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  PERIPLO DEL MEDITERRANEO   ... AL PASSATO                      Valentina M. Deborah P.  II D Arenzano

Cosa si può osservare durante questo viaggio? Molti paesaggi e un susseguirsi di mari diversi, diverse civiltà sovrapposte le une alle altre. Viaggiare per il Mediterraneo è ritrovare il mondo romano un po’ ovunque, la preistoria in Sardegna,(menhir)
 le città greche in Sicilia, la presenza araba in Spagna , l’Islam turco nella Jugoslavia. È viaggiare indietro nel tempo, fino alle piramidi dell’Egitto. È incontrare cose molto antiche a fianco di altre ultra moderne: accanto a città di origine antica, le industrie;la barca del pescatore, ancora oggi uguale a quella di Ulisse, accanto ai pescherecci con le reti a strascico che devastano i fondali o alle gigantesche petroliere.

Il Mediterraneo è un crocevia antichissimo.
Da millenni, tutto è confluito verso di esso, mescolandosi, arricchendo la sua storia:uomini, animali da soma, macchine, merci, idee, religioni, modi di vivere. Perfino le piante. Si crede che siano mediterranee, ma ad eccezione dell’olivo, della vite e del grano-autoctone e molto presto coltivate- quasi tutte sono cresciute lontano dal Mediterraneo.
Se Erodoto, il padre della storia, vissuto nel V secolo a.C., ritornasse mischiandosi ai turisti dei giorni nostri, passerebbe di sorpresa in sorpresa. “ Me lo immagino- scrive Lucien Febvre- mentre rifà oggi il periplo del Mediterraneo orientale.Quale sbigottimento! Quei frutti d’oro, su quegli alberi verde scuro, aranci, limoni, mandarini, non ricorda di averli mai visti in tutta la sua vita. Caspita! Sono venuti dell’Estremo Oriente, portati dagli Arabi. Quelle piante bizzarre, dai profili insoliti, pungenti, steli fioriti dai nomi estranei, cactus, agave, aloè, fichi d’india, non le aveva mai viste. Incredibile! Sono americane. Questi grandi alberi dalle    foglie pallide e che tuttavia hanno un nome greco, eucalipto:non ne ha mai osservati di simili. Per Giove, vengono dall’Australia. E i cipressi, anche loro:sono persiani. E tutto questo per il paesaggio. Ma appena si tratta di mangiare, quante altre sorprese: i pomodori sono peruviani, le melanzane vengono dall’India; il pepe, dalla Guyana; il mais è messicano; il riso è un dono degli Arabi; per non parlare dei fagioli e delle patate, delle pesche, frutti cinesi di montagna divenuti poi iraniani, e del tabacco”
A partire da ciò che vediamo oggi si comprende il passato, e viceversa. Interrogare il Mediterraneo , come siamo abituati a fare con i documenti , è una buona occasione per ricostruire la storia. Perché il mare, così come lo possiamo vedere e amare, è, sul suo passato, il più stupefacente, il più lampante di tutti i testimoni.                               
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