Viaggiare - Quelli che il camper

Vai ai contenuti

Menu principale:

Viaggiare




ALLA RICERCA DI DULCINEA (SU LA RUTA DE DON QUIJOTE)
BY   I VIAGGI DEL GABBIANO

29 luglio – sabato

CENTO – MONGINEVRO - CHORGES KM. 508,00
Partenza ore 7:40 , temperatura minima 23°, massima 34°, sole.
Nella serata l’aria si è rinfrescata pertanto durante la notte si è dormito bene.
Sosta pranzo a Borgone Susa, lungo la strada.
Da Briancon N 85 (Route Napoleon) fino a Gap e dopo N 94 fino a Chorges.
CHORGES, Serre-Ponçon E’ un piccolo paese situato fra il lago di Serre-Ponçon e il Parco Nazionale des Ecrins.
Sosta notte: area camper a Chorges con parcheggio, carico e scarico: dopo i pompieri.

30 luglio – domenica

CHORGES – ROSSILLON - FONTAINE DE VAUCLUSE KM. 186,00
Percorriamo la strada della frutta e dei vini (D942), poi la Route Napoleon N85 verso Sisteron, a Lurs D12 verso Forcalquier pittoresco paese, noto per la tipica urbanistica provenzale e gli edifici gotici e barocchi, dove ci fermiamo per curiosare tra le varie bancarelle del mercato provenzale.
Incrociamo più volte il tracciato dell'antica via Domizia. Questa porta il nome del console romano Gneo Domizio, che ne ordinò la costruzione nel 120 AC, in occasione della conquista del Midi da parte delle legioni romane. Lo scopo era quello di collegare le province italiane e quelle spagnole scavalcando le Alpi al Monginevro.
La lavanda purtroppo è già stata tagliata e i vasti campi mostrano ormai solo coltivazioni di grano e allevamenti di cavalli.
Ci dirigiamo quindi sulla N100 verso il paese di Rossillon, dove esiste un percorso in una cava di terra d’Ocra.
Avvicinandoci alla località scorgiamo una collina completamente rossa, sulla cui sommità spunta un paesino anch’esso rosso: lo spettacolo è incredibile: una montagna con sfumature che variano dal bianco al viola, passando per un’infinità di tonalità di gialli e arancioni tra i quali spicca il verde della vegetazione di sempreverdi.
Sosta pranzo a Rossillon nel parcheggio all’inizio del paese, a pagamento
Il sentiero, con ingresso a pagamento è una cosa da non perdere, in circa un'ora, si percorre una vecchia cava d’ocra e in pochi istanti ci troviamo immersi in un paesaggio giallo-arancione che contrasta fortemente con il blu del cielo, le foto si sprecano, è veramente surreale.

Seguiamo ora il segnale "Route Touristique" e deviamo all'indicazione per Fontaine de Vaucluse lungo una strada che si snoda tra ulivi, ciliegi e vigneti, famosa per la sorgente del fiume Sorgue.
Fontaine è il minuscolo villaggio in fondo alla Vaucluse dove nasce appunto il torrente Sorgue. Sembra che il Petrarca incontrò per la prima volta Laura proprio qui, alla fonte.
La giornata è piuttosto calda e arrivando nel primo pomeriggio le “chiare, fresche, dolci acque” cantate dal poeta alla sua amata, sono molto invitanti……. e meraviglia… sono veramente gelate, ma ristoratrici. Alla sera percorrendo uno spettacolare percorso raggiungiamo la sorgente ai piedi dell'altissima falesia calcarea (230 mt).
Appena fuori il paese attira la nostra attenzione un mulino ad acqua ancora funzionante dove sono illustrate tutte le fasi della lavorazione della carta.
Nel fiume sottostante, ai piedi della cascatella ammiriamo le acrobazie di alcuni ragazzi che praticano canoa.
Sosta notturna nell’area camper ai bordi del fiume.

31 luglio – lunedì

FONTAINE DE VAUCLUSE – CASTRES KM. 306,00
Questa mattina il cielo è grigio, ma è solo nebbia e presto arriva il sole e di conseguenza la temperatura da 26° delle ore 9:00 arriva a 34° ore 15:00.
Il primo Paese che incontriamo è Isle sur la Sorgue, a valle rispetto Fontaine de Vaucluse, è il paese degli antiquari.
Intorno ai canali che veicolano l'acqua della Sorgue sorgono mercatini di quadri e ristoranti per turisti.
Riprendiamo la N100 per Avignone, N86 direzione Nimes, poi N113 per Montpellier, ancora N113 e poi N9 per Bezier.
Siamo a Castres cittadina medievale, è dal 9º secolo una delle tappe più importanti per i pellegrini sulla strada per Santiago de Compostela in Galicia, Spagna.
Seguiamo le indicazioni del campeggio, l’area di sosta camper, gratuita, è all’esterno dello stesso, davanti all’entrata del grande Parc De Gourjade.
E’ un pomeriggio splendido, l’aria si sta rinfrescando, pertanto, prima di cena, ci concediamo un po’ di relax passeggiando nel parco che è ancora molto animato da una scolaresca di ragazzini.

1 agosto – martedì

CASTRES – ALBI - RENNES LE CHATEAU - QUILLAN KM. 215,00
Il tempo di oggi è molto variabile, passa dal sole della mattina (19° alle 08,00), nuvoloso, pioggia, poi di nuovo pallido sole e vento.
N112 Albì, sostiamo nel parcheggio auto sotto la cattedrale.
ALBI ci appare adagiata sulle rive del Tarn, tante case con in mezzo un edificio più grande degli altri, inconfondibile: Sainte-Cécile.
La ‘città rossa è rossa davvero. I palazzi, le chiese, i ponti; tutto è costruito in mattoncini rossi peccato che oggi non ci sia il sole ad infiammare la città di un bel colore caldo.
Anche la cattedrale di Sainte-Cécile è rossa. Più che una chiesa è una fortezza perché tale doveva essere il messaggio dei vescovi che l’hanno voluta per riaffermare il primato della Chiesa sull’eresia catara che si stava diffondendo dalla vicina Linguadoca e nei confronti della quale gli albigesi manifestarono simpatia.
Senza facciata, l’ingresso è segnalato, sul lato più lungo, da un portico ricamato di sculture.
Da qui si accede ad un interno in netto contrasto con l’imponente semplicità esterna.
Cento metri di navata dalla volta dipinta, con colori predominanti azzurro e oro, da artisti italiani: rimaniamo estasiati.
Proprio di fianco alla cattedrale, in mezzo alle stradine del centro, il palazzo della Berbie (che in occitano significa episcopato) ospita il museo Toulouse-Lautrec. L'artista, nato proprio ad Albi nel 1684, è famoso soprattutto per aver disegnato numerosi cartelloni pubblicitari del Moulin Rouge e le sue ballerine di can-can sono universalmente note.
Usciti da St. Cecile facciamo quattro passi per il centro storico di Albi e arriviamo al gotico Pont Vieux, dal quale si ha un bel colpo d'occhio sulla città, caratterizzato immancabilmente dalla cattedrale, oltre che dal vicino Palace de la Berbie.

