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CHIARAVALLE

TEATRO / ORIGINI

LOCANDINE

         Era quello il segnale tanto auspicato. Un regalo gradito quel lungo applauso che, la sera del 20 maggio 1977, venne elargito da quel  pubblico delle belle occasioni. Attori, tecnici e dirigenti accomunati dalle stesse emozioni, riconobbero che gli sforzi rivolti alla ricostruzione non erano stati vani: il morale, almeno fino a quel punto della nostra “storia”, aveva ottenuto la spinta essenziale.  
      Intanto, mentre da una parte si era presi dalla voglia di approntare nuove avventure, confortati dagli innumerevoli consensi ottenuti, dall’altra inaspettatamente iniziava l’esodo “ingiustificato” di alcuni soci. Eppure, sono convinto che non era una finzione scenica quella che leggevo nei volti di quei ragazzi ancora giovanissimi e di altri, come me,  un poco  cresciuti, in quella serata tiepida  e  stellata.
      Accadde, quindi,  un inspiegabile mutamento di intenti: la causa?... “quel mezzogiorno di fuoco”?, quella giornata rovinosa… ? Un incidente di percorso, questo avrebbe dovuto essere.
       Vi confesso, non è stato facile dimenticare, per nessuno; non è stato facile allora, non è facile oggi anche a distanza di tanto tempo.
      Continuando la nostra storia, con gli inizi del 1978 si riprendeva lo studio di un altro classico “L’Avaro” di Moliére, sospeso precedentemente per soddisfare alla richiesta del Circolo Didattico di Cardinale. La preparazione, disturbata però da una serie di circostanze, iniziò in un clima d’indifferenza. A nulla valsero gli sforzi effusi nella ricerca di nuovi stimoli che potessero sollevare il morale e le sorti della Compagnia: la mancanza d’umiltà prevalse sul buon senso.
      Tuttavia per fare onore agli impegni presi a suo tempo, anche se un po’ sfiduciati e amareggiati, con l’aiuto di quanti avevano creduto che al di la della incomprensione, della gelosia, dell’appartenenza politica, c’è sempre il rispetto reciproco che associa, si portò in scena “L’Avaro”.

PROTAGONISTI

Arpagone, Enzo Posca - Cleante, G. Corrado – Valerio, Franco Candiloro – Anselmo, Luciano Falvo – Simone, Ilario Apostolo – Sor Giacomo, Antonio Pungilo – Saetta, Francesco Meloni – Merluzzo, Fortunato Mellace – Un commissario, Mimmo Donato – Direttore di scena, Marcello Squillace – Scenografia, Giampaolo Candiloro e F. Meloni – Costumi, Barbara Donato e Elena Aielli – Arredamento, Fratelli Ponteduro – Trucco, Nicola Pirritano – Tecnico luci, Mimmo Rauti – Tecnico suono, Antonio Corrado – Impostazione grafica, Enzo LombardiFranco Sestito – Prentazione di Marilina Maiellare – Organizzazione, Antonio Manno.

TRAMA
E’ superfluo spiegare la trama, le opere eccellenti si presentano da soli. "Uno straordinario protagonista, Arpagone, in uno dei ruoli più ambiti su tutti i palcoscenici del mondo. Ecco perché è un personaggio indimenticabile. Tutto ruota intorno alla sua figura visto come l’incarnazione dell’avarizia e della grettezza che tutto calpesta, uomini e sentimenti, pur di accumulare danaro. Per lui ogni cosa può essere trasformata in guadagno. Anche i figli, gli amici. Una vera passione devastatrice che soffoca ogni sentimento e annulla la coscienza". I sentimenti veri nascono nelle persone fantastiche. In loro germoglia la bontà, la generosità e l’amore che, fusi insieme, contrastano grettezza e avarizia a beneficio del bene verso il prossimo. E’ Anselmo, personaggio della commedia, il padre buono perso e ritrovato che dona tutto ciò. E’ colui che fa diventare un sogno realtà. Anche se il testo adottato dalla Compagnia Teatrale, potrebbe apparentemente sembrare una “riduzione” teatrale, l’autore si esprime dicendo che è una rielaborazione completa del capolavoro moleriano, rispettosa della forma pur dovendo escludere l’elemento femminile.
I consensi...

Il 24 e 25 marzo 1978, scuotendo, applausi e buone critiche, grazie soprattutto ad Arpagone, personaggio comico classicheggiante, la Compagnia si fece apprezzare al Cinema Teatro Impero di Chiaravalle Centrale.

Si replica a Serra S. Bruno

Anche con questo lavoro la Compagnia tentò di diffondere l’amore per il teatro, sensibilizzando Amministratori, Politici e Dirigenti Scolastici che gravitano intorno a Chiaravalle. Lo scopo era di creare un circuito d’ascolto ad ampio raggio, che doveva trasformarsi in un momento di cultura e di socialità.
Purtroppo, almeno per questa prima fase, solo Serra S. Bruno partecipò nell’aprile del 1978 alla rappresentazione dell’Avaro di Moliére.
Eppure, il 24 e 25 marzo i consensi ci furono: ancora oggi molti ricordano quell’Avaro di Moliére, per come fu concepito e proposto dalla Compagnia Teatrale di Chiaravalle, grati di aver trascorso lì al Cinema Teatro Impero, una serata di loro gradimento.
 

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