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MA QUANTE BELLE BARCHE, MADAMA DORE'                                          Stefano C. Marco D. II D Arenzano
 Le belle barche costruite dai genovesi

Dal Medioevo l’attività di Genova e dei genovesi ruota intorno al mare;tra il Quattro e Cinquecento, le navi rappresentano i Genovesi e la loro potenza più della notissima immagine di San Giorgio e il drago .
Lungo le coste delle riviere si susseguono cantieri in piena regola, ma anche impianti per le riparazioni; insenature aperte anche al contrabbando; villaggi di pescatori e botteghe artigianali specializzate nella fabbricazione di vele, remi, sartie e di quanto è necessario alla navigazione. Gli impianti sorgono un po’ dappertutto, ma solo pochi cantieri sono adatti alla costruzione delle navi che lasciano chi le vede a bocca aperta.
I grandi bastimenti nascono nei porti di Genova e di Savona lungo la spiaggia di Sampierdarena, a Varazze e a Finale Ligure: sono infatti necessari da un lato spazi per la costruzione, il varo e le manovre della nuova imbarcazione, dall’altro fondali abbastanza alti per il pescaggio. Nel Quattrocento, ancora prima che cominci l’epoca colombiana, i genovesi sono bravissimi nella costruzione e nell’impiego di vascelli tipicamente mediterranei, di forma allungata, spinti a remi e a vela . Ma sono anche abili con quelli di derivazione nordica, di forma arrotondata,con pescaggio profondo .
Più veloce e maneggevole, adatta agli sbarchi in insenature dai fondali bassi, la galea ha avuto nel tempo un evoluzione che le ha permesso di sopravvivere anche come mezzo di trasporto, nonostante i vantaggi offerti in questo campo dalle navi di stazza maggiore. In questo secolo i cantieri genovesi producono ancora, e con successo, entrambi i modelli: la galea sottile ( 40 metri di lunghezza, 5 di larghezza massima, 2 due altezza tra la coperta e la chiglia ) e quella grossa o da mercato e galeazza ( 40 metri di lunghezza, 6 di larghezza massima, 3,5 di altezza tra la coperta e la chiglia ). L’uso di “rinterzare” le galee, cioè di utilizzare per ogni banco 3 rematori con remo proprio invece di due si è già affermato da tempo, senza prendere un sopravvento assoluto: documenti dell’ epoca continuano a distinguere le galee in biremi e triremi. La propulsione a remi e la possibilità di utilizzare anche più alberi con la velatura fanno della galea l’imbarcazione più veloce e puntuale , consentendole di navigare anche in momenti di bonaccia, di affrontare le tempeste o di fuggirle trovando rapido rifugio nelle insenature della costa.
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