Da Albi prendiamo la N.112 per Mazamet, poi D118 per Carcassonne.
Usciti da Carcassonne imbocchiamo il “circuito delle montagne nere” che ci porterà a Rennes le Chateau minuscolo villaggio appollaiato in vetta ad una collina nella regione francese dell’Aude: dove aleggia aria di mistero.........e. di magia...
Pur contando solo una manciata di abitanti, ogni anno è meta di migliaia di turisti amanti del mistero e cercatori di tesori.
Nella serata giungiamo a Quillan graziosa cittadina sulla strada dei paesi catari.
Il parcheggio camper, davanti alla stazione ferroviaria è al completo, pertanto, vista l’ora, decidiamo di entrare nel campeggio


2 agosto – mercoledì

QUILLAN (FRANCIA) – ANDORRA -BALAGUER (SPAGNA) KM. 239,00
Giornata calda, sole. Temperatura minima 19° - massima 35,00
Attraversata Quillan immersa nella quiete prendiamo la D59 per Andorra, poi D613.
Ora attraversiamo un’immensa vallata, a 900 mt. d’altezza, piatta come un biliardo, dove regna la pace più assoluta: piccoli borghi come Espezel e Camurac sono uno più bello dell'altro dove viene voglia di fermare il tempo.
Numerose mandrie pascolano in questi immensi prati e ancora molte, troppe curve prima di terminare la discesa verso Ax Les Thermes celebre stazione sciistica a solo pochi chilometri dal confine spagnolo.
Continuando sulla N20 ci avviciniamo al territorio andorriano dove ci aspetta una fila di qualche chilometro prima di prendere posto nel parcheggio di Passo della casa.
Qui c’è un vero e proprio assalto ai numerosi supermercati e anche noi non ci sottraiamo alla tentazione di entrare e fare acquisti.
Dopo aver fatto gasolio al Estasio Servei Total riprendiamo la N20 e in breve entriamo in Andorra la Vella affollatissima e incasinata: impieghiamo quasi un’ora per attraversarla.

I primi paesi in territorio spagnolo sono spogli e privi d’attrattive, assolati e deserti.
Fa accezione BALAGUER, dove arriviamo nella serata dopo aver percorso la C13.
Attraversiamo la città, che si estende sul fiume Segre, per salire al Santuario Sant Crist, costruito su un’antica chiesa saracena, distrutto durante la guerra tra i mori e i cristiani e in seguito ricostruito attorno all’anno 1105 come chiesa cristiana.
Ci troviamo in un ampio piazzale: davanti a noi il Santuario, da un lato il parco pubblico e dall’altro le rovine di Castel Formos di origine araba.
La vista che si gode da questa collina è veramente superba.

3 agosto – giovedì

BALAGUER – TERUEL - TORRE BAJA KM. 404,00
Usciamo da Balaguer sulla C12 direzione Lerida, poi autovia A2 per Saragozza che diventa N11.
Siamo in Aragona, distese di campi di grano mietuto, colori predominanti: giallo delle stoppie e bruno della terra, qua e là qualche raro cespuglio verde.
Ci fermiamo nel paese di LONGARES per sgranchirci le gambe pertanto ne approfittiamo per comprare il pane.
Sembra un paese deserto, ma forse solo perché sono solo le 9,00 del mattino.
Entriamo da porta Saragozza: una musica araba si diffonde nell’aria per le vie del paese.
Scopriamo subito un mercatino di prodotti agricoli, in prevalenza aglio, anzi trecce d’agli. Cerchiamo la panetteria: apparentemente non ci sono negozi, sembrano solo abitazioni, senza l’indicazione di un macellaio, trovato per caso, non l’avremmo di certo individuata.
Per il pranzo sostiamo all’ombra, vicino ai pascoli delle pecore, siamo a 1000 metri d’altezza e nonostante il sole cocente, l’aria mitiga notevolmente la calura.
La A23 per Teruel…è una strada che si snoda a 1000 mt. d’altezza, la sierra ha dei colori stupendi.
TERUEL è una città piacevole e ricchissima di monumenti, con alcune delle più belle opere mudejar che si possono ammirare.
Sostiamo nel parcheggio della stazione ferroviaria ed entriamo in città da “La Escalinata”, una scalinata decorata con mattoni, piastrelle e torrette in puro stile civile mudejar.
La Torre del Salvador, la più bella delle quattro della città: è rivestita di piastrelle colorate di foggia e proporzioni complesse, con un effetto magnifico.

La Catedral: l’interno è un comune gotico-mudejar fatta eccezione per il favoloso “soffitto artesonaso”. Il soffitto fu completato tra il 1260 e il 1314 da artisti moreschi, in una splendida e affascinante mescolanza di motivi geometrici islamici e di raffigurazioni pittoriche medievali della vita di corte.
La chiesa di San Pedro la cui fama è dovuta all’adiacente Mausoleo de Los Amantes , una cappella contenente la tomba in alabastro degli Amanti di Teruel, i Romeo e Giulietta spagnoli.
Questa sera la sosta notte è nel paese di Torre Baja su un bel prato vicino al fiume.
C’è molto vento, ma riusciamo ugualmente a preparare la griglia e cenare all’aperto.

4 agosto – venerdì

TORRE BAJA – CUENCA - EL TOBOSO KM. 245,00
N 420 per Cuenca. Siamo in Castiglia-La Mancha: il territorio inizia con foreste di pini e betulle tra rocce rosse. Dopo circa 50 km. il paesaggio cambia e diventa arido, brullo, intervallato da campi di girasoli e grano.
CUENCA ha un aspetto straordinario racchiusa com’è da tre lati dalle profonde gole dei fiumi Huecar e Jucar e con le sue “Casas Colgadas” (case sospese) del XV secolo con balconi sospesi alle pareti della rupe (ora queste case sono state trasformate in un museo di dipinti e sculture astratte).
E' denominata "nido de águilas" e la ragione è molto semplice: si trova ad un'altezza di circa 1000 metri, costruita su un massiccio roccioso, isolato, gli abitanti approfittarono al massimo dello scarso spazio che gli concedeva la natura e alla fine osarono sfidare il vuoto edificando sullo stesso bordo della roccia e dividendo lo spazio con i rapaci.
La città è in pieno fermento e non si trova parcheggio, anche perché quello per gli autobus oggi è chiuso per lavori, pertanto ci dirigiamo verso l’università e sostiamo nel parcheggio del supermercato.
L’ autobus, salendo ripidamente, ci porta verso la “Ciudad Antigua”.
Circa al centro del quartiere si trova Plaza Mayor, una bella piazza in cui si entra passando sotto le arcate del barocco Ayuntamiento (il municipio), circondata da caffé.
La maggior parte del lato est è occupata dalla cattedrale con la sua facciata incompiuta.
A Cuenca ci sono altri monumenti segnalati, ma l’attrazione maggiore è la città stessa. Sorseggiare un drink in uno dei bar di fronte alla cattedrale in Plaza Mayor, o camminare lungo la gola dell’Huecar e guardare su verso le Casas colgadas e gli altri edifici in alto sul fiume, che sembrano ancor meno sicuri, possono dare un’idea di come ci si doveva sentire a vivere in una delle case sospese.

LA MANCHA

La Mancha è una regione arida, costituita da un altopiano steppico appena a sud di Madrid, nel centro della Spagna. Per lo più sono insediamenti rurali e piccole città tra le quali la più nota è Toledo, celebre per le sue lame.
Le escursioni termiche sono piuttosto violente: gelido è l’inverno quanto torrida è l’estate.
L’ultimo censimento fissa in 22 la densità media degli abitanti per chilometro quadrato.
Non furono in molti, dunque, a vedere circolare Don Chisciotte, il visionario cavaliere errante col capo ornato da quella che per tutti era una bacinella da barbiere, ma per lui era l’elmo di Mambrino, seguito da un paffutello trotterellante a dorso di somaro, Sancio Panza.
Eppure è proprio a quella strana coppia che La Mancha deve la sua fama.
A ricordare com'era la Mancha dei tempi di Don Chisciotte e di Cervantes è rimasto solo il vento, i mulini e la Routa del Quijote, una strada che attraversa i piccoli paesi di Consuegra, Porto Lapice, Campo de Criptana e El Toboso.
Chi percorre le sue pianure, le sue montagne, i suoi fiumi, scopre una natura intatta, fatta di paesini, chiese, conventi, castelli e fortezze.
Non appena un crinale, una collinetta, s'innalzano sopra le immense pianure, il profilo dei mulini si staglia con i graticci delle pale tesi a cercare il vento.
Nessuno è più in funzione, hanno smesso di macinare grano circa cinquanta anni fa, ma una volta l’anno tornano a muovere le braccia rivestite delle loro tele bianche, restaurate grazie a Cervantes e al suo solitario cavaliere, che lottò con ardore contro questi improbabili nemici sovrannaturali.
Riprendiamo la N 420 direzione Belmonte.
I paesi sembrano deserti, si animano la sera, d'improvviso: come quando, senza saperlo, si tira una pedata ad un formicaio causando d'un tratto un brulichio di macchie nere che iniziano a muoversi tutt'intorno come impazzite.

