| DEFINITION OF |

L’importanza rilegata agli affetti storici, non solo per cronaca, ma anche per ricordo. Quel segno indelebile che in un modo o nell’altro ha sancito una pagina di questo show. Archiviato con cura ed analizzato sotto ogni aspetto, tale dato è rintracciabile presso questa pagina dove suddivise per stagione, è possibile consultare le storiche imprese dei rosters appartenenti al nostro circuito. Per non perdersi nemmeno un dato di quella che è stata – e sarà - la D.League. Ma all’interno dell’Archivio Storico non troverete solamente le cronologia aggiornate delle stagioni regolari, troverete molto di più. Qui dentro si ritaglia un importantissimo spazio la sezione No Limit Top Score, una sorta di Hall Of Fame dei principali bomber dello show, che con le loro realizzazioni hanno fatto parlare per giorni e giorni le pagine web di questo sito. Dopo tutto, un traguardo è per sempre. Ma se proprio volete ancora di più, inutile nascondervi la possibilità di esaminare tutti i gimmick match disputati – particolari stipulazioni di cartello – organizzati per incrementare ancora di più la spettacolarità del Friday Nights Lights Show. Un esempio? Se vi dicessi Random Match…

a cura di TheCoach

 
 
 
| PREFAZIONE STAGIONALE |

L'inizio del caos. Forse più per sfogo che per effettiva convinzione. La Dirrty League - ancora nelle vesti di "cozzaglia mentale" courtesy by TheCoach - vive il suo primo capitolo esistenziale come una sorta di prova. Nel senso vero e proprio della parola. Se funziona, bene. Altrimenti tutto come se niente ci fosse stato. Ribadiamo solamente che come scusa introduttiva si scelse questa : c’era bisogno di scovare uno sfiato settimanale alle oppressioni della routine; tanto valeva accomunare sport e tensioni. Dal nulla si intraprende cosi una sorta di girandola agonistica comprendente 1, o al massimo 2, match mensili; per lo meno sino alla fine dell’anno. C’era interesse, questo poco ma sicuro, e le partite incominciarono a riservare dispute sempre più gradevoli. Parliamoci chiaro, il livello di amatorialità regnava sovrano, ma indubbiamente si prevedeva la volontà di aumentare hype al progetto. Merito soprattutto di un gruppo compatto, volonteroso e affezionato alla causa. Non si parlò subito di OneWay e K.Squad. Si parlava di calcetto, di risultati, di prestazioni. La struttura scenica ed operativa venne tutta inserita in seguito, permettendo alla Dirrty League di insediarsi saldamente all’interno del Centro Sportivo di Agrate. Il responso finale del calendario parlerà di 22 match complessivi, di cui un ultimo show celebrativo disputato fuori casa contro un team esterno al nostro circuito, l'ST Team (stable gestita a suo tempo da Mourad). C’è che definì questo match come la vera iniziazione di quella che sarà etichettata in futuro come la Jim Croce Unit – team a rosters uniti che vedrà maggiore luce nella stagione successiva. Sottolineo la parola futuro, anche perché come già accennato, le coalizioni non erano ancora ben delineate. Scambi alterni di uomini, più per esigenza che per scelta, non potevano far nascere sin da subito vero e proprio pathos di contrapposizione. Ma ci tengo ad evidenziare anche questo aspetto. Il parco logistico dei disponibiliè andato via via aumentando, acquisendo consensi ed affetto anche dai maggiori turisti della zona. E per turisti intendo persone che hanno coperto un piccolo ruolo serale di compensazione - più che altro come prospetto scenico, e necessario numericamente alla serate - che proiettato verso un futuro longevo di continuità.

