Guerra al terrorismo?
 

All'inizio dell'offensiva diplomatica che l'America intraprese nei confronti dell'Iraq, seguita ai fatti dell'11 settembre 2001, distintasi per le minacce di intervento militare rivolte al regime che all'epoca governava quel paese, questo sito ospitò un forum che, sostanzialmente, chiedeva ai visitatori di esprimere un parere circa le motivazioni "vere" che potevano essere dietro le minacce di guerra all'Iraq. I governanti di quel paese erano accusati, dall'America, di finanziare il terrorismo internazionale, di avere legami con Osama Bin Laden e di produrre armi chimiche e batteriologiche con cui avrebbero potuto "minacciare" l'occidente. Nonostante i controlli e le verifiche da parte di ispettori dell'O.N.U. non avessero fornito prove certe delle accuse, il livello delle minacce americane divenne sempre più forte fino alla conclusione naturale: l'invasione militare dell'Iraq e il rovesciamento del regime di Saddam Hussein. Il Forum voleva offrire una tribuna nella quale confrontare le opinioni e poter analizzare "realmente" il caso Iraq e, più in generale, la situazione politica nei paesi del Medio Oriente, senza voler fornire, tuttavia, alcuna "difesa" al famigerato e violento regime di Saddam Hussein! Voleva sollecitare, invece, una riflessione: politica e realtà, spesso, non viaggiano insieme! La "tribuna" non ebbe particolare "successo" fra i visitatori "abituali" di questo sito ma, tuttavia, qualche intervento interessante si registrò. Oggi vorrei proporre una ulteriore riflessione e, possibilmente, rilanciare quel dibattito intrapreso nel Forum perché ancora attuale, considerata la situazione in Iraq e nei Paesi arabi. E' importante, comunque, riflettere: soprattutto coloro che, più o meno apertamente, si schierarono a favore di una guerra "punitiva" nei confronti di un regime che, insieme ad altri (vedi quello afgano) erano colpevoli di aver sostenuto e finanziato il terrorismo. Per questo motivo, propongo l'intervista (facilmente rintracciabile su internet) rilasciata da Michael Meacher al quotidiano The Guardian, l'8 settembre 2003!

Chi è Michael Meacher?

Michael Meacher non è un uomo "qualunque" come noi ma fu Ministro per l'Ambiente del Governo britannico, dal maggio 1997 al giugno del 2003. L'intervista che ha rilasciato è esplosiva perché, al suo interno, Meacher sostiene l'ipotesi del complotto soft sull'11 settembre, ossia insinua il sospetto che gli U.S.A. abbiano volutamente non "controllato" alcuni fatti e personaggi poi legati agli attentati alle Torri gemelle, per creare un pretesto da usare per giustificare azioni di forza verso i paesi del Medio Oriente e rafforzare, più in generale, il proprio dominio globale. E' un'ipotesi che circola già da tempo in molti settori politici e diplomatici internazionali ma il fatto che un ex ministro inglese la sostenga in una circostanziata intervista è di per sé una notizia "bomba". Dice Meacher: l'attenzione rivolta al perché gli Stati Uniti abbiano fatto la guerra all'Iraq è stata di gran lunga insufficiente. La spiegazione "comune" è che dopo l'attentato alle Torri gemelle, la ritorsione contro le basi di al Qaeda in Afghanistan ha costituito il primo passo di una guerra globale contro il terrorismo. Dal momento che Saddam Hussein, secondo quanto sostenuto dai governi di U.S.A. e Regno Unito, possedeva armi di distruzione di massa, la guerra doveva essere estesa anche all'Iraq. Tuttavia, la verità potrebbe essere molto meno ovvia.

La pax americana globale.

Questo è ciò che ricorda Meacher: è risaputo che esiste un piano per la creazione di una "pax americana globale", redatto per Dick Cheney, attuale Vice Presidente degli U.S.A., da Donald Rumsfeld, segretario della Difesa U.S.A., Paul Wolfowitz, vice di Rumsfeld, Jeb Bush, fratello minore di Goerge Bush e Lewis Libby, capo dello staff di Cheney. Il documento è intitolato Rebuilding America's Defenses ed è stato scritto nel settembre 2000. Chi volesse approfondire può andare a leggerlo direttamente, perché pubblicato sul sito del P.N.A.C. - Project for the New American Century  nella sezione Defense & National Security . Il piano rivela come il Governo di Bush fosse intenzionato a controllare militarmente la regione del Golfo, indipendentemente dal fatto che Saddam Hussein restasse al potere. Vi si legge: "sebbene il conflitto pendente con l'Iraq fornisca una giustificazione immediata, la necessità di una presenza imponente di forze americane nel Golfo trascende le questione del regime di Saddam Hussein". Il programma del P.N.A.C. si basa su un documento attribuito a Wolfowitz e Libby in cui si affermava che gli Stati Uniti dovevano "scoraggiare i paesi industrializzati dallo sfidare la leadership americana o persino dall'aspirare ad un più importante ruolo regionale o globale". Inoltre, fa riferimento ad alleati chiave come il Regno Unito, definendolo "il mezzo più efficace ed efficiente per l'esercizio di una leadership globale americana".

 

(Va alla 2^ parte)

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LA GUERRA E' UNA SOLUZIONE?