Così è a BELMONTE. paese in parte circondato da mura che arrivano fino alla sommità di una collina dove sorge un bel castello.del XIV secolo, parzialmente ricostruito nell ’ultimo secolo, è poco più di una struttura vuota.

MOTA DEL CUERVO Tipico paese mancego, arriviamo sulla collina dei mulini: è un paesaggio surreale e il vento non manca anche in questo pomeriggio caldo e afoso.


EL TOBOSO.... c’è la casa di Dulcinea, una dama mai esistita ha qui il suo letto, la sua cucina, è il paesino più silenzioso, come racconta Don Chisciotte, conserva nel suo silenzio le casine bianche, le strade di ciottoli, una piccola piazza intima, con le sculture dei due personaggi.

Sostiamo in uno spiazzo, poco lontano dalla chiesa, dietro una fabbrica abbandonata, e al tramonto vediamo il passaggio dei trattori che rientrano dopo la giornata lavorativa.


5 agosto – sabato

EL TOBOSO – CAMPO DE CRIPTANA – TOLEDO KM. 146,00
Sempre sulla N420 attraversiamo distese di vigneti e uliveti.
Arriviamo a Campo De Criptana: FAVOLOSO!!!!
E’ mattina e i colori sono resi nitidi da una luce intensa: bianco, blu, cielo terso e l’immancabile vento. Qui i mulini sono posti tutti molti vicini, tutti hanno un nome, tutti coccolati e restaurati.
Dall’alto della collina dei mulini (10 in tutto) si gode un bel panorama del paese sottostante e dell’intera vallata.
Paese bianco: è molto suggestivo perdersi tra le sue vie e le gradinate, tra le case imbiancate e i caratteristici cortili.

CONSUEGRA
E’ situata in una delle cornici più pittoresche e tipiche della Mancha, sotto un crinale costellato di dodici mulini a vento. Il primo di questi è occupato dall’ ufficio del turismo, con orari d’apertura incerti (e in questo è veramente donchisciottesco), mentre altri ospitano negozi e botteghe artigianali: qui i mulini sfidano dall’alto della rocca un vento di quelli che non lasciano respirare , il luogo è incantevole. Accanto ai mulini si erge un maestoso castello dell’ordine dei templari, ben tenuto e visitabile.

Seguendo le indicazioni della strada di Don Chisciotte, abbiamo attraversato tutta la Mancha, ora imbocchiamo l’ Autovia Consuegra - Toledo.
Toledo al Camping El Greco, bello.
TOLEDO, IL FASCINO DEL MISTERO

Difficile non rimanere ammaliati dallo splendore di Toledo, l’antica capitale del Regno di Castiglia. Ciò che la rende unica sono le influenze di arabi, ebrei e cristiani che qui hanno convissuto pacificamente per secoli, regalando alla città patrimoni artistici tra i più ricchi e vari della Spagna, grazie proprio alla fratellanza di queste diverse culture.
Ne sono testimoni monumenti come la fortezza dell’Alcazar, la Cattedrale, la Piazza Zocodover dove risiedeva l’antico mercato centrale dell’epoca araba e poi ancora la Sinagoga di Santa Maria la Blanca, la Moschea del Cristo della Luce, nonché alcune opere del pittore El Greco come La sepoltura del Conte di Orgaz nella chiesa di Santo Tomè.

Toledo è anche uno dei centri mondiali di magia, intrisa com’è da un’aria di mistero e leggende, compresa la lotta alle Streghe durante l’Inquisizione.
Le Cronache Cavalleresche documentano incontri di maghi, sottopassaggi pieni di tesori e anime di dame in attesa di essere liberate.
La stessa Porta della Bisagra, ingresso della città, è un luogo pieno di simbolismi, mentre al civico 2 del Callejòn di San Ginès si trova la grotta nella quale si dice visse Ercole, fondatore della città, che qui vi depositò il suo sapere.
Protettrice delle innamorate è la Madonna delle Spille, da quando una donzella che aspettava il rientro del suo amato soffriva così tanto che ogni giorno, mentre pregava la Madonna, s’infilava una spilla nel corpo per evitare di svenire. Quando ormai era sul punto di perdere la speranza la Madonna le apparve per sostenerla, fino all’arrivo dell’amato. Da allora le toledanas che vogliono far tornare i fidanzati, mettono una spilla sul tappeto che ricopre la nicchia in cui riposa l’immagine della Madonna.

6 agosto – domenica

TOLEDO
Giornata di riposo , pertanto si va a zonzo per Toledo per scoprirne gli angoli più nascosti e non citati dalle guide, per assaporare la vita di Piazza Zocodover, per curiosare nei vari negozi di souvenir.

7 agosto - lunedì

TOLEDO – VENTOSILLA DE LA TERCIA KM. 444,00
Carrettera N403 per Avila, A6 Arevalo, Medina del Campo, Tordesillas, Benavente, A66 Leon, chilometri su chilometri ci lasciamo alle spalle paesi carichi di storia.
Tordesillas è conosciuta perché in questo paese la sfortunata Giovanna la Pazza trascorse 46 anni in una cella senza finestre. Giovanna aveva regnato sulla Castiglia insieme al marito Filippo il Bello, ma rimase sconvolta dalla morte di Filippo e per tre anni girò per i monasteri di tutta la Spagna tenendo sempre la bara con sé. Nel 1509 raggiunse il convento di Santa Clara di Tordesillas, dove prima suo padre, poi suo figlio la dichiararono pazza imprigionandola per mezzo secolo e prendendo possesso della corona.
Passata Leon prendiamo la N630 e ci inoltriamo sui Pirenei.
A Ventosilla de la Tercia (1.200 mt. di altezza) è segnalato un campeggio, ma ormai è in disuso. Vero villaggio di montagna, chi cerca la pace agreste qui può fare bellissime camminate nei boschi e nei prati dei dintorni.
Ci fermiamo in questo piccolo paese attraversato dal vento che diventa sempre più freddo a mano a mano che cala la sera. Trascorriamo la serata in allegria, al bar del paese, molto animato in quanto è l’unico ritrovo che ci sia.
Sosta notte in un ex campo di calcio.

8 agosto - martedì

VENTOSILLA DE LA TERCIA – SAN JAUN DE LA ARENA KM. 221,00
Riprendiamo la N630 fino ad Oviedo, poi la N634, strada di montagna con bellissimi scorci.
Oggi abbiamo assaggiato il “chorizo”, buono: è un panino imbottito di carne piccante tipo salsiccia.
La prima tappa sulla costa del Mar Cantabrico è la Playa de Cadavedo.
Dal paese si prendere la direzione playa e come al solito la strada è molto stretta, ma l’impegno nella guida è compensato dal bel panorama che si apre davanti a noi.
Parcheggio ampio con zona pic-nic e barbecue ideale per sosta pranzo, non ci sono divieti pertanto si potrebbe anche pernottare.

Proseguendo sulla strada costiera arriviamo a Cudillero che già conosciamo, ma che rivediamo sempre volentieri.

Nel continuo susseguirsi di villaggi di pescatori, il più suggestivo è certamente Cudillero, le cui case, dai toni pastello, degradano sino al porticciolo incastonato in una piccola insenatura naturale. Arriviamo a San Juan de La Arena dove pernottiamo nel parcheggio adiacente il porto. Tranquillo e ben illuminato.
Paese esclusivamente di villeggiatura ha una bella passeggiata attorno al piccolo porto.

