Seconda tappa della Samsung Super League,
Coppa delle Nazioni serie A, svoltasi ad Aachen, già da anni tempio
dell’equitazione mondiale, per intenderci un campo verde forse più
grande di quello che ho visto ad Arezzo, dove si sono svolti i
Campionati Italiani e per chi non conoscesse nemmeno Arezzo, il
campo verde di Aachen è grande almeno 2 campi di calcio con tribune
da stadio, figuratevi un po’……
Pensate, siccome vi si svolgeranno ad Agosto
i World Equestrian Game (Campionati del Mondo), al centro del campo,
dove già vi era un enorme lago bordato di tante siepi, sempre nel
senso della lunghezza, vi hanno piazzato quello che sarà il campo di
dressage per gli stessi mondiali, in altre parole il percorso si
snodava tutto all’esterno del lago e del campo di dressage…..e che
percorso!!!!!!
Tranne per alcune nazioni, capirete poi
quali, per venire ad Aachen i Capo Equipe si muniscono di forconi
pur di riuscire a formare una squadra della serie armata di
Brancaleone e buttare qualche binomio dentro: assieme al concorso di
Calgary, quest’ultimo campo che si permette persino di avere i
boschi dentro, Aachen è il concorso dove si vedono altezze per
niente inferiori alle Olimpiadi per intenderci, fate un po’ voi………
Per riempire il campo, il povero Direttore
di campo piazza alcuni ostacoli dal fronte di circa 10 (dieci!)
metri, gli ostacoli in sequenza sono lontani almeno 6 tempi e, tra
una linea e l’altra hai il tempo di leggere un romanzo prima che il
cavallo ti chiede che deve fare……probabilmente le riprese televisive
o le fanno da un elicottero o hanno piazzato tutta la Rai sugli
spalti….
Un concorso così importante con una data
troppo vicino a quella di Piazza di Siena, rischia solo di far
venire gli “altri” a Roma, quelli un po’ meno bravi, speriamo che mi
sbaglio…..o, comunque, tutto a vantaggio della nostra squadra,
vedremo.
Dimenticavo, il campo di Aachen mi dà
l’impressione di essere un campo in pendenza.
Ostacolo n.1 in discesa, al galoppo
sinistro, sul “relativo” lato corto, per poi piegare, sempre a
sinistra, questa volta in salita, su oxerone (160 cm, barriere pari)
e poi a destra, a quando ci arrivi, su linea di verticale, compreso
di pilieri largo dieci metri, sei tempi per una gabbia di oxer in
due tempi, vuoi per sconcertare il cavallo malcapitato di turno,
questi due tempi erano un po’ corti.
Dopo la gabbia, rimaneva metà lato corto ed
un terzo di lato lungo per raggiungere a galoppo destro, un
verticalone di 160 cm (n. 5), dopo il quale, con molto comodo, sei
tempi, lunghi ed in progressione per una riviera con un fronte in
muretto basso rosa, che non mi ha dato l’impressione di essere una
piscina questa volta, diciamo quattro metri e venti cm? Infatti non
vi ho visto errori.
Dopo questi primi sei salti, secondo me, non
visti dai giudici, i cavalieri attaccavano alle bocche dei cavalli
bocchettoni di ossigeno, perché nel frattempo avevano già fatto
molta strada.
Dopo la riviera, bocchettata di ossigeno
magari anche in forma spray tipo per asmatici, un’occhiata alla
bussola per ricordarsi da che parte del campo erano, girata
l’ennesima pagina di un buon romanzo, rimaneva altro tempo per
concentrarsi per una triplice 160 cm di altezza per due, dico due,
metri di profondità. La parola due non riesce a rendere l’idea della
profondità di questa triplice, io credo che il cavallo è rimasto
sopra in aria per secondi non attimi……
Fino ad adesso non è che abbia visto
ostacoli variegati come a Kuala Lumpur, infatti sull’ostacolo
successivo (n.8), vi era un muro grigio da non mostrare ai direttori
di campo campani: pilieri dello stesso formato del muro ma a
scalini, quindi non delimitanti e perciò più invitanti da saltare
rispetto al muro centrale, per di più fronte stretto, che si
disponeva su una base ad arco vuoto, le bandierine bianca e rossa
immediatamente ai lati del fronte stretto. Come se non bastasse, ai
lati dei pilieri, due pozzanghere ornamentali e recintate da pietre.
Ebbene, soddisfazione dei proprietari di cavalli ombrosi, anche i
cavalli mitici hanno guardato parecchio prima di saltare…….E come
non bastasse, il tutto vicino al famoso lago descritto innanzi,
della serie “caro cavallo o salti o affoghi……..” Ultima cattiveria
di questo muretto era che i mattoni più in alto avevano spessore di
pochi cm, facili da far cadere…….
