Secondo la Bibbia, Dio volle salvare il primo omicida
La lezione dimenticata di Caino 
Domenico Del Rio
(
LA STAMPA, 13 Dicembre 1999)

«Quando dunque coloro che leggono la Bibbia comprenderanno che Caino ebbe salva la vita?»

Così, a metà Ottocento, protestava Victor Hugo.
Caino fu il primo assassino, fratricida, dell’umanità, e Dio volle che fosse salvo.
I papi leggevano la Bibbia, eppure, negli stessi anni, nello Stato Pontificio si faceva uso normale della forca. La pena di morte rimase negli ordinamenti della Città del Vaticano fino al 1969, quando fu formalmente abolita da Paolo VI.
Non si trattò soltanto di un emendamento giuridico. Era l’inizio di un ripensamento sulla pena di morte anche nella Chiesa cattolica.
Negli Anni Settanta si mossero gli episcopati: prima, nel 1973, i vescovi canadesi, con una memoria indirizzata al Parlamento, poi, nel 1974, quelli degli Stati Uniti, gli spagnoli, gli austriaci, gli irlandesi. Nel 1978 i vescovi francesi chiesero l’abolizione della ghigliottina.
Ma l’anno prima lo stesso Osservatore Romano era intervenuto sul tema con un articolo del teologo francescano Gino Concetti. «Nessuno», affermava Concetti, «né l’individuo né la società ha il potere di decidere della vita di chiunque. La pena di morte è senz’altro immorale».
Nell’ottobre del 1992, quando uscì il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica, un paragrafo sulla pena si morte suscitò perplessità. Diceva: «L’insegnamento tradizionale della Chiesa ha riconosciuto fondato il diritto e il dovere della legittima autorità pubblica di infliggere pene proporzionate alla gravità del delitto, senza escludere, in casi di estrema gravità, la pena di morte». Concludeva, tuttavia, dicendo che era meglio «l’uso dei mezzi incruenti, più conformi alla dignità della persona umana».
Papa Wojtila, che è sempre intervenuto contro le pene capitali in qualsiasi parte del mondo, trattò l’argomento tre anni dopo con l’enciclica Evangelium vitae. Scrisse che anche «nella Chiesa» c’era una «crescente tendenza verso una totale abolizione» della pena di morte. Tuttavia, anch’egli la considerava legittima «in casi di assoluta necessità, quando la difesa della società non fosse altrimenti possibile», sebbene, precisava, «questi casi sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti».
Con questa precisazione è stato poi modificato il Catechismo nella sua edizione definitiva del 1997.
Nemmeno Papa Wojtyla, come si vede, nel suo magistero ufficiale, forse frenato dal passato «insegnamento tradizionale della Chiesa», è arrivato a reclamare la «totale abolizione» della pena di morte.
Lo fa, invece, con la diplomazia vaticana, intervenendo presso i governi e proclamandola pastoralmente dalla finestra del suo Angelus domenicale.


                     Ikthys               Per quale motivo la pena di morte non è cancellata dal nuovo Catechismo?
                                                            
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