9 agosto – mercoledì

SAN JUAN DE LA ARENA – SANTA MARIA DEL MAR KM. 15,00
Sole temperatura minima 20° max 28°
Ancora una volta a Santa Maria del Mar per gustare gli ottimi crostacei della marischeria davanti alla spiaggia dove su un bel prato sostiamo anche la notte.

10 agosto – giovedì

SANTA MARIA DEL MAR – COMILLAS KM 234,00
COMILLAS è una vivace e molto animata cittadina di villeggiatura con strade acciottolate e massicci palazzi.
Vanta tre palazzi imponenti: EL PALACIO DE SOMBRELANO con ampio parco, EL CAPRICHO realizzato da Gaudì ed ora trasformato in albergo, ma si può vedere il giardino.
Altro palazzo imponente che sovrasta il paese è L’UNIVERSITA’ CATTOLICA DI COMILLAS.
Parcheggio camper all’inizio del paese, su sterrato, gratuito.
Altro parcheggio, ma per pochi camper, sulla strada per il porto.

11 agosto – venerdì

COMILLAS – DAX ( FRANCIA) KM 334,00
SANTILLANA DEL MAR in Spagna il paese è conosciuto come quello delle tre bugie: in quanto analizzandone il nome esso non deriva dal nome di nessun santo (Santi) non è situato in una pianura (llana) e soprattutto non è sul mare (mar).
Stretti acciottolati introducono in questa cittadina dall’inconfondibile sapore medioevale che si mischia, nelle sue tante botteghe, al profumo dei gustosi formaggi cantabrici.
Di prima mattina, senza l’afflusso dei turisti risplende e mette in mostra i suoi bei palazzi color ocra: il centro cittadino è Plaza Mayor, ma la massima attrattiva è la Collegiata (XII-XIII secolo), un autentico gioiello d’arte romanica, eretto in tre irregolari navate. Da non perdere una visita al chiostro, da cui si accede dalla navata sinistra, e dove spiccano splendidi capitelli allegorici.

Nel primo pomeriggio entriamo in Francia e siamo nelle lande.

DAX paese che ospita la festa della TAUROMACHIA e per sei giorni la città sarà animata da spettacoli, bande folcloristiche, stand gastronomici. Ogni angolo del paese, la riva del fiume, i prati sono pieni di tende di ogni forma e dimensione, alla mattina abbiamo visto ragazzi addormentati addirittura sui marciapiedi delle strade.
La folla è tanta e soprattutto moltissimi i giovani e tutti abbigliati alla stessa maniera: pantaloni bianchi, casacca bianca oppure rossa e immancabile il foular rosso al collo.
E’ venerdì pomeriggio e la festa è già iniziata, anche noi siamo stati coinvolti da un gruppo di ragazzi, già un po’ brilli, che al passaggio dei camper, individuati come italiani, ci hanno bersagliato di getti di birra.

DAX presso il camping Le Biscat
12 agosto - sabato

DAX - CAHORS KM 269,00
Tempo variabile con squarci di sole, temperatura medio basse.
D124 per Mont De Marsanti, D933, D8 attraverso la FORET DE CAMPET.(bella area pic-nic dove sostiamo per il pranzo).

Deviazione per visitare il piccolo paese di Pujols.
PUJOLS fa parte dell’organizzazione «I più bei villaggi di Francia»: a 180 metri d’altitudine, è un antico borgo che domina la valle del Lot, come dice il suo nome (dal termine gallo-romano «podiolus», villaggio su una collina). Fu rifugio preistorico, oppidum gallico, e poi castrum romano, grazie alla sua posizione strategica. In seguito si trasformò in una cittadella fortificata, di cui si sono trovate numerose vestigia.

Altra sosta a PENNE D’AGENAIS Villaggio medievale fortificato, punto strategico militare durante la guerra dei Cent'anni e le guerre di religione, nonché luogo di pellegrinaggio.
Vi si accede da antiche porte e si trova sul cammino di San Giacomo di Compostela.
E' percorso da strade ripide fiancheggiate da belle case ben ristrutturate e da numerosi atelier di pittura.

Entriamo nella valle del LOT
Lungo il Lot si succedono città e paesi di grande fascino.
Una valle perfetta da scoprire a bordo di una house boat, ma anche via terra, con il camper, riserva meraviglie. Qui la natura è più aspra: fiumi incassati fra le rocce, costoni calcarei, scarso popolamento. Una terra aspra e bellissima, che ha saputo e sa affascinare generazioni di francesi e non solo.
Ogni paesino è un nuovo volto, una nuova personalità del Lot da scoprire.

A CAHORS c’è un parcheggio camper con carico e scarico, ma solo 4 piazzole per sostare.
Inevitabilmente non ci sono mai posti liberi, ma la sosta è consentita e si trovano spazi lungo il fiume Lot.

CAHORS
Raccontare la storia con i fiori. Questa la singolare idea dell’Ufficio del Turismo di Cahors che diffonde un opuscolo con un itinerario di ventisei giardini segreti da visitare per ricostruire, attraverso le vicende dei luoghi che li ospitano, la storia della città. Si tratta di piccoli angoli verdi o fioriti ricavati da chiostri, giardini, vecchie chiese o palazzi, ponti, che, con la scusa del giardino, tessono un percorso attraverso la cittadella medievale sulle sponde del Lot dove il fiume disegna una U perfetta.
Il simbolo di Cahors è indubbiamente il Pont Valentré, sei arcate e tre torri fortificate iniziato nel 1308 e portato a termine non si sa quando fra mille difficoltà.
Potevano forse queste difficoltà non dar luogo ad una leggenda? Certamente no, per cui la leggenda nacque e si diffuse. I vescovi di Cahors ordinarono la costruzione del ponte ma nessun architetto riusciva ad andare oltre la posa delle ultime pietre della seconda torre perché queste, al calar del sole, crollavano misteriosamente nel fiume e gli architetti venivano miseramente cacciati dai vescovi insoddisfatti. Intuendo che tutto ciò fosse opera di un demonio, non di quelli proprio cattivi ma di un semplice diavoletto di più bassa categoria, l’architetto di turno si rivolse ad una fattucchiera che con un incantesimo pietrificò il diavoletto presso la sommità della torre centrale dove è tutt’ora visibile.
La città vecchia, separata dalla parte più nuova dalla lunga av. Leon Gambetta, che qui è nato da genitori genovesi, è il solito dedalo di stradine strette e di edifici dalle belle facciate, con al centro la piazza del mercato con la cattedrale di St. Etienne.
Il sabato mattina la piazza della cattedrale ospita uno dei mercati più vivaci della regione. Banchi alimentari di ogni tipo offrono l’immancabile foie gras, confits, formaggi, noci del Perigord, asparagi della Dordogne, meloni e zafferano del Quercy, tartufi di Lalbenque, vini di Cahors, Bergerac e Gaillac, tutto a disposizione dei compratori per un assaggio. E’ un piacere perdersi fra le bancarelle magari dopo essersi muniti di una di quelle grandi borse per la spese in paglia di cui sono in possesso tutte le signore

13 agosto - domenica

CAHORS – BAGNAC SUR CE’LE’ KM 96,00

SAINT-CIRQ-LAPOPIE
Appare all’improvviso, appollaiato sotto la sua chiesa dalla strana torre campanaria, su uno sperone di roccia, lungo la D662 che corre a fianco del Lot, che scorre calmo in uno scenario superbo, tra larghe gole e giganteschi calcarei precipizi, appena superato Bouziès, presso la confluenza con il Célé.
Vanta il titolo di più bel villaggio di Francia ed è stato eletto come luogo di residenza da artisti e scrittori.
Il castello è ora in rovina ma il villaggio conserva case datate dal XIII al XVI secolo in perfetto stato. Una di queste, la Maison de la Fourdonne, è diventata il museo della memoria del villaggio. Dalle rovine del castello la vista sulla valle del Lot toglie il respiro. Insomma, un gioiello che ogni itinerario dovrebbe includere.
Posteggiamo quasi in riva al fiume e percorriamo a piedi una bella stradina sterrata in mezzo al bosco, che in pochi minuti porta al paese, facendoci evitare di camminare sulla strada trafficata e gratificandoci con scorci e panorami alternativi.
Il paese è molto carino con le facciate delle case in pietra e “pans de bois” (graticcio) costruite dal XIII° al XVI° secolo e le vie acciottolate, difese da porte fortificate, che oggi ospitano le bancarelle delle botteghe artigiane, che furono la ricchezza di St. Cirq.

