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IL TESORO DEI PIRATI
Quando i pirati abbordavano una nave mercantile, lo facevano con la speranza di trovare qualcosa nella stiva colma di tesori. Se avevano fortuna, il bottino poteva far diventare l’intero equipaggio ricco al di là di qualsiasi immaginazione. Nel 1693, quando Thomas Tew depredò una nave nell’Oceano Indiano, ogni membro dell’equipaggio ricevette una ricompensa di oltre 3000 sterline e, secondo il tenore di vita di quei tempi, tutti diventarono miliardari (un marinaio inglese percepiva allora, come salario, la somma di una sterlina al mese). Ma bottini di questa entità rappresentavano casi eccezionali:la maggior parte delle volte l’equipaggio divideva tesori di entità più modesta e, nei casi veramente sfortunati, scopriva una stiva con un carico ingombrante e senza valore.
Benché i favolosi tesori dei pirati siano spesso solo delle leggende,William Kidd seppellì veramente un tesoro, poi recuperato, sull’isola di Gardiner (New York).
Il bottino preferito dai pirati era l’oro e l’argento trasportati dalle navi spagnole. Un doblone d’oro spagnolo equivaleva alla paga di sette settimane di un marinaio. I pezzi da otto in argento potevano venire tagliati a “pezzi” per ottenere spiccioli.
I pirati dividevano il bottino abbastanza equamente, benché al capitano e agli ufficiali spettasse una parte più grande. Lo schema tipico era il seguente: considerando uguale a 1 la ricompensa del marinaio, il capitano aveva 2,5, il chirurgo 1,5, il maestro d’ascia, che non aveva rischiato la vita nei combattimenti, solo tre quarti, i mozzi solo la metà.
Per i pirati le armi e le munizioni erano considerate un prezioso bottino.
Come regola, i corsari dovevano dividere il bottino secondo il rango, ma in pratica molti intascavano di nascosto piccoli oggetti come anelli d’oro.
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