Guerra al terrorismo?

L'11 settembre

Se tutto questo risulta sorprendente quello che aggiunge l'ex ministro Michael Meacher può risultare, addirittura, "frastornante"! Infatti, ricorda alcuni dettagli: è stabilito dalla legge americana e applicato con procedure estremamente rigide che i caccia americani vengano mandati ad indagare sul volo di un aereo non appena questi devi in modo significativo dal proprio piano di volo. Prima dell'11 settembre esistevano procedure standard della F.A.A. per l'intercettazione di aerei dirottati. Tra il settembre 2000 e il giugno 2001 l'aeronautica americana ha inviato caccia a inseguire aerei civili sospetti ben 67 volte (notizia AP del 13 agosto 2002). Poi, ricostruisce i fatti: i sospetti sul primo dirottamento dell'11 settembre risalgono a circa le 8,20' del mattino. L'ultimo aereo dirottato è precipitato in Pennsylvania alle 10,06'. In tutto questo tempo non un solo caccia americano, dalla base aeronautica Andrews che dista solo 10 miglia da Washington, si è alzato in volo per indagare se non quando il terzo aereo ha colpito il Pentagono, alle 9,38'. Si chiede Meacher: questa mancanza di azione è la semplice conseguenza del fatto che qualcuno ha ignorato le procedure di sicurezza o non conoscesse i fatti? Oppure, è possibile che le operazioni di sicurezza dell'aeronautica americana siano state deliberatamente sospese l'11 settembre? E ricorda: John Loftus, ex pubblico ministero federale americano, ha detto: "L'informazione fornita dai servizi segreti europei prima dell'11 settembre era così ampia che non è possibile per la C.I.A. o la F.B.I. sostenere una difesa basata sull'incompetenza."

La guerra al "terrorismo"

Nell'intervista rilasciata da Meacher non sono analizzati solamente i fatti antecedenti l'11 settembre ma anche quello che è successo dopo. Egli sostiene che la reazione degli Stati Uniti ai fatti dell'11 settembre non è certo migliore di quello che ha fatto per prevenirli. Non sono mai stati fatti seri tentativi per prendere Bin Laden. Tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre 2001 i leader dei due partiti islamici pachistani hanno negoziato l'estradizione di Bin Laden in Pakistan, per essere giudicato per i fatti dell'11 settembre. Tuttavia, un funzionario statunitense ha affermato, in modo significativo, che "fissando gli obiettivi americani in modo troppo angusto" si rischierebbe "un collasso prematuro degli sforzi internazionali se per un caso fortunato Bin Laden venisse catturato". Il presidente dei capi di Stato maggiore, il generale Myers, è giunto ad affermare che "l'obiettivo non è mai stato catturare Bin Laden" (notizia AP del 5 aprile 2002). Robert Wright, agente della C.I.A. e informatore, ha riferito che i quartieri generali della F.B.I. non volevano alcun arresto (notizia ABC News del 19 dicembre 2002) . Nel novembre 2001 l'aeronautica americana ha protestato perché nelle sei settimane precedenti aveva avvistato leader dei Talebani e di al Qaeda almeno dieci volte ma che non aveva potuto attaccare perché non aveva ricevuto l'autorizzazione in tempi sufficientemente rapidi (notizia Time Magazine del 13 maggio 2002). Nessuno di questi elementi, tutti provenienti da fonti di dominio pubblico, è compatibile con l'idea di un vera, risoluta guerra al terrorismo.

La situazione attuale e il progetto del P.N.A.C.

L'elenco dei fatti menzionati, però, combacia quando è posto nel contesto del progetto del P.N.A.C.. Da questo, sembra che la cosiddetta "guerra al terrorismo" venga usata come un pretesto per realizzare più ampi obiettivi geopolitici strategici americani. In realtà, lo stesso Tony Blair accennò a questa possibilità quando disse, al Liaison Committee della House of Commons: "Ad essere sinceri, non c'era modo di ottenere il consenso dell'opinione pubblica per lanciare una campagna contro l'Afghanistan, se non per quello che è successo l'11 settembre" (notizia Times del 17 luglio 2002). Rumsfeld era così determinato ad ottenere una giustificazione per un attacco all'Iraq che in dieci diverse occasioni chiese alla C.I.A. di trovare prove che legassero l'Iraq all'11 settembre; la C.I.A. tornò sempre indietro a mani vuote (notizia Time magazine del 13 maggio 2002). In realtà, sembrerebbe che l'11 settembre abbia offerto un pretesto, per attuare il piano suggerito dal P.N.A.C..

 

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