FIGEAC
Misteriosa Figeac, «Città d’arte e di Storia», dedicata a Campollion, decifratore dei geroglifici e nativo della città. Da visitare la sua casa natale, trasformata in museo, come pure la celebre piazza delle Scritture, pavimentata con una riproduzione gigante della Stele di Rosetta, opera di Joseph Kosuth
Restaurate ormai da alcuni anni, le "case gotiche" del centro storico di Figeac costituiscono un insieme unico ed interessantissimo e sono caratterizzate dal "Soulelho" (granaio coperto e ventilato situato all'ultimo piano dell'edificio) che era riservato all'essiccazione di frutta, verdura e drappi di lana (oggi molti "soulelho" sono stati riconvertiti in appartamenti, ma basta guardare in alto per riconoscerne la primitiva struttura e destinazione); le facciate decorate delle case sono semplicemente favolose, realizzate tra il XII ed il XIII secolo vi si possono ammirare animali mitici e personaggi.
Si percorre l’itinerario storico seguendo il simbolo di una “chiave” che appare sulle vie.
In serata raggiungiamo Bagnac e siamo nel campeggio municipale con piscina .

14 agosto – lunedì

BAGNAC SUR CELE – LE PUY EN VELAY KM 209,00
Ci svegliamo con la nebbia che un po’ alla volta si dirada e lascia trapelare un pallido sole.
Ed eccoci, per il secondo anno consecutivo, a Le Puy En Velay.
La città è conosciuta per i merletti al fuso lavorati nel corso dei secoli, le cui gesta e tecniche sono state preservate grazie alla creazione di un Atelier-Conservatoire Nazionale e di un Centro d’Insegnamento del Ricamo che ne prosegue la presenza e la realtà.
La lenticchia verde, denominazione d’origine controllata, costituisce un piatto rinomato che numerosi cuochi utilizzano nelle loro ricette.
Infine la verbena verde, liquore digestivo, è celebre sin dal XIX secolo.
Città molto vivace riesce sempre a sorprendere noi visitatori.
Il centro storico con la cattedrale, iscritta al patrimonio mondiale dell’ Unisco, è la testimonianza della ricchezza della sua architettura e della sua storia.

15 agosto – martedì

LE PUY EN VELAY KM 0,00
14 e 15 Agosto grande festa religiosa con processione dei lumi e numerosi fedeli che attraverso la città arrivano alla cattedrale.

16 agosto – mercoledì

LE PUY EN VELAY – ALPE D’HUEZ KM. 272
Siamo sulla strada del ritorno. Sole, temperature basse 13° ore 9,00 – 18° ore 17,00
N88 verso St. Etienne –A47 autostrada non a pagamento per Lyon, Givors, Vienne.
D41 direzione Grenoble. D502 , D518a D519 e N85.
Arrivo a Alpe D’Huez nel primo pomeriggio. Parcheggio camper bello e ampio con carico e scarico.
La salita che porta all'Alpe d’ Huez presenta circa 1100 metri di dislivello (da 740 a 1850 metri) su 14 km di sviluppo, con una pendenza media vicina all'8%.
Il primo ad aggiudicarsi l'arrivo dell'Alpe d'Huez fu Fausto Coppi, nel Tour del 1952 di cui vinse anche la classifica finale. Negli anni successivi molti campioni hanno conquistato questo prestigioso traguardo. Tra gli italiani spiccano le due vittorie consecutive di Gianni Bugno, nel 1991 e 1992, e le due di Marco Pantani, nel 1995 e 1997.
La strada che sale all'Alpe d'Huez ha 21 tornanti. Ad ogni tornante c'è una targa a ricordo di uno dei vincitori della tappa del Tour. Nel 2002, dopo aver completato i 21 tornanti, gli organizzatori hanno dovuto ricominciare dal primo, dove a fianco della targa dedicata a Fausto Coppi ne è stata posta un'altra per Lance Armstrong.

17 agosto – giovedì

ALPE D’HUEZ - CENTO KM. 597,00

Sole per la giornata di rientro.
La vacanza è finita.
Sfogliando l’album delle foto i ricordi riaffiorano, ma quello che rimane più impresso nella mente è il colore del cielo blu indicato, il bianco dei mulini, il vento caldo che ti sfiora e passa……e la calma e il silenzio che si respira nei piccoli borghi della Mancha.
Nella Mancha i campeggi sono rari, ma i paesi sono tranquilli e la sosta notturna è ben tollerata.
In totale abbiamo percorso km. 4.940
Il viaggio è durato 20 giorni.

BY I VIAGGI DEL GABBIANO




2013
BALCANI ON THE ROAD
Zagabria – Sarajevo - Montenegro
16 – 28 settembre 2013

clicca sulle immagini per ingrandirle

Un paese delle meraviglie. Nel colorito montenegrino, magicamente combinati ed uniti, prevalgono tre colori: blu, verde smeraldo, e grigio pietra. Proprio per le sue bellezze naturali inestimabili, il Montenegro è stato proclamato stato ecologico.
Un viaggio per scoprire una parte dei Balcani ancora non presa in grande considerazione dai viaggiatori che può regalare paesaggi pittoreschi e molto differenti tra loro ove la gente è molto gentile.




16 Settembre 2013 lunedì
CENTO – ZAGABRIA KM. 538
Sole, pioggia in serata. Temperatura min. 18° max. 25°
Sosta pranzo nel villaggio di Materia in Slovenia. Il maialino sta finendo di cuocere sul girarrosto e manda un delizioso profumino, finalmente riusciamo a mangiarlo, veramente ottimo con patate al forno e porcini.
Proseguiamo in autostrada verso Zagabria dove sostiamo presso l’ hotel Plitvice in località Lucko (circa 8 km fuori Zagabria), sull’autostrada.

17 Settembre 2013 martedì
ZAGABRIA (LUCKO)
pioggia per tutta la giornata, temperatura min. 11°, max 15°
Alla reception ci informiamo su come raggiungere il centro di Zagabria. La fermata dell’autobus si trova nel paese di Lucko, raggiungibile e piedi in circa 10 min.

18 Settembre 2013 mercoledì
ZAGABRIA
parzialmente nuvoloso, sole. Temp. min.15, max. 20°

    
             Zagabria la Cattedrale                                                 Zagabria la Chiesa di San Marco

La capitale croata si divide in Città Alta (Gornij Grad) e Città Bassa (Donji Grad), a cui si aggiunge il quartiere di Kaptol, dove sorge l’edificio religioso più importante la Cattedrale dell’Assunzione della Beata Vergine Maria.
Cattedrale Chiesa di San Marco
Dopo mezz’ora di autobus e 10 min di tram scendiamo in piazza Maresciallo Tito nella parte bassa della città, quella moderna dove si trovano giardini, fontane, musei, ristoranti, bar e le vie delle boutiques con firme internazionali della moda.
La Città Alta si raggiunge con un breve ma spettacolare tragitto in funivia o a piedi salendo la via Radic, che dalla piazza maggiore di Zagabria, Trg Bana Jelacica, sale sul colle. Nella città alta si entra per la Porta di Pietra, l’unica antica porta della città rimasta intatta. Nella porta si trova una piccola cappella dedicata alla Madonna che dopo l’incendio del 1731 è rimasta miracolosamente illesa e da allora la porta è diventata un luogo di pellegrinaggio. Nel piccolo borgo medioevale si trovano interessanti palazzi e la chiesa di San Marco con il particolarissimo tetto di tegole colorate che compongono lo stemma di Croazia e Slavonia e di Zagabria.
Zagabria si presenta come una capitale giovane e vivace, pulita e con gente molto cordiale.

