| DEFINITION OF |

Aftermath Magazine, offre al lettore differenti ed originali prospettive sui comportamenti e su ciò che avvolge il mondo della J.C.Unit. Può essere letto come un’opera di tagliente ironia, come una sorta di saggio di costume o ancora come uno studio seriamente impegnato, che analizza con occhio acuto e preoccupato i pro e contro legati a questo brand. Fondamentalmente è una trovata commerciale. L'ennesima. Benché ci siano spesso spunti divertenti, questo magazine cerca di non cadere mai nell’equivoco e di perdersi in banale ed inconcludente comicità. Volete essere aggiornati su tutte le principali faide aperte? Questo è il posto giusto. Il tratto utilizzato per analizzare ogni singolo report, serve sostanzialmente per anticipare gli effetti negativi delle partite disputate e addirittura, trasformare il danno potenziale in un vantaggio concreto, da utilizzare in futuro. Bisogna tenere presente che un argomento in generale, non può mai essere considerato esaurito fino a quando non è diventato intuitivamente evidente. E in un modo o nell'altro, le vicende legate alla J.C.Unit tengono sempre banco, suscitando di continuo buone aspettative ed un forte interesse. Buona Lettura!

a cura di TheCoach

 
 
 
| METROPOLITAN TITLE |

Come ogni esperimento che si prova ad inscenare, la prima deve essere perfetta. O quanto meno tendente ad essa. La prima vera faida che comparve sul lungo cammino della J.C.Unit portava il nome di Cimiano UTD, formazione di punta dell’underground milanese, vincitrici di parecchi tornei aziendali della zona. Il circuito della D.League gli venne di fatto presentato da Mao, collega dell’ossatura forte del roster metropolitano, detentore del titolo omonimo della zona. I primi contatti avvengono nella settimana dopo che Mao riporta la proposta in sede. J.C.Unit vs Cimiano UTD si farà, ed in palio il Metropolitan Title. I preparativi per l’ormai decisiva sfida furono molteplici, soprattutto in termini commerciali, dove la J.C.Unit fu pushato a non finire, sia on-line, sia nel Centro sportivo di Agrate; per dirvela tutta, Kanis aveva addirittura promesso una sua apparizione, seppur il ruolo inizialmente propostogli fu quello di Special Referee. A due ore dall’inizio del match, viene però diramata la notizia che la Cimiano UTD disputerà un Handicap Match, causa un cambio di turno improvviso di uno dei collaboratori di Mao. Rimandare era praticamente impossibile – e gli stessi vertici della Cimiano UTD diedero ragione ai bookers della D.League, i quali si accordarono per un re-match obbligatorio, qualunque sarà l’esito della prima battaglia. E si comincia. J.C.Unit che appare inizialmente un po’ impaurita dell’avversario; la Cimiano UTD aveva dalla sua la fama e la cattiveria necessaria per incutere timore psicologico anche con un uomo in meno. Tecnicamente parlando, poi, il quartetto di colleghi del Leone si muoveva piuttosto bene sul tappeto verde : buoni scambi di prima, e una percezione dello specchio della porta veramente notevole. I nostri entrano in partita verso il 20°, quando complici due azioni in puro show di velocità, si portano addirittura in vantaggio. Cimiano UTD che si sente offesa del torto presentato dagli avversari e allora la butta giù su fisico. Gli ultimi 30 minuti di gico saranno tutti rivolti verso spot maschi e ai limiti della correttezza. Si sindaca su tutto, dalle rimessa laterali alla distanza sulle punizioni. Ma non c’è verso di placare le acque; pian piano i contrasti spalla a spalla diventano veri e propri squash al telone della struttura; per non pallare delle cannonate esplose a pochissimi metri di distanza dalla porta, dove difensori e portieri si gettavano a corpo morto pur di difendere ciò che c’era di più prezioso… il risultato. J.C.Unit che stringe i denti, incassa qualche colpo di troppo – chiamato addirittura da Kanis apparso a bordo campo per sancire il fischio finale – ma non demorde. Sco prende in mano l’attacco e con i suoi soliti stop and go trascina lo stint finale per la vittoria meritata. L’ultima azione è proprio da manuale, con Mao e Teo che si fanno da esche per aprire la difesa della Cimiano UTD permettendo allo stesso Sco di affondare la spada. Il Chaiman del Centro Sportivo di agrate decreta cosi la fine delle ostilità al suon di sirena. Cimiano UTD che non gradisce qualcosa; le occhiatacce a fine serata si sprecano. Lo stesso Kanis a dividere i personaggi più accesi, vedi il piccolo Mario, vedi il duro Christian. Ma la rivincita era già stata sancita – LIVE tra 15 il Destruction Rematch. Il gioco non è affatto finito.


FINAL SCORE - J.C.UNIT 9 vs CIMIANO UNITED 6
 
 
 
