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L’Afghanistan è il paese che detiene il primato di nazione più minata del mondo. Secondo
alcune stime, sono milioni le mine disseminate in territorio afgano, la maggior parte di
produzione sovietica, utilizzate dall’Armata Rossa o dall’esercito di Kabul durante l'ultimo
conflitto. La seconda posizione di questa classifica è dell’Angola, dove le mine, nella
maggioranza dei casi, furono usate dai combattenti dell’Unione per l’Indipendenza Nazionale
dell’Angola (Unita) che si sono opposti ai governativi del Movimento Popolare di Liberazione
dell’Angola (Mpla), con il sostegno di Sudafrica e Stati Uniti. Secondo dati dell’O.N.U., in
Africa sarebbero due milioni le mine presenti in Mozambico e oltre un milione quelle sepolte in
Somalia, soprattutto nel nord del Paese, sparse sia dalle forze del regime di Siad Barre sia da
quelle rivali che si batterono per anni, fra una tregua e l’altra. Ancora ai primi posti fra i
territori più infestati dalle mine figura il Kurdistan dove il governo iracheno fece seminare
milioni di mine antiuomo, per contrastare le fazioni separatiste curde che rivendicavano la loro
autonomia. In Cambogia, sono ancora oggi presenti le mine installate durante la lunga guerra
civile. Il governo filo vietnamita instaurato a Phnom Penh nel 1979 ha sparso ovunque ordigni
di fabbricazione sovietica, cinese e vietnamita. I Khmer rossi e le altre forze
anti governative, da parte loro, hanno comunque usato mine statunitensi, fabbricate anche in India e in Grecia,
cinesi e altre coprodotte da Italia e Singapore. Sono infine da ricordare i territori della ex
Jugoslavia, dove le mine inesplose sarebbero presenti in Croazia, in Serbia e in Bosnia. In
quest’ultima regione ogni mese si registrano persone che muoiono o restano gravemente ferite
dalle mine antiuomo. (01/11/2002)
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