La
STORIA è la disciplina che si occupa dello
studio dei fatti del passato tramite i documenti scritti (o trascritti,
in caso di testimonianze orali) lasciati dalle varie comunità
e civiltà umane. Il termine viene spesso usato genericamente
per indicare una raccolta di informazioni su ciò che è
accaduto in un tempo assai remoto, come in "storia geologica
della terra". Qui, ci limiteremo solamente a raccontarvi la
nostra, senza nessun giro di parole. La verità, prima di
ogni altra cosa. Analizzeremo il tutto in semplici Capitoli esemplificativi,
a partire dagli albori di come un concetto pressoché futile
e banale, possa esser diventato negli anni un punto di riferimento
per molte persone. L’analisi sportiva vista come concetto
di agglomerazione affinata all’intrattenimento. Una continua
escalation verso la ricerca del Nuovo, della Spettacolarità.
Tutto arrangiato con una notevole dose di megalomania e fantasia.
Affrettatevi allora a scoprire come da una strada di cortile possa
essere stato concepito il concetto di Friday Nights Lights. Il nostro
show. Il vostro show.
a cura di TheCoach
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CHAPTER ONE : EVERY SAGA HAS A BEGINNING |
Non
chiedetemi perché, ma di una cosa ero certo, bisognava dare
una svolta la sistema. Ed
il tutto si sarebbe dovuto sviluppare in contemporanea con i miei
studi di apprendista web designer. Ecco quindi come un semplice
sito statico versione tesi post diploma, si sarebbe dovuto evolvere
fino a diventare la mia principale fonte di delirio e sfogo riguardo
tutte le mie più recondite megalomanie. Ma le idee non erano
ancora ben definite nella mia mente. Avevo il progetto e la forma
logica di ciò che volevo realizzare, ma mancavano ancora
sostanza e collaborazione. Per questo mi affidai alla consulenza
psicoterapeutica di Alessandro e Flavio, due miei impavidi
compagni di corso, i quali, da improbabili programmatori Java e
C++, si sarebbero anch’essi proposti come futuri artefici
dell’allora ipotizzata “Evolution League”.
Perché se proprio volete saperlo, tale identificativo, corrispondeva
al primo bozzo del mio progetto. Come avrete potuto notare nelle
righe precedenti, ho utilizzato spesso il termine “evoluzione”,
ma analizziamo meglio il significato del vocabolo per comprendere
a pieno il perché di determinate scelte future. Dal vocabolario
possiamo consultare che “evoluzione” indica una lenta
e graduale trasformazione di un corpo, di un oggetto –
quindi un qualcosa che già esiste e che muta verso stadi
superiori. E qui sorse il mio dubbio. Se questo “qualcosa”
ha la capacità di evolversi, significa fondamentalmente che
un “qualcosa” di concreto c’è. Ed io tra
le mani non avevo nulla. Affossato quindi l’idea di Evolution
League, mi ritrovai nell’imbarazzo più totale –
ormai anche i primi schizzi grafici delle pagine web erano diventati
realtà, ed io non avevo il nome a cui associare il tutto.
Ma l’illuminazione, fortunatamente, non tardò ad arrivare.
Pomeriggio uggioso di fine ottobre – Alessandro, mi offri
un passaggio fino alla stazione dei pullman al termine della serata
di corso. Lo stato pietoso del parabrezza della Punto, non aiutava
di certo una corretta visibilità, tanto da costringere il
mio “pilota” ad una frenata brusca per colpa del classico
pensionato padrone della strada. In quel momento, nel silenzio dell’urto,
la radio di Ale, perennemente sintonizzata su Hit Channel 102.5,
mandava in onda “DIRRTY” di Christina Aguilera.
Mi girai verso il folle uomo alla guida e lui, in un momento di
follia, si mise a cantare in un modo veramente indicibile il ritornello.
E fu proprio in quel momento che vidi l’insegna ed il logo
disegnarsi nella mia mente : DIRRTY LEAGUE! L’indomani
comunicai anche a Flavio l’idea per il nome, e lui, da buon
profeta, appoggiò l’idea con questo commento : “…effettivamente,
noi siamo sicuramente un po’ grezzi e sporchi nel giocare,
quindi non vedo quale altro nick potrebbe essere più azzeccato!”.
E cosi fu. Entro la prima settimana di Novembre l’immensità
dell’etere poteva arricchirsi del primo pacchetto
grafico che rappresentava il nostro piccolo grande mondo.
Da quella lontana data, si organizzarono in seguito una decina di
house show indipendenti, non ancora vincolati dalla documentazione
on-line. La loro principale funzione era proprio quella di raccogliere
i primi consensi verso il grande progetto finale. Nulla quindi fu
abbandonato al caso – ogni singolo momento di gruppo, servi
a creare la struttura portante che oggi regna sovrana : un gruppo
di amici che vuole divertirsi in modo semplice, scacciando le problematiche
settimanali con ironia e tanto sport. Signori e Signore
benvenuti nella DIRRTY LEAGUE. Signori e Signore benvenuti nell’AREA
51.