| DESTRUCTION REMATCH |

Il destino era già stato scritto una volta. Questa volta però diversamente da Gara 1, la Cimiano UTD la butta ancora sul fisico – sua unica vera arma contro quella paura che la stessa J.C.Unit le aveva inculcato con i suoi spot in velocità. Formazioni praticamente identiche con il solo innesto di Zico nella Cimiano UTD a completarne il quintetto. La pausa infrasettimanale concessa appunto per il Rematch aveva permesso alla J.c.Unit di far cicatrizzare al meglio le contusioni riportate dopo la primissima uscita; di contro, la Cimiano UTD aveva organizzato un match interpromozionale contro i colleghi della filiale di Carugate squashandoli con un secco 5a1. Si comincia, con il solito Mao ad augurare buona fortuna al collega – nonché responsabile rivale, Mario – il quale di tutto punto scosta la mano. Brutto gesto che al Leone proprio non andrà giù. A dover di questa teoria sono proprio le continue percussioni che i due avranno nel corso della gara; il Leone fiuta la preda e non se la lascia certo sfuggire. Interessanti spot sono oltresi concessi da Teo vs Christian (con tanto di insulti ai rispettivi familiari) e da Zico vs Flavio, dove il regolamento calcistico viene di fatto messo in palio. La Cimiano UTD non tradisce le aspettative… e con il completamento del quintetto appare effettivamente tutta un’altra formazione. Zico fa la differenza, soprattutto in termini di gioco, distribuendo palloni con il contagiri, e regalando perle dalla distanza. A Christian il compito di bitumare il roster avversario – Teo ne uscirà infatti con una schiena piuttosto malandata. Buttandolo cosi sulla rissa da strada, al J.C.Unit perde qualcosa, soprattutto in termini di solidità del match. Si gioca per far male all’avversario, ma soprattutto si gioca per se stessi. Cosi facendo si è esposti al contropiede nemico, quanto mai galvanizzato dalla cornice piuttosto hardcore della rivincita. Joy deve soffrire tra i pali per i continui shot dalla misura ravvicinata; le mischie in area erano diventate insostenibili; la sfera spillava di sangue pure lei. Da una di queste risse ne scaturì fuori un contropiede fulmineo di Teo che regalò il pareggio a pochi giro di orologio. Ma è ancora una volta Zico a mettere i bastoni tra le ruote alla J.C.Unit; Mao piallato al muro e nuovamente tradito dal suo responsabile Mario, perde palla in una zona critica del campo; Kanis, distratto da Christian che nel frattempo gli chiede quanto mancasse al finale, non chiama il fallo (non avendolo visto); cosi Zico s’invola verso la porta per lo stupore di una J.C.Unit, piazza il dribbling vincente e mette a sedere Joy. E nuovamente zuffa attorno a Kanis a chiedere spiegazioni. Sco trascina Flavio via dalla contesa in modo da non sprecare minuti preziosi. Si torna cosi in campo, ma la partita ha perso di smalto e la J.C.Unit non ha più la testa per portare a termine al match. Anzi gli ultimi spot sono da censura, rischio di un’imminente rissa tra uomini. Kanis chiama il triplice fischio e la Cimiano UTD alza il pugno il segno di vittoria. J.C.Unit defraudata del pareggio? Ormai si stava sul risultato di 1a1. A Vengeance la risposta definitiva.

FINAL SCORE - J.C.UNIT 3 vs CIMIANO UNITED 4
 
 
 
| THEY EACH SOMETHING TO PROVE |

Nell'attesa di pianificare con cura il Gran Finale della faida contro la Cimiano UTD, alla J.C.Unit comparve sulla propria strada l'ennesimo scoglio da dribblare. E questa volta, l'input parti dall'interno, precisamente dal backstage della K.Squad. Il roster di Teo arruolava tra i suoi giocatori la coppia Roman e Alessio; nel periodo delle Grande Depressione Numerica, le convocazioni da parte del duo in questione si verificavano praticamente in tutte le settimane di calendario. Tutto a discapito della formazione indy a cui gli stessi Roman e Alessio militavano prima degli spot in D.League, la quale riconosciutasi privata di due uomini di peso logistico, cominciò a presentarsi a bordo campo attaccando la D.League in sé, con promo e dichiarazioni al veleno sul nostro show. Cosa aveva mai di tanto speciale la partita del Venerdì sera ad Agrate, piuttosto che quella del Mercoledì sera a Cologno Nord? Credetemi, è presto detto. Ma analizziamo bene i fatti. Dal momento stesso in cui ti presenti a bordo campo, criticando lo spettacolo nel tutto il suo complesso, non vai a giudicare solo una squadra – magari proprio quella a cui i tuoi giocatori sono maggiormente legati – vai a criticarne due, K.Squad (come da interesse primario) e OneWay. Le frasi a senso ironico lasciate trapelare nel backstage portarono a scontri verbali sempre maggiori, utilizzando spesso gli stessi Roman e Alessio come ambasciatori di pena : la J.C.Unit era pronta a far valere le proprie ragioni - lo scontro diretto sul campo era imminente. I vertici di J.C.Unit e Hackers Connection (nick generato di tutto punto, in quanto tutti i componenti del team sono laureandi in ingegneria informatica), pattuirono le credenziali del match. Accettata di sana pianta l’ipotesi Cologno Sud, patria dello stesso roster – più che altro per sfatarne i pregi. Vi risparmio i commenti all’arrivo su quello che doveva essere un centro sportivo; spifferi provenienti da ogni dove, con spogliatoio / baracche massacrati di crepe e buchi sulle porte. Per non parlare poi del sintetico verde, puro zerbinaccio risalente al ventennio fascista. Ma poco ci interessava; lo scopo principe era quello di asfaltare una volta per tutte il nome Hackers Connection. Poi ci sarebbe stata la questione Roman e Alessio – che per stasera giocava in casacca indy – sulla quale militava una clausola riguardo al loro contratto : chi vinceva se li gestiva in priorità, o K.Squad, o appunto Hackers Connection. La sfida comincia con il piede giusto; ottimi stint sia da una parte che dall’altra; più che altro perché bisognava scaldarsi, altrimenti risentimenti muscolari a rischio. Prime battute che portano ad una J.C.Unit piuttosto sprecona sotto porta, con errori banali che avrebbe sin da subito portato il match su binari ben delineati. Gli Hackers si fanno dunque sotto e infossano i timidi assoli della J.C.Unit che, avventatamente, si portava fuori dall’area di rigore in solitaria. Un frangente piuttosto adrenalinico permette al team di Roman e Alessio di recuperare i due gol di svantaggio ed andare addirittura per la superiorità sullo score. Cambio di fronte allora, con Flavio che accorcia il baricentro di gioco, e con Teo che riduce gli assoli in fascia – tutto per far quadrare una squadra visibilmente lunga e a tratti disunita. Meglio… decisamente meglio. Complice anche un leggere de-push degli Hackers, Sco trova il ricercato pareggio e il successivo sorpasso. Ma se virtualmente ce la si giocava meglio palla a terra, sui calci piazzati, e quindi sulle relative marcature qualcosa andava rivisto. Roman trova il varco per la prima punizione, per poi fintare a favore del compagno smarcato che piazzava la solcata vincente. Nuovo pareggio e nuovo sorpasso. Tutto da rifare per la J.C.Unit costretta un'altra volta ad inventarsi la carta vincente proprio sugli sgoccioli finali. E’ la caparbietà a farne nuovamente da padrona, asso nella manica di un collettivo quanto meno votato a non mollare mai. Sco inventa e Flavio concretizza per il vantaggio in sfondamento degli ultimi due minuti. Ma un’ennesima distrazione difensiva, consente a Roman di sigillare in rete il pareggio definitivo in pieno overtime; la campana suona, la temperatura è scesa ulteriormente di quei due gradi è lo stato d'uguaglianza – per quanto stretto ad entrambi i quintetti – sembra la decisione più ovvia. Non è finita qui, questo è poco ma sicuro. La situazione comproprietà verrà dunque decisa di fatto per Gara 2, all’interno dell’Area51.