19 Settembre 2013 giovedì
ZAGABRIA - SARAJEVO KM. 421
pioggia, sole, temperatura min. 13°, max.15°

Partiamo da Zagabria sotto la pioggia e percorriamo l’autostrada fino al confine con la Bosnia. La dogana a Bosanska Gradiska si supera velocemente con un rapido sguardo ai passaporti e alla carta verde: siamo in Bosnia. Non ci sono autostrade (se non per brevi pezzi) e si attraversa tutto il paese su statali disseminate di pittoresche “benzinaska pumpa” e svariati “autopraona”(autolavaggio) seguendo indicazioni a volte anche solo in cirillico.
Ora percorriamo la E661 una bella strada che si snoda quasi completamente lungo il corso del fiume Vrbas. Superata Banja Luka, la seconda città della Bosnia, la strada sovrasta il fiume da un lato e dall'altra è sovrastata a sua volta dalle montagne che scendono a picco. Il fiume con le sue verdi acque curva ora a destra, ora a sinistra, ogni tanto si passa sotto gallerie scavate nella nuda roccia, senza fortificazioni cementizie. Le curve del fiume, i massi delle montagne, le piccole cascatelle, piccole dighe disseminate lungo il percorso, case sparse ricostruite senza intonaco, altre invece ricostruite con più vanità, verde ovunque. La natura vive qui, in Bosnia. Attraversiamo Jajce e le sue cascate, Travnik e le sue viuzze, giungendo a Sarajevo nel pomeriggio.
Autocamp Oaza Sarajevo si trova nella cittadina di Ilidza (Iligia) sulla strada per Mostar.

20 Settembre 2013 venerdì
SARAJEVO
nebbia, sole , temp.min. 12°, max.24°
Dal camping raggiungiamo a piedi (circa 10 min.) la piccola stazione di Ilidza. Un tram sferragliante ci porterà al centro di Sarajevo.

    
                                                          Stazione di Ilidza                                        una via della Bascarsija

Sarajevo non lascia indifferenti, basta nominare il suo nome per suscitare emozioni. E’ una città che ha sofferto, ma ha eroicamente ricostruito se stessa. Oggi è una capitale piena di vita, a misura d’uomo, con caffè accoglienti e un’ atmosfera sospesa tra Occidente e Oriente che affascina. Tuttavia nel quartiere di Novo Sarajevo, lungo la via dei cecchini, i palazzoni si presentano ancora sfregiati, graffiati, bucati: sono le cicatrici dell’assedio di venti anni fa. La parte più emozionante è il tunnel: fu grazie a questo passaggio sotto l’aeroporto che la città potè essere rifornita di informazioni, cibo e naturalmente armi. Ne è rimasto un tratto di poche decine di metri, che si può percorrere. La casa dove iniziava il tunnel è rimasta semi-distrutta, ora ospita il museo della guerra.
Il centro storico di Sarajevo è chiamato Bascarsija, parola turca che significa “il grande mercato” e risale al 1400. Qui ci sono le botteghe dei mercanti, la torre dell’orologio. Il vecchio bazar, l’antica chiesa ortodossa e le più antiche moschee.

    
                                                 Moschea di Gazi Husrev-Beg                                            la fontana Sebilj.

I piccoli negozi in mattoni con le ante in legno che di giorno si aprono trasformandosi in panchine e di notte avvolgono completamente la bottega, il profumo intenso di legna ardente che cuoce la pita e il ćevapčići, i piú interessanti oggetti di antiquariato, i souvenir molti dei quali fatti a mano nelle stesse botteghe, il bazar ottomano lungo 109 metri ancora funzionante, i caffè nascosti nei più introvabili vicoli, i gatti che riposano sui muretti delle moschee, le strade in acciottolato. Questa è la Sarajevo vecchia e moderna, ancora vivente nonostante secoli di tentate distruzioni
Il simbolo di Sarajevo è il Sebilj, la grande fontana che si trova nella piazza principale della Bascarsija dove cristiani, mussulmani ed ebrei bevono la stessa acqua.
A chiudere la città vecchia, dove i tram vi girano attorno, si trova la monumentale Biblioteca Nazionale che custodiva innumerevoli e preziosi libri e manoscritti che sono stati distrutti durante l’incendio del 25, 26 agosto 1992.

21 Settembre 2013 sabato
SARAJEVO – PODGORICA (BIOCE) KM. 310
sole , temp. min. 10°, max.28°

Salutata Sarajevo percorriamo la E762 fino a Foca, poi ci inoltriamo nel Parco Nazionale Sutjeska e proseguiamo fino a Trebinje e da qui verso Vilusi frontiera montenegrina. Questa è una dogana secondaria, c’è un solo addetto al controllo sia in entrata che in uscita, ma il traffico è talmente scarso che si supera velocemente. La strada verso Niksic è relativamente stretta, ma con asfalto buono.
Niksic è seconda città più grande del Montenegro dopo la capitale Podgorica. E’ qui che si produce la Niksicko Pivo, la birra più amata e bevuta del Montenegro. Da Niksic una superstrada consente di raggiungere rapidamente Podgorica.
Percorsi circa 20 km incontriamo la deviazione per il Monastero di Ostrog (“luogo fortificato” in slavo antico) un monastero ortodosso posizionato a strapiombo contro una parete di roccia verticale sulla rupe di Ostroska Greda, a 900 metri di altezza.

    
                                                                                        Monastero di Ostrog
E’ questa una tappa obbliga per un viaggio in Montenegro e non rinunciamo, pur avendo letto i commenti non proprio positivi di altri camperisti in merito alla sicurezza della strada. Imbocchiamo la stretta strada che si inerpica e immediatamente vedo un pulman in discesa, ci fermiamo e aspettiamo che scenda. Riprendiamo la salita sulla strada abbastanza dissestata e senza guard rail, fortunatamente, a parte un pulmino, che per lasciarlo passare abbiamo dovuto percorrere alcuni metri in retromarcia, siamo arrivati al vasto parcheggio sterrato senza ulteriore panico (solo da parte mia naturalmente, perché Gianchi era tranquillo).
Il complesso del monastero è costituito dal Basso e Alto monastero.
Da questo parcheggio partono navette per il monastero superiore, ma noi, temerari, saliremo a piedi. Un cagnolino randagio ci fa da guida e ci accompagna attraverso il bosco, un po’ sulla strada, un po’ sulle scale, fino alla vetta che sembra irraggiungibile, ma che vista!!!!.
Il monastero superiore è costituito da due piccole chiese sotterranee che conservano i resti di San Basilio a cui vengono attribuiti poteri miracolosi. Questo è uno dei luoghi di culto più visitati dei Balcani e vi giungono fedeli ortodossi, cattolici e mussulmani in cerca di cure per l’anima e per il corpo.
Dopo non poca fatica arriviamo nello spiazzo antistante il monastero e lo vediamo ricoperto di sacchi a pelo (accamparsi fuori dal monastero sembra che sia una pratica abbastanza diffusa tra i pellegrini che vogliono rimanere per la notte, se la temperatura lo permette), in alternativa, ai piedi del monastero c’è una modesta pensione che offre camerate separate per uomini e donne.
Per la discesa verso Podgorica utilizziamo una nuova strada, asfaltata da poco e meno impegnativa di quella in salita.
Ormai è buio e per arrivare all’ hostel camping Izvor in località Bioce (si trova sulla strada per Biograd) chiediamo l’aiuto di un taxista.

