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Catastrofe

Corriere della Sera – martedì 3 aprile 2001

 «Catastrofe se i gas non caleranno in fretta»

 MILANO — Le emissioni di carbonio, uno dei gas responsabili dell’effetto serra, continuano ad essere in forte aumento e hanno raggiunto i 6,3 miliardi di tonnellate a livello mondiale. E’ uno dei tanti, preoccupanti, dati contenuti nell’edizione 2001 dell’annuale rapporto sullo stato del pianeta, curato dal Worldwatch Institute (pubblicato in Italia da Edizioni Ambiente).

Le emissioni di anidride carbonica hanno raggiunto nel mondo un livello record: 6,3 miliardi di tonnellate.

Il quinto capitolo del rapporto è dedicato proprio all’energia e all’anidride carbonica. Analizzando i ghiacci di Vostok (Antartide), gli scienziati hanno scoperto che la concentrazione atmosferica di anidride carbonica ha raggiunto i valori massimi degli ultimi 20 milioni di anni. In realtà qualche elemento positivo c’è. Si riduce progressivamente la quantità di carbonio per unità di energia. Tra il 1950 e il 1990, le tonnellate di carbonio prodotte si sono ridotte del 39 per cento. Il miglioramento annuo è dell’1 per cento. La causa è il cambiamento delle fonti energetiche utilizzate.

Nel 1850 il legno rappresentava il 90 per cento delle fonti. Da allora, a poco a poco, è stato soppiantato dal carbone. Il vantaggio ambientale è che quest’ultimo produce due unità di carbonio per ogni unità di idrogeno, contro le dieci a uno del legno. Negli anni ‘60 è stata la volta del petrolio (una unità di carbonio ogni due di idrogeno), poi del gas naturale (una su quattro) e ora dell’idrogeno. Quest’ultima fonte energetica potrebbe definitivamente «liberare l’energia dal carbonio, smentendo così il malinteso che lega la riduzione delle emissioni di carbonio alla riduzione dei consumi energetici e quindi della crescita economica. Attualmente le percentuali d’uso tra le fonti energetiche sono:

petrolio (32%),
gas naturale (22%)
carbone (21%).

Ma quanto è stato fatto finora, dice il rapporto, non basta. Per evitare conseguenze catastrofiche occorrerebbe tagliare le emissioni di carbonio del 70% entro un secolo. Bisognerebbe agire con più rapidità, per esempio rafforzando le carbon tax e abolendo le sovvenzioni ai combustibili fossili. Servirebbero parametri nazionali più rigidi di quelli previsti a Kyoto. Eppure anche quel timido tentativo dei Paesi più industrializzati di invertire la rotta, sembra si stia già infrangendo, con il no di Bush, sul muro delle lobby industriali.

Chi inquina di più? - Il protocollo di Kyoto

Al. T.

 

 

 

 

da: The Observer - il grafico mostra il vincitore. Chi avvelena di più l'atmosfera è anche chi fa di meno per invertire questo trend (USA).

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