FINAL SCORE - J.C.UNIT 6 vs HACKERS CONNECTION 6
 
 
 
| VENGEANCE |

L'ora della verità. Senza ombra di dubbio. Abbiamo dovuto attendere il nuovo anno, ma a quanto pare ne varrà la pena. La Cimiano UTD ha continuato nel suo mietere vittime nell’underground milanese, ed ha cacciato dalla rosa Christian - autentica miccia pronta a far esplodere chiunque – in favore di Marco, amico di vecchia data di Mao, nonché accanito Boys San nerazzurro. Di contro, la J.C.Unit si è trovata immischiata nella faida con la Hackers Connection, di cui se ne è già stata redatta la rivincita proprio tra due settimane. Formazione identica per il nostro roster, desideroso quanto meno di chiudere la contesa con onore e senza intrusioni esterne. Si parte, con Alex e Roby a fare da Special Enforcer a bordo campo. Match che si direziona subito sul binario dello spettacolo; ottime riprese sia in casa Cimiano, sia in casa J.C.Unit fanno da protagoniste assolute per la prima mezz’ora. Si vede che tutte e due le formazioni abbiano voglia di primeggiare sull’avversario, tanto da strappare il meglio da ognuno dei contendenti. Ecco allora Zico nuovamente face-to-face con Flavio; Mao a muso duro con Mario, senza però troppo allungare gli artigli dell’irregolarità; a Teo questa volta gli si para davanti Marco, veloce nel dribbling, ma un po’ meno in allungo. Prosegue poi la sfida diretta, nonché tra le più entusiasmanti tra Joy e il super portiere della Cimiano UTD, Daniele. In questa faida, entrambi sono stati chiamati a prestazioni sublimi. Se da una parte ci stava uno che tra i pali ci ha passato praticamente l’adolescenza – di cui tra l’altro lo si apprezzava soprattutto per la bravura tra con la sfera tra i piedi - dall’altra regnava indiscusso un’autodidatta della materia, non meno agile quanto il maestro, ma sicuramente di charme maggiore. Sco e Zico risultano a tutti gli effetti i leader del gioco, ma il Leone appare il terminale più concreto. Mai cosi in partita, Mao sente la sfida, correndo alla disperata su ogni pallone possibile ed immaginabile. Attimi di panico quando lo stesso Leone si accascerà alla struttura dopo l’ennesimo scatto perentorio. Tutti attorno al n°9 a verificarne la condizione; tempo di rifiatare e di chiarirsi. Teo colloquia con Mario appuntandosi alcuni spot non graditi; Mario risponde con il solito sorriso sarcastico sulle labbra, alludendo al calcetto come uno sport di furbizia. Nell’arco di 5 minuti il Leone si riprende ed è pronto a tornare a ringhiare. Il proseguo del match è piuttosto rovente. Se la prima mezz’ora aveva dato spazio a giocate in velocità, la seconda parte doveva obbligatoriamente cedere spazio ad un minimo di resa, almeno per chi aveva speso molto. Purtroppo nel calcetto la resa si interfaccia spesso con azioni da codice penale, punibili perché con ogni probabilità si poteva trovare un altro modo per fermare l’avversario. La Cimiano UTD sta dunque legata al guinzaglio per 30 minuti, ma poi, fiutando una possibile debacle torna al calcio ricco di sotterfugi ed escamotage. La J.C.Unit non crolla però nell’errore del Destruction Rematch; non si fa avvinghiare al gioco sconveniente, ma anzi, estrae dal cilindro un ultimo quanto d’ora da Guerrieri della Notte – dopo una serie di attacchi, il muro del pareggio è finalmente demolito. Sforzo atletico, ma soprattutto mentale, quel tanto che ahimé basta per concedere una punizione decisiva nella propria tre quarti. Sappiamo dei problemi di posizionamento, sono ormai risaputi; e per questo shot il risultato non si presenta diverso da altri. Battuta a fil di palo, miracolo di Joy e respinta indisturbata di Mario, alias Mr.Simpatia. Per dirla tutta, di questa punizione si parlerà nelle serate avvenire per mesi e mesi, complice un dialogo ai limiti del litigio tra Flavio e Zico… la distanza come unico ideale da contrapporre. Il triplice fischio sancisce cosi la fine di una delle faide più sanguinolente della storia della D.League. Un vero e proprio successo per la J.C.Unit che, anche se ne esce sconfitta ai fini del Metropolitan Title, non ne viene ridimensionata. Tutto sapere che verrà utilizzato nelle battaglia a venire. La stretta di mano a fine gara è una giusta cornice per due squadre che fin dal primo minuto della loro interminabile contesa hanno dato tutto. Sangue compreso.

