altra persona, in nessun altro luogo. « Se uno è in Cristo, è una nuova creatura: le cose vecchie sono passate, ecco sono diventate tutte nuove » (2 Cor 5, 17).