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| PREFAZIONE STAGIONALE |

Ormai la strada era intrapresa, e niente e nessuno avrebbe potuto convincerci del contrario. Seconda stagione di cartello per la D.League, una vera e propria svolta sostanziale di quello che era ormai a tutti gli effetti il nostro piccolo grande show. L’era gimmick - ovvero il periodo di tempo in cui si dava peso ad associare personaggi nei protagonisti - era a questo punto alle porte e qualsiasi giocatore all’interno del circuito era pronto a sfruttarne le peculiarità per porsi in mostra. Nascono cosi i Capitan Carisma, i Leoni, i Re… e il boom delle storyline intraprende il suo lungo progresso evolutivo. Partiamo poi dal presupposto che il numero dei match venne incrementato rispetto al debutto assoluto nell’annata precedente. 27 partite, contro le antecedenti 22. E più che di OneWay vs K.Squad, gli scenari si avvicinarono principalmente verso nascente la Jim Croce Unit - formazione di congiunzione dei 2 attuali roster - bisognosa quanto mai di un forte push mediatico. Ma facciamo un passo indietro. Innanzi tutto OneWay e K.Squad cominciano seriamente a delinearsi, sia in struttura che in organizzazione. Acquisiscono pian piano consensi di adesione molteplici, portando anche il numero di giocatori da lanciare on the line verso picchi mai registrati. Le disponibilità numeriche aumentarono e l’unico modo concreto di risolverle, apparve nell’organizzare con una maggiore frequenza gli show settimanali. In un mese si arrivò addirittura a ricoprire qualcosa come 3 partite di calendario, concezione che fino a pochi mesi prima risultava improponibile. Chiave necessaria alla svolta di ciò, chiaramente l’impegno e la dedizione verso il progetto D.League. Punto e basta. Traducendo il tutto in numeri, OneWay e K.Squad andarono dunque a collidere l’una contro l’altra per ben 18 volte, con la formazione dei cugini Scotti che si accaparrò si da subito la scena delle vittorie. Alla K.Squad pochi rimasugli. Rari, ma intensi, visto che l’incremento della spettacolarità globale, deve dare un grazie soprattutto ai continui progressi degli stessi antagonisti, da sempre la formazione numero 2 sulla scena. Per quanto riguarda invece il capitolo Jim Croce Unit, al roster venne dedicato largo spazio per il quale si organizzarano faide di spessore. A partire dalla trilogia contro la Cimiano United, sino alla bagarre con l’Intelligence - formazione da cui si scopri il talento di Rich, messo poi sotto firma dalla stessa OneWay. Continuiamo la lista con l’inserimento della doppia sfida contro la Hackers Connection, formazione indipendente gestita dal duo Roman e Alessio – attualmente tesserati K.Squad. Partite più o meno convincenti, dove per la gran parte delle volte la nostra formazione ne usci con le ossa rotte, vuoi per l’inesperienza del progetto, vuoi per la sfortuna. L’affiatamento tra gli estratti di uno e dell’altro team non viaggiava ancora su livelli spediti, ma la fiducia interposta in esso, ha portato la dirigenza a candidare la Jim Croce Unit verso l’esperienza del Torneo titolato in quel di Monza. Il risultato finale lo appresero ben presto tutti, dove se nel primo turno di uscita si accusarono più dolori che gioie, nella seconda dipartita si è riusciti ad agguantare a mani basse nientemeno che una coppa, custodita tutt’ora gelosamente nella teca privata di Flavio, capitano indiscusso di quella formazione.


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Al di sopra di tutto e tutti. 38 partite complessive, all’insegna della storia e della gloria. Un conflitto tra il bene e il male durato quasi un anno. Undici mesi lancinanti vissuti sul campo sotto ogni condizione climatica ed organizzativa. Tutto per un unico grande show, tutto per un’unica importante causa. OneWay e K.Squad come mai non si erano sfidate. Buoni e cattivi; face contro heel per il completo passaggio dall’Era Gimmick all’Era dell’Attitude. Per farla breve, si è passati da una gestione fantastica del tutto – dove si generarono storie e personaggi – ad una gestione reale del progetto – riprendendo pari passo le stesse situazioni proposte e concesse dalla vita quotidiana. Si è preferito quindi puntare sull’ampliamento del parco roster da entrambe le squadre, piuttosto che lanciarsi in esperimenti – vedi tornei – con altri gruppi amanti di questo sport. Entrambe le fazioni si sono lanciate in analisi di prospetti più o meno pushati e costruiti all’interno di tutta l’annata. Chi chiaramente ha regalato lodi ed onori, chi ha inevitabilmente toppato. Fino a prova contraria, it’s alla about the game! O no? Ottimi risultati invece per alcuni dei vecchi senatori, tenutisi da parte sino alla pubblicazione del terzo capitolo della D.League per raggiungere traguardi realizzativi di rilievo, come 100 – dove in relativo ordine alfabetico troviamo Al, Flavio, Mao e Teo - o addirittura 300 reti – dove invece su questo ultimo dato, gli occhi vengono chiaramente puntati su Sco. All Hail King Sco! Impressionante come sempre. Ma tornando alle scelte di booking… Calcolate di conseguenza le uscite della stessa Jim Croce Unit, sfruttata solo ed esclusivamente per mandare over nuovi giocatori o stable. Ne è un esempio – forse il più riuscito – quello della nascita della JPA (John’s Players Association) vittoriosa proprio nella giornata finale della stagione. Eh si. Prima o poi doveva accadere qualcosa che desse uno scossone allo show. John, che oltre a barcamenarsi tra l’attacco e la difesa della K.Squad, a tempo perso si diletta anche come promoter. Visto i continui successi nell’acquisizione di talenti e limitrofi, decide di tirar su tutto da solo un terzo team indipendente, pronto a dominare l’interno show. Ma i soli proclami non bastano per ottenere consensi; attribuiranno un certo hype verso il nativo prodotto, ma bisogna sin da subito offrire al pubblico risposte concrete. Soprattutto quando da ben 3 anni, i regnanti assoluti sulle principali scelte organizzative e sportive fanno tutti fede al progetto OneWay. Un nome, una garanzia. E la guerra ha dunque inizio.