FINAL SCORE - J.C.UNIT 3 vs CIMIANO UNITED 4
 
 
 
| REVENGE IS THE NAME OF THE GAME |

Tempo di Re-Match. Soprattutto in vista della delusione per la sconfitta patita a Vengeance, Gara 3 del Metropolitan Title. Formazioni praticamente identiche sia da una parte, sia dall’altra, con il solo innesto di Al a supportare un centrocampo bisognoso di idee e capace di far salire la squadra. Nelle settimane che hanno preceduto la partita, curiosi sono stati i battibecchi off-line tra gli stessi Roman e Alessio, i quali per la prima volta si trovavano di fatto con pareri contrastanti. Addirittura, ci risulta che Roman volesse prendere parte alla J.C.Unit questa sera, proprio per concludere il più rapidamente possibile una faida che stava sfociando nel ridicolo. La motivazione fu sempre la stessa, ovvero le convocazioni settimanali della K.Squad, a cui solo il Gioiello ne firmò il benestare, scaturendo le ire dei suoi compagni di squadra. Roman resta cosi fuori dai giochi fino a pochissime ore prima del match – ma causa una defezione last minute, per non incappare in un sicuro Handicap Match, gli Hackers fanno marcia indietro, proponendo allo stesso Roman un’ultima wild card disponibile. Quest’ultimo accetta, non però facendo sentire le sue ragioni di disappunto sulla contesa. Il match prende cosi avvio; prime battute piuttosto lente, colorite solo da qualche conclusione dalla distanza. Ma sono i legni a far da cornice ad una partita che sembra già scritta per un ennesimo pareggio. Che ci crediate o no, ma è cosi. Ne conteremo a fine gara 6 per la J.C.Unit e 4 per l’Hackers Connection – con Sco e Sella (capitano degli informatici) a contendersi la palma d’oro. Onestamente ci si aspettava qualcosa di più. Gli spot meritevoli di replay sono stati centellinati, cosi come il gioco palla a terra e gli scambi veloci. Troppe palle lunghe sia da una parte sia dall’altra, per un ping pong che sul lungo andare andava pure a stancare i meno pretenziosi. Meglio sicuramente gli ultimi dieci minuti, dove addirittura si sono potuti apprezzare 4 gol – 2 a testa, a dimostrare di quanto paghi il gioco di squadra, se preventivamente studiato. Il fato volle che l’ultimo spot vittorioso fosse proprio di Roman, che con il suo diagonale in corsa confezionava per i bookers un pareggio dal sapore acerbo. Due match, due equità – tra l’altro non del tutto entusiasmanti. Le possibilità di veder cancellata la faida sono ora molto probabili. I termini commerciali parlano chiaro : poco hype, pochi buyrates. Ma forse non è tutta colpa dei giocatori. Forse è stata proprio la storyline ad essere commercializzata in malo modo. Due cose però sono certe : la prima è che Sella nel backstage tradirà l’Hackers Connection presentandosi alla corte di Teo e chiedendo una wild card in sostituzione di Alessio – puro fantacalcio; la seconda è che la J.C.Unit ha ancora tanto da lavorare per diventare una seria main eventer, e se davanti a se non si trova un avversario che la mandi over con il pubblico, tutto diventata assai difficile. La pugnalata inflitta dalla Cimiano UTD si sente ancora. Tempo al tempo.

FINAL SCORE - J.C.UNIT 4 vs HACKERS CONNECTION 4
 
 
 
| IT'S TIME TO SETTLE THE SCORE |

La deludente rappresaglia inscenata con l’Hackers Connection - cancellata tra l’altro in tempi record dai bookers – venne in brevissimo tempo sostituita con la lotta costruita a tavolino in opposizione all’Intellingence. Ma come sempre, andiamo con ordine. Tutto ciò che fu evidenziato come errore di overbooking nella storyline precedente - vedi trasferta a Cologno Sud, vedi promo e dialoghi pressoché identici e privi di hype commerciale – fu inesorabilmente ripreso e riscritto, aggiungendo quei piccoli particolari che portarono questa faida ad essere prorogata fino alla conclusiva – nonché devastante - Gara 3. Eravamo agli inizi di primavera, tempo di tornei e competizioni titolate. Rich – tesserato OneWay – continuava a premere sulla dirigenza per ottenere un match interpromozionale contro la J.C.Unit. Lo scopo era presto detto : all’Intelligence – roster dove appunto militava Rich al di fuori del circuito D.League - serviva una sorta di sparring partner che la preparasse all’appuntamento blasonato programmato dal Centro Sportivo Ugo Forti di Monza. Alla J.C.Unit, serviva invece un avversario capace di riportare over il proprio spirito di competizione, affossato incredibilmente dopo il fallimento Hackers Connection. Nulla di più perfettamente preparato : J.C.Unit vs Intelligence si farà. La prima Gara addirittura si disputerà proprio al Centro Sportivo Ugo Forti, in modo da permettere ad entrambi i roster di farsi conoscere verso quello che è considerato uno dei principali sbocchi per l’underground che conta. La J.C.Unit per la sua prima all’Ugo Forti si porterà addirittura 6 uomini, introducendo per la prima volta la rotazione stile Hockey : Alex, Flavio, Joy, Mao, Sco e Teo sono i nomi che ne riunivano la spedizione. Match intenso, in bilico addirittura sino agli ultimi minuti. La capacità tecnica dell’Intelligence si fece subito notare – ottimi spunti palla a terra e organizzazione praticamente perfetta sul campo. I nostri soffrono qualcosa in difesa, soprattutto quando i veloci avversari - Rich e Brio – si scatenavano in 1-2 al veleno. Qualche indecisione di troppo porta Alex a commettere l’autogol sblocca risultato, fortunatamente corretto a distanza di pochi minuti di Sco. Partita sostanzialmente corretta, dove ognuno era chiamato a disputare il meglio di sé; la J.C.Unit appare decisamente più matura rispetto alle ultime uscite, segno che le precedenti faide hanno modellato radicalmente la disposizione e l’atteggiamento da mettere in campo. Meglio Teo e Mao, entrambi chiamati rispettivamente 1) a proporsi sul fondo per poi crossare nel mezzo con maggiore continuità 2) pressare a tutto campo e scegliere la profondità anziché avvicinarsi al compagno portatore di palla. Tutto al fine di occupare una fetta di campo maggiore e quindi sfiancare l’avversario. Tattica che nel complesso funziona; l’Intelligence sul finale molla la presa e la J.C.Unit può cosi affondare maggiormente il colpo. La ritrovata precisione sotto porta, supportata anche da un Joy decisamente cresciuto dopo il confronto diretto con il Maestro Daniele (Ciamiano UTD), hanno di fatto sopportato il salto di qualità. Il vantaggio è quindi confezionato e difeso sino alla fine, seppur la scelta di optare per una rotazione stile Hockey ha creato non pochi svantaggi – a discapito delle aspettative; cinque minuti di stop completo a bordo campo possono seriamente portare ad un raffreddamento completo dell’atleta proprio nell’attimo dello spezzamento del fiato. Scelta che quindi verrà subito rivista e riscritta, al fine di inscenare una stupenda rivincita tra due mesi; il tempo necessario per consentire all’Intelligence di partecipare alla Fase 1 del Torneo. Alla J.C.Unit serviva una vittoria per risollevare animo e ascolti – averla concepita contro un avversario decisamente credibile ne valorizza l’importanza.