Per far ripigliare i cavalli dal tiro
mancino (riviera, triplice e muro degli ombrosi), giro attorno al
lago che immetteva a sorpresa su una doppia gabbia verticale, un
tempo, oxer, un tempo, verticale…Questa mi è sembrata un’altra
cattiveria, con tutto quello spazio a disposizione…….
In linea, a sette tempi, oxerone per
verificare se i cavalli sapessero ancora nuotare nell’aria.
Un po’ di fiato con il bocchettone di
ossigeno, un’altra pagina di romanzo, un’occhiata alla bussola o al
navigatore satellitare per verificare posizione e destinazione, una
maxi tagliata per il campo perché non se ne può proprio più, per gli
ultimi due salti in linea da sette tempi (verticale –oxer).
All’uscita del campo o ricovero in clinica
per asmatici (sia cavallo che cavaliere) o un cardiofrequenzimetro
polar in premio a prescindere dall’esito……e per lo spettatore? A noi
niente? Che fregatura questi tedeschi, non danno mai niente…….
Nella sfida tra le bionde, si inserisce
senza fortuna Malin Baryard con Butterfly Flip che lascia dietro di
sé la Jessica Kuerten asmatica, ma non la Meredith che ha
rispolverato un mitico Shutterfly, doppio percorso netto per loro e
candidatura per un posto in squadra ai Mondiali.
Giornata da barzelletta per Michel Robert e
Galet D'Auzay: in campo prova si gira la sella con il campionissimo
versione monta indiana (nuovo stile di salto? Dimenticato di
stringere il sottopancia? Capita anche a loro…..) nonostante lo
spavento, ripresa della concentrazione e percorso netto. Al secondo
giro, cosa vuoi che mi succeda più oramai? 14 penalità.
Odor di mondiali e si rispolverano binomi
famosi, per esempio Diamant de Semilly Ecolit (Eric Levallois) 4/4,
Obelix (Herve Godignon) 4/1, No Mercy (Christina Liebherr) 4/0, ecc.
Secondo me, prima o poi, nazionalizzeranno
italiano pure Rolf-Goran Bengtsson, il quale, oltre a farsi vedere
in giro con Mc Kinley (già di Jerry Smith), questa volta ha montato
un certo Ninja la Silla che ha già portato i colori italiani sotto
la sella di un certo Giorgio Nuti (la classe non è acqua e non ha
età), ma Rolf parla italiano? E poi dicono che i cavalli importanti
non arrivano in Italia………..
Non male la Svizzera grazie a Beat Mandli su
Ideo du Thot e con un Markus Fuchs grande combattente. Meglio la
Gran Bretagna con i due Whitaker, Robert Smith e quel Tim Gredley su
Omelli, binomio giovane che in quattro percorsi da Coppa delle
Nazioni serie A (a La Baule ed ad Aachen) ha totalizzato tre
percorsi netti ed un percorso con una sola penalità per il tempo….
Su un pianeta superiore gli Stati Uniti
d’America, in particolare McLain Ward su Sapphire 4/0, quasi un
percorso da equitetion su 160 cm……
E…….”Ubber Alles?” cioè chi ha vinto?
Chi ha vinto, quest’anno è facile intuirlo,
il problema non è neanche come ha vinto, il vero problema è creare
un po’ di suspance per rendera la sua vittoria interessante…..
Al primo giro entrano nell’ordine Ludger
Beerbaum, nel ruolo di apripista per i compagni (e scusate se è
poco), poi Christian Ahlmann su Coster, per intenderci ex campione
europeo individuale ed a squadre due edizioni fa, mentre giunto
quinto ai Campionati Europei di San Patrignano lo scorso anno dopo
aver vinto il Gran Premio Piazza di Siena dello stesso anno, terzo
ingresso per Meredith più preoccupata di ribadire le distanze con le
altre bionde che per le altezze degli ostacoli. Poiché tutti e tre
hanno fatto zero e quindi qualche barriera di vantaggio sugli
avversari, il quarto cavaliere che il giorno prima aveva vinto il
Gran Premio Aachen, era inutile che entrasse……..
Al secondo giro grande rimonta degli
americani, che, quando mancano quattro salti alla fine del quarto
percorso, il quarto cavaliere tedesco pensa “finalmente entro” e va
a preparare il cavallo…….Tempo di giungere al box e contrordine: il
binomio americano ha fatto cadere una barriera è inutile che
entra……sarà per un’altra volta…………..Adesso capisco perché Ludger non
vuole più entrare per ultimo……..
N.B. Il quarto tedesco era Marcus Ehning,
vincitore di Kuala Lumpur, il cavallo non è dato di saperlo.
Roberto Bellotti
|