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Andrea Doria e Kaireddin Barbarossa nemici-amici                          Fabio e Filippo S. II D Arenzano
Andrea Doria vive i suoi primi 50 anni lontano dalla sua città e lontano dal mare.Per molti anni combattè al servizio della Spagna comandando truppe di terra, poi decise di mettersi in mare. Si dimostrò così abile e coraggioso da diventare presto famoso e anche ricchissimo. In poco tempo potè organizzare un’intera flotta da guerra personale ottenendo così ingaggi a prezzi altissimi, un’attività simile a quella dei corsari e dei pirati. Naturalmente nessuno poteva pagare un ingaggio più alto di un imperatore, e Andrea Doria si mise al servizio di Carlo V, al quale restò sempre fedele.
Quando fu chiamato a Genova per governare la Repubblica, naturalmente mise la città sotto la protezione della Spagna.
Più di una volta ospitò l’imperatore e il suo seguito nel favoloso palazzo detto del “Principe”per la sua magnificenza.
Dà un’idea della leggendaria ricchezza del “principe”Andrea Doria una storia che si racconta, non si sa se vera o falsa, ma significativa.
Durante i banchetti ufficiali sotto le logge di marmo sospese sulle acque del porto, Andrea Doria invitava i commensali a gettare in mare, dopo averli usati, piatti e coppe d’oro e d’argento. Si dice però anche che prima facesse predisporre una robusta rete in fondo al mare , ben nascosta, in mdo da recuperare tutto il vasellame.
Non è facile provare simpatia per un uomo crudele, spregiudicato e rapace come Andrea Doria. All’epoca della congiura organizzata dai Fieschi per eliminarlo, fece ripescare il cadavere di Gianluigi per impiccarlo, sterminò tutti i membri della famiglia che riuscì a catturare e confiscò i loro averi.
Però bisogna riconoscergli un grande amore per Genova, la sua città,
Andrea Doria ebbe un nemico degno della sua grandezza: Kaireddin Barbarossa, un pirata greco-albanese, cristiano rinnegato, al servizio dei Turchi .
I due si combatterono aspramente fino a tarda età.
Il pirata Barbarossa devastava sistematicamente le coste del Tirreno, Andrea Doria gli dava continuamente la caccia. Il pericoloso pirata arrivò a minacciare Roma; ebbe il coraggio di spingersi in terraferma fino alla città di Fondi per rapire la bellissima principessa Giulia Gonzaga. Per fortuna la coraggiosa principessa la notte stessa del rapimento, prima che il pirata entrasse nella sua camera, riuscì a fuggire dal castello in camicia da notte: montò su un cavallo e si salvò lasciando il pirata con un palmo di naso.
Col passar del tempo Kaireddin aveva fatto carriera diventando grande ammiraglio di tutta l’armata turca. I due nemici si combatterono ferocemente per tutta la vita, ma più di una volta si ripetè un fatto inspiegabile. Quando Andrea Doria riusciva a stringere in una trappola senza scampo il suo nemico, stranamente allentava la presa consentendo la fuga al Barbarossa.
I contemporanei scandalizzati accusarono Andrea Doria e i Genovesi di tradimento, perché tutto sommato le scorrerie dei Turchi danneggiavano soprattutto Venezia, mentre facevano comodo alla Spagna di Carlo V, impegnata nei commerci sull’oceano.
Ma forse tra i due anziani nemici c’era una segreta simpatia: in fondo rappresentavano le due facce di una stessa medaglia.
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