FINAL SCORE - J.C.UNIT 6 vs INTELLIGENCE 5
 
 
 
| CHAPTER II : PRIDE UNDER PRESSURE |

A distanza di due mesi, in casa dell’Intelligence era tempo di tirare le somme. L’esclusione dal Torneo titolato dopo la prima fase a gironi, aveva portato nelle casse dirigenziali una forte debacle d’orgoglio e commerciale, tanto che per risollevarne le sorti si decise in fretta e furia di concludere con la J.C.Unit la rivincita del precedente confronto. Sfida che tra l’altro aveva entusiasmato entrambe le franchigie, dove sia J.C.Unit sia Intelligence avevano mandato over giocatori e pubblico. Per dirla però tutta, l’Intellingence veniva data come netta favorita… c’era stima reciproca tra ambedue le dirigenze e nell’aria si percepiva quel non so che di presunto patteggiamento, in modo da far quotare nuovamente le credenziali di un roster bisognoso di risultati postivi. E cosi il Capitolo 2 della Saga si fa; J.C.Unit e Intelligence nuovamente one-o-one, questa volta nella mitica Gabbia dell’Area51. Formazioni pressoché identiche sia da una parte, sia dall’altra, con il solo innesto di Al in J.C.Unit a sostituzione di Mao indisponibile. Scartata a priori l’ipotesi testata in Gara 1 con la turnazione stile Hockey; 5 uomini in campo e basta… alla peggio, Handicap Match! Si comincia. Partita che fatica a decollare – dobbiamo attendere all’incirca il quarto d’ora per vedere concretizzare qualche spunto offensivo. Rich appare come da copione il più disinvolto nel proporsi in zone hot della J.C.Unit – il contratto in scadenza con la OneWay sicuramente un incentivo nel far bene. Brio lo supporta in ogni dove, ma il blocco composto da Flavio e Teo comincia a dare i suoi frutti. Il primo lavora sull’anticipo di forza, il secondo punta al recupero in velocità per poi ripartire. Al difende palloni preziosi sulla linea di centro campo, per poi smistare il tutto verso Sco, come sempre determinante quando la situazione lo richiede. L’Intelligence commette l’errore di chiudersi nella propria fazione di competenza, lasciando Rich e Brio praticamente isolati a se stessi. Le briglie diventano dunque più strette e per la povera Intelligence i soli affondi degni di nota corrispondono a tiri forzati dalla tre quarti, pane piuttosto quotidiano per il sempre vigile Joy. La coralità paga - senza ombra di dubbio – e la J.C.Unit si riporta praticamente sotto azzardando addirittura il vantaggio massimo a +3. Dieci minuti scarsi al termine, apparentemente un’infinità, ma il deponete le armi da parte dell’Intelligence avviene inspiegabilmente piuttosto prima; a livello di fiato, non c’era proprio paragone coi nostri. Con ogni probabilità il Torneo firmato Ugo Forti ha lasciato cicatrici da rimarginare con estrema cautela. Peccato perché proprio sul finale l’Intelligence non ci stava; a dar ragione di tutto ciò qualche piccolo screzio tra gli stessi giocatori – Brio, il più vispo del gruppo, punta il dito sulla stessa J.C.Unit per alcuni atteggiamenti di poca sportività visti in campo. Onestamente pura follia urbana, visto che i falli sono stati tutti chiamati e giudicati ancor prima di essere concessi. Rich prova a calmarlo, ma la frustrazione dello stesso n°11 dell’Intelligence appare incontrollabile. Alle 21.30 precise, complice l’intensificazione della pioggia battente sul campo si decide di fischiare la fine. Nel contesto dark di un finale rocambolesco, la J.C.Unit si porta a casa la contesa grazie ad un super Sco, autore nientemeno che di 6 reti, record assoluto nel collettivo unificato. Le accuse a fine gara sono però pesanti – J.C.Unit nuovamente attaccata per spirito sportivo; Brio punta il dito su tutto il collettivo : J.C.Unit… non finisce qui.

FINAL SCORE - J.C.UNIT 8 vs INTELLIGENCE 7
 
 
 
