Cecilia
Polidori
Il Design delle maree
SDI, design al 38° parallelo
Il testo racconta di una ricerca MURST decollata nel 1997 e proseguita
negli anni. Delle ipotesi di lavoro sulla sperimentazione di una fibra
vegetale del luogo, inutilizzata, come il fico d'India e, invece, confluite
in una ricognizione delle realtà del design di fatto: dati sui
quali ci si è confrontati, sede con sede, valutansdo e, anche,
scoprendo potenziali risorse del proprio territorio.
Parlando di Stretto inizialmente si parlò di terra, indagando e
catalogando ditte, aziende e casi studio.
Ci si spinse sino al mare, attenti a chi operava lungo la costa... e l'acqua
era, ancora, solo un vuoto. Procedemmo delineando potenzialità
turistiche, storiche, artistiche, ed una sterminata produzione alimentare,
iniziando, finalmente, a guardare all'acqua come una rete di infinite
possibilità di scambio e di ricchezza.
E ci si comincia a domandare come sia stato possibile, in tutti questi
anni, aver guardato al costruito e al mare come un limite finale dell'uno
rispetto all'altro.
Sembra impossibile a noi che scriviamo non aver visto nel nostro mare
e nel nostro bacino dello Stretto un insieme di rotte, di traffici e di
crescita.
Finalmente il 15 Ottobre 2001 l'assegnazione del "Compasso d'Oro"
a riconoscimento degli esiti raggiunti. |
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Chi
come noi si è trovato a lavorare nella Facoltà di Architettura
di Reggio Calabria, ha fatto suoi, senza neanche avvedersene, i paesaggi,
i profumi, i transiti, le luci e le onde dello Stretto.
Si finisce col subire tutti insieme gli ingiustificati sprechi di risorse
e di bellezze imparando la lezione di incrollabile dignità.
Si finisce col sorridere di luoghi meravigliosi, mai attrezzati e conosciuti
da pochi.
E si comincia a considerarsi privilegiati a poter ed aver potuto partecipare
- e far parte - di questo spicchio di mondo, operando quel pò
che si è potuto e conoscendo quel pò che è capitato.
Chi come noi è transitato per questi luoghi, ne è stato
affascinato, anche se la sua casa era altrove. I destini di questa zona
sono entrati nell'anima poco alla volta, solo respirandone l'aria morbida
di un tramonto: mare e terra e barche e gente e storia e Etna e Scilla
e, e, e.
Questi materiali che alleghiamo, sono solo frammenti di ciò che
abbiamo fatto, detto costruito o casualmente conosciuto. Chiunque sia
transitato per il nostro ateneo ne possiede molti di suoi.
Il compendio di tutti questi progetti, analisi, studi, ricerche, lauree,
ricordi, cene, discussioni, rabbie e sogni permetterebbero di realizzare
mille e una Calabria.
Il bello è che ciò non avverrà.
Che nell'immobilismo generale, ci è anche impedito di sbagliare.
almeno di sbagliare tanto. Almeno non siamo tra quelli che sono stati
in condizione di fare molto e quindi di compromettere di più.
Che la marea va, trascina, che il mare spazza, che il tempo e il vento
cambiano sovente e che le luci del cantire di Gioia Tauro, notte dopo
notte manda bagliori accecanti come un temporale in lontananza.
Chi come noi lavora giù, qui, vive una armonia scandita dal respiro
del mare, con i suoi cicli e transiti lungo la costa, attraverso le
sponde, e con una rabbia sorda e spesso trattenuta ma mai incofessata.
Ma
Ma questa semplice raccolta di materiali, rappresenta la centralità
di interessi europei e mondiali su questa porzione magnifica del mondo.
Occasioni che ci è capitato di riscontrare.
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