22 Settembre 2013 domenica
PODGORICA - ULCJNI KM. 93
sole, temp.min. 23°, max 28°
Percorriamo la E65 fino a Virpazar costeggiando un breve tratto del lago di Scutari.
A Virpazar sostiamo nel parcheggio del porto e in attesa di pranzo facciamo un giro in scooter sul lago. Belle vedute.
Riprendiamo la strada, a Sutomore imbocchiamo il nuovo tunnel Sozina lungo 5 km (costo €. 5) che bypassa la catena montuosa Pastrovska Gora e in breve tempo arriviamo a Bar principale porto del Montenegro e nuova città turistica piena di alberghi.
Sulla costa da Bar a Dulcigno il paesaggio cambia completamente, le aspre e brulle montagne a picco sul mare si trasformano in dolci colline e poi in ampie pianure con laghi, paludi, piccoli fiumi ed estese spiagge arenose. Quanti ulivi! Migliaia di chiome d'argento mosse dal vento.
Proseguiamo sul E851 costiera ed arriviamo ad Ulcinj paese vicino al confine albanese.
Sostiamo al camping Safari Beach direttamente sulla spiaggia .
Bella passeggiata sulla spiaggia e relax vista mare.

23 Settembre 2013 lunedì
ULCJNI
sole , temp.min. 18°, max.38°
Con lo scooter raggiungiamo Ulcinj (Dulcigno in italiano), sulle tracce degli antichi pirati. L'affollata e caotica strada principale porta all'insenatura di Mala plaza, cuore di Dulcigno, circondata dalle colline dove si estende la città. Una lunga scalinata porta ai bastioni della città vecchia. Varchiamo le spesse mura: sulle pietre delle strette viuzze del borgo antico sono impresse le tracce delle varie dominazioni: colonnine romane, leoni alati veneti dalla testa mozzata, mezzelune ottomane.

24 Settembre 2013 martedì
ULCJNI
sole , temp.min. 18°, max.30°
Oggi visiteremo l’affascinante Stari Bar, la città vecchia, situata in cima a un colle. Il borgo antico disabitato dal 1800 è definito la “Pompei del Montenegro”.
Vicino a Stari Bar si trova l’ulivo più antico del mondo, chiamato ulivo Mirovica di 2000 anni. Tutt’intorno alla cittadina ci sono ulivi secolari che portano il nome delle persone che li hanno piantati.


                                                                       Ulivo Mirovica 2.000 anni ma non li domostra !

25 Settembre 2013 mercoledì
ULCJNI – ZELENIKA KM. 131
sole , temp.min. 18°, max.26°
Lasciamo a malincuore Ulcinj e le sue bellissime spiagge. Riprendiamo la E851 costiera, direzione Kotor. Attraversiamo Petrovac celebre per la sua spiaggia di sabbia rossiccia
lunga 600 metri; Sveti Stefan una della più interessanti e pittoresche attrazioni del Montenegro, in passato villaggio di pescatori situato sulla penisola, ora trasformato in un famoso Resort 5 stelle.
Nelle vicinanze di Kotor il traffico si fa molto intenso con lunghe code. Ci fermiamo nel parcheggio di un supermercato e raggiungiamo la cittadina in scooter. La città è letteralmente presa d’assalto da pullman carichi di turisti, nel porto c’è una nave da crociera.

    
                                                  Kotor: Porta Marina                                                      Torre dell’orologio

Kotor è la città più interessante del Montenegro, dichiarata patrimonio dell’Umanità. La cosa più bella da fare è perdersi nel dedalo di stradine della città vecchia. L’ingresso principale al centro storico è “Porta Marina” , attraversata Piazza d’Armi ci dirigiamo verso la cattedrale cattolica di San Trifone.
Dopo la visita alla città continuiamo il percorso che si snoda attorno alle Bocche di Cattaro, il grande fiordo più meridionale d’Europa.
Splendidi panorami tra monti e mare, si alternano a paesi che hanno conservato ancora in parte il loro aspetto caratteristico, con le case in pietra affacciate sul mare. Arriviamo a Perast, parcheggiamo lungo la strada che porta al centro (dove si fermano anche i bus turistici) e a piedi raggiungiamo facilmente la cittadina medioevale con le sue chiese barocche.
Per la notte sostiamo al camping Zelenika situato nell’omonimo paese. (questo è il peggior campeggio dove abbiamo sostato in questo viaggio).

26 Settembre 2013 giovedì
ZELENIKA – OMIS KM. 242
sole , temp.min. 18°, max.30°
In mattinata lasciamo il Montenegro e siamo di nuovo in Croazia. Breve sosta a Catvat (Ragusa Vecchia) piccola lussureggiante perla dell’Adriatico, per un giro veloce attorno al paese. Proseguiamo sulla strada costiera fino ad Omis, dove sostiamo al camping Galeb.

27 Settembre 2013 venerdì
OMIS – PAG KM. 246
sole , temp. min. 19°, max.28°
Strada facendo ci fermiamo a Sebenik e parcheggiamo sul porto. E’una piccola città ben conservata, il pezzo forte del borgo disseminato di piccole chiese e palazzi, è l’elegante cattedrale gotica di San Giacomo costruita nel 1400.
Ancora in strada verso l’isola di Pag. Il suo aspetto è lunare, tre quarti del territorio è desertico e spettacolare, mentre attorno ai centri principali s’irradiano boschi, radure, spiagge e angoli di paradiso. Pag con le sue vie strette è molto caratteristica, la città è anche la patria d’un famoso merletto con una tradizione vecchia di secoli. Ogni merletto è un prodotto unico, inimitabile, frutto del lavoro paziente e faticoso delle donne isolane e passeggiando per le viuzze della città, si possono incontrare merlettaie, sedute davanti alla loro casa intente a lavorare all’uncinetto.
Il camping Simuni, dove sostiamo, si trova in una bellissima insenatura.

28 Settembre 2013 sabato
PAG – CENTO KM. 509
variabile, temp. min. 22°, max.26°
In viaggio per il rientro.
Tutte le strade che abbiamo percorso sono in condizioni più che soddisfacenti; in Montenegro molte sono state asfaltate di recente e mai abbiamo trovato strade realmente dissestate o sterrate. Le norme di circolazione e la segnaletica sono come quelle italiane anche se nel nord-est della Bosnia le indicazioni sono in caratteri cirillici e possono creare qualche difficoltà.
Nonostante i pregiudizi diffusi, si tratta di paesi veramente tranquilli, le persone sono molto cordiali e ospitali; le nostre città sono sicuramente più pericolose.
Il Montenegro è un paese giovane (è diventato repubblica indipendente nel giugno del 2003)
con una storia antichissima. Illiri, romani, bizantini, turchi, veneziani, slavi, si sono alternati e succeduti su questa terra e ognuno di loro ha lasciato la sua traccia: si possono trovare rovine romane, minareti e moschee, edifici medioevali, rinascimentali, barocchi.


