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La redazione de "la repubblica di tersite" ha
ricevuto diversi contatti con il titolare del sito
web "la paternità" ha preso visione del dramma che
migliaia di padri vivono dopo la separazione ed è
giunto alla consapevolezza che a questa ingiustizia
va resa una più diffusa visibilità e pertanto è
lieta di darne pubblicazione.
la storia di Mario e di suo figlio
di
Fabio Barzagli
data: 24.10.2008
Lettera all'attenzione della Redazione
padri separati: Campagna sociale padre presente
I papà italiani non sono gratificati
Ascoli 24 ottobre 2008 - all'att.
della REDAZIONE
Gentili Signori,
ex mogli che ti impediscono di vedere i figli e che ti offendono
pesantemente, oppure che senza dirtelo ti mettono in viva voce per poi
deriderti con le amiche mentre disperato le chiedi di poter vedere i tuoi
figli, anche questo mi scrivono per email padri disperati e distrutti.
Oggi voglio segnalare la storia di Mario che mi scrive dalla provincia di
Ascoli, una storia di sofferenze, ingiustizie, e leggi non rispettate.
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Separato da tre anni da circa sei mesi non riesce più a vedere suo figlio
liberamente come ha sempre fatto, da luglio 2008 ad oggi è riuscito a stare
con lui soltanto 4 volte.
La sua sentenza è del 2005 (non c’era ancora il
condiviso) ma ad ogni modo parlava chiaro: “i figli rimangono affidati
alla madre con ampia possibilità per il padre di visitarli e di contattarli
ogni volta che lo desideri e comunque sempre quando i bambini ne faranno
richiesta, anche con possibilità di pernotto presso il domicilio paterno;
questo affinché i bambini sperimentino la continuità del rapporto
genitoriale nonostante la fine del matrimonio. […] il padre dovrà avvertire
la madre con almeno 12 ore di anticipo per una visita e 24 ore per il
pernotto presso il domicilio paterno.”
Scrive Mario - “nonostante le regole da sei mesi ho iniziato a
lottare di volta in volta per poter prendere mio figlio” continue e
demoralizzanti lotte - “devo sopportare un infinità di calunnie,
cattiverie e assurdità varie, si nega e nega mio figlio a telefono”.
Questi sono gli SMS che Mario riceve: “il bambino sarà impegnato per
tutta la settimana e quella prossima con me e con impegni sociali”..
secondo voi un bimbo di cinque anni, appena finito l’anno scolastico della
scuola materna che impegni sociali ha oltre che a vivere sia con il padre
oltre che la madre?? Oppure questo: “non potrai vedere tuo figlio perché
sta male, lo hai fatto ammalare e devo curarlo, perciò per le prossime due
settimane non lo potrai vedere”.
Dice Mario: "in tutta l’estate sono riuscito a tenerlo solo 3 GIORNI
consecutivi. La cosa più straziante e’ che ogni volta che mio figlio sta con
me quando arriva il momento di tornare alla casa materna mio figlio vorrebbe
restare con me."
Arriviamo a questi giorni: a causa del cambio di lavoro Mario è costretto a
cambiare gli orari nei quali avrebbe preso il figlio e come da sentenza li
comunica con ampio preavviso alla madre. Lei rifiuta.
Scrive Mario - “le rispondo che sarei andato a prendere mio figlio
comunque e che non poteva opporsi perché stavo ottemperando il mio
dovere e volere di padre secondo quello che aveva stabilito il giudice.
Arriva il lunedì sera alle 20,00 e mi presento a casa sua per prendere mio
figlio quando mi trovo davanti ad un rifiuto e mi viene sbattuta la porta in
faccia, mi vengono dette da lei testuali parole: “il bambino non c’e e se
anche ci fosse non te lo avrei dato perche io faccio come voglio e decido io
se puoi vederlo o meno”; a quel punto suono di nuovo ma senza alcuna
risposta, allora su suggerimento del mio legale che avevo gia' contattato e
che stava seguendo il mio caso, chiamai la polizia i quali vennero dopo
pochi minuti e constatarono il fatto” - quella sera Mario non ha potuto
vedere suo figlio.