| HELL IN A CELL : LAST TOUR ON EARTH |

Da tempo il booking team stava pensando di offrire un match senza precedenti, come ciliegina sulla torta di una stagione intensa e ben distribuito nel corso di tutto l’anno. Uno show che avrebbe impiegato la quantità maggiore di partecipanti al circuito della D.League. Uno show che non avrebbe mai e poi mai scontentato nessuno. Ma ogni grande evento ha una storia a sé, e per quanto il calendario rileghi nel bene o nel male tutte le giornate di cartello tra OneWay e K.Squad, i match interpromozionali meritano un’alchimia differente – proprio perché in essi vi è racchiusa la tremenda concezione di sorpresa. Bastava dunque aprire il cassetto, guardarci dentro, estrarre tutti gli appunti e le singole bozze di idee; si combinava il tutto è la soluzione era pressoché concretizzata. Ma purtroppo l’estate era ormai alle porte, e parecchi affezionati al progetto ci avevano già detto arrivederci a Settembre. Traduzione, niente OneWay vs K.Squad. Impossibile. E allora tanto valeva architettare qualcosa che ruotasse attorno alla J.C.Unit, meritevole quanto meno di chiudere in bellezza una stagione intensa e sufficientemente redditizia. Quale match poteva dichiararsi a tutti gli effetti incompiuto, bramoso di una sorta di Capitolo Finale? Un solo nome venne in mente ai bookers : Intelligence. Ad insaputa di molti, si chiese dunque a Rich di avviare i contatti con la sue ex formazione indy per un ultimo strepitoso match. Se ricorderete bene, i rapporti piuttosto complicati tra le due fazioni, generati al termine del loro personalissimo secondo confronto, ci avevano lasciti in una situazione di stallo : J.C.Unit accusata di in primis di favoreggiamento sportivo e poi di poca sportività da quello che a tutti gli effetti ne risultava il leader della squadra, Brio. Rich tentò dunque di avviarne le pratiche, ma invano; Brio non era minimamente intenzionato a lavorare per la D.League. E allora toccò allo stesso Rich prendere in mano le redini della situazione. Proprio sul finale della penultima giornata di calendario, Rich si presenta al campo di Agrate; dopo aver salutato tutti, concede un ultimatum sia alla OneWay che alla K.Squad : next week, l’Intelligence si sarebbe ripresa ciò che legittimamente sarebbe stato suo, defraudata ingiustamente nel match di ritorno. Ma non sarà un match comune; sarà un 7 vs 7 Hell In A Cell Match in quel di Burago. La caccia agli uomini era ufficialmente aperta. Stupore a bordo campo; mai nessuno si sarebbe aspettato un finale del genere. Nell’immediato weekend seguente alla divulgazione della notizia, lo stesso Rich faceva trapelare a Sco che Avo avrebbe firmato per l’Intelligence. Ennesimo colpo di Mr.Class ai danni di una J.C.Unit ancora in alto mare sulle adesioni. Alla fine, tra mille tira e molla, firmeranno il contratto di partecipazione Flavio, Sco, Teo, Mao, Joy, John e Mourad. Curioso è che sino a pochissimi minuti prima dal debutto in campo, la J.C.Unit non conosceva ancora il resto del team avversario. Ma era questione di tempo; Rich si presenta sull’erba verde con l’Intelligence versione 5vs5 al gran completo – tranne ovviamente Brio, estromesso dal roster per incomprensioni varie – in più le figure di Avo - già enunciato in settimana - ed il colpaccio a sorpresa, gli Italiani Purosangue Jos e Emilio – esclusi virtuali dalla J.C.Unit ed accasatesi in tempi record al nemico. Si comincia. Per molti, il tipo di gioco che si dovrebbe esprimere sugli ampi spazi di un campo a 7 era oggettivamente oscuro. Movenze decisamente richieste, organizzazione di gioco e posizioni ben definite. Le porte sono ufficialmente come quelle dei campi di Serie A, non bastava mettersi in 3 sulla linea per difenderne la vulnerabilità su una punizione. Mao e John ricoprivano il ruolo di punte, con Sco a fare da collagene tra loro e la triade difensiva composta da sinistra verso destra da Mourad, Flavio e Teo; Joy ad esaltare il mito di Ed Warner tra i pali. Match sicuramente dispendioso sia sotto il profilo psicologico, sia sotto quello fisico. L’erba pura e genuina potrà anche evitare abrasioni e lacerazioni, ma le buche, i solchi e i tratti paludosi era reali. Non mancano quindi i contrasti duri e gli spot spettacolari. I primi a ricorrere all’intervento medico sono proprio Emilio e Mourad, coinvolti in quella che si chiama rincorsa disperata della sfera – caviglia contro caviglia, e l’inizio di distorsione è pressoché spianato. L’Intelligence ha dalla sua una maggiore concezione di questo tipo di match; si vede ad occhio nudo, senza nulla togliere ai nostri. Avere poi Avo come terminale offensivo, ti permetteva tra latro di cercare con continuità la conclusione da fuori, arma vincete di The Next Big Thing. E i gol cominciavano a piovere da ogni dove; Joy prova a compiere miracoli, ma la novità della porta mastodontica lo mette in seria crisi. A Flavio e Teo è quindi richiesto il lavoro doppio; soprattutto a quest’ultimo – amante mai nascosto degli spazi imponenti per sfruttare la falcata. Ottima partita, forse la migliore della stagione, con una seria di giocate nel mezzo davvero al bacio, dove spesso Mao e John andavano ahimè in crash tra di loro. Per i due attaccanti meglio la parte finale, dove complice anche un allentamento delle briglie da parte di Jos e Rich, hanno potuto affondare il colpo. Ma il vantaggio era pressoché già scritto; Sco prova a prendere in mano le redini del gioco, disputando un ultimo quarto d’ora da assoluto protagonista; J.C.Unit che si fa dunque sotto, ma è troppo tardi; le conclusioni subite nella prima parte di gara hanno fatto pendere la bilancia della vittoria verso l’Intelligence. Un post match dove nessuno aveva il coraggio di alzarsi dal suolo – stremati, vinti o vittoriosi che siano. Grande sportività a termine gara, dove le strette di mano era pressoché dovute. La D.League conclude cosi la sua seconda stagione regolare con quello che di fatto resterà uno degli show stilisticamente più bellici e spettacolari di sempre.