Chilometri percorsi 2.490 in 13 giorni.
I viaggi del Gabbiano. Settembre 2013

BY I VIAGGI DEL GABBIANO




New York...ti amo !!!
Mi sono tolto la soddisfazione di tornare a visitare una città che mi era rimasta, tanti anni fa, nel cuore. Ero rientrato, nel 1995, da un viaggio di lavoro talmente euforico e gasato che subito avevo fatto una formale promessa alla mia famiglia: “Non lo si può immaginare, è difficile da descrivere tanto tutto è così immenso e sopratutto, ci si sente a casa propia...noi andremo, un giorno, a NEW YORK"
E così è stato. In agosto del 2007 abbiamo lasciato il nostro splendido camper in rimessaggio e, armi e bagagli...siamo volati in America !!
E’ un “cambiamento” che consiglio. Il volo, se ben prenotato magari via rete, ha un costo abbordabile. L’albergo, attraverso una buona agenzia, lo si trova a prezzi ragionevoli. Per l’alimentazione a New York si può mangiare spendendo da un dollaro a cifre da capogiro. Ma con un dollaro si mangia e con qualcosa di più ci si straffoga!!
Per ammirare un panorama unico al mondo e magico salire sull'Empire State Buiding, che d'altra parte è un pò il simbolo di NY. Noi ci siamo saliti una volta di giorno ed una di notte, vi assicuro che toglie il fiato!
Dopo questa particolare visione, si può andare alla Statua della Libertà. Il tragitto in traghetto è piuttosto breve e comunque piacevole. Alla statua, se si vuole, si può salire in cima,e fare un giro dentro la corona (noi non siamo andati) e durante il tragitto è possibile fermarsi per una tappa a Ellis Island, l'antico punto d'arrivo degli immigranti.
Per riposarsi un pò, si può fare un giro a Chinatown, a mangiare un piattino di noodles, e curiosare nei negozi di cianfrusaglie cinesi, si trovano cose assurde! I negozi di carne sono pieni di anatre appese a collo in giù senza la testa, proprio come nei cartoni animati! Confinante con Chinatown c'è anche Little Italy, un pittoresco quartiere ricco di ristoranti e pizzerie italiani (ma attenti: il più delle volte di italiano non vi è proprio un bel nulla) e con le tipiche vecchie case munite di scala antincendio esterne. Sono quartieri tipici e caratteristici ma, ultimamente stanno perdendo un poco del loro smalto.
Molto interessante una visita il quartiere degli affari, dove si può entrare a Wall Street e dare un'occhiata attraverso un vetro ai broker che contrattano, proprio la stessa sala che si vede spesso nei servizi dei telegiornali! Una girata sulla mitica metropolitana è sicuramente da fare, senza alcuna paura, almeno di giorno! Sui vagoni c'è gente di ogni tipo e tanti ragazzini, tutti hanno le facce piuttosto rabbuiate, e stanno sulle loro ma nessuno dà fastidio.
Naturalmente, da non perdere una passeggiata in Central Park, pieno di graziosissimi scoiattoli... magari andate a vedere l'angolo della famosa scena del "Maratoneta" con Dustin Hoffman, e perchè no...il pranzo potete farlo nel meraviglioso "Tavern on the Green", un ristorante-serra in mezzo al parco, affollato ma davvero bello. Qui però si spenducchia !!
Non mancate la visita alla chiesa irlandese di S.Patrick e in mezzo a tutti quei grattacieli fa un certo effetto veder apparire una cattedrale. Per tornare un pò bambini consiglierei un salto al nuovo "F.A.O. Shwarz", il negozio di giocattoli e pupazzi più grande del mondo, E passate anche a fare la visita del Madison Square Garden, soprattutto se siete appassionati di sport. Se invece vi interessa la cultura, innumerevoli sono i musei (storia naturale, il nuovo MOMA...) e le gallerie d'arte, di cui tantissime sono a Soho. Soho è, insieme a Greenwich Village, il quartiere degli artisti. Le case sono tutte vecchie e anche qui con le scale antincendio, ci sono tantissimi negozi trendy, alcuni a prezzi spropositati, ma anche tanti accessibilissimi, e anche bancarelle all'aperto. Naturalmente ci sono anche gli show room di tutti i grandi nomi della moda.! Meritano una visita i grandi magazzini famosi, , tipo "Macy's", "Bloomingdales”
E guai mancare la messa domenicale ad Harlem, consiglio di andarci con gli autobus , quelli aperti sopra che fanno il giro della città. Sono comodissimi perché tanti e con il biglietto giornaliero, si può scendere e salire a piacere, in questo caso è meglio adottare questa soluzione, è conveniente e ben organizzata. Un'altra gradevole sorpresa Harlem la riserva con i negozi di abbigliamento sportivo. Ci si veste con piglio statunitense con davvero quattro soldi. Un esempio per tutti: Quelle meravigliose tute con relativa stampa originale formata dal pantalone con polso al fondo più la parte sopra con cappuccio, tasche, e grossa zipp, in tutti i colori classici delle felpe...al cambio con €12,00 te ne danno DUE !!!
La sera c'è l'imbarazzo della scelta per quanto riguarda i ristoranti, il divertimento, le discoteche...Noi abbiamo cambiato un ristorante ogni sera, dall' "Hard Rock Cafè" all' "All Star Cafè", il "Tribeca Grill" di De Niro, il “Cinema” serviva una pizza che neanche a Napoli la mangi! Come discoteca, noi siamo andati al "Webster Hall" che si dice fosse la preferita di Madonna. E' un vecchio teatro adattato a disco, per cui è molto grande, ci sono diverse sale e diverse musiche, e anche gente molto varia e all'ingresso dei bellissimi travestiti. Noi non abbiamo fatto molta vita notturna, perchè di giorno ci massacravamo per camminare, però certi posti li abbiamo voluti vedere anche se sempre “al volo”.Non mancate di andare a vedere un musical, i teatrini di Brodway sono delle vere bomboniere!
Poi passate davanti al Rockefeller Center che se ci andate per le feste, c'è la pista di pattinaggio e l'albero di Natale!
Non posso dimenticare di citare le fantastiche colazioni mattutine in tanti Starbook cafè dove ti servono dei cappuccini megagalattici dentro bicchieroni di cartoncino con coperchio, con latte e caffè bollenti. E poi le torte o i dolci americani sono da perdere la testa! A centinaia le persone che si incontrano con il loro bicchierone e che magari, con passo rapido si avviano all’ufficio.
Da quando ci sono stato io a New York la prima volta, la città è sicuramente cambiata, a cominciare da quello che è successo l'11 settembre 2001, infatti le Torri Gemelle sono solo un ricordo. La visita del luogo è immancabile e, arrivandoci, si avverte un atmosfera, ancora oggi, irreale. La voragine, seppur colma di ogni possibile cosa immaginabile in un cantiere, operai compresi, ha una dimensione tale che quasi spaventa. Basti immaginare che i grossissimi mezzi dotati di gru se non di pale o quant’altro serva per i lavori all’interno del “buco”...appaiono come dei giocattoli. Ancora oggi ogni automezzo che esce dal cantiere per spostare materiali o altro, viene sempre completamente lavato, le ruote, lo chassis ecc. con grossi spinelli d’acqua di tipo vigili del fuoco! Questo per evitare possibili contaminazioni alla città. I dintorni, il vero e proprio perimetro del cantiere è già tutto ristrutturato ad eccezione di uno stabile che proprio in quei giorni, per cause a noi sconosciute, aveva preso fuoco causando addirittura la morte di un vigile del fuoco. Non bastava la disgrazia del 11 settembre.
Quello che io consiglio più di tutto, comunque, è di camminare, girare a piedi, passare per i quartieri, le strade, i negozi...E' questo il bello di una città che offre degli scorci e delle vedute indimenticabili! I newyorkesi sono in gamba, cercate di conoscerli. Soprattutto, state spesso sulla Quinta ma soprattutto in Times Square, sia di giorno che di sera.
E' fantastica, con tutte quelle luci, quella confusione, il traffico...ogni tanto vi potrà capitare di assistere ad esibizioni improvvisate di band di rap, comizi, manifestazioni. Usate pure il taxi,(non costano cari ma la mancia all'autista è indispensabile) la metro (di cui non bisogna avere nessuna paura) ma camminate tanto col naso all'insù, perchè è questo il modo migliore di vedere New York!
E non abbiate paura, non c'è nessun pericolo. C'è tanta gente in giro, di giorno e di sera, e a meno che non abbiate deciso di andare a farvi la vostra passeggiata di notte in una via stretta e buia del Bronx, nessuno vi romperà le scatole.

Se vi dicono che New York è un film...credeteci... E' vero New York è un film. Basta un pò di prudenza e va tutto bene, del resto non c'è bisogno che vi dica io di lasciare a casa, quando andate in vacanza, ori e gioielli, tanto a che vi servono?

c.c.




 
 
Torna ai contenuti | Torna al menu