Scrive ancora: “ il mercoledì successivo come da preavviso dato
anticipatamente, e dopo aver consultato il mio legale nuovamente, e dopo
aver deciso di procedere con un ingiunzione giudiziaria nei confronti
della mia ex moglie, il mio legale mi consiglia di tentare di novo e di
chiamare comunque ancora le forze dell’ordine per far si che nel caso
sarebbe avvenuto un ulteriore rifiuto avrebbero verbalizzato ulteriormente,
e cosi successe, mi presentai di nuovo alle ore 20,00 e lei mi rispose
testualmente; “il bimbo non c’e perche non devi prenderlo e non ti dico
dove si trova!
A quel punto io sapevo dove si trovasse perché e’ sempre cosi che se non sta
da lei sta dalla nonna, e mi presentai a casa della nonna , suonai e loro
anziché capire gli errori della figlia si sono barricati in casa con mio
figlio che sapeva ed aspettava il mio arrivo, io da fuori con buona volontà
li avvisai dicendo loro; “non mettevi in ulteriori casini perché cosi
facendo e’ soltanto un sequestro di minore, in quanto la sentenza parla
chiaro, ma loro non risposero, anzi avevano sigillato le tapparelle e
fingevano di non esserci mentre mio figlio era dentro a piangere. A quel
punto richiamai la polizia che arrivo' dopo circa 40 minuti e nel frattempo
aspettai in macchina. Essendo io comunque una persona buona cercai ancora di
convincere l’ex moglie di farmi dare mio figlio ma lei inizio' ad inveire
telefonicamente e disse che sarebbe arrivata anche lei, circa 5 minuti dopo
che lei arrivò ed entro in casa dei genitori senza neanche ascoltare me che
le rammentavo i suoi ed i miei diritti e soprattutto i diritti di mio
figlio, arrivarono i poliziotti che come il lunedì scorso sentirono prima le
mie ragioni e poi andarono dentro da loro, sentii anche il piccolo che
dentro piangendo disse ai poliziotti; “fuori c’e’ papa ed io voglio stare
con lui portatemi da papa..” ma loro non lo hanno fatto, sentii anche
lei che disse loro che era stata sempre li con i genitori mentre non era
vero. A questo punto secondo voi con una sentenza in mano che parla chiaro i
poliziotti non avrebbero dovuto darmi mio figlio?? Invece non lo hanno
fatto.”
La storia continua nei giorni successivi, la madre si oppone al DIRITTO DI
FREQUENTAZIONE tra padre e figlio, Mario continua a chiamare la polizia che
non fa niente.. in una occasione addirittura un poliziotto gli dice di
“aspettare” l’ordinanza di ingiunzione e che nel contempo non avrebbe
dovuto più cercare di prendere il figlio.. ??
Pura follia, un padre che ha diritto per natura (e per sentenza) di tenere e
crescere i propri figli poi viene impedito nel farlo.
Mario mi ha scritto che ultimamente ha provato vergogna per la giustizia
italiana, per le forze dell’ordine incapaci di far rispettare una sentenza,
per uno stato che “premia” le persone disoneste e punisce le persone oneste
con la peggiore delle punizioni: la sottrazione dei figli.
Suo figlio lo vuole vedere ma non può, probabilmente ora sta piangendo nella
sua cameretta per questo. Mario non può fare altro. Non è un mago, un
giudice, un parlamentare.
Mario e suo figlio, come altre decine di migliaia di persone in Italia
aspettano una nuova legge sull’affido condiviso che consenta DAVVERO
loro di potersi frequentare, poter crescere insieme.
un saluto, fabio b.
www.paternita.info/padre-separato
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PS. Autorizzo e chiedo la diffusione
di questa lettera e riferimenti internet
(La repubblica di tersite, 25 ottobre 2008) |
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