FINAL SCORE - 7 vs 7 MATCH - J.C.UNIT 4 vs INTELLIGENCE 5
 
 
 
| SUNDAY NIGHT MAIN EVENT : DINNER WITH THE DEVIL |

Quello che doveva essere catalogato come uno show di recupero del venerdì sera, venne dirottato per esigenze di booking come match interpromozionale con protagonista la J.C.Unit. In un primo momento l'idea sorprese e parecchio, soprattutto per il ridottissimo tempo di pianificazione. Già mettere insieme candidati per una partita di calcetto da disputare nel tardo pomeriggio di una domenica qualsiasi, sa molto di missione impossibile, figuriamoci poi trovare un centro sportivo che ci ospiti. Ma grazie alle conoscenze da provetto dirigente di John, il circuito della D.League trovò da accasarsi – nuovamente - in quel di Burago (scenario sadico dell'ultimo Hell in a Cell giocato in Luglio). Il pacchetto campo comprendeva però anche una squadra da piazzare, argomento che andrò meglio a descrivere. Diciamo che John ci aveva inserito in quel che potremmo definire come un "match al buio"; pronti ad attenderci c'era un quintetto di suoi protegè desiderosi anche loro di fare la conoscenza dello show che conta. Ecco dunque spuntare dallo spogliatoio n°2 gli allora sconosciuti Boe, Ezio, GioGio, Dani e Ruby – di contro una J.C.Unit di fortuna, con le firme last minute di Flavio, Sco, Teo, Jos (al debutto) e chiaramente di John. Joy impiegato a bordo campo come Special Enforcer affiancato da Roby. Match piuttosto lento, senza particolari degni di nota. Gli spifferi di freddo hanno condizionato – e non poco – l'esito di alcuni spot. La J.C.Unit gioca male, non concludendo praticamente niente sotto porta; le realizzazioni sono tutte frutto di individualità e tiri dalla distanza – belli, perché affascinanti e piacevoli da rivedere al replay, ma al fine del gioco di squadra, niente o poco più. Il collettivo sponsorizzato invece da John ha fatto vedere qualcosina di interessante, per lo meno sotto il punto di vista dell'organizzazione di gioco, con Ezio già allora unico terminale di un romboide complesso. Per promuovere Boe e Dani, invece, mi baserò sulla loro scaltrezza tattica, più che sui loro spunti tecnici. Scegliere di puntare sempre e comunque i due più lenti del quintetto – vedi John e Jos – può sicuramente dare i suoi frutti. Mettiamoci poi anche tutta la chimica che può avere una serata no, dove tutto nasce e muore all'istante; conclusioni fiacche e azioni finto-spauracchio da entrambe le franchigie. La vittoria per i protetti di John è servita solo ad abbattere un ulteriore muro verso quello che sarà - prima o poi – lo smantellamento della J.C.Unit. Sco lascerà lo spogliatoio in silenzio. L'indomani si avranno sul forum le sue dimissioni. Intanto John deve cosi pagare pegno… la stipulazione speciale con cui aveva convinti i suoi amici a partecipare al match parlava chiaro : in caso di vittoria, il collettivo avrebbe dovuto avere un forte push mediatico. Che in 3 lettere riassumiamo in J.P.A.

FINAL SCORE - J.C.UNIT 6 vs JOHN'S FRIENDS 8
 
 
 
| SUDDEN IMPACT |

L'inaspettata sconfitta nel primo Sunday Night Main Event, portò serie spaccaure all'interno del backstage. Il rimo a far valere le proprie ragioni fu proprio il leader del collettivo, Sco, il quale non gradendo l'ennesimo squash subito, meditò seriamente di abbandonare la rosa. Detto e fatto. All'indomani del match, compariva sul forum lo sfogo del Re. In quelle poche righe si accennava ad un interesse ormai svanito per la causa J.C.Unit, corresponsabile soprattutto l'impegno – poco - riscontrato nelle recenti faide da parte dei suoi compagni. Aggiungiamoci anche qualche scelta di formazione non del tutto condivisa ed il discorso è presto fatto. La maglia numero 10 tornava cosi nuovamente libera, obbligando i bookers ad promuovere una sorta di invitational sul futuro successore di Sco. Il primo a presentarsi davanti alla dirigenza fu Martin, il quale con ardente convinzione fece dalla sua il giudizio finale – The Game divenne cosi il n°10 della J.C.Unit. Scelta alquanto singolare, se pensiamo che gran parte della tifoseria sponsorizzava Al come sostituto legittimo di Sco, sia per caratteristiche più o meno similari, sia per l'amicizia che li legava. Questo non accadde fondamentalmente per un semplice particolare. Sco, dopo aver caldeggiato in ogni promo il suo addio, cominciò a puntare fortemente il dito con la J.C.Unit ed il suo sistema interno - il nativo Team Sco pretendeva in tempi brevissimi una shot da sfruttare contro i suoi ex compagni di squadra. Ma non è tutto. La questione che teneva banco era però un'altra… Sco aveva proposto ad Al di seguirlo nel Team Sco e di strappare di fatto i rapporti con la J.C.Unit. Una settimana di tempo per pensarci, poi sarà showtime. Al però non molla, e seppur legato al compagno di squadra militante con lui nella OneWay, decide di schierarsi a favore della J.C.Unit. Per una notte, sarà battaglia. Sco accetta la scelta, affidando a Rich il ruolo di guardia spalle. Tempo dunque di nuovi innesti nel circuito D.League, con le primissime comparse di Minho, Cioff e Sacchi. J.C.Unit che rispondeva con Joy, Teo, Al, Mao e Flavio – seppur, proprio quest'ultimo si presenterà in campo con circa 15 minuti di ritardo, causa gita di cortesia al Pronto Soccorso per curare Roby feritosi ad un dito della mano. A sostituire Capitan Carisma nelle prime battute di match tocca invece ad Alex, fino a quel momento ingaggiato come Problem Solver. Match piuttosto combattuto e scritto sostanzialmente bene. Avvincenti spot atletici hanno animato più di una volta la contesa. E poi la faida era stata ben caldeggiata, con alcuni dialoghi di cartello tra i cugini Scotti visibilmente da Statuetta. I due si fronteggiano senza troppi fronzoli; per una sera i rapporti familiari e di collaborazione all'interno della OneWay, danno spazio all'agonismo più serrato. Peccato per il finale di gara, dove i nostri hanno pagato qualcosina sotto il profilo tecnico. Sco ho giganteggiato come suo solito, producendo Rich in ogni suo minimo spunto. Bene Minho – al debutto assoluto – desideroso fino in fondo di giocarsi una wild card per il salto di qualità. Un po' appannati i nostri - specialmente sulle fasce – dove Teo e Al potevano fare di più. Quest'ultimo era poi chiamato alla sfida diretta con Sco, più a livello emotivo che altro, visto che onestamente il divario tecnico era parecchio evidente. Ma Mr.Wonderful si gioca bene le sue carte, difendendo palloni e provando ad illuminare Mao. Prova anche l'azione in affondo personale, ma al momento di concludere sotto porta, l'esito sorgeva alquanto velleitario e telefonato. Il triplice fischio finale mette i sigilli ad un match quanto mai piacevole, corretto e di interesse; la J.C.Unit ne esce con l'ennesima sconfitta sul groppone, ma paradossalmente non poi cosi tanto ridimensionata. Meglio sicuramente il Team Sco, dove una vittoria al debutto implica certamente l'apertura di parecchie porte. Sportive e non.

