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GIUSEPPE FRANCESCO BARTIMMO
aspisa

Tersite è lieto di ospitare e pubblicare nelle proprie pagine la vibrante foscoliana poesia di R. Chiarolanza. La qualità spirituale accorda uno stato d'animo coeso di elettrica partecipazione e dolce  pungente emozionalità, riportandoci in un ambiente valoriale acconciato di sano sentimento comunitario per l'amore infelice e per le memorie indimenticate appartenute e dominate dalla storia del "paesaggio"..

 
 
  Per gioco della sorte io,
morto soldato a guardia del sanguinoso Carso,
a guardia di questo Camposanto all’erta sto.
Alzai la testa sopra il sasso
a spiare il falco roteante.
Una pallottola in fronte mi colpì,
morte inutile e senza scopo:
capivo poco le parole del Tenente piemontese.
Sono morto Italiano senza lingua
e senza gradi
ma qui, a questo ingresso,
la mia tomba è una garitta.
Entrando voi chinate il capo, per rispetto,
ed io presento l’arma con orgoglio.

 

ANTONIO GASPARE BARONE

  Mi fa piacere che tu sgrani gli occhi
guardando questo marmo e questa stele
che modestamente pochi in questo gramo paese
hanno la fortuna di poter godere.
Guarda il levigato marmo, il prezioso fregio,
l’ampia scalinata che porta al mio sacello.
I cafoni col cappello in mano entravano
nel gran portone del palazzo.
sacrarioCosì mi piace che accada qui:
il rispetto m’è dovuto anche da morto.
Non ho forse pagato un fior di funerale?
Non gode forse il prete del generoso lascito
che unge le ruote della provvida indulgenza?
Io la sento l’invidia che passeggia e me la rido.
Coi pezzenti non ho nulla da spartire.
Forse è l’odio che circonda la mia tomba
che come un venticello fa gioire
i fiori e le siepi del recinto.
Pentirmi di che? Fu il disegno divino
che mi rese superiore.

(del 21-01-2005)

 

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