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Definita pubblicamente come il Poker d’Assi della storia recente. Una stagione di livello decisamente inarrivabile, sia per dispendio energetico, sia per perfezione di gestione. Alla fine di luglio il calendario stilava registrava la bellezza di 40 partite tonde, archiviate e catalogate con estrema cura. Uno sforzo che si rinnova andando nuovamente a battere il massimo picco delle 38 contese, appartenente alla stagione passata. Ancora una volta OneWay e K.Squad protagoniste di lusso dello scenario. Per la JPA contiamo solamente un unico spot in apertura, poi da li tra contrasti di opinioni vari il nulla. Secondo alcuni addetti ai lavori, le scelte sono state principalmente di booking, non intravedendo nel terzo brand idee e storyline appetibili da gestire dopo lo scroscio iniziale. John si adatta alla politica gestionale e si vende cosi al miglior offerente, andando a bussare a destra e a sinistra alla ricerca di contratti da stipulare. La K.Squad rinnova nuovamente l’offerta, ponendo veto e potere decisionale sulle firme di Ezio, Boe, Massy e Tarik. Utilizzati con notevole continuità, i protetti JPA hanno portato nelle sacche della K.Squad la migliore stagione sin ora disputata, sia per il gioco espresso, ma soprattutto per l’imbattibilità prolungata a livelli record. Mai una K.Squad cosi decisiva e fortemente tifata dal pubblico, tanto che lo stesso booking team decise di puntare parecchio su questa situazione per acquisire nuovi innesti e consensi. Tutto fino all’arrivederci di Flavio, costretto allo stop per quel piede malandato. La sua ultima sera è stata accolta come una sorta di ritorno di fiamma, catalogando il match come lo showstealer della stagione per impegno, correttezza e dubbiosità di termine. OneWay costretta quindi a rimboccarsi le maniche, affidando per intero le scelte strettamente amministrative a Sco. I risultati parlano di una striscia vincente impressionante, che stilata in numeri parla di circa 2 mesi di assoluto predominio. Unico stop, il Random Match, altro evento clue stagionale. OneWay e K.Squad costrette per 3/5 a scambiarsi le casacche, capitani compresi; l’inaffondabile regno della OneWay è cosi auto-soppresso dagli stessi creatori. Ma è solo un piccolo passo falso. La OneWay si riprende la dovuta rivincita sin dal Venerdì seguente e da li allestirà l’ennesima cavalcata trionfale verso la fine della stagione. Almeno fino a Gara40, in quello che a tutti gli effetti risultava come l’ennesima ciliegina su una stagione chimerica. OneWay e K.Squad per la prima volta una contro l’altra in un match 7vs7. La K.Squad - grazie ad un Ezio sopra le righe - porta a casa il match tra lo stupore di molti, strappando applausi per il gruppo ed il tagliando Top Scorer per lo stesso Ezio. Riconoscimento che due settimane prima era stato concesso anche a Minho, unico prodotto DLeague che oltre a Sco può vantare di aver attuato 100 reti in un’unica stagione.


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