L'Italia e le mine antiuomo

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Il percorso della politica italiana per la messa al bando delle mine terrestri inizia nel novembre del 1993, quando l'allora Governo in carica blocca la concessione di ogni autorizzazione all'esportazione delle mine antiuomo e prosegue con una moratoria unilaterale su produzione e commercio del 2 agosto 1994. Giunge al culmine con l'approvazione, in Parlamento, delle norme per la messa al bando delle mine antiuomo, definita con la legge 374 del 29 ottobre 1997 e la successiva firma del trattato di Ottawa del 3 dicembre 1997 che viene ratificata con legge italiana n. 106 del 23 aprile 1999. La legislazione italiana contiene alcuni aspetti positivi che derivano dall'aver individuato importanti princìpi, primo fra tutti una definizione molto ampia ed avanzata di mina antiuomo tale da includere le mine duali e le mine anticarro dotate di congegno anti rimozione. Inoltre, la legge bandisce la ricerca tecnologica e il trasferimento di brevetti; prevede severe sanzioni, sia civili che penali; impegna il Governo a presentare al Parlamento, ogni sei mesi, una relazione sullo stato di attuazione della legge; abolisce ogni regime di segretezza militare o di Stato sulle mine terrestri; contempla la distruzione delle scorte entro cinque anni dall'entrata in vigore della legge. Questa normativa, ha garantito al nostro paese una posizione di tutto rispetto anche sul piano internazionale, per quanto riguarda l'attuazione della Convenzione di Ottawa che chiede agli Stati membri di intraprendere tutte le misure legali, amministrative o di altra natura, inclusa l’imposizione di sanzioni penali per prevenire e sopprimere ogni attività proibita ai sensi della Convenzione e che sia intrapresa da individui o sul territorio sotto la giurisdizione di uno Stato membro. Nei primissimi giorni di gennaio 2003, l'Italia ha annunciato che, come previsto dalla Convenzione di Ottawa, è stata ultimata la distruzione delle scorte delle mine antiuomo, anticipando la data di scadenza per questa attività che era fissata per l'ottobre 2003. Come previsto dalla Convenzione, circa ottomila ordigni tra mine di addestramento e singole parti come spolette, contenitori, detonatori e ottocento mine antiuomo da guerra continueranno ad essere immagazzinate dalle Forze Armate Italiane, per esigenze legate all'addestramento e alla ricerca. L'Italia, nel 1997, aveva stoccato nei suoi arsenali militari 7 milioni di mine antiuomo.


Attualmente, sono 146 gli Stati aderenti alla Convenzione di Ottawa e di questi 130 hanno già ratificato, con una Legge Nazionale, la messa al bando delle mine antiuomo. 49 Stati mancano all'appello e tra questi vi sono gli Stati Uniti, la Finlandia, la Russia, l'India, il Pakistan, Israele, il Marocco, la Turchia, l'Egitto e la Libia. I paesi produttori, invece, sono 14 : USA, Cuba, Russia, Egitto, Iran, Iraq, Burma, Cina, India, Nord Corea, Sud Corea, Pakistan, Singapore e Vietnam.
(gennaio 2003)

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