FINAL SCORE - J.C.UNIT 8 vs TEAM SCO 13
 
 
 
| NEW WORLD ORDER : THE BEGINNING OF THE END |

Ogni promessa è debito. La shot guadagnata nel Sunday Night Main Event andava prima o poi sfruttata, e nel migliore dei modi. John, da buon visionario genialoide, acquisisce consensi verso quello che da tempo racchiudeva nel cassetto : creare un terzo roster - oltre a OneWay e K.Squad – con l'intento di prendere il predominio assoluto dello show. Nasce cosi la John Player's Association, meglio conosciuta come JPA, formazione che sin dal suo primo stadio embrionale si promuove nel backstage con promo minatori e con messaggi subliminali sul forum. La costruzione della faida stava prendendo seri sviluppi, ed in tutta onestà la JPA con il microfono alla mano ci sapeva fare. Primo collettivo ad essere attaccato fu chiaramente la stessa J.C.Unit, considerata a tutti gli effetti come il terzo quintetto per importanza della D.League. L'idea di spodestarne gli spazi e successivamente anche il pacchetto uomini, era tra le priorità nella mente di John. Lo scontro sul campo fu palese, ma venne posticipato per esigenze di booking come show conclusivo della stagione : un Estreme Final con il solo scopo di shockare il backstage. John riunisce cosi Boe e Dani (John's Friends), Massy (fratello di John) e Antonio (collega di John). In opposizione una J.C.Unit completamente rivista con Cato a supporto di Mao, Al, Flavio e Teo. Fuori Martin – che per ragioni ancora non note aveva di fatto dato il suo addio stagionale alla D.League giorni prima; fuori Joy – conteso sino all'ultimo da entrambe le franchigie, ma alla fine lasciato incomprensibilmente fuori dai giochi; non convocati Alex e Roby – più che altro per il quantitativo di doppioni in formazione. Di Sco, a bordo campo, neanche la minima ombra. Si parte subito spediti; buoni spot funamboli con protagonisti Antonio e Boe per la JPA e con Teo e Cato per la J.C.Unit. JPA che sorprende per tenacia e per organizzazione in campo; Antonio è il fulcro di un gioco virtualmente veloce e tecnico, capace di portarsi in pochissimi passaggi nei pressi della porta avversaria. Si soffre in casa J.C.Unit, dove tutto sembra rivoltarsi contro… il parterre di spettatori fuori dalla gabbia d'acciaio cominciano ad infangare il nome del loro team di appartenenza, ed andando di fatto over verso qualsiasi spot prodotto dalla JPA, tifata come non mai. ACT… Anti Convocati Team, questo il nick sarcastico con cui si professano agli alti vertici della dirigenza. La J.C.Unit fatica, ma la JPA commette l'errore di appollaiarsi sul finale di gara. Mao entra in partita e piazza due zampate rapide che ne riduco le distanze di score, ravvivando cosi le speranze. Ma il cronometro è beffardo ed alle 21.30 spaccate è irruzione in campo… Gli Anti Convocati Team bloccano il match, acquisendo pallone e giocatori. La JPA si aggiudica cosi l'incontro tra lo stupore di pochi. Miserabilmente sembrava un film già scritto. John riesce cosi nell'intento di spaccare ulteriormente il gruppo J.C.Unit. E con le dimissioni post-gara da organizzatore di Flavio, il tramonto per questo progetto sembra definitivamente giunto.

FINAL SCORE - J.C.UNIT 5 vs J.P.A. 7
 
 
 
| THE SECOND COMING : TOTAL PACKAGE |

Dove eravamo... La DLeague attraversa un periodo di seria crisi dovuto principalmente agli innumerevoli infortuni accorsi e agli addii clamorosi. La situazione pesa come un macigno e per la prima volta in 5 anni OneWay e K.Squad non sembrano essere in grado di sostenere l’intero show. John coglie allora la palla al balzo, intuendo quanto questo momento sarebbe stato utile al suo progetto per poter ambire al massimo alloro. La JPA, roster completamente rinnovato nello stile e nell’organizzazione, punta cosi l’indice nuovante su OneWay e K.Squad. Se contro i primi citati la sconfitta arriva inesorabile, sul secondo roster è tabula rasa. La JPA spazza via la K.Squad, cancellandola di fatto da ogni tipo di calendario. Il mirino torna cosi sugli acerrimi nemici della OneWay per l’ennesimo assalto all’alloro, ma l’uragano infortuni prima piega e poi spezza il gruppo gestito dalla famiglia Scotti. Per la JPA è una manna dal cielo. Ed il predominio sulla DLeague era praticamente a portata di mano per ovvia indisponibilità di replica. All’orizzonte si preannunciavano coisi non solo quindi problemi a livello numerico, ma soprattutto problemi a livello gestionale. La DLeague per come la conoscevamo rischiava seriamente il baratro. Ma nell’ombra più fitta c’era chi bramava vendetta nei confronti di John e del suo piano. Di chi era stato sconfitto ed umiliato fino ad esserne poi cancellato. La J.C.Unit risorge cosi dalla ceneri, autoproclamandosi salvatrice. O quanto meno, questo è il ruolo che le viene assegnato.
 
 
| RISORSE EXTRA |

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