Il
gruppo che ruota attorno alla Dirrty League sembra sempre più
credere nel progetto – uno per tutti e tutti per uno
come si suol dire. E quindi si può tranquillamente pensare
al futuro. Gli house show cominciano ad essere inseriti con regolare
scadenza settimanale, tanto da utilizzare il Venerdì
come giorno prescelto per le contese. Il centro sportivo di Agrate
(MI), con la sua caratteristica AREA 51, acquisisce
sempre di più il ruolo di “home base”,
e le rivalità in campo tra i gruppi sfidanti cominciano a
prendere piede, creando attorno maggior entusiasmo, passione, e,
fattor che più contava in quel periodo, si comincia a visionare
un buon coinvolgimento di nuovi partecipanti. La strada
verso la piena redenzione era stata sicuramente ben intrapresa.
Ora, però, bisognava disegnare un immaginario filo conduttore
da seguire, creare una sorta di ordine strutturale, ma allo stesso
tempo non far crollare lo strato di positività e di interesse
da poco edificato. Come fare e cosa proporre quindi. Prende il via,
dunque, la fase due del progetto. Per prima cosa, per alimentare
interesse e competizione, bisognava dare origine
a due rooster ben distinti, con un parterre di giocatori più
o meno fissi, assegnando ruoli e regole tattiche. E dal pentolone
di Panoramix uscirono le future OneWay e K*Squad.
In un secondo luogo, si decise di incrementare il numero
di partite interne al gruppo e di aprire le porte
a sfide extra, su terreni di gioco nuovi. Tutto ovviamente documentato
grazie all’istituzione di un vero e proprio Staff al seguito,
armato di carta straccia e videocamera. Ultimo paragrafo da accentuare
era l’impatto visivo della Dirrty League
stessa. Ed ecco che come prima vera evoluzione, Thenk (il nostro
webmaster) sforna la nuova veste grafica del sito. L’idea
era di proporre un qualcosa di solido e concreto, accantonando
l’aspetto buonista che sino ad allora aveva caratterizzato
il progetto. Si scelse quindi di associare una struttura dark a
tutto il complesso e di dare libero sfogo alle sfide interne tra
le figure partecipanti che cominciavano a delinearsi. Ciliegina
finale, fu la trovata di abbreviare il contesto Dirrty League in
D-League, dando il là alla progettazione
del logo a cui noi tutti siamo terribilmente affezionati. Tutto
questo trambusto, per esprimere chiaramente la voglia ed il bisogno
di essere operativi a pieno ritmo all’interno
di quella minuscola fascia che si unisce all’universo internet.
Le pagine web cominciano ad arricchirsi di un sempre più
cospicuo materiale di analisi : cronache, pagelle, immagini, news,
locandine – in parte voluto ed in parte autonomo. Proprio
come la cara vecchia idea iniziale, quella che rispecchia la teoria
dell’Evoluzione. La D-League stava prendendo Vita,
ed ormai tutto il gruppo se la sentiva tatuata sulla pelle, ma ancor
più impressa nell’animo. Tutto prendeva sempre maggior
piede e le mura di cinta nate per contenere l’evoluzione,
cominciavano a sgretolarsi. Era il segno di passare al successivo
stadio evolutivo. Quello della sponsorizzazione, quello della pubblicità
– spazio dunque allo Sport, ma largo all’Entertainment.
La
fine della realtà immaginaria,
conosciuta con il termine di “finzione goliardica”,
è stata ufficialmente spazzata via. Nuove luci ed nuove aspettative
sono puntate verso quello che sarà conosciuto come il vero
anno della rivoluzione, o come a noi piace meglio definirlo, l’inizio
dell’EVOLUZIONE! E come al solito nulla è
stato abbandonato al caso. TRE inteso come numero mietitore
di altrettante perfezioni : TRE, come terza stagione ufficiale
della D-League; TRE, come ennesimo sforzo grafico
che darà un nuovo volto al progetto; e per finire TRE, come
nuovo numero ufficiale scelto dal nostro Capitano
che ci rappresenterà nelle battaglie più importanti,
abbandonando il 4 che tanto lo aveva accompagnato sul tappeto verde.
