Un
sogno chiamato: Desirèe
Era un caldo pomeriggio di Giugno,Diana guardava la sua
immagine riflessa nello specchio,occhi grandi azzurri su di un viso
pallido tempestato di lentiggini.
La mamma le stava pettinando i suoi lunghi capelli
castani, per raccoglierli in uno chignon da ballerina, perché proprio
quella sera doveva affrontare il saggio di danza classica.
In casa c’era una grande agitazione. Il papà con gesti
veloci, caricava la macchina fotografica e chiedeva grandi sorrisi, ma
Diana, che indossava già il suo meraviglioso tutù bianco, non riusciva
ad essere felice come era già accaduto negli anni precedenti. Provava
una grande tensione che le stringeva lo stomaco, qualcosa stava
cambiando...
Finalmente dopo tante prove, quella sera iniziò lo
spettacolo e nel momento in cui si aprì il sipario la bimba si rese
conto che fare la ballerina non era il suo sogno, ma subito il suo
pensiero andò ai suoi genitori.
Come dire loro che non voleva più danzare?
Inizia la musica cominciò lo spettacolo che si concluse
tra gli applausi del pubblico. Diana corre verso la sua mamma e il suo
papà, che la abbracciarono e le porsero un fantastico bouquet di
roselline.
-“Sei stata bravissima !”-
Diana abbassa lo sguardo e con voce tenue confida la sua
angoscia
-“So di darvi un dispiacere, ma ho capito che il mio
stare male dipende proprio dalla danza. Non amo ballare…”-
I genitori rimasero perplessi e pensarono che era solo un
momento di stanchezza ma che dopo l’estate la loro stella avrebbe
continuato a volteggiare con il suo tutù.
Passò lenta l’estate e Diana andava spesso a trovare la
sua amica di sempre, Maura al maneggio dove faceva scuola di
equitazione.
Per lei era sempre una gioia passare tante ore all’aria
aperta giocare con i cavalli che ogni giorno la affascinavano sempre di
più. Li osservava, li toccava, gli parlava e tutto ciò le dava una
serenità interiore. Finché un giorno decise di chiedere al papà di poter
frequentare una scuola di equitazione.
-“Cosa dici, stellina mia?
Ma il mondo dei cavalli non ci appartiene, l’equitazione
e uno sport da ricchi. Noi non possiamo permettercelo.”-
Diana lo guardò dritto negli occhi e con voce sicura
disse:
-“Ti prometto di non deluderti più, studierò e cercherò
di darti delle soddisfazioni con la scuola”-
La mamma e il papà decisero di tentare, forse di lì a
poco, nell’affrontare le prime lezioni noiose a cavallo la bimba avrebbe
desistito.
Invece il tempo passava e la passione per questo sport
aumentava. Trascorreva tante ore ad allenarsi non trascurando lo studio.
In un freddo pomeriggio invernale, al maneggio fu
lasciato un pony sauro, dalla lunga criniera e coda bionde ben curate,
sembrava una principessa. Questo pony però non era mai stato considerato
per fare una gara esterna dato che aveva molta paura di affrontare i
muretti e quindi il suo proprietario preferì sbarazzarsene,andando bene
solo per la scuola
Diana fu immediatamente attratta da questa cavallina
anche il nome suonava per lei come una musica: Desirèe
Chiese di poterla montare ma tutti, compresi i suoi
istruttori, dissero che era impossibile. La cavalla non era solo bella
come una principessa ma era anche dispettosa non voleva lavorare. Ogni
giorno Diana si recava nel box e conversava con lei, la
tranquillizzava, la accarezzava e le pettinava la sua morbida criniera.
La sua insegnante, Marina, notò questo affiatamento e
decise di far montare la bambina sulla cavalla. Desirèe mostrò subito di
cosa era capace, sgroppò, indietreggiò, non voleva proprio trottare o
galoppare. Ma ciò la rendeva ancora più affascinante agli occhi di
Diana, che dopo mesi riusciva a montarla e anche bene.
Quando saltavano un’ ostacolo formavano un corpo unico,
un ottimo binomio cavaliere e cavallo. Si creò un forte
affiatamento…Oramai Diana era pronta ad affrontare le sue prime
gare,chiese ai sui istruttori di poterci provare con la sua
“principessa”.
Iniziarono gli allenamenti,giorni e giorni di
lavoro,dove Desirèe mostrò le sue paure,non riusciva a vedere al di là
di un “cancelletto”e ciò la bloccava…facendo cadere più di una volta la
bambina,che anche tra le lacrime,di dolore e rabbia,cercava di
tranquillizzare la sua cavallina
-lo so che ti chiedo molto- le sussurrava dandole una
carezza sul collo.
-la tua è paura,anch’io ne ho tanta…Ma insieme possiamo
affrontarla…Bisogna crederci…
Desirèe girò il muso verso di lei,cercò la sua mano,come
per chiedere conforto.
La mattina seguente era il grande giorno, Diana era
emozionatissima,quasi non riusciva a respirare dall’emozione. Spazzolò
la criniera,la coda,strigliò il manto e fu attratta dallo sguardo del
pony,non parlava ma quei occhi le stavano dicendo qualcosa…Come se la
stessero rassicurando.
-Si,è vero- disse la bimba
-non devo avere paura,perché siamo insieme.
Fiera Diana, in groppa al suo “destriero,”entrò in campo
di gara e notò che l’ultimo ostacolo (il numero 8) era un tanto temuto
“cancelletto”.Nel guardarlo si ricordò i disastrosi tentativi dei giorni
precedenti,ma gli tornarono anche in mente le parole del suo istruttore.
-“Devi crederci, insieme siete una forza e tutto andrà
bene”-
Salutò la giuria,poi partì al trotto,galoppo…
Il battito del suo cuore era a mille ed era tanto forte
che a lei sembrava seguisse un ritmo insieme al rumore dei zoccoli del
suo pony.
Superò ogni ostacolo.”Ci sono quasi” disse tra sé e sé
mentre affrontava l’ultimo.
Arriva al cancelletto e mettendo a frutto tutti i
consigli dei suoi magnifici istruttori, con tanto coraggio lo affrontò.
Proprio quando pensava di aver fatto percorso
netto,urtò,con lo zoccolo posteriore sulla barriera e Diana pensò di
averla fatta cadere.
Provò comunque una gioia immensa,non le importava di come
era andata. Una cosa era certa, Desirèe non aveva avuto paura,si era
fidata di lei.
Era così impegnata a festeggiare con la sua cavallina
che le ci vollero alcuni istanti prima di accorgersi che il giudice
stava chiamando proprio lei e Desirèe.
-“I vincitori sono Diana e Desirèe”annunciò il giudice
mentre appuntava una coccarda rossa alla briglia di Desirèe.
Poi appese una scintillante medaglia al collo di Diana e
le consegnò una coppa meravigliosa.
-“Avete vinto il primo posto,per aver fatto percorso
netto ,
zero penalità. Inoltre riceverai un premio in denaro”-
-“Zero,penalità?”- si domandò incredula Diana,girandosi
verso la sua pony,e le sussurò all’orecchio
-“Non
so se i cavalli sognano, ma io sognerò per te e con te; andremo insieme
a galoppare lungo i pascoli del cielo e vedrò te cavallo campione che
farai di me cavaliere campione. Non conosco il tuo linguaggio, ma provo
comunque a "nitrire": Grazie“.
Questo premio in denaro permise dunque alla bambina di
poter acquistare il suo “sogno”chiamato Desirée, e a crescere
affrontando insieme gli ostacoli e le paure della vita.
Diana
Moramarco
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