Questo è lo show, e come da sempre ci è stato insegnato,
in qualche modo deve andare avanti. Ed anche quest’anno, il
nostro staff, che per l’occasione si è “evoluto”
in un Creative Team, cercherà di offrirvi
uno spettacolo di Sport prima di tutto, accompagnato da una buona
dose di divertimento ben distribuito in storyline e discussioni
extra sportive. Perché l’Intrattenimento
è sempre stato il nostro punto di inizio, e sicuramente mai
come ora, coinciderà con il nostro principale obiettivo,
ovvero quello di dare portare nelle vostre case una stagione all’insegna
della passione, per chi ovviamente ne prende parte, ma soprattutto
curiosità legata all’interesse di chi ci segue e seguirà
settimanalmente on-line. Ecco dunque la motivazione per cui sono
stati rafforzati i mezzi di informazione, come
il nostro Forum, L’Angolo di Sapientino,
che seguirà in prima persona gli avvenimenti all’interno
del backstage, i risultati ed i commenti post partita dei più
importanti house show settimanali. Ma tutto questo non ci bastava.
Sapevamo che potevamo realizzare qualcosa di più. Quindi
restyling alla sezione dei roosters, dove pubblichiamo
per a prima volta tutto quello che sta dietro l’origine di
questo folle caos, con schede accurate e annotazioni tecniche dei
calciatori facenti parte. Ma la dura legge del campo ci ha insegnato
che non si finisce mai di imparare nozioni utili, ed ecco quindi
che per la prima volta la D-League parlerà di Calcetto Vero,
di puro Calcio 5, con articoli e speciali rintracciati
nella rete e relativi links di compensazione. Ed ancora tante storie,
progetti, tributi speciali, tutto per la prima volta portato nero
su bianco, in modo da arrichire il pacchetto informativo come mai
in questi anni di vita. Di una cosa però tutto il creative
team è certo. La voglia di combattere sul campo,
quella non è mai stata Vinta. Gli stimoli per raggiungere
sempre più la via della perfezione (o della decenza!), durante
la pausa estiva hanno toccato picchi altissimi di spasmo. L'orgoglio
e la voglia di primeggiare saranno ancora una volta le armi di combattimento
per difendersi l'uno dagli attacchi dell'altro. Tutti uniti per
un unico grande scopo, quello di tornare a casa il venerdi notte
con il pallone della vittoria. Nessuno scontro fermerà la
determinazione, nessun infortunio fermerà la sete del rientro.
Questa è la Dirrty League, che vi piaccia oppure no. E
se pensate che sia tutta finzione, non ve lo garantisco, ma potreste
anche sbagliarvi!
Non tutto forse sarà cambiato, ma qualcosa di sicuro si.
Noi intanto siamo nuovamente qui, felici e contenti nel rinnovarvi
l'invito a visitare il nostro sito, ad interagire con i nostri servizi,
a diventare parte del piccolo grande mondo della D.League. La nuova
formula di ciò che la stessa D.League riteneva lo Sport Entertainment
permise un clamoroso successo finanziale. Offerta
più alta e maggiori controlli sul booking. Quello che prima
era soltanto il gioco della D.League, adesso è diventato
il business della D.league. Non più solo per noi. Qui stiamo
parlando soprattutto di voi. Quarto anno, nuova linfa, nuova sostanza;
forse non proprio cosi tanto rivoluzionaria, ma sicuramente di credo
e logica. Il calendario è fitto di impegni, come realmente
l’ho sempre sognato. Il roster a disposizione è in
continua espansione, come realmente l’ho sempre sognato. Tutto
quindi si eleva, dal target dello spettacolo all’eccezionalità
dei match inscenati. Le storie che accompagnano i prepartita si
allineano sempre più verso la realtà dei fatti, abbandonando
seppur di poco la politica dell’inventiva. Si passa dunque
da un’era generata al computer ad un’era parallela all’essere.
Alcuni bookers potrebbero anche chiamarla “era attitude”
(attinente alla relatà) e forse, non si trovano poi cosi
tanto lontani dalla risposta. I giocatori non interpretano
più personaggi, ma semplicemente loro stessi e i contenuti
delle puntate del D.league Show rispecchiano la vita reale,
cosa che in passato era spesso manipolata. Non voglio affatto farneticare
le oggettività, ovvero creare dal nulla un qualcosa che non
c’è. Questo accadeva prima. Ora è il gruppo
che sente il bisogno di attirare attorno a sé l’attesa,
l’aspettativa. E’ il gruppo che crea la storia. E’
il gruppo che decide l’esito della contesa. Il creative team
si limita solo a plasmare occasioni. Non si impone più nulla,
e tanto meno si scrive ben poco. Ci si limita a prendere di pugno
l’effettività delle cose; da li, il percorso per essere
portata on-line è veramente breve. Si torno dunque a parlare
di giocatori, non più di superstar. O meglio, è il
giocatore che con il lungo andare può venir introdotto come
superstar. Uno show, che sia virtuale, quanto televisivo, piuttosto
che letterale, ha bisogno di personaggi su cui fare affidamento,
su cui far portare il carico dell’importanza, dell’interesse.
La D.League segue di pari passo questo concetto: chiunque può
giocare, ma non tutti ne potranno rappresentare le gesta. E allora
lasciamoci andare a neologismi, perché l’Era
Attitude è appena cominciata.